Έλπίς μου ὁ Πατήρ, καταφυγή μου ὁ Υἱός, Σκέπη μου τὸ Πνεῦμα τὸ Ἅγιον. Τριὰς Ἁγία, δόξα Σοι.

Δεῦτε ἀπὸ θέας Γυναῖκες εὐαγγελίστριαι, καὶ τῇ Σιὼν εἴπατε· Δέχου παρ΄ ἡμῶν Χαρᾶς Εὐαγγέλια, Τῆς Ἀναστάσεως Χριστοῦ. Τέρπου, χόρευε, καὶ ἀγάλλου Ἱερουσαλήμ, τὸν Βασιλέα Χριστόν, θεασαμένη ἐκ τοῦ μνήματος, ὡς Νυμφίον προερχόμενον.


Τετάρτη 16 Απριλίου 2014

CHIESA ORTODOSSA CATTOLICA AUTOCEFALA DELLA GRECIA - SACRA ARCIDIOCESI (METROPOLIA) DEL DRIINOULOUPOLIS, POGONIANI & KONITSA SACRA ARCIDIOCESI (METROPOLIA) DEL PIREO

CHIESA ORTODOSSA CATTOLICA AUTOCEFALA DELLA GRECIA

SACRA ARCIDIOCESI (METROPOLIA) DEL DRIINOULOUPOLIS, POGONIANI & KONITSA
SACRA ARCIDIOCESI (METROPOLIA) DEL PIREO.


Grecia 10 Aprile 2014
All’Illustrissimo Sig. Francesco,
Capo dello Stato del Vaticano
Città del Vaticano – Roma


Illustrissimo,
Con doveroso rispetto e sincero amore, Le inviamo spediamo la presente lettera Vescovile, il cui scopo non proviene da nessun motivo d’interesse, ma soltanto da puro, senza cattiveria e disinteressato amore cristiano, da un dovere cristiano, dall’indispensabile comandamento di Cristo, il nostro Salvatore, che “vuole che tutti gli uomini giungano alla salvezza e alla conoscenza della verità”[1], ed infine da un caloroso e forte desiderio per la Sua salvezza. Per questo consideriamo nostro dovere sacro e necessario, come ultimo membro del Tutto santo e Tutto intemerato Corpo di Cristo ed inoltre come Vescovo Ortodosso, che dipende tanto dal Sacro Sinodo della Santa ed Autocefala Chiesa di Grecia, che è l’Organo massimo ecclesiastico, quanto dall’universale e Indivisa Unica, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa Ortodossa, di provvedere con tutte le nostre forze per riportarvi nella Madre Cattolica Chiesa Ortodossa, dalla quale Lei si è separato e tagliato fuori, opera che speriamo, con la sinergia della increata Divina Grazia del Signore, possa essere raggiunta. Questo sacro dovere del ritorno degli eretici nella Chiesa Ortodossa ha sicuramente una base “sacro-canonica” e un sostegno che poggia sui sacri Canoni 131°, 132°, e 133° del Concilio locale di Cartagine (418 o 419 d. C.)[2]. Un motivo ulteriore, che dimostra il significato e la contemporaneità della nostra presente lettera Vescovile, sono le macchinazioni nell’ambito dell’odierno movimento ecumenico ed eretico con i dialoghi misti teologici ecumenici tra Ortodossi e Cattolici, dove i rappresentanti della Chiesa Ortodossa, animati purtroppo dallo spirito eretico sincretista ecumenista inter-cristiano e inter-religioso, e strumentalizzando il falso amore ecumenico senza verità e unità nella Fede ortodossa, La ingannano, Illustrissimo, sostenendo che il Papismo è la cosiddetta “Chiesa”, e meglio ancora “Chiesa sorella” con sacramenti validi, battesimo, sacerdozio e Grazia divina, (sostengono ) che il Papismo e l’Ortodossia costituiscono i cosiddetti “due polmoni”, con i quali la Chiesa di Cristo respira, (sostengono) che Lei, l’eretico “Papa”, è Vescovo canonico, successore dell’Apostolo Pietro e vicario di Cristo sulla terra, e possiede in pienezza il primato apostolico “Petrino”, fondato sulle Scritture e sui S. Padri, l’inesistente ed infondato primato di potere universale su tutta la Chiesa e l’infallibilità, invece del vero primato d’onore, “perché Roma era la capitale” come stabiliscono i sacri Canoni dell’indivisa Chiesa del primo millennio che spetta (o a cui ha diritto) all’ortodosso Papa di Roma e Patriarca d’Occidente, teorie (quelle) del tutto sconosciute, infondate, senza testimonianze, nella Tradizione della Cattolica Chiesa Ortodossa dei primi dieci secoli e dei santi otto Concili Ecumenici, ( teorie queste ) che costituiscono senza ombra di dubbio bestemmia contro lo Spirito Santo e dimostrano il Suo deviamento teologico, l’egoismo luciferino dal quale Lei è posseduto. Una chiara dimostrazione della ridicolezza degli Ortodossi ecumenisti è che, mentre rivolgono a Lei - gli evidenti eretici eterodossi- titoli ecclesiastici, non osano, conseguentemente alle loro dichiarazioni, ( avere) con Lei una inter-comunione sacramentale perché sanno bene che da quel momento immediatamente la loro identità ecclesiastica sarebbe persa. Questo non costituisce una dimostrazione ulteriore e stridente dell’eterodossia dell’Ecumenismo? Se veramente credono alle loro affermazioni provocatorie e fuori luogo, osassero, dunque farlo, perché diversamente dimostrerebbero con questa loro posizione l’inesistenza dei titoli ecclesiastici, che Le attribuiscono a Lei, gli eterodossi pseudo vescovi. Un’altra evidente dimostrazione di quanto sopra detto è l’annullamento all’ultimo momento della Sua personale presenza ai festeggiamenti per i 1700 anni dalla firma dell’Editto di Milano a Nis in Serbia il 06 ottobre 2013[3] e l’annullamento della Sua visita al Monte Athos[4] nello stesso mese, come si vocifera.
Sin dal principio dobbiamo chiarire che tutto ciò che sarà detto in seguito, sarà scritto con il cuore dolorante e non per qualche personale animosità e odio verso la Sua persona, degna di rispetto. Il nostro scopo non è di offendere la Sua persona, ma di rivelare, svergognare, controllare, confutare le vedute eretiche e ingannevoli, teorie, atti e le Sue operazioni. Basilare regola per noi è amare le persone eretiche, ma anche controllare e allontanare il loro inganno e la loro eresia. Il nostro unico interesse è la nostra Santa Ortodossia, entro la quale l’uomo si salva. Sempre preghiamo affinché il Signore nostro Gesù Cristo, ricongiunga, il “Papa” ingannato (o plagiato) all’Unica, Santa, Cattolica, e Apostolica Chiesa attraverso la conversione e l’annunzio del Vostro plagio ed eresia, e assuma, come Papa Ortodosso secondo il primato di onore della Pentarchia e in forza dei Divini e Santi Sacri Canoni, la Presidenza Onorifica delle Chiese Autocefale come “primus inter pares”.
Comunicando, dunque, con Lei, attraverso la presente lettera Vescovile, desideriamo renderle noto che, secondo la Sacra Tradizione diacronica della S. Scrittura, dei S. Padri e dei Canoni, e la coscienza infallibile dell’intero pleroma della Cattolica Ortodossa Chiesa Orientale, il Papismo, che Lei, Illustrissimo rappresenta, non è “Chiesa”, ma una comunità religiosa, un conciliabolo eretico, eresia, confutazione, deposizione e pieno stravolgimento della verità, cioè dello stesso Cristo Teantropo. Innumerevoli Sinodi Ortodossi hanno condannato il Papismo come eresia. E riportiamo indicativamente alcuni: il Sinodo dell’879 – 880 in Costantinopoli, sotto il Santo Patriarca Ecumenico, Arcivescovo di Costantinopoli e Nuova Roma e Isapostolo, il Grande Fozio. Questo Sinodo, nella coscienza della Chiesa, viene considerato l’8° Concilio Ecumenico dal momento che vi parteciparono rappresentanti di tutti i Patriarcati Ortodossi e dell’allora Papa ortodosso di Roma Giovanni VIII e le decisioni (di questo Concilio) furono  accettate all’unisono e fu condannata anche come eresia la dottrina del Filioque. Questa dottrina purtroppo fu a lungo un Vostro insegnamento ufficiale, dagli inizi dell’XI° sec. fino ad oggi. Voi, il Papismo, accettando col senno di poi, dopo un secolo circa, una dottrina eretica, che era stata condannata insieme con tutti gli altri Patriarcati Ortodossi, vi siete auto-esclusi e auto-condannati come eretici. Al di là di questo, tutti i Sinodi Ortodossi successivi, come quelli svoltisi a Costantinopoli nel 1170, 1341, 1450, 1722, 1838, 1895, condannano senza mezzi termini il Papismo come eresia[5]. Allo stesso modo, oltre al Grande Fozio, tutti i Santi dopo lo Scisma del 1054, come s. Germano Patriarca di Costantinopoli, s. Marco Eugenico, s. Simeone di Tessalonica, s. Nicodemo l’Aghiorita, s. Kosmàs di Etolia, s. Nettario Pentapoleos, s. Giustino Popovic etc[6]. all’unisono condannano il Papismo come eresia. Il Papismo non è “ Chiesa”, ma uno stato - il Vaticano -, con un governo, con a capo Lei, il “Papa”, con ministri i cardinali e con banche “del Santo Spirito”. Non siete neanche “Romano cattolici”. Non siete né Romani, né Cattolici, né Chiesa. Non avete niente a che vedere con la Romiosyni, né con la Romanità. Non siete Cattolici, dal momento che vi siete separati da soli dalla Cattolica Chiesa Ortodossa nel 1054 d.C., e da allora non possedete più la pienezza della fede Ortodossa (la Tradizione dei S. Padri ), che avete stravolta. Non siete Chiesa, dal momento che siete diventati uno Stato, sottomettendovi alla terza tentazione di Cristo[7]. Avete accettato l’invito del diavolo di adorarlo per farvi diventare un dominatore sulla terra. Noi Ortodossi siamo la retta Chiesa Romano cattolica, noi siamo i Romei, a noi spetta la Romanità, la Romiosyni. L’Ortodossia è l’Unica, Santa CATTOLICA e Apostolica Chiesa, la vera Chiesa romano-cattolica, così come confessiamo nel Simbolo Niceno – Costantinopolitano.
Dal fatto che il Papismo è una eresia si vede dalle tremende e terribili eresie che professate. Queste sono: 1) La personalità di stato e la struttura del Vaticano con ministeri, ministri e banche, 2) il Filioque ( la processione dello Spirito Santo anche dal Figlio), 3) la Grazia Divina creata, 4) il primato di potere, 5) il possesso tanto del potere temporale che quello Spirituale proprio del “Papa”, 6) l’infallibilità, 7) le teorie circa l’ultimo giudice della Chiesa, l’autorità, la dignità di monarca, l’unico che possiede il potere di appello, la potestà, il sommo sacerdozio del “Papa”, 8) il “battesimo” per aspersione e la sua separazione dal sacramento della cresima, 9) le ostie (gli azzimi), 10) il cambiamento del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo con le parole consacratorie e non con la discesa dello Spirito Santo e la teoria della Transustanziazione, 11) la privazione alla comunione del sangue di Cristo ai laici e concedere loro solo il corpo, 12) privare i neonati (e i bambini) della S. Comunione, 13) la Mariolatria, 14) l’Immacolata Concezione e l’assunzione corporea della Theotokos, 15) il purgatorio, r ) le indulgenze, 16) il tesoro dei meriti di Cristo, 17) i meriti delle opere dei Santi, 18) i meriti delle opere dell’uomo, 19) le statue e in generale la pittura religiosa sostituita all’iconografia ortodossa, 20) l’obbligo del celibato ecclesiastico, 21) il riconoscimento degli autori di eccidi (il card. Stepinac) come “santi”, 22) la teoria circa l’offesa e la soddisfazione della divina giustizia, a motivo del peccato originale e in generale lo spirito giuridico, sul quale ha la sovranità il Papismo, 23) il rigetto della s. Tradizione e la sua strumentalizzazione come organo didattico del potere papale (il “Papa” è la tradizione), 24) l’opinione secondo cui il “Papa” è l’unico custode, giudice ed interprete della Divina Rivelazione, 25) la teoria della giustizia primordiale come dono soprannaturale della Divina Grazia, aggiunta “per caso” alla “secondo l’immagine”, che è da intendersi nell’ambito della sufficienza e staticità, 26) la perdita della primordiale giustizia e la conservazione intatta e illesa dell’”Immagine”, 27) la “Chiesa sofferente”, che è costituita da fedeli che si trovano nel purgatorio, 28) la negazione dell’uguaglianza tra i vescovi, 29) il sistema centralistico e assolutistico con l’assoluto monarca il “Papa” ha introdotto il cesaropapismo, 30) gli ordini religiosi e il carattere organizzativo – sociale del monachesimo, 31) il carattere giuridico e nascosto del sacramento della confessione, 32) l’abominevole uniatismo, cavallo di Troia del Papismo[8].

1) LA CRISI DEL VATICANO
Dal momento, dunque, che Lei, Illustrissimo, e il Papismo vi siete distaccati dalla Chiesa Ortodossa Cattolica, avete perso la fede Ortodossa e avete sviluppato le sopradette eresie, è naturale che vi troviate in una continua e diacronica crisi, che appare e sembra sempre più palese in questo ultimo periodo. “La crisi del Vaticano è crisi del Papismo, così ha commentato un osservatore secondo il quale il neo pontefice ha bisogno di mettere in pratica una “terapia shock” nella “Chiesa”; d’altra parte, il Papismo affronta la peggiore crisi dalla Rivoluzione Francese, mentre un terzo paragona l’attuale crollo alla Controriforma, Calvino e Lutero. Fino ad un certo punto, il vocabolario della crisi è giustificato. Alle tendenze che indeboliscono la fede nel mondo occidentale – l’ascesa dell’individualismo spirituale, l’influenza dell’ateismo, l’abisso tra la tradizionale morale cristiana e la realtà contemporanea – il Papismo ha aggiunto scandali, durezza e una strategia di comunicazione orientata ai media dal 1848[9]“.

2) LA SECOLARIZZAZIONE E LA CADUTA SPIRITUALE DEL VATICANO
È una conclusione generica e una verità universale che dogmi cattivi e stravolti generano un modo di vivere cattivo e stravolto, cosi come al contrario il modo di vivere stravolto genera dogmi stravolti. C’è una indissolubile relazione tra dogma e vita, tra dogma e morale o, come si dice nella lingua teologica, Ortodossia e ortoprassi. Lo stesso male sta tra i falsi dogmi e la falsa vita e al contrario la falsa vita e i falsi dogmi. Perché l’uno genera l’altro e chi possiede l’uno va a finire nell’altro. Questo, certamente, è testimoniato nella S. Scrittura e in tutta la Tradizione.
Non è uno, non sono due, ma infiniti le aberrazioni e i documenti ufficiali anticristiani della vostra eresia papale! Uno di questi sono le “crocifissioni” di ogni anno di fedeli papisti nel Grande Venerdì, principalmente nelle Filippine. Quest’anno hanno superato ogni limite rispetto al passato in questo paese Asiatico. “Pasqua nelle Filippine, un paese del quale l’80% dei 94 milioni di abitanti sono papisti. Migliaia di fedeli e turisti sono giunti nella città di S. Fernando della diocesi di Pampania, 60 kilometri a nord di Manila, dove più di 30 uomini si sono crocifissi. Vilfredo Salvador, 57 anni, ha dichiarato che per la prima volta fu crocifisso più di sette anni fa, per ringraziare il Cristo per tutti i miracoli avuti nella sua vita, ma anche per avere il condono dei suoi peccati”[10]. Incredibile bassezza spirituale, che l’avete trasmessa ai Vostri seguaci senza propria volontà: Insegnate, alla lettera, tutto il contrario di ciò che insegna il Vangelo, fino ad arrivare a ottenere la totale sudditanza dei vostri seguaci alle Vostre mire! Riportiamo come esempio le incredibili cerimonie magiche che si svolgono nelle chiese papiste dell’America Latina, per le quali provano gelosia gli stessi neopagani, che non possono rivivere le antiche cerimonie pagane con tale precisione e tale passione! Per dovere, il Cristo fu crocifisso al nostro posto, e chiede a noi la spirituale crocifissione delle nostre passioni, del nostro uomo vecchio , cattivo e corrotto![11]
 I vostri “chierici”, Illustrissimo, la sera guardano film dal contenuto sensuale! Questo almeno sostiene la pagina web Torrent Freak, che svela come “persino nel Vaticano esiste la pirateria, è dà pubblicazione della lista completa con i film e le serie televisive, scaricati nell’ultimo periodo. Gli 800 sacerdoti, monaci e gli altri laici, che abitano in Vaticano, mostrano di preferire le serie televisive (Chicago Fire, Lightfields, The Neighbours e Touch), i film romantici (Love Actually)… con contenuto inadatto per i minorenni”. Il sito ha anche pubblicato particolari sui film “scaricati” nel 2012 nel Vaticano, film con anomalo contenuto pornografico! Così, per esempio, hanno scaricato “TS Pussy Hunters, con pornostar transessuale, il lesbico “Whipped Ass” e il sadomasochista “Russian Slaves”! Terribile notizia! Non ci meravigliano più di tanto queste notizie, che vengono ad aggiungersi alle migliaia di fatti di pederastia e pedofilia di “sacerdoti” della “Santa Sede”, la quale si presenta come “chiesa”! Quando manca una spiritualità sana, l’ascesi e la Grazia di Dio, abbondano la voluttà, le comodità, il lusso e la mania di potere e nascono per forza questo genere di fenomeni![12]
Il capo della Conferenza “Episcopale” Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, è apparso in un video in internet dove dava l’ostia (“Santa Comunione”) ad un famoso “transessuale” omosessuale, attivista politico, il quale indossava abiti femminili! La “scena” è stata data in occasione del funerale di un altro “sacro bocciuolo” del controverso “sacerdote” papista genovese don Andrea Gallo, il quale si dichiarava marxista e amico degli omosessuali, e l’anno scorso è stato premiato per essersi “distinto alla causa dei gay” da attivisti omosessuali! Infatti, per la Sua elezione, aveva proposto l’elezione di un “Papa” omosessuale dichiarato! Similmente, aveva proposto relazioni omosessuali entro l’abito del “clero” dei papisti, con lo scopo di circoscrivere la pedofilia del “clero” papista! Durante la cerimonia funebre è stata data la parola a un “travestito”, che dall’ambone ha elogiato il dipartito (sacerdote) con le seguenti parole: “Ci ha aperto le porte della sua chiesa e del suo cuore. Vi ringrazio perché a noi, creature transessuali, ci avete fatto sentire che questa era la volontà di Dio e che siamo amati da Dio. Speriamo che molti seguano il tuo esempio e che qualcuno chieda scusa”! Cosa terribile e inaudita: lo sfacciato travestito predicava dentro una chiesa papista e davanti al “clero” papista che la sodomia è volontà di Dio e il folle “arcivescovo” non solo non lo ha buttato fuori dalla chiesa, ma gli ha dato anche la “comunione”! E ancora: il Vaticano “fa il sordo” in mondo provocatorio alle dimostrazioni dei fedeli, che hanno soprannominato la cerimonia “porno funerale”![13]
La secolarizzazione della “Santa Sede” non ha confini. E perché dovrebbe averne, dal momento che si tratta di una pura mondana organizzazione, che si interessa solo della mondanità e non si preoccupa della spiritualità. Il seguente fatto è la dimostrazione e mostra lo spirito mondano che regna in Vaticano e personalmente in Lei, Illustrissimo, che si chiama “Papa”. Lei “ha benedetto” centinaia di motociclette Harley Davidson e i loro proprietari, in occasione dei 110 anni dalla fondazione di Harley Davidson! Piazza S. Pietro era gremita di motociclette e il loro rumore aveva coperto anche la Sua voce che al termine della Divina Comunione la Domenica ha “benedetto” tutti i fedeli, che si erano radunati in Piazza S. Pietro. “Il fatto che siamo motociclisti non significa che non siamo cattolici” ha dichiarato uno dei motociclisti. Alcuni giorni prima il presidente della Harley Davidson Le ha regalato due motociclette Harley Davidson, ed anche un giubbotto di pelle! La mancanza di spiritualità nell’eresia occidentale genera queste ridicolaggini, che alcuni hanno ribattezzato come “il profilo laico” del nuovo “Papa”! [14]
Ripetiamo che c’è completa mancanza di spiritualità nel Papismo. Non si tratta di “chiesa”, ma di un’organizzazione mondana e nelle migliori situazioni di una religione, una tra le tante nel mondo, la quale si interessa della “terapia” della religiosità dei suoi seguaci, come la intendono e la vivono le persone del mondo. La vera Chiesa di Cristo non può essere né un’organizzazione mondana, né religione, nel senso psicologico del termine, ma “una nuova creazione”[15], la nuova restaurata comunione delle persone umane rinati in Cristo, il “lievito” che “fa fermentare” il mondo decaduto, trasfigurandolo in comunione d’amore, a somiglianza della Trinità, essenza d’amore. Il laboratorio divino, che divinizza le persone umane. Il Papismo non è qualcosa di simile, lo ha dimostrato fino ad ora la sua millenaria “cittadinanza”. Lo ha dimostrato Lei stesso, Illustrissimo, nel recente viaggio in Brasile. Per attirare le migliaia dei Suoi seguaci persi, ha usato “termini” verbali del calcio, che vengono usati dalle folle fanatiche degli ultras negli stadi, che “lottano” per condurre all’ultima umiliazione i loro rivali. Questo odio autoabissale “atletico” si può definire solamente come un comportamento satanico, che arriva fino al naturale sfinimento dei loro rivali! Dunque, da questo avete attinto, dalla marmaglia del sottomondo atletico, Signor Francesco, la terminologia del Vostro invito ai “rivoltosi” precedentemente Suoi seguaci, presidente della squadra di calcio! Inoltre non è a caso come anche Lei è un fanatico tifoso del calcio! Dal momento che il Papismo non ha (perché l’ha ripudiata) la genuina Tradizione Patristica e non ha mezzi spirituali per poter parlare all’uomo contemporaneo, usa quei mezzi “da strada”! Mentre la Chiesa dovrebbe trasfigurare il mondo, lui ha inghiottito la “chiesa” occidentale! Questo è purtroppo il Papismo, senza nessuna traccia di spiritualità, ad immagine e somiglianza delle associazioni calcistiche![16]
Non possiamo seguire tutta la secolarizzazione dell’eresia papista. Secondo la notizia che segue: “Sembra che abbiano alcuni “chierici” papisti abbiano una eccentrica idea su come avvicinare i fedeli e portarli vicino alla chiesa. Così a volte provocano il riso con le loro maniere. Dopo il sacerdote dal Messico, che ha cucito figure di super eroi nei suoi paramenti celebrando “insieme” con Batman e Superman e distribuendo l’acqua santa con una pistola ad acqua, anche uno dall’Italia, ha confuso il luogo sacro con una pista da ballo. Nel video fatto da lui stesso, un sacerdote di Milano ha lasciato i fedeli senza parole, unendo il sacramento con la festa nuziale. Ha messo un registratore sull’altare e appena finito il matrimonio, ha messo la sua canzone preferita!” Alcuni forse diranno che questi sono fatti “isolati” e non esprimono totalmente il Papismo. Ignorano, però, come nessuna reazione sia mai venuta dalla “Santa Sede”, non solo per queste cose, ma anche per tutte le altre che quotidianamente “escono alla luce del sole”! La decadenza del Papismo è il fatto originario e da qui scaturisce ciò che segue! [17]
Nella parrocchia papista di S. Antonio abate di Messina il 03/09/ 2013 si sono svolte “liturgie” papiste con calici ( di vetro e di plastica) e insalatiere. Certamente non è la prima volta che avviene una cosa del genere. Ultimamente nella Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro hanno usato per la “comunione” papista bicchieri di plastica. [18]
Indossando paramenti, dai disegni di Superman e di Batman, e tenendo tra le mani una pistola ad acqua variopinta, il “sacerdote” papista Umberto si prepara a celebrare la solita “liturgia” nella chiesa di Ocho de Aguà in Coahuila del Messico. In chiesa entrano bambini allegri con i loro genitori, che aspettano da un momento all’altro che il “sacerdote” li asperga con l’acqua santa. D’altra parte, la fantasiosa idea del “sacerdote” messicano oltre a essere divertente è efficace, perché in questo modo è riuscito ad avvicinare i bambini ma anche i fedeli più giovani. A parte la sua apparizione sovvertitrice, con il segno dell’uomo ragno, ma anche di Superman, questo provoca almeno curiosità e di conseguenza sempre più gente si reca alle sue liturgie.[19] La rinascita papista “liturgica” continua con birre, salsicce e canzoni.
In accordo con la notizia dal sito greco Dogma, un “monaco” cappuccino papista canta musica heavy metal!
“A prima vista vedi Cesare Bonizzi, come monaco cappuccino, con i sandali e lo speciale saio ed una folta barba. L’ex missionario della Costa d’Avorio vive vicino a Milano ed è seguace e cantante di base di musica heavy metal. Tutto è cominciato, quando più di quindici anni fa seguì un concerto di musica metal. Poiché dice di essere “religioso”, vuole inviare un messaggio, per smuovere alla vita, per comprendere il senso della vita e il gusto della vita. Come lui stesso ha dichiarato non ha mai avuto problemi con i suoi superiori. Una testimonianza del suo lavoro discografico è un cd con canti dedicati alla Tutta-Santa Madre di Dio con musica metal. Ma, come sostengono la maggior parte delle persone che conoscono la missione di un monaco, la musica heavy metal non può essere considerata “un lavoro” adatto ad un monaco. Sfugge dal combattimento ascetico e dalle preghiere”.
Noi abbiamo semplicemente da notare che:
a)      Con la musica heavy metal si esprime e si trasmette il satanismo;
b)      Il monaco heavy metal parla di un “godimento della vita”, che non conosce l’insegnamento cristiano;
c)      Per quanto riguarda il “non aver mai avuto problemi con i suoi superiori” mai ne avrà perché il Vaticano non s’interessa di “dettagli” come la spiritualità.[20]
d)     Infine, Illustrissimo, un fatto tale ma tuttavia e incredibile e vero:

“Ha rinnovato le “indulgenze” del Medioevo attraverso internet. Questa volta non le vende ma le diffonde per mezzo del social network twitter. Questa straordinaria notizia l’ha riportata nella pagina web “TA NEA”: “Il Papa Francesco offre “indulgenze[21]“ a quanti lo seguono su twitter”. In questo Suo sforzo che va al passo con l’epoca contemporanea, il Vaticano ha deciso di sposare una delle sue più antiche tradizioni con il mondo dei social network, offrendo “indulgenze” a quanti seguono su twitter il Papa Francesco durante la GMG del Papismo. Il Vaticano dà la sua concessione con un click. I fedeli cancellano con questo la durata del tempo che dovrebbero passare in purgatorio, confessando i loro peccati. In accordo con la pubblicazione sul giornale britannico “Guardian” ciascuno può ottenere “indulgenze” partecipando alla GMG del Papismo a Rio de Janeiro. Quanti non possono recarsi là, hanno la possibilità di seguire ciò che succede attraverso i messaggi di “Papa” Francesco su twitter”!
Illustrissimo! Si metta un mano sul cuore e risponda sinceramente: “Esiste qualche possibilità che voi siate chiesa e che per di più noi possiamo unirci a voi? Noi, d’altronde, non vediamo nessun cambiamento rispetto al Papismo medievale, che ha fatto nascere la Santa Inquisizione, le guerre religiose, le crociate, l’umanesimo, il protestantesimo, l’ateismo e la scristianizzazione dell’Europa”.

3) LE DIMISSIONI DELL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR BENEDETTO XVI
Ancora non “si è asciugato l’inchiostro” dalla notizia “scioccante” delle dimissioni dell’illustrissimo signor Benedetto XVI e non si sono “prosciugate le lacrime” per la notizia delle sue dimissioni che è “scoppiata” la prima “bomba”, che probabilmente è in linea con le sue dimissioni impreviste. Si tratta di una notizia di interesse speciale pubblicata su una pagina greca: “SU, SVEGLIATEVI”: “Un Papa tedesco abbandona il Vaticano, un banchiere tedesco viene” Ernest von Freyberg, 54 anni, assumerà oggi l’incarico di dirigere una banca con 6 miliardi di euro e 44 mila conti bancari segreti, tra i quali si trova anche il conto del Pontefice. L’assunzione dell’amministrazione della banca vaticana da parte del banchiere tedesco si attendeva dal 24 maggio 2012 quando il suo predecessore Ettore Gotti Tedeschi fu mandato via perché voleva che i conti correnti vaticani fossero maggiormente trasparenti. In tutto questo periodo di tempo, la banca è rimasta senza un capo, fatto che ha gonfiato le voci sulla non trasparenza economica del Papa”!
Questa è la prima risposta a quanti hanno cercato di vedere dietro a queste dimissioni intenzioni pure!
Per quanto, invece, riguarda “I Sacri Business” della “Santa Sede” dei “successori di san Pietro” non ci sorprendono affatto perché il Vaticano è uno Stato e non una Chiesa!

4) LA SUA ELEZIONE, ILLUSTRISSIMO SIGNOR FRANCESCO.
La Sua elezione, Illustrissimo, non è un fatto casuale. I centri mondiali di decisione constatando la importanza economica di molti stati dell’America Latina, hanno deciso di proiettarLa al governo del Vaticano e successivamente usare i Suoi interventi per i loro comodi. Questo è dedotto dalle analisi di scienziati specializzati che si occupano di geopolitca e più ancora di geostrategia. Le statistiche sostengono che “i centri mondiali dove si prendono le decisioni” hanno stabilito il Suo nuovo ruolo, cioè di “rinnegare” il titolo di capo della Città del Vaticano, che disturba “i fedeli di altre confessioni cristiane” e di accettare il titolo di vescovo e di patriarca d’Occidente, nonostante si trovi fuori dall’Una, Santa, Cattolica ed Apostolica Chiesa (Ortodossia) e di comportarvi più come padre spirituale e meno come capo della Città del Vaticano. Non sono a caso le dichiarazioni del Segretario Generale dell’ONU Ban Ki Moon, che vi ha salutato come “un governatore spirituale del mondo” (23 Aprile). Le dichiarazioni sono avvenute durante il vostro incontro dove Lei, Illustrissimo, ha chiesto dal vostro stato di fare filantropia e di “avvicinare uomini di diverse religioni e non credenti”. Questo significa che in Vaticano elaborerete un disegno contemporaneo di comunicazione propagandistica per fare proselitismo nei paesi che prenderete di mira.
È nostro dovere far notare che in accordo con il disegno di apparire spirituale e …filo ortodosso ha festeggiato la festa di san Giorgio megalomartire, che noi Ortodossi festeggiamo dopo Pasqua, sostenendo che questo è il Suo nome. Il messaggio però, non è stato pubblicizzato come si doveva dai mass media controllati dal Vaticano. In un tentativo, Illustrissimo, ha dimostrato di essere amichevole verso l’Ortodossia. Ha deciso di festeggiare il Suo onomastico con il Suo nome da civile, che è Giorgio. Il 23 aprile 2013, giorno della festa di san Giorgio, (gli Ortodossi lo festeggiano sempre dopo Pasqua) ha deciso di onorare e festeggiare il martire s. Giorgio, il portatore di trofei. Il compianto reverendissimo archimandrita Charalambos Vasilopoulos, nel prologo del suo libro “San Giorgio il tropeoforo”, scrive che il Papismo ha cancellato san Giorgio, come molti altri santi della nostra Chiesa Ortodossa. Così scrive il suddetto archimandrita, fondatore del «Π.Ο.Ε.» e del «Ο.Τ»,: “Nel 1968 il “Papa” ha compiuto un atto disonorevole che ha meravigliato il mondo intero e ha provocato una bufera di proteste in tutta la cristianità. Il “Papa” ha cancellato il megalomartire s. Giorgio dal santorale! Ha cancellato insieme con lui anche altri 30 santi come san Nicola, san Cristoforo, santa Barbara, santa Caterina etc.”. Sembra che sia stato infastidito dal fatto che la maggior parte di questi santi si venerino molto presso gli Ortodossi. Sono loro la maggior parte dei santi più amati dal popolo ortodosso, sono per eccellenza i santi dell’Ortodossia, in maniera particolare il santo vittorioso megalomartire Giorgio è amato e onorato dall’intera Ortodossia. L’atto indegno e profano del “Papa” ha rattristato profondamente ogni cristiano veramente ortodosso. Molti, in verità, hanno detto: “ San Giorgio non lo ha potuto “ridurre allo stato laicale” Diocleziano, l’uomo più crudele e assetato di sangue della storia. E invece ora viene il “Papa” e lo cancella dall’elenco dei santi con un colpo di spugna”! Poi ci dicono di unirci con il “Papa”! Dato che non rispetta i santi, come rispetterà l’Ortodossia? Non è escluso che, in verità, questa sua operazione sia la causa della crisi del papismo, e la causa che sconvolge oggi dalle fondamenta il fortissimo Vaticano. Questa azione del “Papa” ha dispiaciuto anche me, mio caro lettore, e questo è divenuto motivo per scrivere la vita del Megalomartire Giorgio. In questo libricino, leggera la gloriosa vita del Santo, della sua fede cristiana, del doloroso e tremendo martirio, dei miracoli che Dio ha fatto per onorare l’eroismo del Santo nel martirio e nei miracoli, miracoli che continuano anche dopo la sua morte fino ad oggi. La vita di S. Giorgio serve spiritualmente e ogni cristiano dovrebbe leggerla, in particolar modo chi porta il suo nome. Infine tutti gli Ortodossi hanno come dovere, dal momento che il “Papa” cerca in tutti i modi di cancellare la memoria del santo, di preoccuparsi di far conoscere la sua vita e i miracoli al più possibile. Che non ci sia casa di ortodossi senza il libro che narra la vita del Megalomartire S. Giorgio. Con la lettura del libro della sua vita, capiranno tutti quale Santo il “Papa” ha cancellato”.
            Se, Illustrissimo, desidera essere differente dai Suoi predecessori fa piccoli passi verso l’Ortodossia, riammetta come prima cosa S. Giorgio e gli altri Santi, riportati nel prologo del libro dell’Archimandrita P. Charalambos Vasilopulos, di beata memoria, e creda loro.

5) I SUOI RAPPORTI, ILLUSTRISSIMO FRANCESCO CON LA DITTATURA DELL’ARGENTINA E DELL’AMERICA.
Il termine “Gesuita”, secondo il professore greco di glossologia G. Babinioti, è sinonimo di “ipocrita e uomo di doppia faccia”, per i membri dell’Indivisibile e immutabile Chiesa Cattolica Ortodossa riguarda i membri dell’ordine monastico papismo, fondato nel 1534 dallo spagnolo Ignazio di Loyola e dal basco Francesco Xavier per affrontare la Controriforma e la rivoluzione dei popoli dell’Europa contro la deviazione del cesaropapismo. Tutto ciò è appesantito dalla selvaggia polemica e le subdole azioni a discapito del Santo martirizzato Patriarca di Costantinopoli Cirillo Lucaris, il quale venne trucidato in modo terribile nel 1638. Il santo Cirillo Lucaris era adattissimo e molto istruito, lottando per la Chiesa e per il genere umano, che la continuità storica vedeva (Lui) come un tutt’uno con l’indivisibile fede Ortodossa. Per questo con tutte le sue forze sostenne la verità della tradizione apostolica immutata del Vangelo. L’erudita professoressa Elena Koukou scrive: “Il privilegiato status dell’Impero Ottomano verso la Francia ha favorito l’impiantarsi nell’ Anatolia Ortodossa di un gran numero di missionari francesi principalmente di Gesuiti e Cappuccini, la loro missione principale era oltre di aiutare la espansione del mercato francese e aumentare l’influenza della politica francese all’interno dell’Impero Ottomano, di usare ogni genere di proselitismo dei greci “scismatici” al papismo e in particolar modo con la diffusione della cultura francese e della civiltà gallica”. La terribile occupazione da parte di Franchi e Germani dell’antico e venerabile Patriarcato d’Occidente nell’antica Roma e gli organi suoi come i Gesuiti hanno diffamato con ogni mezzo il martirizzato Patriarca, il clero e il popolo anche con calunnie indicibili, falsità e fandonie, pagando gli Ottomani e corrompendo coscienze, riuscendo a provocare l’ira della Sublime Porta contro il Patriarca Cirillo Lucaris e condurlo alla sua tremenda e orribile uccisione, costituendolo martire dell’ indivisibile e immutabile Chiesa.
Il 05/03/2013 a Buenos Aires in Argentina è iniziato un importante e significativo processo, che ha come oggetto di indagare sulla totalità dei crimini (o reati), commessi con la nota operazione criminale “Operation Condor”, che aveva come scopo, con l’appoggio degli USA, dell’ insediamento di dittatori latino americani, con lo sterminio e l’assassinio di migliaia di oppositori. È quanto mai sorprendente il vecchio e duro manifesto, che avevano pubblicato “le madri della piazza di Maggio”, parenti delle migliaia di sterminati durante il periodo della dittatura dell’Argentina, con il quale avevano denunziato che: “la “Chiesa” non aprì bocca di fronte ai crimini e partecipò attivamente alle persecuzioni dei nostri ragazzi. Coloro che hanno collaborato, che ci hanno detto bugie, ci hanno girato le spalle, era la Chiesa di Bergoglio”. Nel libro “ Chiesa e Dittatura: il ruolo della chiesa alla luce dei suoi rapporti con la dittatura militare”, in questo libro entrò in circolazione dal MIKO CELS di Buenos Aires, si riporta che Lei, Illustrissimo, allora “Eparca” argentino per la Societas Jesu (l’Ordine dei Gesuiti) Giorgio Mario Bergoglio e oggi Francesco I° programmavate in maniera diretta il rapimento e le persecuzioni dei gesuiti Orlando Iorio e Francesco Jalics da parte della dittatura militare nel maggio del 1976. Lo stesso argomento ha riportato il famoso giornale “Los Angeles Times” nel 01/04/2005, con l’informazione che il gesuita Orlando Iorio L’ha denunciato direttamente, l’allora eparca dell’Ordine, Giorgio Bergoglio, cioè tra virgolette lo ha consegnato all’Ordine della morte della dittatura, rifiutando di offrire protezione allo stesso e al gesuita Jalics di fronte alla dittatura per il loro annuncio ai poveri di Buenos Aires. Lo stesso anno la famosa avvocata Miriam Brenkman depositò una denuncia contro di Lei, l’allora cardinale Bergoglio e ora Francesco, con l’accusa di cospirazione con la dittatura criminale del dittatore Videla, accusa che ripetevano nel 2010 i sopravvissuti della sporca guerra dell’armata dittatoriale d’Argentina, come è stato pubblicato nel giornale El Mundo. Durante il processo, che incominciò con la denuncia di Miriam Brenkman, Lei, cardinale Bergoglio, ha rifiutato di presenziare in aperto processo e le Sue risposte, quando finalmente sono state depositate, erano piene di scappatoie e imprecisioni. La dittatura in Argentina “fu eretta” dall’allora ministro degli Esteri l’Americano Herny Kissinger con il suo sostituto per l’America Latina William Rogers, il quale, come si evidenzia dagli archivi della sicurezza nazionale degli USA, che sono stati pubblicati il 23/03/ 2006, aveva allora dichiarato che in Argentina “ sarà versato molto sangue…….”. Il 24/03/1976 avvenne il rovesciamento con l’aiuto della CIA del governo democratico di Isabel Peròn dal dittatore Videla, che fu condannato al carcere a vita per crimini contro l’umanità. Questo (cioè il rovesciamento) fu fatto con l’appoggio degli interessi della Borsa di Wall Street e con il consiglio del noto David Rockefeller, il quale impose come ministro dell’Economia della dittatura il suo stretto amico Josè Alfredo Martines de Hoz, il quale condusse l’Argentina al declino (fallimento), alla povertà e alla miseria, consegnando la Banca Centrale e la politica monetaria del paese ai “golden boys” di Wall street e del DNT, tenendo la moneta nazionale intenzionalmente a prezzo elevato e provocando in maniera straordinaria un elevato debito all’estero, che condusse l’economia nazionale dell’Argentina molto ricca come materie prime a una situazione instabile di bancarotta. David Rockefeller è il famoso fondatore dell’omonimo museo di Tel Aviv e note produzioni anticristiane, come la Grande Settimana trasmessa per due anni dal canale SKAI, e della celebre commissione Tripartica, che costituisce un vaso intercomunicante dello stesso famoso club Bildemberg.
Nel 2006 il giornalista argentino Orazio Verbitsky nel suo libro “Silenzio” La accusa, Signor Hosè Mario Bergoglio e ora Francesco I°, come stretto collaboratore della dittatura di Videla, basandosi su testimonianze personali di cinque “chierici” papisti, ai quali ha tolto il permesso di esercitare l’opera missionaria nelle baraccopoli di Buenos Aires come l’allora “vescovo” di Buenos Aires e “eparca” della Compagnia di Gesù Argentina, dando cosi la possibilità alla dittatura di Videla di arrestarli.
È molto importante la notizia data dal famoso avvocato per i diritti umani Miriam Brenkman, appoggiata dalle deposizioni dei gesuiti Giorgio e Jalics che, dopo le persecuzioni nelle carceri della dittatura, sono stati gettati dall’elicottero per ucciderli ma costoro sopravvissero per raccontare le Sue conquiste e il Sio “amore” dell’ipocrita uomo di fede signor José Mario Bergoglio, ora Francesco I.
 Il famoso giornale di Buenos Aires “Pagina 12” all’annuncio della Sua elezione uscì con il titolo “I Dios mios” (Dio mio) e registra la testimonianza della sorella di Orlando Iorio, Graziella Iorio, la quale rende Lei, l’allora “vescovo” di Buenos Aires José Mario Bergoglio, responsabile del rapimento di suo fratello da parte della dittatura. Durante il processo dell’ESMA, il più grande centro di persecuzioni della dittatura argentina, Lei, l’allora presidente del “Sinodo papista episcopale dell’Argentina”, ha negato per iscritto che era a conoscenza riguardo i rapimenti e gli omicidi, per di più il Suo sostituto mandò in tribunale un documento scritto dove si certificava che Lei, Bergoglio, si è consultato con il dittatore Videla e tre vescovi subito prima del processo per organizzare un comune programma di difesa.
Il giornale quotidiano “LA GRECIA DOMANI” dal 15/03 sino al 17/03/2013 ha rigettato la propaganda del Vaticano per Lei, Illustrissimo, con il suo articolo principale in prima pagina, suddiviso con fotografie, scritti e reportage di molte pagine testimoniando che, Lei Illustrissimo, era l’amato della CIA e dell’antigreco ministro degli Esteri americano Henry Kissinger, in quel tempo in cui fu instaurata la dittatura in Argentina lungo durante gli anni 70 sotto il dittatore José Videla, il quale nel 1975 fu condannato al carcere a vita. Lei, Illustrissimo, in qualità di cardinale dell’Argentina, ha sostenuto la dittatura militare, come scrive il giornale “La guerra sporca e il cardinale Bergoglio”.
Nel 2010, i sopravvissuti della “guerra sporca” della dittatura militare argentina L’hanno accusata come corresponsabile del rapimento di due membri della Compagnia di Gesù e il giornale “El mundo” ha dato grande divulgazione a questo avvenimento alla pagina del 08/11/2010.
Il giornale “Los Angeles Times” il 01/03/2005 scrisse al riguardo ciò che segue: “Bergoglio è colpevole perlomeno di due fatti: uno riguarda la persecuzione dei due sacerdoti gesuiti di Orlando Iorio e di Francisco Jalics, rapiti, nel 1976, nei quartieri poveri, dove predicavano la teologia della liberazione. Iorio denunciò Bergoglio di averlo consegnato agli “squadroni della morte”, rifiutando di concedere loro protezione di fronte alla dittatura. Jalics negò di discutere il tema dopo entrata in un monastero della Germania.
In generale, l’élite del Papismo aveva appoggiato la dittatura militare dell’argentina. L’avvocato Miriam Brenkman disse, riguardo a ciò, nel giornale “Los Angeles Times” quanto segue: “Le stesse dichiarazioni di Bergoglio hanno dimostrato come le gerarchie ecclesiastiche conoscessero dal principio che la dittatura perseguitava e uccideva i suoi cittadini e nonostante questo sostenevano pubblicamente i dittatori. La dittatura non avrebbe potuto funzionare da sola in questo modo, senza questo utile e significativo appoggio. Lei era uomo della CIA coscientemente dittatore, perché non solo avete fatto scendere a compromessi il Papismo con la dittatura argentina ma ha negato di seguire l’esempio di altri arcivescovi papisti che si sono opposti alle dittature che la CIA e il Wall Street facevano fiorire a quei tempi.
In antitesi alla vostra linea, dopo la realizzazione del complotto cileno dell’11/09/1973 contro il governo Allende, il cardinale di Santiago Raul Silva Henriquez ha condannato apertamente la dittatura di Pinochet. Questa posizione critica del Papismo in Cile contro la dittatura di Pinochet ha giocato un ruolo fondamentale nel circoscrivere l’ondata di omicidi politici, dei dissidenti da parte dei trasgressori dei diritti umani. Se avesse seguito la politica del papismo cileno, avreste salvato molte vite argentine dei dissidenti”
Il giornale in uno suo commento sostiene che Lei, Illustrissimo: “è venuto come protettore del Vaticano dinanzi alla giustizia dell’Argentina e dinanzi alle vittime sopravvissute della dittatura argentina. Inoltre, la vostra elezione ha un significato contraccolpo geopolitico nell’America Latina. Nel decennio del ’70 eravate sostenitore fondante della dittatura argentina manovrata dagli USA, come il ministro dittatore dell’economia Martinez De Hoz era l’uomo degli interessi di Wall Street in Argentina. Il Papismo esercita una grande influenza politica nell’America Latina, questo fatto è conosciuto dagli architetti della politica estera americana che in maniera metodica vi hanno valorizzato. Oggi in America Latina, molti governi pongono in dubito l’egemonia degli Stati Uniti d’America, con questi presupposti, la Sua elezione dà significative possibilità a Washington –per mezzo del Vaticano- di minare e di destabilizzare le forze politiche di governo dell’America Latina, che non sono di gradimento alla Casa Bianca.
Il governo progressista di Cristina Kirschner, così come i governi dell’Equador, del Venezuela, della Bolivia, dopo la morte di Chavez e la Sua elezione, possono subire pressioni con miglior esito, per adeguarsi alle richieste degli USA. Lei non è il Francesco di Assisi, non è il “Papa” dei poveri, ma il Papa dell’élite bancaria-economica, il “Papa” di scuola washingtoniana e sicuramente il Papa di coloro che hanno idee fasciste.
Un altro scandalo dello “Stato di Dio” è uscito ultimamente in evidenza. La posizione sporca dell’eresia papista in Cile durante la sanguinaria dittatura di Pinochet. “Il Vaticano cercava di sottovalutare i crimini che venivano commessi durante la dittatura in Cile di Augusto Pinochet, rappresentandoli come propaganda comunista, in accordo con gli scritti diplomatici americani, che si enumerano dagli anni ’70 per tutto un decennio e che sono stati dati oggi alla visione pubblica sul sito Wikileaks. In un telegramma, che fu mandato all’ambasciata americana dalla Santa Sede il 18/10/1973, si riporta una conversazione che ebbe l’allora secondo nella gerarchia vaticana Giovanni Benelli. Nel telegramma con destinatario l’allora ministro degli esteri USA Henry Kissinger si racconta come il cardinale Benelli espresse la sua preoccupazione, come anche la stessa del Pontefice, dinanzi al fortunato trionfo della universale campagna della sinistra che presenta una falsa veduta della realtà in Cile”.
Non ci meraviglia per niente questa rivelazione che il sudicio “Stato di Dio” era “strettamente abbracciato” con tutte le dittature fasciste ed autarchiche del 20° secolo, giacché li univano gli interessi comuni! Non dimentichiamo come la totalità dei criminali nazisti e fascisti dopo la seconda guerra mondiale trovarono rifugio nell’oscuro Vaticano e da lì si misero in fuga dai “Padri” dell’America Latina. Un classico esempio è la guerra sanguinaria del criminale Ade Pavelic il quale uccise con i Croati Ustascia 800.00 Serbi Ortodossi sotto il comando del pseudosanto del Vaticano il cardinale Aloisio Stepinac. La tragedia è come questa (roba) sia chiamata “Chiesa” e “secondo suo polmone”!

6) IL CONCILIO VATICANO II
Ai nostri giorni si cerca di far apparire il falso concilio brigantesco del Vaticano (1962-65) che ha modernizzato e ha sviluppato nei nostri anni le eresie e le dottrine erronee del caduto patriarca d’Occidente con i sedici documenti e decreti e ha reso così secolarizzato in pienezza il Papismo come il cosiddetto trampolino spirituale per la comprensione dell’uomo moderno e della cosiddetta espressione della coscienza della Chiesa. L’avvenimento sopraccitato, invece, nasconde la realtà che la verità non è ideologia o avvicinamento soggettivo o discussione aritmetica ma realtà incarnata che si rende essenza nella persona del perfetto Dio e perfetto Uomo Gesù Cristo e, di conseguenza, è posto il fatto auto-dimostrativo che la verità-persona Gesù Cristo costituisce la maggioranza dei voti anche se si trova di fronte a migliaia di milioni di persone, come succede con la conventicola del Papismo e il brigantesco falso concilio del Vaticano con i suoi 2500 “padri conciliari”.
Ovviamente quando parliamo di Concilio, ci troviamo solo all’interno della Chiesa Ortodossa, comunicando alla persona del Cristo perché “Cristo è la vita e la via” come canta la Chiesa Ortodossa e lo stesso ha proclamato “Io sono la via, la verità e la vita”. Di conseguenza, quando parliamo di via, stiamo solo comunicando con la verità che è il Cristo e non con le eresie che sono il diavolo. Conosciamo molto bene, Illustrissimo, poiché Lei è intenzionato a seguire le decisioni del Vaticano II (1965) che prevedono il miglioramento dei rapporti del Papismo con le altre chiese cristiane e le altre religioni. Cosa sarebbe invece, il Vaticano II, il quale ha posto le fondamenta per l’unione del Papismo in maniera particolare con gli Ortodossi, avendo come avanguardia l’ecumenismo!
Lasceremo descriverlo da un santo dei nostri giorni della comunità monastica di San Saba di Serbia, della Chiesa Ortodossa e professore di dogmatica e maestro dell’ecumene il santo padre nostro teoforo Giustino Popovic, che scrive:
“Qui –dice l’indimenticabile- si tratta di una scelta e di un dilemma decisivo: O il Dio-Uomo o l’uomo! Dinanzi a noi abbiamo una creatura del diavolo, che chiamiamo umanesimo europeo. L’apice di questo umanesimo diabolico è che l’uomo vuole diventare buono attraverso il male e diventare dio attraverso il diavolo. Il Concilio Vaticano II costituisce la rinascita di tutti gli umanesimi europei, la rinascita delle cadute. Perché da quando il Dio-Uomo Cristo si è reso presente nel mondo materiale, qualsiasi umanesimo è cadavere. Lo stesso dogma dell’infallibilità dell’uomo non è nient’altro che un funerale da pelle d’oca per ogni umanesimo, dal Vaticano che lo ha innalzato come dogma fino all’umanesimo satanico di Sartre. In mezzo a questo umanesimo panteistico dell’Europa tutti gli dei sono morti con a capo il Zeus europeo, il “Papa”.
Fondamento di ogni umanesimo, anche del Vaticano II, è la superbia, la fede nella parola dell’uomo, nella mente e nella sua razionalità. Tutti gli umanesimi riportano l’uomo all’idolatria, alla doppia morte spirituale e fisica, così come ogni umanesimo si allontana dal Dio-Uomo e pian piano si trasforma in nichilismo. Così nell’Europa occidentale il Cristianesimo si è trasformato gradualmente in Umanesimo. Per molti anni e con insistenza hanno diminuito il Dio-Uomo e alla fine lo hanno ridotto ad un uomo, all’uomo infallibile di Roma e non che all’uomo infallibile di Berlino. Con questa trasformazione appare da una parte il cristianesimo occidentale, umanista massimalista, il Papismo, e dall’altra il cristianesimo occidentale, umanista minimalista, il protestantesimo, che da Cristo chiede il minimo, molte volte nulla.
In entrambi, come massimo principale criterio viene posto l’uomo invece del Dio-Uomo con la conseguenza che il cristianesimo occidentale si trasforma in umanesimo. Questa sostituzione del Dio-Uomo con l’uomo si è manifestata praticamente con l’evidente sostituzione della metodologia teantropica cristiana con la metodologia umana. Da qui sgorgano il primato dell’aristotelismo filosofico nella scolastica, il metodo causalistico e la Santa Inquisizione nella morale, la diplomazia papale nelle relazioni internazionali, lo stato papista etc. La naturale conseguenza è di pensare oggi in Europa di sostituire il cristianesimo umanistico con la vecchia religione politeista cosa che già è cominciata a diventare realtà. In una ricerca storica avanzata, il dogma occidentale dell’infallibilità non è nient’altro che un tentativo di riossigenare e rendere eterno l’umanesimo europeo morente e in alcuni casi la cultura. Ogni tentativo e sforzo di uguagliare il cristianesimo con la moda del presente secolo, con l’antropocentrismo è, in sostanza, un diavolo-centrismo, perché ambedue una sola cosa perseguono: di dipendere solo da sé stessi, per sé stessi. È quindi molto naturale e logico che, tra questi due specie di mondi, poiché il primo “giace nel maligno” e del secondo, dell’uomo che segue il teantropo Cristo, non ci può essere nessuna sorta di compromesso! La nostra Chiesa Ortodossa non cambia la sua fede e i suoi mezzi per il combattimento contro ogni specie di arianesimo: così come vinse il vecchio Arianesimo, così vincerà ogni genere di Arianesimo e il moderno Arianesimo europeo.
 7) Il SUO RAPPORTO, ILLUSTRISSIMO FRANCESCO CON L’ISLAM

Un grande impulso è stato dato dal Concilio Vaticano II nella “comprensione” transreligiosa o meglio dire al sincretismo religioso. Scrive il sinodo riguardo le relazioni del Papismo verso le comunità non cristiane nella dichiarazione “Nostra Aetate”, che vuole promuovere il dialogo e la collaborazione tra le grandi religioni per la giustizia e la pace nel mondo: “La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno”[22].

Lei, Illustrissimo, ha chiesto a cristiani e musulmani di comportarsi tra loro con mutuo rispetto e di rafforzare la reciproca comprensione tramite l’istruzione e l’educazione delle nuove generazioni. Lei ha complimentato “i vostri fratelli” musulmani con la fine del sacro mese di Ramadan, dedicato al digiuno, alla preghiera e le opere di carità. Ha salutato i Musulmani di tutto il mondo durante la benedizione domenicale dei pellegrini che si erano radunati nella piazza di San Pietro a Roma[23].

Lei, Illustrissimo, ha chiesto all’Occidente di intensificare il dialogo con l’Islam e ha messo come Sua priorità la lotta contro la povertà e la difesa dell’ambiente. Dichiarando che intende “intensificare il dialogo con l’Islam”, con gli infedeli e di “costruire ponti”, sottolineando il significato del termine “Pontefice”, che in latino significa “costruttore di ponti”, “colui che costruisce ponti con Dio e tra gli uomini”. “è importante intensificare il dialogo tra le religioni, penso principalmente al dialogo con l’Islam”, ha detto, riferendo che si sente grato poiché erano così tanti musulmani, clero e guide politiche, che hanno partecipato alla Sua prima “messa”[24].

Le televisioni egiziane nel giugno del 2012 hanno mostrato alla comunità mondiale, un terribile e tragico video: una decapitazione col coltello, di un anonimo neo Martire del 2012 un Tunisino cristiano da parte di incappucciati fanatici musulmani che hanno compiuto il loro capolavoro criminale leggendo in modo bigotto passi del Corano[25]. Questo fatto terribile è stato compiuto nell’ex cosmopolita Tunisia, nella quale con la cura delle così dette forze democratiche dell’occidente, Stati Uniti d’America, Inghilterra, Francia e compagnia bella, è precipitata nell’abbraccio del fondamentalismo islamico, con il pretesto della presunta Primavera Araba, che tenta la re-instaurazione del Califfato.
La stessa pratica arrogante in ogni caso mostra i specifici mandanti dell’internazionalismo particolarmente come nel caso della martoriata Siria, dove accuratamente si nasconde il procedere della guerra religiosa all’interno dell’Islam tra Alauiti, che governano e fanno parte dell’Islam moderale, e gli estremisti Sunniti, che sono la maggioranza del paese, i quali si armano a profusione dai Sunniti della Lega Araba, che ovviamente mirano all’incorporamento della Siria nel “tanto desiderato” Califfato.
Si pone la questione: i mostri umanoidi che compiono questi crimini sono responsabili per i loro oltraggi? La risposta semplicistica di un sì, distorcerebbe completamente la realtà e la realtà è che della contorta bestialità di questi uomini è responsabile il presupposto religioso costruito dall’odio e dalla cattiveria. Questa gli inspira nel tempo, come si dimostra e non soltanto in quei tempi, all’interno delle surat del Corano[26], “Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi politeisti ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati” come con la surat[27]Quando incontrate i miscredenti, uccideteli e massacrateli, reggendo fermamente le catene del prigioniero. Con la fine della battaglia lasciateli liberi o in cambio di un riscatto. Fate così, se Allah avesse voluto, li avrebbe sconfitti, ma ha voluto mettervi alla prova, gli uni contro gli altri. Dio farà sì che non vadano perdute le opere di coloro che saranno stati uccisi combattendo per la fede. Li introdurrà nel Paradiso di cui li ha resi edotti. Quanti siete credenti assisterete Dio nella Sua battaglia contro gli infedeli e Dio vi assisterà guidando ai vostri passi”[28], come anche nella surat[29] “Combattete finché si calmerà in voi il pericolo della tentazione, e quanto non esisterà altra adorazione eccetto la mia, l’unico Dio. Se i nemici mettono fine alle loro azioni, allora che terminino le ostilità, salvo che non si tratti d’infedeli”, che con passione leggono l’orribile distorsione che con questo modo apparentemente si compiace il santissimo Dio che dall’infinito amore ha creato l’universo dal nulla. Accecati dalle menzogne del loro sistema religioso, che mira con ferro e fuoco di prevalere e conquistare i popoli, gli sfortunati non vedono la bellezza del mondo, la dolcezza dei fiori, l’incredibile bellezza delle formazioni nell’universo, la meravigliosa espressione di armonia degli oceani, delle foreste, dei fiumi, della creazione in genere. È estremamente tragico credere che il Creatore di questa bellezza, il Dio del Testamento, che non ha voluto il sacrificio di Isacco, ma l’ha sostituito con il capretto, di pretenda e di accetti con piacere la mattanza di persone giovani. Sicuramente nella nostra patria martoriata, la Grecia, dobbiamo la nostra coscienza Ortodossa e greca alle migliaia di giovani ragazze e ragazzi, che, nei cinque neri e infiniti secoli centenari della schiavitù islamica, sono stati ammazzati per la fede in Cristo e hanno fortificato la fiamma della libertà.
            La domanda cruciale, alla quale non può rispondere lo sfortunato Islam, è la seguente: Chi dice la verità? Gesù Cristo, il Dio-Uomo, che è nato nel mondo in maniera soprannaturale, tramite lo Spirito di Dio e non secondo la via naturale degli uomini, come accetta e proclama pienamente anche Maometto nel suo Corano, Gesù Cristo il cui insegnamento è integrazione e completamento della Rivelazione che è stata fatta da Dio ai Profeti del Vecchio Testamento, Gesù Cristo la cui Parola e la cui Resurrezione ci è data senza menzogna tramite coloro che con la morte hanno testimoniato la Verità, o la parola e le convinzioni di un comune mortale, del commerciante arabo Maometto, figlio di Abdallah e di Amina Bint Wahb, che ha vissuto seicento anni dopo Gesù Cristo e che è nato come tutti gli uomini nascono naturalmente, e che ribalta completamente e sostanzialmente il contenuto della rivelazione di Dio tramite i profeti e dell’incarnato, crocifisso e risorto Suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo? Quanto viene aggiunto che Maometto non è stato profetizzato da nessuno, perché nella sua rivendicazione nel Corano[30] “Anche Gesù Figlio di Mariam ha detto al suo popolo O figli di Israele io sono l’Apostolo di Dio inviato verso di voi per confermare la Scrittura e per annunciarvi la venuta di un altro Apostolo dopo di me e il suo nome sarà Ahmed”, come anche la posizione degli esegeti musulmani che interpretano in modo erroneo il passo Evangelico[31]se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.” Che esisteva inizialmente la parola περικλυτός e non Paraclito, che vuol dire glorioso che è un sinonimo del termine coranico Ahmed, è del tutto indegno di confutazione, perché si confrontano durante sei secoli fino alla presentazione della presunta “rivelazione” del Corano, fede cristiana, Sinodi Ecumenici, teologia, attività scrittoria, la convinzione di tutti i cristiani della scienza ma anche della logica, perché è completamente impensabile che Dio abbia aspettato sei secoli dalla sovrannaturale incarnazione, azione e presenza del Messia ed ascesa nel cielo per mandare l’ipotetico sigillo di tutti i profeti, cioè un comune mortale Maometto. Al contrario il vero Paraclito, la terza persona della Santa Trinità, il santissimo Spirito ha protetto per cinquanta giorni dopo la Risurrezione di Cristo e dieci dopo la Sua ascesa i Suoi discepoli ed Apostoli, instaurando la Sua Chiesa, che è il Suo corpo con Lui come capo, fortificando i rintanati e terrorizzati discepoli di Cristo, per predicare a tutto il mondo il Vangelo dell’adozione dell’uomo da parte di Dio Padre e per essere indifferenti alle loro sorte e per le terribili torture e infine alla loro dolorosa e martoriata morte, che avrebbero “guadagnato” da tutto questo sforzo spirituale. Per di più, quando viene preso in considerazione che Maometto, come  già detto, ha imposto la sua religione con la violenza, la morte e il potere, come si constata anche oggi, e più importante ancora se erano vere le così dette rivelazioni, che sono state fate a lui dal portavoce Gabriele, Dio doveva essere fuori di sè completamente, dal momento che altre cose predicava e rivelava per secoli al genere umano e seicento anni dopo la sua ultima rivelazione “ha cambiato idea” e ha modificato completamente la conoscenza su di Lui. Però, essendo questa una bestemmia e un insulto verso il vero Dio, che, come l’infinito universo, “opera delle Sue mani”, dimostra con certezza più che assoluta attraverso i milioni di formazioni galattiche, è l’ognisenza, è la Verità assoluta, è l’amore assoluto. Perciò è  del tutto impossibile che sia accaduto, e logicamente questo comporta, ed è facilmente deducibile, che quello che il comune mortale Maometto ha creato, seicento anni dopo il completamento della Divina Rivelazione di sua iniziativa, pensiero e percezione  sistema religioso, è un miscuglio di antichi credo religiosi giudaiche e percezioni cristiane e le ha usate, per unificare le tribù arabe della sua epoca e per creare un regime teocratico e dispotico, conquistando il potere e creando uno stato. Da questo si evince che l’Islam è un profondo errore, e l’accettazione religiosa di questo non fa parte della rivelazione del Dio vivente, ma è una creazione di un uomo pieno di passioni e una sopravvivenza dell’orribile Arianesimo, che non ha nessuna relazione con la verità del rivelato nell’Antico Testamento Creatore del cosmo universale l’Uno ed unico Dio Trino, con i progenitori della nazione ebraica Abramo, Isacco, Giacobbe, ed in modo particolare il Profeta Mose e con il Dio che secondo il Nuovo Testamento ha ultimato la rivelazione con l’incarnazione del Verbo, che ha unito in modo inconfondibile, senza mutazioni, senza corruzione ed indivisibilmente la divina e la umana natura in una ipostasi del Signore Gesù Cristo, perfetto Dio e perfetto uomo, in adempimento delle profezie che si sono fatte nei secoli per la salvezza del mondo. Di conseguenza, quanti martiri di Cristo possano decapitare come strumenti del diavolo, la verità dell’Uno e solo Dio Padre, Figlio e Santo Spirito mai potranno compromettere ed oscurare[32].


8) Il SUO RAPPORTO, ILLUSTRISSIMO FRANCESCO CON L’EBRAISMO

Il decreto “Unitatis Redintegratio” del II “Concilio” Vaticano apre le porte alla collaborazione e il dialogo con le altre religioni, specificatamente con il Giudaismo, nonostante l’intensa reazione di una minoranza nel “Sinodo”[33]. Nella quarta fase del “Sinodo” del 1965 sono stati votati anche i decreti per quanto riguarda la libertà di coscienza e religiosa, come anche le relazioni con le altre religioni, in modo particolare con il giudaismo. Queste hanno provocato intense discussioni, perché ribaltavano mentalità antiche e risicate dentro la “Chiesa”. Specificatamente il “Sinodo” chiedeva di cambiare la posizione negativa e ostile del Papato contro gli Ebrei[34].
Lei, Illustrissimo, è attento alle decisioni del Concilio Vaticano II (1965), che prevedono il miglioramento delle relazioni del Papato con gli Ebrei. Questo si evince dalle Sue dichiarazioni. Concordo con il sito internet “pentapostagma.gr” in data 26/03/2013: Lei, Illustrissimo, “ha sollecitato i membri di tutte le religioni e le persone che non fanno parte in una “chiesa”, a unirsi, per difendere la giustizia, la pace e l’ambiente”. “Mi sento molto commosso, ottimista e speranzoso”, dichiarò il rabbino David Rosen, da Gerusalemme, direttore delle relazioni transreligiose per il Comitato Ebraico in America. “È profondamente dedito alle relazioni Cattolico – Ebraiche” ha detto Rosen, il quale era presente all’incontro. Il Yahya Pallavicini, capo della comunità musulmana in Italia, ha dichiarato che era rimasto colpito dalla Sua perseveranza per la promozione dell’amicizia transreligiosa. Lei si è incontrato con i leader non cattolici cristiani, come Ortodossi, Anglicani, Luterani, Metodisti ed altri come Ebrei, Musulmani, Buddisti ed Induisti. “La Chiesa Cattolica è consapevole della sua importanza per la promozione dell’amicizia tra gli uomini e donne di differenti tradizioni religiose” ha dichiarato ai leader religiosi in Vaticano. Parlando in italiano nella Sala Clementina, Lei ha detto che “i membri di tutte le religioni, anche i non credenti devono riconoscere la loro responsabilità comune per il mondo, per tutta la creazione, che dobbiamo amare e proteggere”[35].
 “Super entusiaste” sono le comunità ebraiche di Argentina con la Sua elezione, Illustrissimo. Il rabbino David Rosen, direttore degli affari transreligiosi per la Commissione Ebraica d’America (AJC), ha detto al JTA che Lei, è un “uomo caldo, dolce ed umile”, conosciuto a Buenos Aires, che cucina da solo e risponde da solo la vostro telefono. Sono state pubblicate anche le foto, che mostrano la Sua partecipazione alla liturgia di Ross Assana (Capodanno Ebraico) nella sinagoga Benei Tikva Slijot nel Settembre del 2007. Non abbiamo nessun dubbio che sarebbe gradito all’ebraismo mondiale, dal momento che è noto che i due Papi precedenti avevano “inaugurato”, non soltanto una “tregua” con l’ebraismo, ma un “abbraccio strettissimo” di collaborazione! Le ricordiamo l’atto per la riabilitazione del nome di Giuda e l’atto di discolpa del popolo ebraico per la crocifissione di Cristo, che ha fatto il Suo predecessore, l’Illustrissimo Benedetto XVI, considerando che il Giudaismo, con la luciferina Cabala e il demonico Talmud, ricrocifiggono quotidianamente il Salvatore del mondo! Chi, allora, può credere che Lei sia stato scelto dallo Spirito Santo e non dai potenti del pianeta?[36]
È data come certezza la reciproca simpatia tra Lei, Illustrissimo, e gli ebrei. Le celebrazioni di tutti gli ebrei del mondo per la Sua elezione, del loro prediletto “Papa”, sono state aumentate da un fatto, il quale è stato scalpore, quando è stato pubblicato. Il sito ebraico web “The Jewish Daily Forward” ha fatto sapere che il Suo dipinto più amato, Illustrissimo, è la “Crocifissione Bianca” dell’“ebreo Cristo”. Si tratta di un’opera d’arte di un pittore ebreo che si trova all’Istituto d’Arte di Chicago. Il “crocifisso” del dipinto è inchiodato su una “croce” a forma di T. Non è cinto con la conosciuta stoffa bianca ma con uno sciale da preghiera ebraico. Sotto la “croce” brucia la lanterna a sette luci. A destra del “crocifisso” si ritrae una sinagoga in fiamme e a sinistra la “torà”. Chi è un conoscitore d’arte, certifica che lo specifico dipinto non ritrae il Cristo crocifisso della fede cristiana, ma il “crocifisso Giudaismo”! Si tratta di un’altra opera blasfema, la quale cerca di corrompere la crocifissione di Cristo e di ridurla ad una simbolica “crocifissione del Giudaismo”! Certamente gli ebrei da parte loro fanno il loro “mestiere”, quello che hanno fatto sempre da duemila anni a queste parti, di affossare la fede in Cristo. La domanda è: che significato può avere la Sua preferenza, di “Papa cristiano”, per questo aborto artistico[37]?
 Ha detto tante cose, Illustrissimo, nella Sua prima intervista al giornale italiano “La Repubblica”, tutte senza sostanza e spiritualità. Ma, come se questo non bastasse, ha detto anche alcune cose che certificano la totale mancanza di una coscienza ecclesiale, come sono state anche riportate nel sito web enikos.gr. “La cosa basilare, per chi non ha dentro di sé la fede, è di seguire la propria coscienza”. Ignora che, generalmente, la coscienza è corrotta dal peccato e la passione e che non può sostituire la fede? “I cristiani non detengono la fede, dato che viene donata da Dio e per questo motivo devono continuamente chiedere il rinnovo di questo dono”. Ignora che la verità di Dio è nella Chiesa Ortodossa e i suoi fedeli comunicano ad essa come membri della Chiesa? “Non saremmo mai abbastanza grati verso i nostri fratelli ebrei, come Chiesa e come umanità, perché sono riusciti a conservare la fede dopo le terribili prove del passato”. Le chiediamo, Illustrissimo: Da quando è diventata grata la Chiesa che fedeli di un'altra religione, gli ebrei, hanno conservato la loro fede, che nega con abominio la divinità del Signore nostro Gesù Cristo? Allora gli ebrei non necessitano della redenzione tramite Cristo? Avete espresso tante altre simili dichiarazioni. Crediamo, però, che da queste poche cose si evinca chiaramente la Sua mancanza di coscienza ecclesiale, e vuole apparire anche come “rappresentante di Cristo sulla terra” e “primo” della Chiesa[38]!
 Non sa come “Papa cristiano” che l’orrendo sionismo internazionale,[39] condannato come tremendo razzismo dall’O.N.U. quando l’O.N.U. era veramente libera, ha trasformato il Dio dell’Antico Testamento e dei Profeti in deplorevole luciferismo con la demoniaca Cabala e il volgare Talmud, opere di rabbini sotto l’influenza demoniaca del giudaismo caduto e della loro ideologia per il governo mondiale, tramite l’atteso falso messia l’Anticristo?[40]


9) IL SUO RAPPORTO, ILLUSTRISSIMO, CON LA MASSONERIA

 Ci domandiamo se esiste qualcuno che sostenga che Lei, Illustrissimo, sia stato eletto dallo Spirito Santo, dopo l’onda delle rivelazioni nel retroscena della sua elezione[41]. Se esistono di questi, possono visitare il sito web del “Grande Oriente d’Italia” (Grande Oriente d’Italia, o GOI), e forse cambieranno opinione. Oltre che dagli ebrei, Lei, Illustrissimo, è stato anche eletto dai massoni, i quali, secondo la loro pubblicazione, avevano atteso con ansia la Sua elezione e gioiscono per la Sua nomina! In una dichiarazione il “Grande Maestro” G. Raffi ha sottolineato che: “con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale... La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l'esperienza dell'America Latina, lavora per il bene e il progresso dell'umanità”! Ecco allora il “succo” della faccenda: “dialogare con tutti gli uomini di buona volontà”, che vuol dire il gigantismo dell’Ecumenismo[42]!
 Non è a conoscenza, Illustrissimo, che la Massoneria promuove tramite l’ecumenismo la religione mondiale del Lucifero, come anche che la sorgente e l’utero della Massoneria è l’orrendo sionismo internazionale? Dagli stessi testi della Massoneria si dimostra che essa stessa riconosce e crede nella divinità, che si chiama Grande Architetto dell’Universo (G.A.D.U.). Effettua anche rituali corrispondenti a quelli della Chiesa (“misteri” es. matrimonio, altari, templi, adorazione, simboli, inaugurazioni di un tempio, funerale) con speciali rituali. Nei testi massonici il G.A.D.U. si dichiara con i nomi: Lucifero, Diavolo, Satana, Belzebù, Beliar, Bafometto, Demonio ecc. La confessione allora della stessa massoneria per il suo carattere religioso è chiara[43]. Nell’ordinamento della Grande Loggia di Grecia (20/12/1949) si dichiara espressamente: “La Massoneria liberale crede nella esistenza di Dio, denominato Grande Architetto dell’Universo”. Nell’enciclopedia massonica di Ν. CH. Laskaris, pubblicata con il permesso della Grande Loggia di Grecia, al punto “Religione e Massoneria”, si legge: “La religione massonica non fa distinzioni. Accetta nel suo seno accogliente uomini di tutti i dogmi, non acconsente né vieta nessun dogma religioso... La religione della Massoneria è la religione generale della natura e rivelazione originale – ereditata a noi dai antichi sacerdoti patriarchi – che nella quale tutti gli uomini possano coesistere”. Spregiudicato è allora il sincretismo e il carattere idolatrico della Massoneria, ma anche il suo carattere di anticristo, una cosa che si evince anche dalla pretesa di essere universale, che combatte la cattolicità e universalità della Fede Cristiana della Chiesa. Questo viene sottolineato nella storica risoluzione della Chiesa di Grecia nel 1933, nella quale la Massoneria “non è una semplice associazione a scopo benefico o scuola filosofica, ma consiste in un sistema mistico, che ricorda gli antichi misteri di religioni o adorazioni pagane. È provato che è una religione mistica, del tutto differente della religione cristiana... Chiede di includere... di sopraelevare se stessa in una sorte di ultra religione”[44]Anche l’archimandrita padre Epifanios Theodoropulos, che riposi in pace, un padre spirituale illuminato e teologo di spicco, sottolinea che la Massoneria “aspira a diventare la religione di tutta l’umanità... a diventare una ultra-religione”[45]. La Massoneria è “adorazione mistica pagana, nemica dell’incontaminata Fede della Chiesa Cattolica Ortodossa”. È chiaro, cioè, che è una religione e fede anticristiana e idolatrica. I massoni sono “adoratori di Satana – Lucifero, seguaci della religione dell’Anticristo”[46]. Si nota anche che i Massoni, almeno nei loro ranghi più alti, sono adoratori di Satana, pregando a Lucifero, come Bafometto, come chiamano il loro dio con sembianze di caprone. Tra l’altro sono innegabili le loro relazioni con la magia. Il grande conoscitore della massoneria P. Naudon ci informa, che alcuni rituali... hanno posto esattamente come scopo la “pratica della magia, che entra nel servizio dell’uomo per gli effetti sul mondo”[47]. La considerazione che la Massoneria non si occupa di politica e non si mischia nelle evoluzioni politiche non corrisponde al vero. Il carattere religioso della Massoneria, che funziona in modo espansivo ed ecumenico, va di pari passo con l’attiva partecipazione nei processi politici internazionali. L’attività politica mira all’azione di influenza sui politici, per la manipolazione delle evoluzioni politiche internazionali. Non è allora, per niente una associazione a scopo filantropico, come si propongono, con fine il predominio della loro morale in tutto il mondo. Lo scandalo della Loggia Massonica P2 del 1981 è una prova inconfutabile delle relazioni della Massoneria e gli intrighi politici[48].

10) IL SUO RAPPORTO, ILLUSTRISSIMO, CON L’ATEISMO
Le notizie dall’Occidente “cristiano” sono drammatiche. Purtroppo, si realizza continuamente quanto disse il “profeta” dell’uomo occidentale Nietzsche, che “Dio è morto” e fra poco non rimarrà nemmeno nella sua memoria! Il “cristianesimo” dell’Occidente, dopo essere riuscito a scrollarsi di dosso Cristo, con il Papismo e il Protestantesimo, adesso cerca di fare lo stesso con la fede in Dio! Ecco le prove!
 1) Nel 23/05/2013 ha fatto un’apertura storica verso gli atei. “Gli atei dovrebbero essere considerati come uomini buoni, se fanno del bene”: è una Sua dichiarazione, Illustrissimo, in un richiamo a tutti gli uomini alla collaborazione, indipendentemente dalle loro convinzioni religiose. Lei si è riferito agli atei sottolineando l’importanza di “chi opera il bene” come un principio che unisce tutta l’umanità. Ha narrato la storia di un papista che ha chiesto ad un sacerdote se gli atei sono redenti da Gesù. “Anche loro, tutti sono redenti”, ha risposto secondo la radio Vaticana. Se qualcuno Le dichiasse che è ateo, allora gli direbbe: “Tutti dobbiamo operare il bene. Fate soltanto del bene e troveremo un punto d’incontro”. Lei si è rivolto agli atei, in contrasto con l’opinione dell’Illustrissimo Benedetto XVI, il quale diverse volte ha fatto sentire i cristiani non papisti, come fedeli di serie B[49].
2) Pastori di diverse eresie protestanti confessano che sono atei! Il pastore metodista Keith Jenkins ha dichiarato che i fedeli vedono ora i pastori come “super eroi”. Riconoscendo che esistono molti pastori, che attraversano una crisi nella loro fede personale, che finiscono nell’ateismo. La cosa strana con queste eresie è l’esistenza di un sito web www.clergyproject.com, con membri pastori ed altri clerici di queste eresie, che non credono più a Dio. Questo gruppo dichiara di avere 450 membri. Alcuni di questi pastori continuano a predicare, tenendo nascosto il loro ateismo[50].
 Questi fenomeni ci indicano che la sete spirituale dell’uomo tramite la sofisticazione della fede e l’inesistenza della vita liturgica e spirituale porta all’ateismo, come se fosse un’altra proposta! Questa orrenda notizia non è scollegata con “l’apertura” del Vaticano verso gli atei, con i quali si mette a proprio agio, quando sono “buone persone”, chiedendo un dialogo con loro! Non è un caso che ultimamente chiede anche agli atei di... pregare insieme! La raccapricciante conclusione: Non esiste Cristianesimo nell’Occidente ma paganesimo nascosto con il mantello del Cristianesimo[51]!

11 ) L’ISTITUZIONE DELLA PAN-RELIGIONE
Lei, Illustrissimo, nel Giovedì Santo dell'ultima “Pasqua” papale, si è recato in un riformatorio a Roma a lavare i piedi di dodici giovani uomini e donne detenute che, per la “Santa Sede” simboleggiavano i dodici Apostoli. Ma una donna fra loro che “fungeva” da Apostolo era musulmana! Casualità? Non credo! “Gli altri undici giovani i cui piedi ha lavato il “Papa” erano stati scelti per rappresentare le diverse nazionalità e religioni dei detenuti in carcere. Tra loro c’erano anche cristiani ortodossi e musulmani”[52].
È chiaro che segue da vicino la linea dei suoi predecessori per promuovere l’“apertura” interreligiosa del Vaticano. Non devono gioire coloro che credono che Lei porterà “nuova aria” al Papismo. Lei servirà con fedeltà le aspirazioni del Vaticano, per la sottomissione di tutte le religioni sotto la pantofola del papa e la Sua designazione come capo spirituale e religioso mondiale. Questo spiega perché una detenuta musulmana “fungeva” da Apostolo di Cristo, dinanzi a Lei[53].
Lei, Illustrissimo, non ha smesso, dal giorno della sua nomina, di parlare usando “le parole migliori” e di invitare tutte le religioni del mondo a collaborare per il “bene dell'umanità”! Ha incitato, immediatamente dopo la Sua elezione, i membri di tutte le religioni e le persone che non appartengono a nessuna religione (atei) ad unirsi, ad alzarsi in piedi per la giustizia, la pace e l'ambiente! Ed ecco le reazioni: “Sento grande entusiasmo e ottimismo e speranza”, ha detto il rabbino David Rosen di Gerusalemme, direttore degli affari interreligiosi del Comitato ebraico americano. “Lei è profondamente impegnato nelle relazioni cattolico-ebraiche”, ha riconosciuto Rosen. Yahya Pallavicini, leader delle comunità musulmane in Italia, si è detto impressionato dalla Sua tenacia nel promuovere l'amicizia interreligiosa. Si è incontrato con i leader cristiani non cattolici come ortodossi, anglicani, luterani e metodisti e con gli altri leader di religioni come ebrei, musulmani, buddisti e indù. “La “Chiesa Cattolica” è consapevole dell'importanza di promuovere l'amicizia tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose”, ha dichiarato! È credibile che abbia deciso di condurre l’unione fra le diverse religioni del mondo, ritenendo di poter diventare il loro leader! La “Santa Sede” è pioniere nella creazione della pan-religione apparentemente per il bene del mondo, ma in realtà per la perdita del genere umano[54].
Grande scalpore ha fatto anche una Sua recente azione. Alla Sua l'elezione ha scelto la maschera della semplicità, apparentemente per dimostrare di essere “diverso dal precedente”, eliminando molti dei simboli che il papato aveva da secoli. Degne di elogio queste azioni. Tra le altre cose, ha rinunciato alla preziosa croce d'oro dei Suoi predecessori e ha preferito indossare una semplice croce di ferro. Ma sulla croce non è rappresentato, come avrebbe dovuto essere, il crocifisso, ma una immagine sconosciuta nella storia dell'arte ecclesiastica, un “Buon Pastore”, che assomiglia  incredibilmente a un antico morto faraone egiziano! Inoltre, nella parte superiore della croce è raffigurato un uccello, ovviamente lo Spirito. Ma un tale uccello è raffigurato nella parte superiore della rappresentazione egiziana! Un sito cattolico web spagnolo ha portato Per primo a conoscenza questo e lo ha associato con il faraone morto, ma anche con l'altro simbolo della religione egizia, l'uccello. Non so se la rappresentazione della Sua croce ha a che fare con l’“apertura” del Vaticano verso tutte le religioni, o al paganesimo e all'ateismo. Tuttavia l'orientamento di questo messaggio indica qualcosa di simile!
Infine, Lei ha chiesto, Illustrissimo, ai fedeli di tutte le fedi di emulare la conventicola papale, di pregare i loro “dei” e di eseguire i rituali adatti, per impedire l’incursione in Siria voluta dai “falchi” dell’occidente! Secondo le notizie, è stato proclamato “giorno di preghiera e digiuno in tutto il mondo per la pace in Siria e in tutto il Medio Oriente inaugurato oggi da “Papa” il 7 settembre, parlando a decine di migliaia di persone, in piazza San Pietro”. Il “Papa” ha condannato l'uso di armi chimiche, quando il loro uso era stato attributo dall’occidente alle truppe governative siriane sottolineando “mai più guerra” e ha fatto appello contro qualsiasi intervento militare in Siria. Il “Papa” ha chiesto ai papisti, circa 1,2 miliardi di tutto il mondo, di pregare per la pace in Siria il 7 settembre, e ha sottolineato che avrebbe celebrato una preghiera speciale in Vaticano. Il “Papa” ha chiesto anche a tutti i cristiani e alle altre religioni di seguire l'iniziativa papale il 7 settembre”[55]! Ecco, la conferma del perché chiamate ad Assisi ogni anno i rappresentanti di tutte le religioni e pregate tutti insieme al pan religioso “mosaico divino”, perché credete all'esistenza anche di altri “dei” al di fuori del Dio Uno e Trino! Un'altra cosa importante: considerando che Lei non crede nell'efficacia del Dio Uno e Trino, per impedire l'invasione, chiede l'intervento di altri “dèi” per mezzo della loro religione[56]!
12) SOSTENERE LA PANERESIA DELL’ECUMENISMO
È noto Illustrissimo, che al fine di promuovere l’ecumenismo papale, ancora una volta vi basate sulle decisioni del Vaticano II e in particolare all’“Unitalis redintegradio” sull'ecumenismo e alla successiva enciclica papale del 1995  del “ Papa” Giovanni Paolo II, “Ut unum sint”.
Questa vasta enciclica papale è divisa in tre capitoli principali con un'introduzione e con un epilogo esortativo. Il primo capitolo sviluppa l’impegno ecumenico della chiesa cattolica (l'engagement œcumιnique de l'Eglise catholique). Il secondo capitolo analizza i frutti del dialogo teologico bilaterale e multilaterale del movimento ecumenico moderno (Les fruits du Dialogue). Il terzo capitolo cerca una via per un dialogo più efficace per accelerare il ripristino della comunione ecclesiastica tra i cristiani, le «Chiese», (Quanta est nobis via). Tutti e tre i capitoli utilizzano frequentemente le decisioni inerenti al Vaticano II e in particolare l’Unitalis redintegradio che contiene le istruzioni codificate dei papisti “Guida per l'ecumenismo” (Directoire... sur l 'Oecuménisme ), importanti encicliche papali, ecc[57].
Per noi ortodossi, Illustrissimo, l'ecumenismo è stato bollato come una paneresia da parte del santo e professore di dogmatica e Maestro dell’Ecumene padre Justino Popovic della sorella Chiesa Ortodossa Serba nel suo sommo trattato “Chiesa Ortodossa e ecumenismo”. Scrive: “Ecumenismo è un nome comune tra i falsi cristiani delle false chiese dell’Europa Occidentale. Nel suo interno si trova il cuore di tutti gli umanesimi europei, con il Papismo a capo. Tutti questi falsi cristianesimi, tutte le pseudo-chiese non sono nulla di più che un’eresia accanto all’altra. Il loro nome evangelico comune è paneresia”[58].
Fonte e madre dell’ecumenismo è la massoneria che promuove per mezzo dell’ecumenismo la religione mondiale dell’Eosforo e della massoneria, che a sua volta ha come sorgente e ventre il sionismo internazionale[59], che ha sostituito il Vecchio Testamento e i profeti con la infernale Cabala e il Talmud, opere dei satanici rabbini, del giudaismo decadente, e la loro ossessione per la venuta di uno pseudo messia per il dominio del mondo.
L'ecumenismo si muove su due livelli: intercristiano e interreligioso. Così, si è sviluppato l’ecumenismo intercristiano ed interreligioso, che sono le due principali direzioni dell’ecumenismo. L'ecumenismo intercristiano promuove l'unione delle varie eresie cristiane (papisti, protestanti, anglicani, monofisiti ) con la Chiesa Cattolica Ortodossa con il criterio del minimalismo dottrinale. In accordo con il principio dell’ecumenismo di “sincretismo intercristiano dottrinale" le differenze dottrinali tra gli eretici e la Chiesa Ortodossa sono solo tradizioni formali e devono essere aggirate per il bene dell'unità della “Chiesa”, che può essere espressa da una varietà di forme e posizioni.
Invece l’ecumenismo interreligioso, considerando che in tutte le religioni vi è un elemento positivo, favorisce l'unione tra di esse e soprattutto tra le cosiddette tre religioni monoteistiche mondiali, cristianesimo, islam ed ebraismo, e promuove la cosiddetta “pan-religione". Secondo il principio di “sincretismo interreligioso” devono essere sottolineati i presunti “punti teologici comuni", che sono prevalenti in tutte le “religioni monoteiste" al fine di costruire l'unità religiosa dell'universo.
L’ecumenismo, al fine di raggiungere i suoi obiettivi, inventa varie teorie, come ad esempio le eresie della “Chiesa divisa, delle chiese sorelle, della teologia battesimale, della Chiesa universale invisibile, dei due polmoni, del minimalismo e massimalismo dogmatico postpatristico, neopatristico, delle eresie contigui, della teologia eucaristica, della teologia postsinodale, delle “Chiese" incomplete dal contenuto sacramentale carente e incompleto, della conversione dell'economia della Chiesa in acrivia e dottrina", dottrine che, ovviamente, sono straniere ed estranee alla dottrina e alla teologia ortodossa .
L’ecumenismo innalza i suoi interminabili dialoghi teologici ecumenici ove domina la mancanza di confessione ortodossa, la mancanza di sincerità degli eterodossi, l'accentuazione dell'amore e l’omissione della verità, l’occultamento e la contraffazione dei passi delle Scritture specialmente di Giovanni “affinché siano uno come noi” (Giovanni 17. 11 ), la pratica di non discutere quanto separa, ma quanto unisce, spuntare i criteri ortodossi, il reciproco riconoscimento ecclesiastico, della successione apostolica, del sacerdozio, della grazia, dei sacramenti, il dialogo a parità di condizioni, il condono, l’incolpevolezza e premiare il cavallo di Troia del papato, la demoniaca Unia, la partecipazione al protestante “Consiglio Mondiale delle Chiese” o meglio delle eresie, la firma di comunicati congiunti non ortodossi, far passare dichiarazioni e testi come sinodali (ad esempio, Lima Perù Sud America 1982,  Balamand Libano 1993,  Chambesy Svizzera 1994, Porto Alegre in Brasile 2006,  Ravenna 2007, ecc ) e preghiere in comune[60].
L’ecumenismo adotta e legittima tutte le eresie come “Chiesa" e offende la dottrina della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Sviluppa, insegna e impone una nuova dottrina della Chiesa, una nuova ecclesiologia, secondo la quale nessuna Chiesa ha il diritto di rivendicare per sé esclusivamente il carattere di vera Chiesa Cattolica. Ognuno è un pezzo, una parte, non tutta la Chiesa. Insieme costituiscono la Chiesa. In questo modo, però, demolisce i confini tra verità ed errore, Ortodossia ed eresia e lavora totalmente per la demolizione dell’Ortodossia.
L’ecumenismo equipara tutte le religioni con la sola conoscenza di Dio e vita in Cristo, divinamente rivelate, dal Cristo Risorto. In questo modo, nega la dottrina della sola nel mondo, salvifica rivelazione ed economia dell’incarnato Figlio e Verbo di Dio, e della susseguente opera salvifica dalla sola, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, per mezzo dello Spirito Santo che opera in essa. Pertanto, senza dubbio l'ecumenismo diventa oggi la più grande eresia ecclesiologica di tutti i tempi, perché equipara tutte le religioni e fedi[61].
L’ecumenismo contesta nei fatti la Tradizione Patristica e Fede, seminando dubbi e confusione nei cuori del pleroma e scuote tanti fratelli che amano Dio, che porta a divisioni e scismi e trascina una parte del gregge verso l’inganno e al disastro spirituale[62].
L'ecumenismo è in definitiva un grave problema pastorale e soteriologico, perché scuote le fondamenta, annulla la salvezza e la deificazione per grazia dell'uomo. Il rischio ovviamente non riguarda la Chiesa, che non perisce, poiché è il Corpo di Cristo, ha come capo Cristo, è Cristo, “e le porte dell'inferno non la potranno vincere”, ma le parti della Chiesa, i fedeli sono in pericolo di perdersi quando si perde la fede giusta, l’Ortodossia, e prevale l’eresia e la menzogna[63].

13 ) LA DEMONIACA E MALEDETTA DA DIO “UNIA”
Costituiscono parte integrante delle decisioni del Concilio Vaticano II il decreto «Orientalium Ecclesiarum », il “Decreto sulle Chiese orientali cattoliche"[64], le uniate, che riconosce e difende solennemente, con l'intenzione di ottimizzare il loro ruolo all'interno della “Chiesa Cattolica". Si tratta della nota formula di “unità" uniate con l'arricchimento reciproco delle due tradizioni, l'unità nella diversità, che è reclamizzata ampiamente al giorno d'oggi. Unità, non nella fede e nella verità, ma in una forma di fusione sincretista, un assorbimento sostanzialmente dell'Ortodossia nel papismo, senza abolire nessuna delle sue menzogne eretiche.
Va notato che l'Unia è stata condannata inequivocabilmente con “risoluzioni conciliari da tutte le Chiese ortodosse,... come la decisione unanime della terza Conferenza pre-conciliare pan-ortodossa ( 1986)". Come anche a Freising a Monaco di Baviera nel 1990, con le firme anche dei teologi papali[65]. Qualunque assoluzione di questo vostro cavallo di Troia, la demoniaca e maledetta da Dio  Unia e il ritorno ad un riconoscimento ecclesiastico in questa (testo di Balamand, 1993), non costituisce una decisione pan-ortodossa, piuttosto costituisce disprezzo della decisione unanime pan-ortodossa, che ha chiaramente condannando l’Unia.
Non si può, ovviamente, dimenticare i crimini efferati di voi papisti in Serbia durante la seconda guerra mondiale e lo sterminio di migliaia di serbi ortodossi in cui hanno partecipato uniati, papisti, clericali, ustascia, frati, ecc, che hanno agito sotto la direzione del “Santo” del Vaticano “arcivescovo del genocidio” dei serbi Alojzije Viktor Stepinac. Né possiamo dimenticare che il Vaticano ha partecipato indirettamente alle operazioni militari (1990-1992 e 1998) che hanno determinato la disgregazione della Jugoslavia contro la Serbia ortodossa.
La partecipazione scorretta e provocatoria dello pseudo diacono uniate, degli uniati pseudo episcopi, la lettura del Vangelo in greco di un “religioso” uniate, la presenza degli uniati nella catacomba della Basilica di San Pietro[66] durante la Sua “intronizzazione”, una volta ancora hanno manifestato il delitto dell’Unia e lo stupro della nostra irreprensibile Chiesa e l'insistenza del Vaticano nell’Unia, la forma più vergognosa di proselitismo e di guerra contro la Chiesa Ortodossa, e rivelano il suo vero volto, e il grado di doppiezza che di continuo opera verso gli ortodossi.
Questo fatto fa parte di un piano di propaganda del Vaticano, per far mutare i sentimenti negativi verso di esso e per impressionare la parte dei fedeli ortodossi che non sono molto esperti sulla dottrina. Il vero scopo della vostra azione era consolidare l’Unia in Grecia, che era stata già rafforzata dal dimissionario Illustrissimo signor Benedetto XVI con l’intronizzazione di un “vescovo” uniate ad Atene (Via Acharneis), il signor Demetrio Salachas nel 2008.
Dai media greci, istruiti a dovere, la lettura del Vangelo in greco da parte di un “prete” uniate è stata commentata positivamente come un atto di onore da parte Sua, Illustrissimo, durante la Sua “intronizzazione”, verso Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Il fatto che sia stato scelto uno dal clero uniate per leggere il Vangelo in un momento così alto per il papato, invia ovviamente messaggi in tutte le direzioni. Comunque il simbolismo in una tale cerimonia, vista in diretta da milioni di persone, non è casuale, così che il numero molto rilevante di uniati nella cerimonia è stato molto criticato.
Poiché, in questi casi, il simbolismo ha sempre anche un precedente storico, sarebbe utile ricordare che per secoli l’Unia è stata a lungo una spina nei rapporti tra Ortodossi e papisti. L’inizio dell’Unia è collocato nel Concilio Lateranense nel 1215 e alla bolla del Papa Innocenzo IV. Tuttavia, ufficialmente l’Unia è stata creata in Polonia da due gesuiti Posevin e Skarga. Questi due monaci hanno realizzato l’Unia in Polonia per latinizzare gli ortodossi della Polonia e della Russia sud-occidentale. In questo sono stati aiutati dal re di Polonia Sigismondo III, che era sotto la tutela di questi due gesuiti fino al raggiungimento del 21° anno dell’età. La parola polace-latina Unia, che significa unione, è stata usata per contraddistinguere i movimenti “unionisti” delle “Chiese Ortodosse dell’est”, cioè gli uniati con il “Papa”. Voi, i gesuiti, avete concepito e realizzato il piano per l'unione degli ortodossi con l’eresia papale.
Lo stesso impegno è stato successivamente allargato contro i copti, i nestoriani, i cristiani di Malabar, i maroniti, e in generale contro tutti i cristiani che non hanno seguito il “Papa”. L'unione per il papato è il pretesto. Dietro questa facciata, però, vi è l'intenzione di sottomettere tutti alla fedeltà verso il “Papa”. Con il dispregiativo e negativo termine “Unia”, da parte dell'ortodossia si intende “una formazione politica e religiosa creata dai vertici del papato per l' occidentalizzazione dell’oriente non-latino, cioè la sua subordinazione intellettuale e politica all'autorità del “Papa”. L’Unia è considerata pericolosa ed eretica per l’Ortodossia. Il suo clero è vestito come il clero ortodosso. Indossa il raso e il kalymmafchi. Ha la barba. È l’immagine perfetta del clero ortodosso. Le loro “Chiese” sembrano in tutto ortodosse. Mancano quelle statue fredde che danno l'aspetto di un tempio pagano. Invece delle statue hanno le icone. Tutta la struttura della chiesa, dentro e fuori, è ortodossa. La “Divina Liturgia" viene celebrata nella lingua di ogni nazione, perche l’Unia agisce sempre facendo proselitismo. Nessun semplice cristiano ortodosso potrebbe sospettare nulla di estraneo all'Ortodossia. Così i semplici cristiani possono essere seguiti da sacerdoti uniati e recarsi nelle chiese uniate. Sono, come vengono chiamati in una circolare del Patriarca Gioacchino III, “lupi sotto forma di pecore". L’esplicita promozione dell’uniatismo e il Suo passato legame storico con i Gesuiti, Illustrissimo, non sono eventi casuali. I primi segni, dalla Sua intronizzazione, indicano che prepara per loro un ruolo maggiore, cosa che può portare seri problemi in futuro. Un analisi più profonda dei primi segni (non) positivi suggerisce che è richiesta grande attenzione al trionfalismo prematuro[67].
È palesemente chiaro che l'Unia è condannata a parole come metodo di unione, però è imposta dai papisti come un unico percorso per realizzare l’unione, secondo i principi del Concilio Vaticano II, ed è tollerata dagli ortodossi. La prova è che dopo che il dialogo teologico, fra ortodossi e papisti, è stato interrotto a causa del problema dell’Unia (VIII incontro, Baltimora 2000), esso è ripreso senza risolvere il problema dell’Unia e anzi con la partecipazione di uniati al dialogo come interlocutori legittimi con gli ortodossi. Indipendentemente poi da quanto è stato concordato durante il dialogo, voi “papi" sostenete l’Unia. È scandalosa la nota ingerenza papale ai lavori del comitato misto di dialogo a favore dell’Unia, che ha causato il naufragio del dialogo a Baltimora. Il Suo predecessore, l’Illustrissimo signor Benedetto XVI, con una lettera all’"arcivescovo" uniate dell’Ucraina Ljubomir Chuzar, ha elogiato le lotte degli uniati per il mantenimento della loro specificità e ha aggiunto, approssimativamente, come segue: “In comunione con i successori degli Apostoli, la cui unità visibile è garantita dal successore dell'Apostolo Pietro, la comunità cattolica ucraina è riuscita a mantenere viva la tradizione sacra nella sua integrità. Per mantenere intatto, in tutta la sua ricchezza, questo prezioso patrimonio della “Tradizione" è necessario garantire la presenza dei due grandi portatori della Tradizione unica del (Latina ed Orientale )... Duplice è la missione affidata alla Chiesa greco-cattolica, che è in piena comunione con il successore dell'Apostolo Pietro, da un lato di mantenere visibile all'interno della tradizione cattolica la Chiesa orientale e d'altra parte di facilitare la convergenza delle due Tradizioni, testimoniando che non solo si adattano insieme ma costituiscono una profonda unità nella diversità"[68]. Sempre l’Illustrissimo signor Benedetto ha ricevuto l’“episcopo” uniate di Gratianupoleos, con un gruppo di vescovi papalini greci fotografati insieme con un “prelato" ortodosso. Inoltre, a Efeso, durante la sua visita, nel 2006, in Turchia e a Fanar, il signor Benedetto ha sostenuto l'Unia, dicendo: “ Il modo migliore per l'unità della Chiesa è quello dell’Unia[69]. Gli ortodossi nel III Sinodo pan-ortodosso hanno dichiarato che l’“Unia” e il dialogo sono incompatibili”[70].
La persistenza del papato non solo di mantenere l’Unia, ma di mantenerla attiva nel centro di Atene attraverso la parrocchia uniate della Santissima Trinità sotto la direzione del  “vescovo" uniate (come se non fosse sufficiente il “vescovo" latino di Atene e Nunzio del Papa) è di scandalo per gli ortodossi, di non minore importanza dello scandalo della Santa Inquisizione e della coesistenza di un potere secolare con quello ecclesiastico nella Sua persona, nonostante il comandamento esplicito del Signore “date al Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio"[71]. Il fatto che il Papato insedii “Chiese" uniate all’interno di tutte le antiche Chiese d'Oriente (Copta, Armena, Melchita, Siriaca, Abissina) dimostra l’inganno di coloro che le hanno insediato, e la intenzione del papato di mantenere l’Unia come metodo, modello di “unione” e ​​di ritorno degli Ortodossi e degli altri cristiani orientali a Roma[72].
Nel Suo messaggio, Illustrissimo, al giornale interconfessionale, in data 2013/05/17, di Costantinopoli sulla “libertà religiosa oggi", in occasione della ricorrenza dei 1700 anni dall'adozione dell'Editto di Milano, ha detto: “Spero di vedere presto il giorno in cui le divisioni del secondo millennio saranno definitivamente il passato”[73].
Alla delegazione del Patriarcato Ecumenico (il Metropolita Giovanni di Pergamo, il Vescovo Athenagoras di Sinope e il reverendo archimandrita Battista Xenakis ) recatasi in Vaticano per partecipare alle celebrazioni dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, tra l'altro, ha detto: “È un fatto importante che oggi siamo in grado di riflettere insieme, senza tacere quanto ci divide”. “La comprensione reciproca delle rispettive tradizioni ci aiuta a imparare e a diventare più saggi”, ha aggiunto. Successivamente ha sottolineando “sappiamo molto bene quanto l'unità sia un dono di Dio”. “ Dobbiamo pregare costantemente per la realizzazione dell'unità”. Lei ha anche rilevato che “l'unità tra i cristiani è una necessità che non può essere ignorata”. “Un contributo fondamentale alla ricerca della piena comunione tra cattolici ed ortodossi è offerta dal Comitato misto del dialogo teologico, sotto la presidenza di Sua Eminenza, il Metropolita Giovanni e del mio venerato fratello Cardinale Kurt Koch”, ha dichiarato per quanto riguarda l'evoluzione del dialogo. Ha aggiunto: “Grazie per il vostro prezioso e instancabile impegno. La Commissione ha già condiviso molti testi e studi e ora affronta il sensibile argomento, teologico ed ecclesiologico, del rapporto tra primato e sinodicità nella vita della Chiesa”. “Sono convinto che lo sforzo e la riflessione condivisa è così complessa e difficile, e spero che dia buoni frutti, in futuro”. Infine, ha sottolineato che “non si tratta di un compromesso tra le due Chiese, attraverso un minimalismo teologico, ma accettando la verità comune del Cristo vivente”[74].
Come ogni anno, anche quest'anno, Illustrissimo, avete organizzato una splendente “Festa Patronale”, con la partecipazione di rappresentanti dal Fanar, e ha detto: “inviamo i nostri auguri di cuore e preghiamo la Vergine per il Patriarca Ecumenico Bartolomeo”. E quando ha salutato dal balcone dopo la “Divina Liturgia” per la “ Festa diocesana della Chiesa di Roma”, ha invitato le migliaia di “fedeli” riuniti di recitare con Lei la preghiera “Ave Maria” per sostenere il Patriarca Ecumenico. Immediatamente le migliaia di persone hanno applaudito entusiaste e insieme avete cantato l’Ave Maria[75]! Illustrissimo, molto chiaramente avete espresso con provocazione la falsità papale della “ mariologia” e non a caso ma in riferimento alla Chiesa ortodossa e “dedicata” al Patriarca Ecumenico! Ignorate la dovuta preghiera a Dio e invocate la Theotokos, “dea" (secondo voi papisti)! Che guardino coloro che credono che Lei, Illustrissimo, avrebbe ripudiato le falsità papali! Piuttosto, le consolida ancora di più[76]!
Dove sapere, Illustrissimo, che per la Chiesa ortodossa non ci sono molti modelli e forme di riunificazione, né è valida la formula dell’Unia (unione uniate), che vuole imporre, per cui ogni “confessione” manterrà le sue proprie tradizioni ecclesiastiche, non cambierà nulla, solo bisogna riconoscere il primato ecumenico globale della giurisdizione del “Papa” e essere citato nei dittici. Per la Chiesa Ortodossa vi è una solo modello e forma di riunificazione con la Chiesa Ortodossa Cattolica, che non è altro che la conversione, il disconoscimento ufficiale delle eresie e degli errori, la confessione pubblica della fede Ortodossa e il ritorno all’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa Ortodossa.
Studiando con attenzione le varie fasi dei rapporti avuti tra ortodossi e papisti si arriva a comprendere che esiste un piano del Vaticano, gradualmente applicato, per arrivare ad una “unione”. Riguardo ad una pianificazione dal Vaticano per una futura unione fra ortodossia e papato scrisse il beato Giovanni Karmiris: “Papa Paolo VI e i suoi teologi papali hanno preparato un ampio e ben studiato programma su un ecumenismo che avrà con centro Roma, secondo la ecclesiologia Latina”. Sua Eminenza il Metropolita Chrysostomos di Peristeri chiarisce il tipo dell'unione proposta: “I papisti, direttamente o indirettamente, lasciano intendere che la Chiesa Ortodossa può essere unita con il papato in una sorta di unione identica o simile a quella che esiste tra loro e i gruppi degli uniati”[77]. Ma il beato padre Giovanni Romanidis aveva rivelato che un “vescovo” papale gli aveva confidato che il Vaticano progettava  una unione che non si realizzerà dall’alto, cioè dai vescovi, i teologi e il dialogo, ma piuttosto attraverso il cosiddetto ecumenismo popolare cioè i reciproci contatti e l'attuazione graduale della intercomunione sacramentale (intercommunio), che è già applicata da Roma e dagli ortodossi ecumenisti[78].
In accordo con il progetto dell’ecumenismo papale sono già state realizzate le seguenti azioni:
a) L’annullamento anticanonico degli anatemi del 1054 dal Patriarca Ecumenico Atenagora e “Papa” Paolo VI, senza risolvere le differenze dottrinali.
b) Lo scambio di visite da parte dei primati e la concessione da parte del Vaticano di Sante Reliquie. Questo dà l'impressione che il Vaticano è amichevolmente disposto verso gli ortodossi.
c) L'avvio del dialogo teologico tramite quello che unisce. In questo modo la commissione mista teologica del dialogo, attraverso una serie di testi comuni che contenevano semi per il reciproco riconoscimento della stessa fede, dei sacramenti, del sacerdozio e della successione apostolica tra gli ortodossi e i papisti e in generale, il riconoscimento delle due Chiese come "chiese sorelle", infine è arrivato, solennemente, al testo concordato della VII riunione, il "testo di Balamand » (23-6-1993) , per proclamare l'identità ecclesiologica come segue: “Fin dall'inizio della Conferenza Pan-ortodossa e del Concilio Vaticano II, la riscoperta e la valorizzazione sia dagli Ortodossi che dai Cattolici, della Chiesa come comunione, sono cambiate radicalmente le condizioni e quindi anche gli atteggiamenti fondamentali. Entrambe le parti riconoscono che ciò che Cristo ha affidato alla sua Chiesa (confessione della fede apostolica, partecipazione agli stessi sacramenti, soprattutto per l’unico nostro sacerdozio che realizza perfettamente l’unico sacrificio di Cristo, la successione apostolica dei vescovi) non possono essere considerate proprietà di una sola delle nostre chiese. In questo contesto , è evidente che qualsiasi ribattezzo è da escludere”[79]. E con tutto questo, la Chiesa Ortodossa riconosce il papato come piena e vera "chiesa" nonostante un accurato mantenimento delle differenze dogmatiche rispetto alla fede della Chiesa Ortodossa Una, Santa, Cattolica e Apostolica!
L’unione tentatada diversi decenni dal Vaticano, anche se è ben preparata, non sarà accettata da molti ortodossi e contribuirà alla rottura dell’ortodossia, perché sarà effettuata senza aver risolto essenzialmente le differenze dottrinali, senza che i papisti rinuncino alle dottrine eretiche (Filioque, primato, Grazia creata, ecc), ma reinterpretando in modo indolore per il Vaticano e accettato dagli ortodossi. Certamente la società secolare, nutrita con gli slogan della globalizzazione e della Nuova Era, non ha la sensibilità dogmatica degli ortodossi che nel passato avevano deplorato le sentenze del Sinodo “unionista” di Ferrara e Firenze. Esiste, tuttavia, anche oggi il popolo di Dio, la parte profetica dei veri ortodossi, che si opporrà a qualsiasi forma di unione, che non sia nella verità della Fede Ortodossa. La preoccupazione di molti ortodossi per quanto è accaduto negli ultimi tempi dimostra che la coscienza ortodossa esiste[80] e questi pochi saranno sempre la maggioranza, perché la maggioranza della Chiesa non consiste in grandi numeri di superiorità numerica, ma di comunione con la Verità che non è idee o opinioni, ma persona, il Verbo incarnato che ha proclamato: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” e così “la Verità” (Cristo) è la maggioranza.

14) PRIMATO E SINODALITÀ
Nelle decisioni del Concilio Vaticano II si osserva che, a parte qualche apertura indolore e superficiale da parte del Vaticano verso gli ortodossi, il primato e l'infallibilità non solo non sono circoscritti o messi a tacere, ma addirittura sono rafforzati in confronto al Vaticano I. “ Il Concilio Vaticano II ... non ha mancato di sottolineare e ulteriormente rafforzare l’assioma del Papa, a tal punto che, in alcuni partecipanti, è sorto il sospetto che capo della Chiesa non sia più Cristo, ma Pietro e attraverso di lui il Papa”[81]. Per quanto riguarda le aperture “ si tratta di un cambiamento di politica estera e di apparenza della “ Chiesa “ di Roma, e non di un cambiamento interno e del suo insegnamento”[82].
La persistenza del papato nelle proprie dottrine è affermata, in varie occasioni, dai “papi “ di Roma. Il promotore del Concilio Vaticano II “Papa” Giovanni XXIII nella sua enciclica «Ad Petri Cathedram» consegna lo scopo del “Concilio” e dice : “Ciò senza dubbio costituirà un meraviglioso spettacolo di verità, di unità e di carità che, visto anche da coloro che sono separati da questa sede apostolica, sarà per essi un soave invito - lo speriamo - a cercare e a raggiungere quell’unità per la quale Gesù Cristo rivolse al Padre celeste così ardente preghiera”[83]. Anche “Papa” Giovanni Paolo II nella sua enciclica « Lumen Orientalis » (25-3-1995) si muove sulla stessa linea, come annota il professor Giovanni Panagopoulos: “L’enciclica ritorna con intolleranza e rigidità nelle dichiarazioni sull'ecumenismo del Vaticano II... Qualsiasi discussione sull'unità della Chiesa implica l'accettazione incondizionata del primato papale, che Dio ha fondato “come permanente principio e visibile fondamento dell'unità[84]''. Interventi simili anche nell'enciclica «Ut Unum Sint».
Sull'importanza del dialogo con gli Ortodossi, ma anche nel modo in cui voi, i papisti, potete prendere come “insegnamento” dalla gestione del sistema di sinodalità nelle Chiese ortodosse, Lei ha parlato in un'intervista alla rinomata rivista « La Civiltà Cattolica », il 19 -9 2013[85]. Nelle quasi trenta pagine di intervista sull'ultimo numero della rivista è riferito, tra l'altro, quello che Lei ha detto sull'importanza del dialogo dei papisti con gli ortodossi.
“Si deve camminare insieme: la gente, i Vescovi e il Papa. La sinodalità va vissuta a vari livelli. Forse è il tempo di mutare la metodologia del Sinodo, perché quella attuale mi sembra statica. Questo potrà anche avere valore ecumenico, specialmente con i nostri fratelli Ortodossi”.
Ha sottolineato che dagli Ortodossi” si può imparare di più sul senso della collegialità episcopale e sulla tradizione della sinodalità. Lo sforzo di riflessione comune, guardando a come si governava la Chiesa nei primi secoli, prima della rottura tra Oriente e Occidente, darà frutti a suo tempo. Nelle relazioni ecumeniche questo è importante: non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere ciò che lo Spirito ha seminato negli altri come un dono anche per noi”.
Ha rilevato che desidera “proseguire la riflessione su come esercitare il primato petrino, già iniziata
nel 2007 dalla Commissione Mista, e che ha portato alla firma del Documento di Ravenna. Bisogna continuare su questa strada”.
Riferendosi ai dialoghi teologici ha sottolineato che: “ il problema più grande rimane la questione del primato. Il primato esiste ed esisteva nella Chiesa, ma la questione è l'interpretazione e l'attuazione di questo primato”.
Il giornale “La Repubblica” del 07/04/2013, ha riferito che quando è entrato nella Basilica di San Giovanni in Laterano, nella Città Eterna, per insediarsi formalmente come “vescovo” della capitale italiana ha compiuto un atto di riavvicinamento con gli ortodossi dichiarando che Lei non era “come il vignaiolo che sorveglia dall'alto la vigna”, come facevano i suoi predecessori. Il nuovo testo, che è stato letto ha detto che Lei, Illustrissimo, “presiede nella carità tutte le Chiese e con ferma dolcezza tutti guida sulle vie della santità”. Secondo il giornale, l'obiettivo principale è quello “di sottolineare che il vescovo di Roma è sì primate ma nella carità. Dall'altra, la spinta per un governo della Chiesa cattolica più collegiale, una nuova orizzontalità interna. Come era nel primo millennio”. Come è stato osservato dal primo giorno della Sua elezione, Illustrissimo, preferisce essere chiamato “Vescovo di Roma” piuttosto che “ pontefice “ e suggerisce di tornare a un primato, esercitato nel contesto della fede e della misericordia e non come illimitata autorità generale. Infine, il vicario del “Vescovo di Roma” signor Agostino Vallini leggendo Le ha augurato di “ essere in grado di formare, da un'estremità all'altra, sulla terra, un solo gregge con un solo pastore”[86].
Sono evidenti la preparazione, la promozione e il sostegno di nuove teorie, tra le quali il Filioque, il primato e l'infallibilità, formulate dai papisti in modo tale che siano accettate dagli ortodossi.[87] Il noto “religioso” e membro del Vaticano Pier Dtuprè aveva detto: “Il primato si formulerà in modo tale che lo accetterete”.
La linea del Vaticano viene perseguita con fedeltà. Fino ad oggi si sottolineava anche da teologi ortodossi che ci sono differenze dottrinali tra ortodossi e papisti, senza la cui soluzione non è possibile la unione. Ora viene evidenziato, anche da ecumenici ortodossi, che abbiamo la fede in comune, la tradizione in comune, e che a certe condizioni si potrebbe accettare il primato: “Abbiamo la stessa fede e la stessa tradizione. Il problema principale che dobbiamo risolvere è il primato del “vescovo” di Roma, vale a dire il ruolo di “Papa”, ha detto il Rev. Metropolita ecumenista Giovanni di Pergamo. “Credo che si possa trovare una soluzione. Si tratta di determinare con precisione la posizione del “vescovo” di Roma nella struttura della Chiesa universale. Gli ortodossi sono pronti ad accettare l'idea di un primato mondiale anche secondo i canoni della Chiesa antica, il “vescovo” Roma era “ primus “ [... ] Il disaccordo consiste in un tema fondamentale: Può il “vescovo” di Roma intervenire nella vita delle chiese locali? “, e ha aggiunto: “ non può interferire senza una decisione presa insieme agli altri vescovi. In breve, il “vescovo” di Roma deve sempre agire all'unisono con il sinodo”[88]. Vorremmo far notare che la coscienza della Chiesa Cattolica Ortodossa non ha mai accettato che, dopo lo scisma, tra ortodossi e cattolici romani esista una fede comune e una comune Tradizione. Testimonianza di questa coscienza sono i grandi gerarchi e Padri teofori, come s. Gregorio Palamas, s. Marco di Efeso, s. Meletios, s. Nicodemo del Monte Santo, s. Nectarios di Pentapolis, s. Dositheos Gerusalemme, e molti altri. E i sinottici sinodali dei Patriarchi ortodossi negli anni 1848, 1868, 1895. Ma anche la gente semplice ortodossa, nonostante la difficile situazione dell’occupazione ottomana e nonostante la propaganda e le pressioni sistematiche dei latini, di cui ha sofferto, a volte anche dall’Unia, non è uscita dalla fede, al di fuori di poche eccezioni, ma è rimasta fedele alla dottrina e alla fede della Chiesa[89].
Ha invitato, Illustrissimo, i “vescovi” del Vaticano a studiare il sistema sinodale della Chiesa ortodossa, perché dallo studio possono trarre conclusioni utili. Si tratta di una vera e propria “svolta” del Vaticano o un gioco per frodare gli ortodossi? Se lo spostamento è reale, allora si prepara a rinunciare a tutti i benefici, il primato e l'infallibilità (con quest'ultimo Lei diventa Dio in terra, dal momento che solo Dio è infallibile), cosa impensabile, perché ad oggi il papato non ha rinunziato alle sue eresie e falsità. Se la mossa è teatrale, allora questo serve ai disegni di ingannare gli ortodossi al fine di agevolare i piani per una pseudo-unione fra cristiani ortodossi ed eretici senza che gli ultimi rinuncino alle loro falsità ed eresie[90].
L'approccio agli Ortodossi da parte del Vaticano è un percorso indicato dal Concilio Vaticano II nella dichiarazione «Dominus Iesus». Il docente della facoltà teologica dell'Università Aristotele di Salonicco, Stylianos Tsompanidis, dice: “Dopo il Vaticano II la promozione dello spirito ecumenico e il dialogo e la cooperazione con le altre chiese è diventato una delle principali preoccupazioni dei papisti nelle locali “Chiese” in molte parti del mondo. Allo stesso tempo, hanno cominciato dialoghi bilaterali con la Chiesa ortodossa, l'anglicanesimo e il protestantesimo. Inoltre, il decreto « Unitatis redintegratio» apre le sue porte alla cooperazione e al dialogo con gli altre “chiese” cristiane , capovolgendo i conflitti di secoli.
Il 14/04/2013 diverse reti televisive hanno divulgato notizie sulla semplicità delle sue vesti, sottolineando che è diverso nel comportamento, ma anche nello stile di vita, in confronto ai suoi predecessori. Aggiungevano che ha istituito comitati per cambiare il modo dell'amministrazione del Vaticano e della “Chiesa” di tutto il mondo, aggiungendo che il Suo desiderio è quello di raggiungere il modo di amministrare degli ortodossi e del processo decisionale (il sistema Sinodale). Preghiamo sinceramente di farlo. Ma, se si aspira veramente a raggiungere il modo decisionale ortodosso, potrebbe rinunciare al “primato” o “all’infallibilità”, che la rende un semidio. Né all'uno rinuncia né all'altro, né che futuro potrà rinunciare alla più grande eresia del papato, il Filioque, per tornare nell’Ortodossia ed essere riconosciuto come vero patriarca e vescovo della vecchia Roma. Lei insiste in trucchi comunicativi per cambiare l'immagine del Vaticano e trascinare i non iniziati nelle questioni ecclesiastiche e dottrinali, i semplici cristiani ortodossi, verso il Papato[91].
Illustrissimo parla “della reciproca approfondita conoscenza delle tradizioni delle due Chiese”, quando anche l'ultima matricola di Teologia le conosce! Se in quasi un secolo di dialogo i partecipanti non le conoscono, quando le conosceranno?” L’intendimento della Chiesa cattolica sul concetto di coesistenza episcopale e la tradizione di sinodalità, noi lo conosciamo bene, poiché sono molto chiari i “termini di fede” degli ultimi due “sinodi” del Vaticano, e il modo in cui esercita il Suo potere[92].
La Sua affermazione, Illustrissimo, che “attraverso le relazioni ecumeniche è importante non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere che lo Spirito Santo agisce anche verso gli altri come un dono, proprio come agisce su di noi”, costituisce l’attuazione fedele delle decisioni del Concilio Vaticano II e in particolare l’”enciclica sull'ecumenismo”, in base la quale lo Spirito Santo agisce anche fuori dalla Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha esteso il concetto di Chiesa e ha creato una “nuova Chiesa”, introducendo sia gli eretici sia gli scismatici. Così, Lei dichiara, che lo Spirito Santo agisce all’interno della “Chiesa Nuova”, e quindi su gli eretici e i scismatici. Questo significa che ha modificato i criteri utilizzati per il riconoscimento della “Chiesa Nuova”. La “Chiesa Nuova”, come unità sacramentale non è identità, basata sull'unità della fede, la successione apostolica, il sacerdozio e i sacramenti. Tuttavia, questa nuova ecclesiologia, di voi papisti, entra in violento conflitto con l’unanimità patristica ( consensus Patrum ), secondo la quale non c'è Spirito Santo e Grazia sacramentale (di purificazione, di illuminazione e di santificazione) al di fuori della Chiesa Cattolica Ortodossa, quindi non c'è lo Spirito Santo  tra gli eretici e gli scismatici.
Nella Sua recente intervista, Illustrissimo, alla rivista «Civiltà Cattolica» ha dichiarato che lo stile di gestione del conciliabolo papale necessita di cambiamento! “Forse è il momento di cambiare la metodologia del sinodo, perché la situazione attuale mi sembra stagnante”, ha dichiarato. Ha compreso che l’assolutismo istituzionale papale “non attira” più ed è alla ricerca di un modo per salvare il conciliabolo papale, che affonda continuamente nell’incredibile sporcizia di scandali che ha toccato anche i tetti papali. È ovvio che non riesce più a controllare le forti tendenze centrifughe dei cardinali, che hanno cessato da qualche tempo di considerarla. Scandali etici e finanziari si svolgono sotto i Suoi occhi! Si è creata perfino la potente “lobby gay” nel sancta sanctorum del Vaticano! Ma, fra le cose che avete detto, la più interessante è la seguente: “Lo sforzo di una comune riflessione, alla luce del cammino, come era governata la Chiesa nei primi secoli, prima della divisione tra est e ovest, darà i suoi frutti oggi”. Ma, dovrebbe “ continuare questa riflessione sul come funziona il “primato petrino”! Vede la caduta nell’eresia, vede la soluzione, il ritorno all'ortodossia, ma la preoccupa il “primato petrino”! In altre parole, poiché non intende lasciare il “ primato petrino” il crollo della decaduta e peccaminosa struttura papale è segnato.
Il Sinodo Ecumenico è il supremo criterio ecclesiastico. Per noi ortodossi la più alta forma ecclesiastica è il Sinodo Ecumenico. Il nostro capo non è un uomo, il “Papa”. Qui è il punto essenziale della nostra disputa con il papato. I protestanti hanno abolito tutto quanto, e per questo sono più onesti dei papisti. Sono più onesti, perché non hanno voluto tenere nulla dalla Tradizione della Chiesa per distorcerlo. Il papato, però, ha sostituito il Sinodo Ecumenico con il “Papa” e ne ha fatto l'organo del papato, servo dei progetti del “Papa”. Nell’ortodossia esiste ed esisterà, fino alla fine dei tempi, come suprema istituzione il Sinodo Ecumenico. Ecumenico significa Sinodo del mondo intero. La parola ecumenico significa sostanzialmente il mondo. Il Sinodo Ecumenico, dunque, è l'incontro di tutto il mondo, e si occupa di gravi problemi di fede e dell’ordine della Chiesa. Il Sinodo Ecumenico presuppone crisi che coinvolgono il corpo della Chiesa, una minaccia alla salvezza. E poi arriva il Concilio Ecumenico, come bocca della Chiesa, a dichiarare la verità salvifica, secondo i Santi Profeti, i Santi Apostoli, i Santi Padri e Madri nei secoli[93].
Come è stato evidenziato nel convegno teologico organizzato dalla nostra Santa Metropolia con argomento “primato” sinodalità e unità della Chiesa”, svolto nello palazzo dello sport Pace e Amicizia nel 28/04/2010, il “primato papale '' non ha base teologica né santa legittimità spirituale ed ecclesiologica. Si fonda su una mentalità di dominio chiaramente secolare. L’Unione appartiene alla natura della Chiesa come corpo di Cristo e nella comunione in Cristo. La vera Chiesa è una. L’unità della Chiesa in tutti i suoi aspetti - istituzionali e carismatici – ha base spirituale. Si offre in modo sacramentale, si conserva comunque, si coltiva ​​e principalmente appare in modo eucaristico. Secondo la “Confessione di Fede” del Sinodo di Costantinopoli del 1727 “nessuna altro capo accetta la Chiesa Orientale tranne il solo nostro Signore Gesù Cristo, che il Padre ha dato alla Chiesa e fondamento in lui”. Nell’ecclesiologia ortodossa non ci può essere “primo” in termini vaghi, senza la presenza di uno specifico Sinodo di un distretto. L'istituzione del primato d'onore (questo è il termine usato dalla tradizione ortodossa religiosa in contrapposizione al termine posteriore “primato”, usato dai papisti) esprime e garantisce l'unità e la sinodalità della Chiesa Cattolica Ortodossa. La Pentarchia dei troni patriarcali è la forma con cui la Chiesa ha dato l'istituzione di un primato d'onore durante il primo millennio. Il potere del “primo”, che deriva dal primato d'onore, è il frutto della sinodalità, mentre il Suo potere, usurpato da voi, già dal primo millennio, è il risultato dell’abolizione della sinodalità della Chiesa. Nella Chiesa del primo millennio non c'era per “diritto divino” nessun primato papale di giurisdizione della Chiesa globale, ma la Chiesa aveva il diritto di decidere la sua amministrazione anche senza di Lei, il “ Papa” e le sue decisioni avevano validità universale. Dopo lo scisma del 1054 le crescenti pretese di primato papale di giurisdizione su tutta la Chiesa stravolgono completamente la santa struttura spirituale del corpo mistico della Chiesa, e praticamente eliminano la sinodalità come funzione dello spirito del corpo della Chiesa e fa entrare lo spirito secolare in esso, annulla l’equivalenza dei vescovi, si appropria dell'autorità di amministrare l’intera Chiesa, mette da parte il Dio-Uomo mettendo come capo visibile della Chiesa un uomo. In questo modo si istituzionalizza e si ripete il peccato originale. La vera unità si ottiene nell'unità della fede, del culto e nell'amministrazione. Questo è il modello di unità nella Chiesa antica, che è ancora universalmente identico nella Chiesa Cattolica Ortodossa. Il metodo dell’Unia introduce falsa unità e si fonda su una ecclesiologia eretica, perché oltre a consentire la diversità di fede e di culto, rende l'unità nel riconoscimento del primato del “Papa”, che è una legge umana istituzionale, e inverte il sistema diocesano dell'amministrazione della Chiesa è istituto di diritto divino. La diversità è accettata solo su tradizioni secondarie e costumi locali. Dopo il Vaticano I (1870) e soprattutto dopo il Vaticano II (1962-1964) il primato del “Papa” non è una mera rivendicazione amministrativa, ma un principio fondamentale della fede, assolutamente obbligatorio per la salvezza dei fedeli. Il suo rifiuto comporta anatemi secondo il “concilio” Vaticano I, la cui validità resta anche con il Vaticano II. “Per mezzo dell’eretica e blasfema dottrina del potere del primato di giurisdizione del “vescovo” di Roma e le conseguenze spirituali che da esso provengono (come la “infallibilità” del “Papa” e l’autoritario dispotismo monarchico su tutto il corpo, sotto di lui, società religiosa, che si è separata dal corpo della Chiesa), il papato ha sviluppato un sistema autoritario - monarchico di visione mistica e di distorsione del vero significato di Chiesa, vale a dire ha offeso e distorto l'ecclesiologia di questa ... Si è dimostrato nuovo paganesimo romano sotto mentite spoglie spirituali, che ha avvelenato il cuore stesso della Chiesa, ha rimosso la libertà mistica in Cristo di ogni suo membro e si è dimostrato la causa inevitabile e fatale di centinaia di varie eresie ( del protestantesimo, del vecchio cattolicesimo ecc. ) dall’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, e barriera insormontabile di un ritorno degli uomini a Lei”[94]. I partecipanti al convegno nel valutare lo sforzo del dialogo teologico odierno tra ortodossi e papisti al fine di ripristinare la comunione ecclesiastica devono avere come centro, oltre all’eliminazione degli insegnamenti eretici di Roma (Filioque, Grazia creata, infallibilità, purgatorio, etc), l’abolizione del primato papale, anziché di una reinterpretazione di esso allo scopo di essere accettato da tutti. Infine, è inaccettabile ed è non accolto il “modello per il ristabilimento della piena comunione” in un contesto sincretistico di “ unità nella diversità”[95].
Sul testo vergognoso di Ravenna, cui ha fatto riferimento, il santo igumeno del Santo Monastero di San Gregorio nel Santo Monte dell’Athos, reverendo archimandrita Georgio Kapsanis, afferma che “l'accordo di Ravenna sulla sinodalità e l'autorità non soddisfa i criteri di ecclesiologia ortodossa, per formare una base sicura per ulteriori confronti sul primato papale. Tuttavia, se negli incontri si persegue dai papisti il primato papale come era interpretato da loro nel secondo millennio e secondo il I e il II Concilio Vaticano, gli incontri devono essere indirizzati dai dei rappresentanti ortodossi, guidati dall’ortodossia dei Santi Padri, senza la compromettente mentalità dei nostri tempi o la posizione egemonica del Vaticano. Il riconoscimento di uno dei “privilegi” del “Papa” o l'approvazione di taluno, contro l’ecclesiologia ortodossa, significa senza dubbio un’unione uniata, che non riconosceremo. Questo perché dobbiamo preservare noi stessi e il popolo ortodosso da una forma moderna di uniatismo, in cui oltre ad altre conseguenze, rischiamo la nostra salvezza eterna. Ma considerando che dobbiamo, in parallelo, aiutare, se è possibile, anche voi, “ signori della “ Chiesa” occidentale a ritornare in voi stessi” come diceva il memorabile patriarca di Gerusalemme Chrysanto, e espellere il papato per la salvezza di loro stessi e del loro popolo che ignora l'Ortodossia”[96].
Il professore di Dogmatica nella facoltà teologica dell'Università Aristotele di Salonicco, Dimitrios Tselengidis sottolinea che nel testo di Ravenna l'ecclesiologia ortodossa si estende, in modo inammissibile, ed è applicata anche agli eterodossi. Questo viene fatto senza precondizioni, ossia senza prendere in considerazione le differenze dottrinali esistenti, legittimando così l’ecclesiologia eterodossa e identificandola con l'Ortodossia. La sua innovazione ecclesiologica pervade l'intero testo e arriva in singolari stranezze ecclesiologiche[97] che alterano l’autocoscienza dell'Ortodossia. Nel testo comune è implicito che ortodossi e papisti appartengono a “ una chiesa “ e che i papisti hanno fede apostolica comune con noi, nonostante l'identificazione di essenza ed energia in Dio, nonostante il Filioque, nonostante il loro erroneo insegnamento dottrinale per una creata e non increata e deificante Grazia. Tutto quello che abbiamo riportato sopra, in cui rimangono fino ad oggi i papisti rimangono inamovibili, fa decadere la natura della Chiesa come «comunione di divinizzazione”[98]', nel senso ontologico della parola, cioè adesione reale e non simbolica degli uomini alla vita divina. Annullano, anche, il carattere essenziale dei misteri. Sulla base della formulazione del testo comune - e senza estendersi alle altre differenze dottrinali con i papisti ( primato, infallibilità, fuoco purificatore, immacolata concezione, etc.)- si può certamente sostenere che la base per il dialogo, valutato teologicamente, è purtroppo completamente errata . Questo perché sono state ignorate fondamentali pre-condizioni bibliche e patristiche. Così, il fallimento del dialogo teologico è predestinato. Il dialogo teologico ha già portato la Commissione Mista Internazionale alla creazione di dieci testi comuni. In essi, però, non state adottate le fondamentali pre-condizioni; infatti in nessun di questi testi comuni si ha una chiara condanna delle nuove dottrine del papato, come ad esempio del Filioque. Questa pratica osservava con evidente preoccupazione il beato anziano Paisios della Santa Montagna e giustamente e profeticamente osservò: “Siamo partiti per andare in un luogo ma stiamo andando da qualche altra parte, senza rendercene conto, questo perché non si seguono le orme dei Santi Padri “. Dall’inizio del 20esimo secolo, con la nota Enciclica patriarcale del 1920, abbiamo iniziato a mettere da parte essenzialmente la raccomandazione di s. Gregorio Palamas riguardo ai papisti, che il dialogo teologico con i papisti può essere fatto solo dopo aver rimosso il tristemente aggiunto Filioque al Credo[99], ad adottare altre condizioni per il dialogo teologico con gli eterodossi. Così, è stata inaugurata un'altra via non patristica, con l'inevitabile conseguenza adesso di incamminarci ( senza accorgersene) in un altro luogo”. Il testo di Ravenna presenta chiare conseguenze negative delle erronee condizioni del dialogo teologico e ne determina la qualità, a meno che non si cambiano le condizioni del dialogo”.
Inoltre, espongo umilmente le seguenti:
L'Apostolo Pietro non ha ricevuto dal Signore nessun “primato” di' amministrazione o ​​di autorità sugli altri Apostoli e su tutta la Chiesa (in accordo con il pensiero dei grandi Padri della Chiesa sul vero significato del passo della Scrittura) in modo da poter impartire tali poteri a ogni suo successore spirituale (anche se gli Apostoli non avevano successori spirituali, come fondatori di molte chiese ). Anche la domanda, per tre volte «Simone di Giona, mi ami tu?», tramite la quale è stato restaurato al grado apostolico, l’avete distorta per introdurre il falso e inesistente “primato petrino”, ma siete stati sfortunati perché l'evangelista osserva che Pietro si rattristò che per la terza volta gli è stato chiesto: «Mi ami tu?» (Giovanni 21,15 - 19), era rattristato perché si è ricordato del suo rifiuto.
Nell’amministrazione sinodale della Chiesa primitiva di Gerusalemme esisteva una parità di ruoli fra i dodici Apostoli (dopo l'elezione sinodale di Mattia), l’Apostolo Pietro non aveva nessun ruolo d’onore neanche di presidenza, perché la presidenza onoraria l’aveva l'Apostolo Giacomo (il fratello di Dio).
Vorrei citare brevemente ora la chiara testimonianza della Scrittura e della storia, da cui si scopre che l’Apostolo Pietro non era né il fondatore della Chiesa di Roma, né è stato martirizzato là, né ha vissuto in essa.
Oltre alle tante testimonianze, la maggior parte delle quali sono ampiamente esposte nello studio storico del santo Vescovo Nettario di Pentapolis, pp 12-40, espongo anche la prima Epistola Cattolica dell'Apostolo Pietro “ Pietro, Apostolo di Gesù Cristo, agli eletti che risiedono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia... “, scritta intorno al 62 d.C. In questa lettera, anche se universale, è taciuto il nome di Roma, o perché è stata scritta da Roma, o perché non si era recato ancora a Roma.
La prima supposizione è da escludere perché dice chiaramente che si trovava in Babilonia, ed è evidente che si tratta della Babilonia d'Egitto (secondo le testimonianze storiche è da escludere quella antica) che si trovava a sud della città di Ilioupoli, dove vi erano grandi comunità ebraiche e un tempio ebraico in cui si trovava la tomba del profeta Geremia. E questo è supportato dalle rivendicazioni dei cristiani d'Egitto che il fondatore della Chiesa di Alessandria è l’Apostolo Pietro, che ha lasciato la Chiesa di Alessandria all’Evangelista Marco.
Ne consegue, quindi, che quando è stata scritta la prima epistola cattolica, ossia intorno al 62 d.C., l’Apostolo Pietro non aveva ancora visitato Roma.
Ma che l’Apostolo Pietro non è stato a Roma neanche dopo aver scritto la prima lettera lo testimonia la seconda lettera universale, specialmente perché è stata scritta rivolta a i cristiani delle genti, mentre la prima si rivolgeva gli ebrei.
Ma anche nella seconda lettera non è menzionato per nulla il nome di Roma. E, infine, anche verso la fine della sua vita l’Apostolo Pietro non è andato a Roma, è confermato dalla seconda lettera a Timoteo dell'Apostolo Paolo, in cui scrive espressamente: “... Nella mia prima difesa nessuno è stato al mio fianco, ma mi hanno tutti abbandonato; questo non venga loro imputato. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha fortificato, affinché per mio mezzo la predicazione fosse portata a compimento e tutti i gentili udissero”[100].
Questa lettera, che l’Apostolo Paolo ha scritto verso la fine della vita, chiaramente afferma che durante la sua scrittura all'Apostolo Pietro non era a Roma, altrimenti l’Apostolo Paolo lo avrebbe necessariamente menzionato.
Si scopre, però, ancora, che anche prima di essere scritta questa lettera l’Apostolo Pietro non si era recato ancora a Roma, perché non era possibile che l’Apostolo Paolo non scrivesse “a Roma tramite di lui hanno sentito le nazioni l’annunzio”, se in precedenza l’Apostolo Pietro aveva insegnato lì.
Se a queste testimonianze si aggiunge quanto è scritto negli Atti[101] sul primo viaggio a Roma dell'Apostolo Paolo, in connessione con la lettera ai Romani, si arriva all’innegabile conclusione che l'Apostolo Pietro non si recò a Roma né prima della visita dell'Apostolo Paolo a Roma, né prima che egli scrivesse la seconda lettera a Timoteo.
Tuttavia, è da escludere che egli si recò a Roma dopo che Paolo scrisse la lettera, considerando che è stata scritta poco prima della morte di Paolo, perché non c'era più ragione, considerando che la Chiesa di Roma, che è stata fondata dall'Apostolo Paolo, contava già una moltitudine di martiri, ma non c'era più tempo perché comincia la grande persecuzione di Nerone, in cui probabilmente vengono martirizzati entrambi, ma non a Roma. Perché anche riguardo questo non esiste nessuna seria certezza storica. Tutti, come si vedrà di seguito, in buona fede, si sono basati alla tradizione antica, ma essa a sua volta si basava sui libri apocrifi e fonti non veritiere.
Inoltre, prove storiche inconfutabili attestano il contrario. E tra questi la testimonianza di san Clemente di Roma (d.C. 88-97 ):
“… Ma smettiamo con gli esempi antichi, veniamo ai vicini a noi divenuti atleti; prendiamo i luminosi esempi della nostra generazione. Per gelosia e per invidia le somme e giuste colonne (della Chiesa) furono perseguitate e lottarono sino alla morte. Prendiamo di fronte ai nostri occhi i sommi Apostoli. Pietro, a causa dell'ingiusta invidia, non uno o due, ma molti dolori sopportò, e così col martirio si è incamminato verso il dovuto luogo di gloria. Per invidia e discordia Paolo mostrò il premio della pazienza. Per sette volte portando catene, esiliato, lapidato, fattosi messaggero nell'oriente e nell'occidente, ebbe la nobile fama della fede ardita. Avendo predicato la giustizia in tutto il mondo e giunto al confine dell'occidente e dando testimonianza davanti alle autorità, lasciò il mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il sommo campione di pazienza”.
Dalle parole di San Clemente si può dedurre che non sono morti a Roma entrambi, perché altrimenti avrebbe menzionato un tale fatto, che non sono morti a causa del rogo di Roma... ma a causa di gelosia e per invidia; e, infine si deduce, che solo l'Apostolo Paolo divenne il predicatore dell’occidente, “ giunto al confine dell'occidente “.
Si afferma inoltre che l’Apostolo Paolo visitò la Spagna (che è il confine dell'occidente), come scrisse nella lettera verso i Romani: “... avendo da molti anni un grande desiderio di venire da voi, quando andrò in Spagna, verrò da voi; passando, spero infatti di vedervi e di essere accompagnato da voi fin là, dopo aver goduto un poco della vostra compagnia... “[102]. E che a quanto pare è stato martirizzato là, “... al confine dell'occidente “, dove secondo s. Clemente, “è giunto”.
Tuttavia indipendentemente dal luogo e dal tempo in cui sono morti i sommi Apostoli, la più importante testimonianza, che dimostra che l’Apostolo Pietro non si recò mai a Roma prima dell'Apostolo Paolo, e quindi non istituisce lui la Chiesa di Roma, proviene dal confronto della lettera di Paolo ai Romani e quanto è riportato negli Atti degli Apostoli[103] sul primo viaggio dell'Apostolo Paolo a Roma.
I cristiani di Roma (ai quali è indirizzata la lettera ai Romani) erano ovviamente gentili della Siria, della Macedonia e della Grecia, che erano stati istruiti in precedenza dall'Apostolo Paolo, ma probabilmente anche alcuni ebrei, dalla numerosa comunità ebraica di Roma. Loro non formavano una chiesa organizzata, e a quanto pare si incontrano nelle case come la casa di Aquila e Priscilla[104].
Si conclude come riferito alla sezione 1, 6 e 15 della lettera ai Romani (dove l'Apostolo sottolinea “sono Apostolo dei gentili” e “... Così, quanto a me, sono pronto ad evangelizzare anche voi che siete in Roma...”) e come riferito alla sezione 11, 13 della stessa lettera, “... io parlo a voi gentili... “.
L’Apostolo Paolo, da Corinto, nel 58 d.C., scrive ai cristiani di Roma e mette in evidenza : “... da Gerusalemme e nei dintorni fino all'Illiria, ho compiuto l’evangelo di Cristo, avendo l'ambizione di evangelizzare là dove non era ancora stato nominato Cristo, per non edificare sul fondamento altrui”[105].
E aggiunge: “... Anche per questo motivo sono stato spesse volte impedito di venire da voi. Ma ora, non avendo più luogo da evangelizzare in queste contrade, e avendo da molti anni un grande desiderio di venire da voi, quando andrò in Spagna, verrò da voi”[106]. Non è forse testimonianza quanto l’Apostolo Paolo scrive ai cristiani di Roma, sapendo bene che prima di lui “là non era ancora stato nominato Cristo “e che “ nessun altro fondamento prima di lui era stato messo a loro”, e per questo motivo desiderava visitarli?
Quindi l’Apostolo Pietro non si era recato a Roma prima della stesura di questa lettera, vale a dire prima del 58 d.C. Forse, però, vi si è recato durante i due anni trascorsi da quando l’Apostolo Paolo scrisse la lettera e alla sua prima visita a Roma? Per noi, quando riferito negli Atti[107] sul primo viaggio a Roma dell'Apostolo Paolo, e i due anni trascorsi là, lo escludono assolutamente. Espongo questo in sintesi come segue:
All’Apostolo Paolo e ai suoi vennero incontro “fino al Foro Appio e alle Tre Taverne... “ i fratelli cristiani di Roma, conosciuti, a quanto pare, dall'Apostolo Paolo, che infatti, che quando li vide “rese grazie a Dio e prese coraggio”. Ma la Chiesa di Roma è sprovvista chiaramente di un “vescovo” altrimenti sarebbe menzionato, come per gli anziani della Chiesa di Efeso[108].
L'Apostolo Paolo “rimase due anni interi nella casa che aveva presa in affitto”[109], tre giorni dopo il suo arrivo a Roma “chiamò i capi dei Giudei... “ [110] per parlare loro del Signore Gesù Cristo, “... a motivo della speranza d'Israele che io porto questa catena”[111]. “Ma essi gli dissero: «Noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera a tuo riguardo dalla Giudea, né è venuto alcuno dei fratelli a riferire o a dire alcun male di te. Ma desideriamo sapere da te ciò che pensi perché, quanto a questa setta, ci è noto che ne parlano male ovunque». Avendogli fissato un giorno, vennero in gran numero da lui nel suo alloggio; ed egli, da mattina a sera, esponeva e testimoniava loro del regno di Dio e, tramite la legge di Mosè e i profeti, cercava di persuaderli sulle cose che riguardano Gesù. Alcuni si lasciarono convincere dalle cose dette, ma gli altri rimasero increduli”[112].
Con quanti persuasi insieme agli altri fratelli e sorelle, preesistenti cristiani, fonda la Chiesa di Roma, consacrando Vescovo il suo discepolo Lino. Come, dunque, è stato possibile in questa descrizione molto dettagliata del primo viaggio dell'Apostolo Paolo a Roma e avendo vissuto per due anni lì, non fare il minimo accenno a qualsiasi viaggio precedente là dell’Apostolo Pietro e dell'esistenza a Roma di una Chiesa fondata da lui e il nome del vescovo?
E come è possibile che i capi dei Giudei a Roma tacciono su un viaggio del “fratello” e “ maestro” Apostolo Pietro, al contrario affermando che “nessuno dei fratelli è venuto” fino ad allora da loro, e chiedono all'Apostolo Paolo di sentire l'insegnamento cristiano? Se l’Apostolo Pietro si fosse recato prima a Roma e avesse insegnato e fondato la Chiesa, come era possibile che loro non sapessero? Era possibile poi che il vescovo della Chiesa locale non parlasse all'Apostolo Paolo di un avvenimento simile?
Ma anche nelle sue lettere, che senza dubbio sono state scritte a Roma, verso i Filippesi, i Colossesi e verso Tito, Paolo nei due anni in cui è rimasto a Roma, non fa nessun accenno sull'Apostolo Pietro, mentre in particolare la lettera ai Colossesi, in cui fa menzione di tanti altri, costituisce una prova inoppugnabile che l'Apostolo Pietro non andò a Roma, né prima né dopo di lui né durante il tempo che vi rimase. E dalla seconda lettera a Timoteo scritta da Roma, poco prima della morte di Paolo (64-67 d.C.), si riconferma che egli non è andato a Roma.
Tuttavia anche altre fonti e fatti storici, in collegamento con le sopra menzionate testimonianze della Scrittura, evidenziano che sono completamente false le affermazioni dei teologi papali che l'Apostolo Pietro si recò a Roma nel 41 d.C.!, vi rimase ininterrottamente! fino al 66 d.C., quando fu martirizzato durante il regno di Nerone.
Così, si afferma che l’Apostolo Paolo “dopo tre anni, salì a Gerusalemme per andare a vedere Pietro e rimase con lui quindici giorni”[113]. Il primo, dunque, incontro dei due Apostoli ha avuto luogo a Gerusalemme nel 39 d.C. Continuando l’Apostolo Paolo, nella stessa lettera[114], conferma che è salito, per la seconda volta a Gerusalemme, “dopo quattordici anni “ con gli Apostoli Barnaba e Tito. Durante questa visita ha avuto luogo a Gerusalemme il primo Sinodo Apostolico sulla modalità di ammissione nella Chiesa dei gentili[115].
Così, dopo quattordici anni dal 39 d.C., cioè nel 53 d.C., l’Apostolo Pietro è a Gerusalemme e per prendere parte al primo Sinodo Apostolico, e allo stesso tempo dà - con Giovanni - agli Apostoli Paolo e Barnaba “ mandato “ e poi è controllato dall'Apostolo Paolo ad Antiochia.
Nel 58, come ho detto, è scritta, da Corinto, la lettera ai Romani, in cui l'Apostolo Paolo riconosceva che nessun altro Apostolo si era recato fino ad allora a Roma, e nel 60 d.C. sale a Gerusalemme[116], dove a quanto pare non è presente l’Apostolo Pietro, perché si reca a visitare solo Giacomo, “e tutti gli anziani erano presenti”. Catturato a Gerusalemme viene trasferito a Cesarea, dove rimane prigioniero per due anni[117] e da là scrive la sua epistola agli Efesini e poi si reca a Roma, nel 62 d.C.
Se si tiene conto: 1) che quando San Pietro scrisse la sua prima Epistola Cattolica ai Giudei cristiani sparsi nel mondo “Ponto, Galatia, ecc “ era a conoscenza della lettera di Paolo agli Efesini scritta nel 62 d.C., 2) che prima di questa lettera - l'ultimo passaggio dell'Apostolo Paolo a Gerusalemme - non si trovava lì, 3) che da quando fu scritta la lettera ai Romani ( 58 d.C.) e successivamente agli Efesini ( 60-62 d.C. ) fino al suo primo viaggio, come prigioniero, dell'Apostolo Paolo a Roma, non si era recato a Roma (come dimostrato dalla descrizione dettagliata negli Atti), è chiaro che, mancando l'Apostolo Pietro da Gerusalemme, quando l'Apostolo Paolo è salito per ultima volta , perché si trovava a Babilonia, in Egitto, dove scrisse la prima Epistola Cattolica, in cui non fa riferimento alcuno di Roma, proprio perché non si era recato lì?
Confrontando, quindi, tutte queste testimonianze è ormai inconfutabile conclusione che l'Apostolo Pietro non si recò a Roma prima di San Paolo.
Confrontando anche le lettere dell'Apostolo Paolo ai Filippesi, ai Colossesi e Tito, che certamente furono scritte a Roma, durante il periodo pluriennale di soggiorno (in cui nessun accenno è fatto sull'Apostolo Pietro), è altrettanto chiaro che neanche durante il soggiorno dell'Apostolo Paolo a Roma l’Apostolo Pietro era a Roma, perché, come abbiamo detto, non c'era motivo, dal momento che la Chiesa di Roma, fondata dall'Apostolo Paolo, prosperava, e poco tempo dopo è cominciata la grande persecuzione di Nerone. Infine, dalla seconda lettera a Timoteo dell'Apostolo Paolo, scritta a Roma poco prima della sua morte, si riconferma che l'Apostolo Pietro non ha mai visitato Roma.
Così si dimostrano del tutto infondate e non veritiere le affermazioni dei teologi del Papa e le informazioni che dà Eusebio, Ireneo (Lione), Dionigi di Corinto e del presbitero Gaio, che loro invocano perché, queste informazioni si fondano su libri apocrifi e fonti infondate.
Dallo “... Studio” di s. Nettario (pp. 32-40) riporto il seguente:
“Vediamo che entro la fine del 66 d.C. Paolo era a Roma e libero e vivo. Poiché non si fa menzione mai di Pietro si deduce che Pietro non si trovava a Roma...”
Ma Pietro anche successivamente non si recò a Roma, almeno fino all'81 anno di età, come testimonia quanto raccontato da Eusebio che però sconfessa se stesso.
Eusebio nel suo terzo libro, nel capitolo I, II ​​, e nel suo quarto libro dice che Pietro si è recato a Roma e lì ha ordinato Lino come primo vescovo di Roma e nel secondo libro, che è stato ucciso a Roma durante il regno di Nerone ... Ma nel suo terzo libro,capitolo 13, dice : “Nel secondo anno del regno di Tito, Lino vescovo della Chiesa di Roma e avendo per dodici anni l'incarico lo ha consegnato ad Anacleto”.
Vediamo a quale anno corrisponde il secondo anno del regno di Tito, durante il quale ha ricevuto il trono Anacleto.
Claudio regnò dal 40 al 54. Nerone dal 54 al 68. Vespasiano dal 69 al 79. Tito dal 79 all’81 e più di un terzo dell’anno. Dunque, se da 81anni si levano i 12 anni dell’episcopato di Lino, 81-12 = 69, si deduce che Lino è stato ordinato vescovo intorno al 69-70 d.C. secondo la testimonianza di Eusebio.
Ci chiediamo, come ha fatto ad essere ordinato da Pietro, martirizzato nel 66, secondo i papisti. Nel terzo libro, capitolo IV, dice le seguenti incongruenze: “Lino che è ricordato (da Paolo) che stava con lui a Roma, designato come primo dopo Pietro nella Chiesa Romana”. Come può essere “stato designato dopo Pietro” con la notizia, che ci dà solo nove capitoli dopo, dello stesso libro? Come lui, ordinato da Pietro, è stato ordinato vescovo a Roma nel 69 d. C.?
Quindi giustamente abbiamo sostenuto, che il “dopo Pietro “ era in realtà “dopo Paolo”. Questa informazione, che Lino è stato ordinato nel 69-70, conferma il secondo viaggio a Roma di Paolo, forse dopo il viaggio in Spagna; testimonianza che ci conferma che era ancora vivo; la testimonianza che vuole il suo martirio dopo Pietro nel 66 d. C., durante il regno di Nerone, è da considerarsi errata. Che Paolo era e non Pietro è testimoniato anche dalle disposizioni degli Apostoli, Libro VI cap. 45, in cui solo di Paolo si fa menzione e non di Pietro.
Anacleto, secondo Eusebio, fu vescovo per 12 anni: “per dodici anni sotto la sua egemonia (di Domiziano) la Chiesa Romana. Ad Anacleto dopo dodici anni di episcopato gli succede Clemente”[118].
Tito è morto, come abbiamo visto, nell’81 d.C. e gli succede Domiziano... quindi se si aggiungono 12 all’81 abbiamo 93, anno in cui Clemente è stato ordinato come terzo successore nel trono romano, tuttavia secondo papisti, anche egli, è stato ordinato da Pietro!
Eusebio riporta il seguente passo di Ireneo: “Hanno fondato ed costruito la Chiesa i beati Apostoli, per imposizione delle mani hanno ordinato Lino episcopo[119]“. Anche nel capitolo dello stesso libro riporta un altro passo di Ireneo: “Matteo agli ebrei nella loro lingua e scrittura ha scritto il Vangelo, intanto che Pietro e Paolo a Roma hanno evangelizzato e fondato la Chiesa. E dopo la loro morte Marco, discepolo di Pietro e interprete, ha dato a noi, per iscritto, quando Pietro predicava”.
Da questi due brani dalla storia di Ireneo, conosciamo sette cose: 1) Pietro e Paolo insieme hanno fondato ed costruito la Chiesa di Roma; 2) che insieme hanno ordinato vescovo della Diocesi di Roma Lino; 3) che l'evangelista Matteo in dialetto ebraico scrisse il suo Vangelo; 4) che ha scritto intanto che Pietro e Paolo hanno evangelizzato e fondato la Chiesa di Roma; 5) che Pietro e Paolo sono morti lo stesso periodo; 6) che Marco è diventato interprete di Pietro a Roma e 7) che Marco ha scritto dopo la morte degli Apostoli il suo Santo Vangelo.
Esaminiamo se veramente è così.
In primo luogo, Ireneo dice che Pietro e Paolo erano con-fondatori della Chiesa di Roma, Ireneo ha vissuto nel II secolo (140-202 d.C.). Queste informazioni le ha avute a Roma, perché ha creduto come vera la storia su Simone il mago, infatti egli scrive, che in effetti a Roma in onore di Simone il mago hanno eretto una statua in onore della sua arte magica... Aver accettato il mito come verità storica, spiega che abbia accettato che Pietro era a Roma durante il regno di Claudio Cesare, perché in questo mito si fonda tutta la storia di quanto Pietro e Paolo hanno compiuto contro Simone il mago e il viaggio di Pietro a Roma.
Prima di Ireneo, anche Giustino filosofo e martire, che ha vissuto durante la metà del secondo secolo, ha creduto al mito, avendo avuto garanzie e persuaso dai cristiani di Roma. Ecco cosa dice Giustino: “Simone da Samaria dalla piccola città di Titton, durante il regno di Claudio Cesare tramite dei demoni che agiscono avendo compiuto grandi magie nella nostra città di Roma è stato proclamato dio e gli è stata eretta una statua ed è onorato come un dio; la statua è stata eretta presso il fiume Tevere, tra due ponti, con la scritta «Simoni deo sancto »”.
Secondo le fonti pseudo-clementine, Simone il mago predisse che sarebbe stato onorato come un dio a Roma, e in suo onore avrebbero eretto una statua. Le fonti pseudo-clementine affiorano in quell’epoca, ciò nonostante il mito di Simone il mago è antecedente, risale al secondo secolo.
Gli Atti degli Apostoli di Pietro e Paolo e la predica perduta di Pietro sono opere che hanno inizio in questo primo secolo, provenienti dai cristiani ebrei, che non si erano distaccati dal culto della legge e che hanno combattuto Paolo per i suoi insegnamenti contro il culto della legge, e a causa del loro attaccamento al culto ebraico, costituiscono la setta degli Esseni e dei Evionei e così non c’è dubbio riguardo alle fonti dalle quali hanno attinto sia Giustino che Ireneo. Dunque l'informazione che ci dà Ireneo per la fondazione e la costruzione della chiesa di Roma da parte di Pietro e Paolo manca di validità storica.
Esaminiamo la verità storica della seconda notizia.
La seconda notizia ci dice che sia Pietro che Paolo hanno fatto Vescovo di Roma Lino (mentre nel volume III, 4, dice che solo da Pietro Lino fu ordinato vescovo).
Questa notizia può essere divisa in due parti: 1) una deduzione errata proveniente da una fonte errata, e 2) una verità storica. La deduzione errata è stata elaborata dalle false tradizioni sul mito di Simone il mago, invece l’ordinazione a vescovo di Lino da Paolo è verità storica.
La terza notizia, che l'evangelista ha scritto in dialetto ebraico, è utile a noi in quando collegata con la quarta notizia. Che Matteo ha scritto intanto che Pietro e Paolo evangelizzavano e costruivano la Chiesa di Roma.
Abbiamo già visto che Ireneo, fidandosi, accetta il mito di Simone il mago come una verità storica, quindi anche la presenza contemporanea di Pietro e Paolo a Roma, che abbiamo già dimostrato che è priva di validità storica. Ma che, nello stesso periodo di tempo Matteo scrisse il suo Vangelo da dove risulta? Come possono essere contemporanee due cose, una delle quali non ha avuto luogo?
La testimonianza di Ireneo risulta inesatta sul Vangelo di Matteo, che dichiara che è stato scritto all'inizio della guerra giudaica, come risulta dal capitolo 24, versetto 15 cioè nel 67 d.C., quindi dopo il martirio degli Apostoli ( Pietro e Paolo). Si deduce che la notizia di Ireneo è inesatta perché l'esame critico prova tale inesattezza, quindi non si può fare affidamento su questa testimonianza di Ireneo che là ha avuta fidandosi.
La quinta notizia che Pietro e Paolo erano morti contemporaneamente (a Roma), da nulla è testimoniato al di fuori di fonti apocrife, che mancano di validità perché anche la testimonianza di Dionigi di Corinto, che visse nel 170 d. C., e scrisse al Vescovo di Roma “che sotto Pietro e Paolo è nato il vivaio dei Romani e dei Corinzi che insieme hanno disposto, ed entrambi, nella nostra Corinto hanno noi impiantato e allo stesso modo hanno insegnato. Allo stesso modo, in Italia, insegnando insieme hanno martirizzato nello stesso tempo”, non ha validità storica perché proviene dalle stesse fonti.
Se ha qualche validità, è la notizia che sia Pietro, sia Paolo hanno predicato a Corinto, testimoniato dalla prima lettera ai Corinzi di Paolo, che controlla le controversie dei Corinzi, che dicevano: «Io sono di Paolo», «io di Apollo», «io di Cefa» ed «io di Cristo»[120] . Ma nulla accenna riguardo ad una eventuale predicazione di Pietro a Roma. Ma se i teologi di Roma pensano il contrario potrebbero assegnare il primato alla Chiesa di Corinto, perché è irrispettoso che la più anziana ne sia privata mentre la più giovane si vanti.
Anche la testimonianza di Gaio il presbitero, che visse nel 200 d. C.[121], e scrisse a Procolo circa i trofei, ossia le tombe degli Apostoli a Roma, viene dopo le testimonianze di Ireneo e di Giustino, che non dicono niente riguardo i trofei, e dopo gli pseudo scritti di Clemente, che sono stati concepiti a sostegno dei principi ambiziosi dei Papi, non possono avere validità storica, perché chi ha scritto gli pseudo scritti di Clemente, potrebbe aver costruito anche i trofei degli Apostoli. Comunque esistevano i trofei di Paolo (le catene), che potevano essere attribuiti ai due Apostoli. Dunque nulla aggiunge la testimonianza di Gaio parlando dei trofei degli Apostoli.
Quando Gaio parla dei trofei di coloro che hanno fondato la Chiesa di Roma, da dove è evidente che intende dire Pietro? Ciò è quando si riferisce alla logica petitio principii. Sarebbe necessario che fosse già dimostrato che fra i fondatori della Chiesa di Roma c’era anche Pietro per ammettere che Gaio, quando cita l’esistenza di un trofeo a Roma, si riferisse alla tomba di Pietro.
Quali sono coloro che Gaio intende come i fondatori della Chiesa di Roma? Intende Paolo e i suoi discepoli. Perché Apostoli non sono solo i discepoli di Cristo, ma anche i loro discepoli. Così Luca chiama Barnaba Apostolo, Paolo chiama spesso Apostolo Tito, Timoteo e Silo, Clemente di Alessandria chiama Apostolo Clemente di Roma, contemporaneo di Gaio.
Ma, più importante argomento contro il parere dei contrari è quando Gaio dice per i trofei degli Apostoli a Roma, che non può essere vero, perché sono in lotta di fronte alle cose.
Gaio cita i “trofei Apostoli”, ciascuno dei quali può essere visto al Vaticano o sulla via di Ostia, cioè in luoghi gloriosi. Ma era possibile, fintanto che i cristiani, per sopravvivere, dovevano rimanere nascosti?
Se veramente esistevano le tombe, come dice Gaio, costruite nel secondo secolo, vale a dire sotto Traiano, o Adriano, perché solo allora i cristiani godevano di una certa libertà. Ma allora perché Paolo di Samo, vescovo di Antiochia, intorno al 250, non dice nulla a riguardo? Perché, Ammonio di Alessandria, che ha scritto l’esegesi dei Vangeli intorno al 250, non dice nulla a riguardo? Perché Minoukios ( 213 ) il Felix, nel suo dialogo sulla religione non ha scritto nulla ?
Allo stesso modo perché Luciano, presbitero, in Antiochia, e Dionigi, vescovo di Antiochia, che ha scritto intorno al 240, non menziona nulla?
La testimonianza di Origene sulla morte di Paolo a Roma sotto Nerone è smentita da Clemente di Roma, che racconta che Paolo è “giunto al confine dell'occidente e dando testimonianza davanti alle autorità”, anche se intesa come vaga e non precisa l’informazione, indicando come luogo di martirio la Spagna, non indica però Roma.
Né la testimonianza di Eusebio, che racconta la morte dei due Apostoli a Roma, ha una validità storica secondo quando esposto finora, perché in molti punti si contraddice e le sue informazioni provengono da torbide fonti. La prova è che presenta come verità storica la leggenda di Simone il mago mentre parla della notizia della morte dei due Apostoli, e accetta, senza controllo alcuno, come verità storica ogni racconto o informazione ...
La sesta notizia, che Marco era l'interprete di Pietro a Roma, è compromessa da queste sante Scritture. Marco era probabilmente l’interprete di Pietro, ma non a Roma, molto probabilmente in Egitto, perché in Egitto parlavano il copto, il greco e il latino.
A Roma non era possibile, a) perché Pietro non si recò mai a Roma, e b) perché, come abbiamo visto, Marco era fino al 62-63 in Egitto con Pietro e da quel momento è citato nelle lettere di Paolo, come si è visto come suo collaboratore e non si fa nessuna menzione del nome di Pietro, e quindi questa notizia di Ireneo manca della validità della testimonianza delle Scritture. La notizia che Marco divenne l’interprete di Pietro è nel vero ma, giacché Pietro non è stato mai a Roma, è probabile che sia successo in Egitto, a suffragare il nostro pensare circa il luogo della scrittura della prima Epistola Cattolica.
La settima notizia, che dopo la morte degli Apostoli Marco consegna il suo Vangelo, non è supportata e che egli scrisse a Roma e che era anche “approvato dall’Apostolo Pietro”, come lo storico Eusebio scrive nel suo secondo libro, capitolo 15, manca di valida storica perché, tramite l'indagine critica, è inesatta e contro la verità storica ed ecco la prova:
Il Vangelo di Matteo è stato tradotto in greco, e dal confronto tra i tre Vangeli, dalla traduzione del Vangelo di Matteo, di Luca e di Marco, si dimostra che sia Luca che Marco scrivendo hanno tenuto conto di questa traduzione; perché 42 passi del Vangelo di Marco e Luca sono del tutto uguali a quelli del Vangelo di Matteo, perciò Marco scrisse il suo Vangelo molto più tardi.
È molto probabile, e forse certo, che Marco ha scritto ad Alessandria, dove essendo al servizio di Pietro come interprete ha consegnato quello che egli predicava, per iscritto, a coloro che si convertivano, per questo la testimonianza di Ireneo, contenendo diverse vulnerabilità, non può servire come base per costruire il primato del “Papa”. La stessa validità storica hanno tutte le testimonianze sopra nominate.
Quindi nessuno ha dimostrato che l'Apostolo Pietro si recò a Roma, che ha predicato e che morì a Roma. Infatti la Sacra Bibbia e la storia della Chiesa testimoniano il contrario.
Dalla dettagliata analisi critica delle informazioni di Ireneo (Lione), di Dioniso di Corinto, del presbitero Gaio, di Origene ed Eusebio riguardo un viaggio dell’Apostolo Pietro a Roma e la fondazione da lui, in collaborazione con l'Apostolo Paolo, della Chiesa di Roma, si scopre che queste informazioni sono basate del tutto su tradizioni e fonti chiaramente non veritiere e contrarie alle testimonianze della Scrittura e della storia.
Che queste fonti e tradizioni non veritiere sono state puntualmente progettate, come risulta chiaramente dgli pseudo scritti di Clemente, verso la fine del II secolo e messi in circolazione dal papato, in quanto pensava di sostituire il secolare «imperium» e il «Pontifex maximus» degli imperatori romani con uno sedicente spirituale e cristiano.
Ed era naturale, considerando le condizioni spirituali complessive di quel tempo, le difficoltà di comunicazione spirituale tra grandi e remote città e la mancanza di mezzi di controllo dell'autenticità degli scritti, che erano su pergamena, non avere un corretto controllo diretto delle tradizioni e le fonti attinenti.
Ma anche se si accetta che dopo l'Apostolo Paolo o prima di lui anche l'Apostolo Pietro ha visitato Roma (anche se questa versione è da escludere per quanto esposto) e che insieme con l'Apostolo Paolo, o prima di lui, ha fondato la Chiesa di Roma, anche così il papato non avrebbe da esibire nessun argomento per giustificare il fondamento del “primato” su tutta la Chiesa, perché, come abbiamo dimostrato, nessun “primato” apparteneva all'Apostolo Pietro. Anche se avesse fondato la Chiesa di Roma, anche se fosse morto a Roma, non avrebbe potuto trasmettere al vescovo della Chiesa di Roma, qualche potere particolare o giurisdizione su tutta la Chiesa. Molto giustamente il beato Arcivescovo di Bulgaria Leon sottolinea nella già citata lettera il seguente :
“Se Roma è considerata prima perche ha avuto il sommo degli Apostoli probabilmente Antiochia ha il primato, perché prima di Roma l’Apostolo Pietro è stato vescovo in Antiochia. Inoltre, se Roma (è considerata prima) a causa del sommo degli Apostoli che ha percorso là la via del martirio, è maggiormente cosa giusta che lo abbia Gerusalemme piuttosto che Roma”.
Anche se il primato avvolge i troni avendo come fondamento l’autorevolezza delle persone, allora non deve avere fieramente Gerusalemme il comando su tutti gli altri? Perché il nostro comune Creatore, di Pietro e di tutti noi, il primo e grande Pontefice, la fonte di ogni vita e di ogni ordine sacerdotale, là (a Gerusalemme) … ha vissuto la sua vita terrena e volontariamente ha offerto se stesso come immolazione di sacerdozio per la salvezza del mondo. In più se Roma chiede il primato a causa del sommo, il Bisanzio a causa dell’Andrea, primo chiamato, e più anziano è primo.
In aggiunta a quanto riportato sopra, la recente presentazione da parte vostra delle presunte Sante Reliquie dell’Apostolo Pietro, sconosciute per due millenni, esibisce la tragedia del vostro sistema religioso!

15 ) L'ANELLO DEL PESCATORE
Che Lei, Illustrissimo, non ha alcuna intenzione di abolire il “primato” papale, è dimostrato dal fatto che nella Sua “intronizzazione”, si è fatto dare l’”anello del pescatore”, che è portato dal presunto successore del “principe” del collegio degli Apostoli, l’Apostolo Pietro. L’anello del “Papa” è uno dei principali simboli del potere papale. Chiamato “anello del pescatore”, si tratta di un anello d'oro... del peso di 35 grammi. Esso raffigura San Pietro mentre solleva le reti dalle acque, e attorno è scritto il nome del “Papa”. Ogni “Papa” è considerato il successore di san Pietro, che era un pescatore. Da questo proviene il nome dell’anello[122].

16) LE FESTIVITÀ DI INTRONIZZAZIONE DI ORIGINE PAPALE
Indice della Sua intransigenza sul primato di onore e di giurisdizione del Papa è anche la festività patronale. In primo luogo dobbiamo notare che negli ultimi anni spesso si è sentito parlare di “festività patronali”, cioè di celebrazioni delle chiese locali, ogni volta che si celebra la memoria dei santi che hanno fondato queste chiese. Ma, la celebrazione sotto forma di festa è una consuetudine nuova e sconosciuta nella storia della nostra Chiesa Ortodossa. L’avete lanciata voi, il papato, per “proclamare” ogni anno, in tutto il mondo, il vostro presunto “primato pietrino”. Con tali stratagemmi il papato cerca di ricordare il maledetto “primato” e l’empio dogma dell’”infallibilità”, del vostro sacrilego “Stato di Dio”, in cui è presentato, sia come re, sia come “Vescovo di Roma”! Ma, come ha detto San Giustino Popovich, la mentalità neopapista è entrata purtroppo anche in oriente. Da qualche anno hanno iniziato a festeggiare, anche in molte Chiese Ortodosse, la “Festa Patronale”, che alcuni cercano, con un certo impegno, di rendere un “grande evento”. Ma nella Chiesa di Cristo non esistono “troni”, fondati da alcuni santi, per festeggiare, ma esistono posti di servizio sul ministero del popolo di Dio, tinti con il sangue e intrisi di sudore e di lacrime. E quindi non può essere celebrato il “trono” di nessun vescovo! I Santi Vescovi della Chiesa Ortodossa non hanno mai celebrato l’avvenimento della loro elezione a vescovo, ma consideravano il peso del loro ministero insostenibile, svuotamento personale. Coloro che hanno opinioni opposte, che leggano il 4 ° capitolo della lettera dell'Apostolo Paolo ai Corinzi per vedere il vero “trono” degli Apostoli e dei loro successori[123].

17) RIMOZIONE DEL TITOLO DI PATRIARCA D’OCCIDENTE
L’ultimo evento che dimostra che non intende rinunciare al “ primato” è che, anche Lei, come il suo predecessore, ha rifiutato il titolo di Patriarca d'Occidente.
 Secondo quanto riferito, l’“Annuario Pontificio”contiene varie informazioni e dati del papato. Sono i Dittici, un bollettino statistico per aggiornare la struttura gerarchica del Vaticano. In questo calendario ufficiale, naturalmente, è menzionato anche il “Papa “ con i propri titoli. Quest'anno, a causa delle dimissioni del Suo predecessore signor Benedetto, la sua edizione ha tardato. Nella versione del 2013 è sottolineato che Lei, il giorno della sua elezione, ha scelto di essere chiamato con il titolo di “Vescovo di Roma”. Al tempo stesso, Sua eccellenza il signor Benedetto ha il titolo onorario di “Sommo Pontefice”. Nel precedente Annuario Pontificio del 2012, al signor Benedetto non è attribuito solo il titolo di “Vescovo di Roma”, ma sono elencati tutti i titoli, per i quali da sempre gli ortodossi sono stati critici, come “Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Primate della Chiesa Cattolica, Primate d'Italia, Arcivescovo Metropolita di Roma, Sovrano della Città del Vaticano e servo dei servi di Dio”, rimuovendo il titolo di” Patriarca d'Occidente”. Quest'anno, è menzionato un solo titolo: “Francesco - Vescovo di Roma”. Gli altri titoli non sono scomparsi, esistono in una breve biografia (in particolare nella pagina 24), che nell’annuario del 2012 era vuota. Il nome del signor Benedetto era scritto in latino «Benedictus» e non in italiano, mentre il Suo è scritto in italiano “Francesco” e non in latino. Inoltre l'iniziale «PP», che significa “ Papa” appare nel nome del Sig. Benedetto, mentre nel Suo non esiste. A lato della Sua foto la firma in inglese, mentre in quella di Benedetto in latino «Benedictus PP XVI ». Lei, non ha rinunciato ai titoli papali, titoli mai accettati dalla Chiesa ortodossa, ma ha voluto metterli in un luogo ben visibile nella pagina successiva. Non ha voluto ripristinare il titolo di “Patriarca d’Occidente”, seguendo così l’esempio del Suo predecessore signor Benedetto. Certo, dal punto di vista ortodosso, questo titolo avrà valore solo quando tornerà tra i Patriarchi ortodossi. Solo quando diventerà ortodosso, si potrà parlare dei titoli, “Vescovo di Roma” e “Patriarca d'Occidente”, e certamente non per gli altri, elencati nell’Annuario Pontificio e mai accettati nella storia della Chiesa. Il titolo di “Patriarca d'Occidente”, secondo quando ha risposto la Segreteria per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, è ormai in disutilità. Rimuovere il titolo di “Patriarca d’Occidente”, anche da parte Sua, ha come obiettivo di confermare, per la seconda volta, l'affermazione da parte del Vaticano della giurisdizione globale del “Papa” di Roma, che si riflette negli altri titoli. Purtroppo, Lei fa tutto il possibile per smentire coloro che dicono che è “innovatore”! Non solo non ha intenzione di cambiare minimamente l'istituzione papale, ma continua inesorabilmente le linee dure dei Suoi predecessori. Purtroppo, è una continua affermazione riscontrata dai Suoi atti. Come un vero gesuita, ha giurato di difendere l’istituzione papale e, coerentemente al giuramento, cerca di realizzare la “grande visione” di diventare un dominatore spirituale[124]!

18 ) LA NUOVA ECCLESIOLOGIA DEL PAPATO
Il fondamento della nuova ecclesiologia del papato è nell’enciclica Ut Unum Sint di “Papa” Giovanni Paolo II, che ribadisce l'insegnamento fondamentale, che sono stati in primo luogo indicato nel decreto Unitatis Redintegratio: “Il riconoscimento della fraternità non è la conseguenza di un filantropismo liberale o di un vago spirito di famiglia. Esso si radica nel riconoscimento dell'unico Battesimo e nella conseguente esigenza che Dio sia glorificato nella sua opera. Il Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo un reciproco e ufficiale riconoscimento dei Battesimi. Ciò che va ben al di là di un atto di cortesia ecumenica e costituisce una basilare affermazione ecclesiologica” [125].
Ai sensi del Decreto sull'ecumenismo riguardo al battesimo: “Le persone che credono in Cristo e sono state battezzate” sono considerate in comunione con la “Chiesa Cattolica” (il Papato) anche se “questa comunione è imperfetta” (3a). Se, dunque, quelli, che sono battezzati cristiani, veramente fratelli e sorelle in Cristo, sono in comunione con la “Chiesa” (il papato), anche se sono, in qualche modo, solo in una comunione “parziale”, ne consegue che non solo alcuni, ma molti elementi e grazie, si trovano ed agiscono oltre le frontiere visibili della “Chiesa” (Papato). Quegli “elementi” comprendono “la parola scritta di Dio”, “ la vita di grazia”, “ i doni interiori dello Spirito Santo”, e molti altri (3b).
In conformità con l'insegnamento latino prima del Vaticano II voi papisti credevate che il battesimo beneficiava la persona per la remissione dei peccati solo nell'unità della Chiesa. La Grazia è sospesa a causa di scisma o di eresia, ed è efficace solo con l’ingresso nella Chiesa. Gruppi di scismatici ed eretici non possiedono nulla di più dello scisma e dell’eresia. I Misteri appartengono alla Chiesa. Con il Vaticano II l’insegnamento è cambiato e la dottrina papale insegna che il sacramento del battesimo produce tutti i frutti ed è la fonte della grazia, anche quando compiuto da scismatici o eretici ufficialmente separati. “La vita della grazia” è “l’accesso alle comunità di salvezza” la possono godere anche coloro che sono scismatici o eretici. I corpi scismatici sono considerati “mezzi di salvezza”.
 Voi, papisti, credete che lo Spirito Santo agisca anche fuori dalla Chiesa, in netto contrasto con l’insegnamento patristico, che dichiara che non vi è la grazia sacramentale (di purificazione, di illuminazione e di santificazione ) al di fuori della Chiesa. Il Vaticano II ha esteso la Chiesa, per comprendere anche gli scismatici ed i eretici. Così non si può dire che lo Spirito Santo agisce solo nel contesto della Chiesa. Il battesimo degli scismatici e degli eretici è considerato produttivo perché è il battesimo di un solo corpo, che è opera dello Spirito Santo. Questo, però, significa che i criteri utilizzati per il riconoscimento delle chiese, sono cambiati. La Chiesa come unità sacramentale, non è più, per voi, basata sull'unità della fede, la successione apostolica, il sacerdozio e i sacramenti. La Chiesa è riconosciuta dagli elementi, parte del totale, istituendo una società libera, semi -autonoma e astratta.
Quindi, i papisti hanno tre nuovi riconoscimenti radicali: a) del battesimo eretico come di un solo battesimo (e produttivo), b) le congregazioni eretiche come “Chiesa”, e c) l'operazione feconda dello Spirito Santo dentro di loro. Questi tre riconoscimenti hanno spianato la strada per il quarto e ultimo riconoscimento, dell'Una Sancta come esistente dal Papato e dalle congregazioni scismatiche ed eretiche.
Ma la creazione da parte vostra di un'altra nuova “Chiesa” implica la creazione di un nuovo Cristo. Qualsiasi modifica o trasformazione alla fede o alla Tradizione è un altro Gesù, è un'altra Chiesa. L’Apostolo Paolo dice: “Se uno infatti venisse a voi predicando un altro Gesù che noi non abbiamo predicato, o se voi riceveste un altro spirito che non avete ricevuto, o un altro evangelo che non avete accettato, ben lo sopportereste....” [126]. E San Giacomo, il fratello di Cristo: “Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti[127]. Infine, il Santo Patriarca Tarasio di Costantinopoli: “Il male è sempre male soprattutto per le cose ecclesiastiche. E riguardo i dogmi sia le piccole cadute sia le grandi è la stessa cosa. Perché in tutti i casi la legge di Dio non è osservata”[128].
Francis A. Sullivan sostiene che “si può considerare la Chiesa come una comunità globale (comunione), a vari livelli di completezza, “corpi “che sono più o meno complete chiese... è una società reale, fatta in vari gradi di completezza di “corpi” tutte dotate di carattere ecclesiastico, anche se alcuni più completi di altri”[129]. Cioè qui abbiamo il Cristo in gradi.
Tuttavia, secondo la dottrina ortodossa, una chiesa che si realizza in gradi di completezza non è la Chiesa, perché Cristo è tutto in tutti. Nel Cattolicesimo la vera fede non è il criterio per il riconoscimento della Chiesa di Cristo.
Dunque le colonne della nuova ecclesiologia latina sono: a) I termini “ scisma” e “eresia” non vengono più applicati, b) lo Spirito Santo si dona e santifica gli scismatici e gli eretici, c ) scismatici ed eretici sono riconosciuti come comunità ecclesiali e religiose, d), la Chiesa comprende tutti i “battezzati “, che partecipano anche in gradi, e) la distinzione tra comunione completa e incompleta, f ) non è più necessaria una confessione di fede per appartenere alla Chiesa.
Joseph Ratzinger, il Suo predecessore signor Benedetto XVI, aveva sostenuto che “qualcosa che una volta era giustamente condannato come eresia, non può in seguito semplicemente diventare verità, ma può gradualmente sviluppare la sua propria natura ecclesiale in positivo, che la persona affronta come la sua chiesa e in cui vive come un credente e non come un eretico” [130]. Cioè si ha qui il passaggio dall’eresia all’ecclesiale.
 L'ecclesiologia Communio del Vaticano II è in netto contrasto con l'ecclesiologia ortodossa eucaristica.
Secondo l’ecclesiologia eucaristica ortodossa, i confini di unità della Chiesa sono chiaramente disegnati sulla base delle “ linee di sangue”, in cui partecipano coloro che hanno comune il Calice del Sangue di Cristo. Il fondamento sacramentale della comunione non consiste in uno o in un altro sacramento, ma in tutti i sacramenti insieme, uniti in una vita comune e di un Calice comune.
Secondo l’ecclesiologia Communio del Concilio Vaticano II, i confini di unità della Chiesa sono disegnati primariamente dall'acqua del battesimo. Tra i battezzati c'è una fondamentale unità o communio, in modo che la distinzione non è tra unità piena o non communio, ma tra communio completa ed incompleta ( UR 3 ). Secondo il cardinale Walter Kasper, la base sacramentale della communio è la communio in un solo battesimo, mediante la partecipazione all'Eucaristia, “il culmine della comunione, riservato a coloro che sono in piena comunione”.
Qual è, tuttavia, la ecclesiologia della « Communio »? È una realtà complessa, in cui la comunione e l’unità si compongono di molti fattori diversi. Ciò significa che è aperta la possibilità ai componenti della Chiesa di essere presenti anche nelle comunità cristiane al di fuori della “Chiesa cattolica” ( il papato ) ed essere in grado di dare a queste comunità la natura della Chiesa. Pertanto, l'unica Chiesa di Cristo può anche essere presente al di fuori della “Chiesa cattolica” (il papato) ed essere una presenza reale, anzi, visibile, nella misura in cui sono presenti i fattori e gli elementi che creano l'unità, e di conseguenza la Chiesa[131].
Secondo la concezione latina di cui sopra, abbiamo una Chiesa, ma di due livelli. Il primo livello è l'espressione concreta, cioè il papato, in cui presumibilmente esiste la Chiesa di Cristo e in cui vi è la piena comunione. Nel secondo livello si trovano le “chiese non complete”, come l’ortodossia, il monofisismo e il protestantesimo, che sono privati ​​dalla comunione con il “Papa” di Roma, in quanto non riconoscono il primato di onore e di giurisdizione e della infallibilità e quindi si trovano in comunione imperfetta. Per questo concetto latino sulla Chiesa , Benedetto XVI ha chiamato la Chiesa Ortodossa imperfetta.
 Qual è, allora, la nuova icona della Chiesa nella nuova ecclesiologia latina? Immaginiamo un sistema di cerchi concentrici che è la Chiesa di tutti i battezzati e non battezzati. Nel centro del cerchio è il papato, che è l'espressione della Chiesa di Cristo. Più vicino al centro si trova l’Ortodossia, un po’ più lontano il monofisismo, oltre l’anglicanesimo, più lontano il protestantesimo e ancora più lontano i giusti, che possono esistere non solo tra i battezzati, ma anche tra i non battezzati.
Il cardinale Charles Morerod dice che i “fratelli separati “ giustamente sono considerati invincibilmente ignoranti (“invincibly ignorant”), perché non hanno avuto l'opportunità di conoscere Gesù Cristo e / o la Chiesa cattolica romana come unica Chiesa, secondo la loro giustizia e la partecipazione a certi misteri, principalmente il battesimo. Coloro che non appartengono alla Chiesa cattolica romana, però, appartengono alla Chiesa una in molti modi, secondo un sistema di cerchi concentrici: prima i greci e i russi... “[132].
Che cosa significa, dunque, ora appartenere alla Chiesa? Secondo il cardinale Charles Journet, “dove Dio “tocca” qualcuno, dove lo Spirito Santo guida una persona verso un futuro di conversione la Chiesa è già presente... i misteri impartiti al di fuori della Chiesa Cattolica Romana... “hanno una naturale tendenza a dare qualche presenza corporea (corporeal appearances)”. Questo significa che ogni azione dello Spirito è parte del processo di comporre il corpo della Chiesa, che è sempre visibile, anche se non lo riconosciamo sempre... Il confine della Chiesa attraversa i nostri cuori: ognuno è un membro della Chiesa, nella misura in cui ricevere la grazia divina”[133].
Tuttavia, secondo l'insegnamento ortodosso sulla distinzione dell'energia divina, l'energia naturale di Dio è del tutto semplice. Tuttavia, questa semplice azione è “ripartita completa in ripartizioni”. Ciò significa che una è l'energia di Dio, ma con diversi risultati: l'energia creativa di Dio, la spirituale, di purificazione, dell’illuminazione e della divinizzazione. “Tra queste forme dell’una energia di Dio non esiste equivalenza. Se ci fosse equivalenza, allora tutte le creature potrebbero partecipare, ad esempio nell’energia di divinizzazione di Dio”, secondo il rev. Giovanni Romanidis. Che detta istruzione manca nel papato, prova che manca la esperienziale.
A proposito di distinguere l'azione dello Spirito Santo, Morerod e Journet sostengono che ogni azione dello Spirito è parte del processo di comporre il corpo della Chiesa. Ma il santo Diadochos scrive che “prima del santo Battesimo, da fuori la grazia esorta l'anima verso il bene, mentre il satana è nidificato nei suoi antri cercando di impedire gli sforzi dell’intelletto verso il bene, però dopo (il battesimo) satana si trova al di fuori e la Grazia invece è dentro”[134].
Le caratteristiche principali dell’ecclesiologia del Vaticano sono: 1) l'ecclesiologia Communio, 2) la base battesimale, 3) il concetto che al di fuori della comunione eucaristica c'è Chiesa, 4) comunione piena e imperfetta, 5) le parti dell’Intero costituiscono la comunione globale, 6) l’unità espressa in diversi livelli, 7) i componenti che sono realizzati in separazione, e 8) il battesimo, che è iniziazione e non ritorno.
In posizioni diametralmente opposte sono le caratteristiche principali dell’ecclesiologia ortodossa: 1) l’ecclesiologia eucaristica, 2) la base eucaristica, 3) l’insegnamento primario che fuori della comunione eucaristica non c'è Chiesa, 4) completa e non imperfetta comunione, 5) la comunione globale è identificata con l’eucaristica, comunione locale, 6) l’unità espressa come identità, 7) gli elementi non ecclesiastici sono in separazione, 8) Il battesimo costituisce conversione e ritorno[135].

19 ) IL PAPISMO E IL CONCILIO MONDIALE DELLE “CHIESE”
Lei ha inviato un caloroso messaggio ai delegati della decima Assemblea Generale del Consiglio Mondiale delle cosiddette “Chiese” a Busan, Corea, tramite il Suo rappresentante, cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. Nel messaggio esprimete un grande interesse pastorale per i risultati del Congresso e riconferma l'impegno del papato a continuare la lunga collaborazione con il Consiglio Mondiale delle “Chiese”[136].
Il Papato, rivendicando per se stesso, fino ad oggi, l'esclusiva ecclesiologica; pur essendo responsabile e ideatore della divisione, non ha commesso l'errore di partecipare in qualità di membro del Consiglio Mondiale delle cosiddette "chiese" e trasformarsi in una delle tante “chiese” ma partecipa in qualità di “osservatore”. Verbalmente tuttavia e in modo ipocrita loda il Movimento Ecumenico, che benedice, come preparazione per l’unità con Roma, Pietro e il “Papa”. Loda particolarmente e si congratula per la partecipazione della Chiesa Ortodossa, che si è dismessa dal proprio ruolo da se stessa, come incarnazione unica e continuazione dell’Una Sancta, abbandonando il proprio campo, la propria identità alla Roma scismatica ed eretica[137].
Le radici dell'ecumenismo vanno cercate nelle aree protestanti, a metà del 19° secolo, come un tentativo di ritrovare l'unità dei numerosi gruppi e propaggini del mondo protestante. Poi qualche "confessione cristiana", osservando la gente che si allontanava da loro a causa della crescente indifferenza e dei movimenti anti- religiosi organizzati, è stata costretta a riunirsi e a cooperare. Quest’attività unificante ha ricevuto forma più organizzata come movimento ecumenico nel 20° secolo e soprattutto nel 1948, con l’istituzione ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, del cosiddetto Consiglio Mondiale delle “Chiese”, che è in sostanza il Consiglio Mondiale delle eresie, il Lucifero e la falsità, nonostante il termine “Chiese”', con sede a Ginevra[138].
Uno degli strumenti più utilizzati dall'ecumenismo, per raggiungere i suoi scopi, è il sincretismo, questo nemico mortale della fede cristiana, per questo promuove il cosiddetto “ Consiglio Mondiale delle Chiese” o meglio “Raggruppamento Mondiale delle Eresie", come giustamente è stato soprannominato. “Il sincretismo è la relativizzazione delle religioni e degli ideali religiosi. È un’unione religiosa di tutta la terra e l'accoppiamento degli elementi più negativi e disparati”[139].
All’interno del " Consiglio Mondiale delle "Chiese ", si affrontano e s’introducono argomenti che aboliscono il Vangelo e la Tradizione della Chiesa, il cristianesimo stesso, argomenti come il sacerdozio delle donne, il matrimonio fra omosessuali e vari eventi animistici di fede e di culto pagano[140].

20 ) ORDINAZIONE – DONNE AL SACERDOZIO
Sono rimasto sbalordito quando ho letto la notizia che Linda Hogan ha dichiarato che sarà ordinata, da Lei, prima donna cardinale. Secondo le notizie, al papato ci saranno dei cambiamenti, fra non molto avrete accanto il primo cardinale donna. Linda Hogan, la quale è sposata e sostiene, secondo quanto riferito, il movimento del femminismo. Proviene dall’Irlanda ed è ben nota per le sue idee teologiche avanzate. Lei stesso ha detto che a un certo punto voleva onorarla con il titolo di cardinale ed era sicuro che sia l'opzione eccellente, per eliminare definitivamente la tradizione, che vuole che solo gli uomini possano occupare alte posizioni nella gerarchia della Chiesa. Infine, Lei considera che i tempi siano maturi per il papato per approfondire la “teologia che riguarda la donna”[141].
In sostanza, Lei va verso l’ordinazione delle donne e il riconoscimento del “sacerdozio” femminile, innovando in modo impressionante per la prima volta nella storia del papato, ed entrando in violento conflitto con tutti i Suoi predecessori che non hanno mai ordinato donne “sacerdoti”, adottando regole protestanti e in particolare anglicane all’interno del Vaticano. Va anche contro gli insegnamenti ufficiali del papato sul celibato obbligatorio del clero. In altre parole, possiamo dire che Lei conduce il papato fuori binario con conseguenze imprevedibili.
Cristo ha onorato particolarmente le donne. Non solo nella persona di sua madre, la Vergine Santissima, che ha eletto da tutte le persone. Non solo ha reso degne per prime le donne di essere a conoscenza della sua Risurrezione, perché ad esse si è presentato per primo, ma anche dai suoi atti e nelle sue opere ha mostrato che le donne hanno grandezza morale e spirituale. In molte occasioni sono superiori agli uomini. All'interno del Sinassario della Chiesa abbiamo molte sante donne, martiri, beate, ascete, che hanno superato, in fedeltà a Dio, il supposto uomo forte. I Santi Padri della nostra Chiesa, più volte, riferendosi alla fragile, delicata e sensibile figura femminile, si sono chiesti come queste donne, dalla natura e dalla sensibilità femminile, che alla prima prova sarebbero dovute crollare, hanno mostrato tale forza e tale devozione nel martirio come nell’ascesi, dimostrandosi superiori rispetto agli uomini.
Nel Vangelo della Domenica della Samaritana, si legge della meraviglia dei discepoli, che “si meravigliarono del fatto che egli parlasse con una donna”. Era vietato dalla legge mosaica per gli uomini dare onore e valore alle donne, e di considerarle dello stesso valore così da potersi confrontare con loro. Esiste nella tradizione giudaica, nella raccolta dei padri degli ebrei, nel libro “Le Parole dei Padri”, uno studioso che dice che è meglio che la legge si incenerisca e perisca, piuttosto che venga ascoltata dalle donne. E ci sono molti altri simili argomenti che recano danno al sesso femminile. Non solo nell'ebraismo ma anche nell’antico pensiero greco. Il Cristianesimo Ortodosso, però, ha dato la stessa dignità sia agli uomini che alle donne - “ Non c'è né Giudeo né Greco, non c'è né schiavo né libero, non c'è né maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù”[142] - ma, come accennato in precedenza, molte volte ha innalzato le donne a livelli molto alti di santità.
Vorrei osservare che la parità tra uomini e donne non consiste nell’esercitare tutti la stessa professione, come dice scioccamente il movimento femminista, che crea agitazione e disordine nella società, perché, come la natura maschile è fatta da Dio Santo Uno e Trino per essere impiegata in alcune professioni e lavori a causa della sua costituzione fisica, così la natura delicata e sensibile delle donne è opportunamente fatta da Dio per esercitare meglio alcune occupazioni, e in particolare la grande vocazione della maternità. Non esiste un'istituzione più sacra della vocazione della maternità. L’uguaglianza, quindi, non sta in quale professione esercita uno in questa vita. La parità è intesa se la donna può raggiungere spiritualmente le stesse cose raggiunte dagli uomini. Se c'è parità in santità e in virtù. Se le donne possono conquistare il Regno di Dio. Se possono comprendere l’annunzio e dedicarsi a Dio. Che cosa è questa vita qui con le varie differenze e disuguaglianze? Forse fra i maschi non ci sono disuguaglianze? Non ci sono disparità tra i sessi, solo differenze fisiche e funzionali. E le donne possono allo stesso modo degli uomini conquistare la santità. Ed ecco la grande arena della santità. Ad ogni donna che desidera superare gli uomini, si apre di fronte a lei un cammino di santità e di virtù. Tuttavia, oggi, invece, le voci sataniche, voci malvagie, spingono le donne ad un altro tipo di uguaglianza con gli uomini: uguaglianza nella corruzione e nel peccato che ha portato al degrado il sesso femminile.
Naturalmente, la Chiesa Cattolica Ortodossa è intensamente e categoricamente contraria al sacerdozio delle donne, com’è dimostrato dalla ricca argomentazione teologica che riporto.
L'ingresso di Maria Santissima al Sancta Sanctorum è davvero un evento nuovo non ripetuto nella storia. Nuovo, perché per la prima volta è stato consentito ad una donna di entrare al Sancta Sanctorum. Non ripetuto, perché non è stata autorizzata ad entrare, da allora, nessun’altra donna all’interno del santuario. Questo divieto ha anche ottenuto rigido carattere sinodale con una convalida ierocanonica.
Nell’Ufficio delle Salutazioni a Maria, nella festività della Presentazione di Maria al Tempio, nella stanza che inizia con la lettera “M”, il santo innografo scrive: “Non osi nessun’altra donna entrare nel Santuario dove è entrata solo la Santa fra le donne, nel Sancta Sanctorum, luogo in cui entrava solo il Sommo Sacerdote una volta all’anno”. Inoltre, nella stanza che comincia con la lettera “Ψ”, dice: “Gioisci, perché sei la sola degna di entrare nel Santuario; gioisci, perché solo Tu nel Tempio hai dimorato”[143].
Inoltre il 69o Canone del VI Concilio Ecumenico afferma: “ Non sia permesso a nessun laico entrare nel santuario mentre si celebra”. Il Santuario, nel tempio, è dedicato ai sacerdoti. Il 69o Canone impedisce l' ingresso nel Santuario dei laici. San Nicodemo della Santa Montagna rileva: Per questo motivo siano incoraggiati i sacerdoti e i padri spirituali di interrompere la pratica illegale, che esiste in molti luoghi, in cui i laici entrano all'interno del Santuario, perché (questa consuetudine), impedisce di distinguere i sacerdoti dai laici, e fa cadere sui laici la condanna del re Acaz, che, pur essendo laico, ha osato tentare le opere dei sacerdoti. In qualche modo loro, entrando nel luogo riservato ai sacerdoti, si appropriano di cose che sono esclusive dei sacerdoti”[144]. Il Sacerdozio, com’è noto, deriva dallo stesso Gesù Cristo, chiamato il Sommo Sacerdote. Il Sacerdozio di Cristo è stato trasmesso inizialmente nel Vecchio Testamento, dalla tribù sacerdotale di Levi, e da Melchisedec, di cui parla Apostolo Paolo nella sua lettera agli Ebrei. Cristo Sommo Sacerdote ha trasmesso il sacerdozio ai santi Apostoli che a loro volta “dopo aver pregato, imposero loro le mani”[145] ad altri uomini degni di diventare sacerdoti ma non alle donne, come erroneamente accade alle foglie inaridite della conventicola eretica protestante: anglicani, luterani e riformati, che, influenzati dal movimento femminista, consentono la partecipazione delle donne al sacramento del sacerdozio. Posizione purtroppo approvata anche da accademici ecumenisti come anche da "teologi" ortodossi. Questa successione ininterrotta di sacerdozio continuò nel corso dei secoli fino ai giorni nostri, e fino alla fine dei tempi. Questo è il motivo per cui la Chiesa Ortodossa parla della successione apostolica.
Il professore emerito di Etica Cristiana presso la Facoltà di Teologia dell'Università Aristotele di Salonicco Georgios Mantzaridis osserva quanto segue sulla questione: "L’argomento interessa, dal lato dell'etica cristiana, principalmente perché esiste l’opinione che la negazione del sacerdozio alle donne sia associata ad una loro declassazione all’interno della Chiesa. Questo punto di vista, però, ignora le più basilari informazioni riguardanti l’eccellenza operativa delle donne nella vita e nell'insegnamento della Chiesa. E soprattutto dimentica il ruolo principe della donna nella salvezza del genere umano e nello schiacciare il diavolo. L'avversità tra l'uomo e il diavolo è principalmente avversità tra la donna e il diavolo. E' caratteristico che si parli di “seme” di Eva, che avrebbe schiacciato il diavolo[146]. Eva ha ricevuto il primo annunzio della salvezza e la Tutta-santa ha accettato l’evangelizzazione dell’incarnazione divina”.
La donna, quindi, che ha avuto un ruolo primario nella caduta dell’uomo, ha avuto anche un ruolo primario nella salvezza dell'uomo. Il maschio è trascinato nella caduta da lei e va di pari passo nel rialzarsi. Il primo ruolo non è del maschio, ma è della donna. In entrambi i casi, la donna è davanti e l'uomo segue. In particolare, la Vergine Maria diventa con-causa dell'incarnazione divina con Dio stesso. Presta a Dio la natura umana, che è l'inizio della nuova creazione. A questo proposito la Vergine Maria è, “dopo il primo gerarca Cristo, secondo gerarca”[147]. L'esclusione della donna dal sacerdozio ha, pero, un significato reale e simbolico. La donna contribuisce nel mistero della salvezza, mentre l’uomo serve [il mistero]. Le sacerdotesse erano ben note nel mondo pre-cristiano, con l’eccezione di Israele. In particolare, esistevano nelle religioni dei Greci e Romani, con le quali è venuta in contatto diretto sia la Chiesa, sia l’Israele. Per questo sembra socialmente paradossale l’assenza di sacerdotesse nel mondo giudeo-cristiano, dove la posizione delle donne è superiore. Inoltre, in tutta la letteratura cristiana, ove sono affrontati numerosi argomenti ecclesiastici, mai è stata sollevata la questione sacerdotesse. Solo l'eresia del Montanismo ammetteva le donne al grado vescovile e di presbitero, cosa che il s. Epifanios di Cipro ha caratterizzato come “atto d’idolatria” e “imprese diaboliche”[148].
Le definizioni che di s. Epifanios non devono essere considerate casuali, ma esprimono l'atteggiamento della Chiesa verso il sacerdozio femminile. I vescovi e gli anziani avevano dall’inizio una posizione non solo funzionale, ma anche simbolica all’interno corpo della Chiesa. Loro esistono “in luogo del Padre”, o “in luogo di Dio”[149]. Mentre nel "regale sacerdozio[150]" entrano senza distinzione uomini e donne, al contrario nel sacerdozio sacramentale solo gli uomini. La presenza di sacerdotesse suggerisce l'esistenza di divinità femminili, com’era nelle religioni pre-cristiane. Cioè il rifiuto dell'idolatria, che implica il rifiuto di divinità di entrambi i sessi, è coerente con l'assenza di sacerdotesse. La Chiesa aveva solo diaconesse, che servivano alcune necessità liturgiche, ma non sacerdotesse con compiti sacerdotali sacramentali, definiti come "atto d’idolatria” e “imprese diaboliche”, cioè idolatria. Non è un caso che l’eresia del Montanismo oltre al sacerdozio delle donne avesse mantenuto molti elementi d’idolatria, perché il suo fondatore era in origine un sacerdote della dea Cibele. Anche oggi, la promozione delle donne al sacerdozio, non è estranea alla diffusione di concetti neognostici e neopagani che caratterizzano lo spirito del nostro tempo”[151].
Ci sono numerose altre argomentazioni contro l'ordinazione delle donne, che sono elencati qui di seguito, come ha rilevato Christos Livanos[152]. Inoltre, il Patriarcato Ecumenico ha organizzato un convegno teologico inter-ortodosso a Rodi, nell'autunno del 1998, sul tema "L’inammissibilità del sacerdozio alle donne".
a) La radice della verità, che solo i maschi dovrebbero ricevere il sacerdozio, si trova nel comando di Dio nel Vecchio Testamento “ogni maschio primogenito sarà chiamato santo al Signore”[153].
b) Il sacerdozio, nel Vecchio Testamento, è stato dato solo agli uomini.
c) Cristo non ha scelto nessuna donna come Apostolo. Tutti i dodici Apostoli erano uomini.
d) Il traditore Giuda non è stato sostituito da una donna, ma da un uomo, l’Apostolo Mattia[154].
e) Nella Mistica Cena, Cristo ha chiamato solo i dodici Apostoli e ha dato loro il mistero dell'Eucaristia.
f) Il mandato di battezzare “tutte le nazioni” [155] lo ha dato Cristo agli Apostoli e non alla cerchia più ampia dei suoi discepoli, che era costituita anche dalle donne.
g ) L'autorità di “legare e sciogliere i peccati”[156] è data da Cristo agli Apostoli e non alle donne.
h ) La Vergine Maria, anche se proveniente, secondo s. Germanos di Costantinopoli, “dalla tribù sacerdotale di Aaron, con radice profetica e regale”[157], non ha ricevuto il sacerdozio, e suo figlio non l’ha inserita tra gli Apostoli.
i) Gli Apostoli non hanno mai ordinato donne.
j ) L'insegnamento di Paolo è veramente rivelatore verso il sacerdozio delle donne. “Tacciano le vostre donne nelle chiese”, istruisce i Corinzi[158], “ Non permetto alla donna d'insegnare”, scrive a Timoteo[159]. Come potrà essere ordinata la donna se il Signore stesso proibisce “d'insegnare”[160], che è parte integrante del culto divino e una delle principali funzioni del presbitero e del vescovo?
k) Il presbitero deve essere “marito di una sola moglie”[161], consiglia l’Apostolo, ma non aggiunge, viceversa, "la moglie di un solo uomo".
l) Il vescovo sta “in luogo di Cristo”. Cristo è un uomo. La donna può stare “in luogo di Cristo”?
m ) Il sacerdote è «alter Christus». Cristo è lo Sposo e la Chiesa è la Sposa. La donna può essere vista come Sposo? Chi osa simboleggiare il soprannaturale rapporto Cristo - Chiesa con la perversa coppia omosessuale? Questo fanno gli eterodossi che danno il sacerdozio alle donne.
n) La Sacra Tradizione, che non è accettata dai protestanti, ha testimoniato contro l'ordinazione delle donne, poiché per 2013 anni tutti i sacerdoti erano e sono uomini.
o) Un grande numero di donne sante adornano il firmamento della nostra Chiesa. Tra queste le donne Myrofore, le Isapostole Fotinì ed Elena e le madri di grandi e santi Padri della Chiesa. Nessuna di loro ha ufficiato i Misteri divini. Nessuna delle antiche diaconesse o delle monache ha chiesto, durante i secoli, di assumere la carica di sacerdozio.
p ) Gli Ordini Apostolici sono chiari e inequivocabili: “Non ammettiamo a nessuna donna a insegnare in chiesa, ma solo a pregare e ubbidire agli insegnanti. Perché il maestro Signore Gesù Cristo ha inviato a noi i dodici discepoli per insegnare al popolo e alle nazioni, ma donne da nessuna parte ha mandato a predicare... Questo è della miscredenza e della non conoscenza dei Greci che avendo divinità femminili ordinano sacerdotesse, ma non è di Cristo”.
q ) Tertulliano scrive, “non è consentito alla donna di parlare in Chiesa né di insegnare né di ungere con olio, né di compiere l’ufficio di preparazione dei doni, né di rivendicare per loro un qualsiasi incarico che gli uomini compiono o la vocazione sacerdotale”[162].
r) S. Epifanio di Cipro chiede: “Non è chiaro che questo insegnamento è dei demoni?” e aggiunge: “Perché, Dio, nei secoli, non è stato servito da nessuna donna sacerdote” [163].
s ) S. Giovanni Crisostomo consiglia: “Le donne devono rimanere lontane da un tale servizio, come la maggior parte delle persone”, aggiungendo che “la legge tiene lontano le donne dal ministero sacerdotale, ma loro cercano di conquistarlo tramite il potere[164]”.

21 ) LA “SANTIFICAZIONE DEI PAPI”
“Chiesa” senza santi”, anzi senza “santi rivelati da Dio”, non può esistere! Per questo motivo nello “Stato di Dio”, che desidera presentarsi come “chiesa”, voi mettete in moto “la macchina” della canonizzazione! Ho letto recentemente la seguente notizia: “Più veloce di qualsiasi altro contemporaneo sarà dichiarato santo il “Papa” Giovanni Paolo II, che ci ha lasciato nel 2005 e il Vaticano ha ratificato, con procedimento segreto, un miracolo misterioso, che fino ad allora era rimasto nascosto. Si dice che il “Papa” ha guarito una donna di Costa Rica che soffriva di gravi danni cerebrali ed era ad un passo dalla tomba. La Santa Sede non ha annunciato ufficialmente i dettagli del miracolo, ma ha specificamente menzionato il potere miracoloso del “Papa”: i parenti di una donna sul punto di morte hanno pregato in memoria del “Papa” e la donna è tornata alla vita, secondo il Telegraph. La Chiesa Cattolica ha chiesto un'indagine sull'avenimento ed i medici hanno confermato che la scienza non avrebbe potuto curare la donna, e il fatto non è spiegato scientificamente. I teologi incaricati hanno approvato il miracolo, secondo quando dichiarato dal rappresentante del Vaticano. Ora il caso sarà assegnato ad una commissione di cardinali e poi a “Papa” Francesco. La canonizzazione di Giovanni Paolo è attesa nel mese di ottobre o giù di lì, in occasione del 35° anniversario della sua elezione. Se tutto va bene, ci aspettiamo l'annuncio ufficiale nel mese di luglio, esattamente a otto anni dalla sua morte, avvenuta nel 2005”. Così, il 30/09/2013 Lei ha annunciato che il “Papa” Giovanni Paolo II Wojtyla, il pontefice polacco, che ha condotto per 27 anni ( 1978-2005 ) il papato e durante il quale il comunismo è crollato, e “Papa” Giovanni XXIII (1958-1963), che ha convocato il “concilio” Vaticano e ha portato riforme radicali per modernizzare il papato, anche con un solo un miracolo, accreditato dopo la sua morte, saranno dichiarati "santi" nel 2014/04/27[165].
In primo luogo, solo i termini "processo segreto" e "miracolo misterioso" fanno scoprire indiscutibilmente l’opportunismo di ulteriori “santificazioni” della “tenebrosa” “Santa Sede”! In secondo luogo, non possono esistere santi all’interno di un'eresia. Un eretico e persino “Papa”, che non è ortodosso, senza fede ortodossa, ma che porta su di sè numerose eresie, in particolare l'infallibilità e il primato del potere, non può essere un santo. In terzo luogo, non può essere santo un eretico, perché non rispetta il criterio dell’ortoprassi. E in quarto luogo, i santi li santifica, li divinizza l’energia increata, la increata grazia divina di Dio Santo, Uno e Trino. Dal momento che i papisti accettano come insegnamento ufficiale dottrinale la dottrina eretica della grazia creata, chi è colui che crea i santi? Poiché, vi trovavate ad un punto morto, avete sostituito l’increata Grazia divina con la "infallibilità" del “Papa” e gli avete dato il potere di santificare, se lo desidera.
S. Giovanni Crisostomo afferma: "Santi sono coloro che hanno una retta fede e una vita retta, anche se non compiono miracoli o non mandano via i demoni comunque sono santi". E s. Simeone il Nuovo Teologo sottolinea: “Tutte le lodi e le beatitudini dei santi consistono in due cose: nella fede ortodossa e nella loro benemerita vita, e nei doni dello Spirito Santo e dei suoi carismi, perché insieme ai primi due arriva anche il terzo. Perché se uno vive con bontà e la sua vita è benaccetta a Dio, con credo ortodosso, riceve la grazia da Dio e si glorifica con il dono dello Spirito, e seguono le lodi e le beatitudine di tutta la Chiesa, dei fedeli e di tutti i suoi maestri. Ma se non sono offerte incessantemente fede ed opere è impossibile che uno possa ricevere lo Spirito divino e adorato e ricevere i suoi doni”[166].
Nella Chiesa ortodossa non canonizziamo, ma riconosciamo e facciamo solo dichiarazione di santità. L’atto di santificazione è esclusivo dello stesso Dio, Uno e Trino. Dio è colui che santifica, non l'uomo, non il “Papa”. Il santo Sinodo interviene per annunciare, non per santificare – queste sono cose vostre, dei Franchi - la santità di un santo, che esiste già ed è giustificata dai suoi miracoli[167]. I termini "santificazione " e "processo" sono teologicamente inaccettabili, in quanto si tratta di posizioni forensi ed ecclesiologiche che sono estranee alla tradizione ortodossa.
Il termine "riconoscimento" implica la particolare accettazione ed onore in Cristo, che spontaneamente offre il pleroma della Chiesa di alcuni suoi membri defunti, meritevoli per la loro vita virtuosa e la loro devozione al Signore.
Nella Chiesa Ortodossa, l'unico criterio per identificare come santo un suo membro addormentato, è il riconoscimento da parte dei fedeli, la «vox populi », con il presupposto che avesse nella sua vita terrena l’Ortodossia, vale a dire Fede Ortodossa e condotta. Era ortodosso e non infedele o eretico, aveva testimonianze di vita devota (ortoprassi), aveva fatto miracoli in vita e dopo la morte, e infine le sue reliquie possiedono indistruttibilità e myrovlysìa. Queste condizioni, nella tradizione della Chiesa, sono necessarie anche oggi.
Dopo il riconoscimento del santo nella coscienza comune del pleroma della Chiesa, le autorità ecclesiastiche registrano il santo nei dittici, per essere commemorato nella Divina Liturgia e determinano l'annuale festa della memoria, che di solito coincide con il giorno della sua morte. Inoltre si espone la sua icona e le reliquie in pubblico culto, si erigono templi e si compone un’ufficiatura in suo onore.
Negli ultimi anni è stata presentata la tesi che sono necessari almeno 150 anni, dalla scomparsa di qualcuno, perché sia riconosciuto come santo. Questo punto di vista non è corretto e non appartiene alla tradizione ortodossa. Questo è un criterio papale di riconoscimento dei santi[168].
Sarebbe grave omissione anche non parlare del fatto tragico e orribile che voi, nel papismo, “santificate” anche gli assassini. Ciò è dimostrato dalla "canonizzazione " del Cardinale Aloisio Stepinac da parte del “Papa” Giovanni Paolo II. Stepinac è stato inviato in Jugoslavia e in Serbia durante la Seconda Guerra Mondiale (1942-1944) per convertire con la violenza i popoli ortodossi al papismo. Stepinac dopo aver ucciso 800.000 ortodossi che avevano rifiutato di diventare latini, ritornò a Roma, dove è stato premiato per il suo lavoro e "canonizzato"[169]!
Inoltre, si rileva che la nostra Santa Chiesa Ortodossa è derisa da voi eretici latini, staccati da essa, e accusata, con discredito, che dopo essersi separata dall’occidente, cioè dalla franco-conventicola, con il vostro scisma del 1054, non ha avuto alcun santo nuovo, né produce dei miracoli. Mentre voi, non potendo presentare nuovi veri santi, costruite santi scolpiti in pietra, in legno e metallo. Ma, guardate nella nostra Santa Chiesa Ortodossa, l’Immacolata Sposa di Cristo Salvatore, ornata e coronata di gemme e perle, con nuovi santi, martiri, beati, gerarchi e asceti, e la loro santità è confermata dall’incorruttibilità e dalla fragranza emessa dalle sacre reliquie e dagli innumerevoli miracoli. Questo dimostra che voi, gli scismatici ed eretici latini, dicendo a voi stessi che siete saggi, siete diventati assennati, questo perché siete preda dell'orgoglio luciferino, la vostra mente è nel buio, è cieca. Perché, mentre potendo vedere, non vedete, e potendo sentire non sentite, né comprendete la voce del Signore che dice: "Egli (Lucifero), ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca[170]e così stando nell’eresia vivete nel buio[171]. Per questo motivo il Santo Nettario Patriarca di Gerusalemme (1660 d.C.), devoto e appassionato di verità, volendo chiudere le bocche dei latini, rivela che siete menzogneri e calunniatori, enumera molti nuovi santi della Chiesa Cattolica Ortodossa, dopo lo scisma e racconta molti singolari e nuovi miracoli. Il s. Nettario, ma anche il s. Dositheos di Gerusalemme[172], raccontano di s. Gregorio Palamas, arcivescovo di Tessalonica e araldo della grazia divina increata e della Luce increata, colui che voi papisti considerate "eretico", che, nell'isola di Santorini, la seconda Domenica di Quaresima, nella qualle è celebrato il santo, i franchi, volutamente, hanno messo alcuni ragazzi in una barca a vela che battendo le mani, dicevano: “Anatema a Palamas! Se Palamas è veramente santo che ci faccia annegare”. Così bestemmiavano i ragazzi franchi ed ecco il miracolo! Mentre bestemmiavano, senza che il mare si agitasse, la barca con tutti quelli che erano dentro si inabissò nel momento esatto in cui pronunciavano la bestemmia: “Se è veramente santo che ci faccia annegare”[173].
Sarebbe molto utile per Lei chiedere al “vescovo” di Corfù sig. Ioannis Spitieri, della vostra società religiosa, quello che è successo nel 12/12/1716, quando il comandante veneziano di Corfù, Andrea Pisani, voleva costruire un altare all’interno della chiesa di San Spiridione Taumaturgo. Il posto vuoto nella chiesa del santo urla la verità.

22 ) LA PEDOFILIA
Non possono essere dimenticate le proteste in tutto il mondo da parte di parlamenti nazionali, come quelli olandesi, irlandesi e australiani per le migliaia di crimini atroci di pedofilia papale da parte dei vostri sacerdoti.
Le rivelazioni circa il fetore morale dell'eretica conventicola papale non hanno fine. Dopo le dimissioni del "rappresentante di Cristo in terra", del Suo predecessore, il signor Benedetto, a causa degli scandali che affliggono e fanno vacillare la "Santa Sede" sono sopravvenute anche le dimissioni del cardinale Keith O'Brien, "arcivescovo" di Scozia, dovute alle dure accuse di quattro "sacerdoti" papisti per "relazioni inappropriate" trentatre anni fà! Ha abbandonato con tale urgenza il suo incarico, con dimissioni accettate dal signor Benedetto, senza aspettare di partecipare al “conclave” per la Sua elezione, del nuovo “Papa”, così che la Gran Bretagna è rimasta senza rappresentanza nel "grande evento"! Il giornale News nella sua pagina web ha scritto: “Uno dei sacerdoti riferisce di aver avuto un rapporto inadeguato con O'Brien, e un altro dichiara che aveva 18 anni quando il cardinale lo ha “avvicinato impropriamente” dopo una veglia di preghiera, e un terzo che è stato invitato a "conoscere meglio" O'Brien nella sua residenza. dove, dopo aver bevuto degli alcolici, gli “si avvicinò impropriamente”! Anche se non si parla esplicitamente di che tipo di "approcci inappropriati" ha avuto questo “principe" della conventicola papale, lo si può immaginare! Non sono casi singoli, per essere classificati "casi individuali", ma una infinita catena di scandali sessuali, che cinge tutto il mondo[174]!
Il Suo predecessore, il signor Benedetto, il 2013/09/24 ha negato di aver cercato di nascondere gli abusi sessuali sui bambini da parte di "sacerdoti" del papato. Le sue dichiarazioni sono contenute in una lettera di undici pagine all’autore e matematico italiano Piergiorgio Odifreddi, che ha scritto un libro sui problemi che affliggono il papato prima delle dimissioni del sig. Benedetto. Estratti della lettera sono stati pubblicati dal quotidiano italiano La Repubblica. "Per tutto quello che avete esposto circa l'abuso morale a minori da parte di sacerdoti posso solo, come sapete, riconoscerlo con profonda tristezza. Ma non ho mai cercato di nascondere queste cose", così ha dichiarato il sig. Benedetto. È però smentito dalla realtà perché è stato accusato di aver nascosto, quando era arcivescovo, tali deplorevoli scandali. Quella era la prima volta che il signor Benedetto rispondeva in prima persona alle accuse per abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti, ed era la prima volta, dopo le sue dimissioni, che è stato pubblicato qualcosa che egli aveva detto o scritto[175].
Un altro clamoroso caso di pedofilia, di un nunzio, è il seguente: “Il Vaticano ha richiamato il suo ambasciatore dalla Repubblica Dominicana, dopo le denunce contro di lui per pedofilia da parte dei media locali. L’“arcivescovo” Joseph Wesolowski è stato rimosso dai suoi compiti. Nei confronti del chierico 65 enne, in Polonia, sono state avviate indagini, come ha riferito un rappresentante della Santa Sede, senza menzionare i dettagli. "La legge è valida ed è uguale per tutti senza eccezioni”. Non ci sono scuse per chi violi la legge. Né di cittadinanza, né di fede, di dottrina, di politica e di religione. La legge si applica ha dichiarato il portavoce del papato nella nazione caraibica. “Voci di abuso su bambini da parte del rappresentante diplomatico della Santa Sede esaminano anche i magistrati di Santo Domingo”[176]! Naturalmente, non si è sentita la parola deposizione per l’“indisciplinato “Arcivescovo”, ma solo conseguenze giuridiche, come è stato fatto per le migliaia dei pedofili franco-sacerdoti, che compiono le loro “funzioni” per la conventicola papale[177], bestemmiando contro il Santo Spirito e a disprezzo del terzo canone sacro del sesto Santo Sinodo Ecumenico con la creazione del celibato generale del clero, e la voce del Signore, “Non tutti sono capaci di accettare questo parlare, ma è per coloro ai quali è stato dato” (Matteo 18,11 )!
Durissimo anche l’atto accusa delle Nazioni Unite contro il Vaticano per i preti pedofili[178].
23 ) LA MOSTRUOSA PERVERSIONE DELL’OMOSESSUALITÀ
Hanno suscitato un animato dibattito le sue dichiarazioni quando ha affrontato l’argomento dell'omosessualità, di quella abominevole e infame passione, che è il culmine della carne peccaminosa, cambiando linea rispetto ai sui predecessori. L’incredibile dimensione del fetore morale lo rivela lo stesso Vaticano, forse inconsapevolmente! La profonda crisi morale, che ha afflitto lo “stato di Dio” non è più un segreto e tutti lo sanno. Anche Lei, che vuole essere il “vescovo sul trono di Roma Antica”, è stato costretto a confessare l’incurabile ascesso morale della “Santa Sede”, che vuole rappresentare la “Chiesa” e addirittura quella "vera", definendola la "realmente vera Chiesa di Cristo" e definendo l’Ortodossia “carente”!
Piena conferma danno molti quotidiani e riviste danno piena conferma, con le loro pubblicazioni, alle rivelazioni che in Vaticano, in effetti, esiste una lobby gay e un flusso di corruzione. Gli articoli sono stati pubblicati da diversi quotidiani, quando improvvisamente ha rassegnato le dimissioni sua Illustrissimo Benedetto. Allora era stato rivelato anche lo scandalo del riciclaggio di denaro da parte del Vaticano, trasferimento di denaro a banche tedesche e metodi "mafiosi" per perseguire i propri interessi. Anche Lei, Illustrissimo, ha proceduto a rivelazioni il 2013/05/12. In conformità a quanto scritto in un articolo del quotidiano la "Repubblica" del 2013/06/13: “La sessualità non sparisce quando si indossano abiti talari, ed è confermato, ancora una volta, attraverso la bocca del “Papa”. Come è confermata anche "l'anarchia economica", intorno al papato. Secondo i media papali, non contestati dal Vaticano, Lei ha ammesso l'esistenza di una "lobby gay" e di un "potere di corruzione" in Vaticano, attuando la più paradossale confessione nella storia moderna del Vaticano. Soprattutto dopo gli scandali di pedofilia da parte di "sacerdoti" del papato. In realtà, Lei, Illustrissimo, durante un incontro privato con i rappresentanti della Confederazione Religiosa dell'America Latina e dei Caraibi (CLAR), ha parlato di vari "problemi scottanti del Vaticano", compresi i problemi della Curia, l'amministrazione centrale della Chiesa, che è stata recentemente trovata al centro di scandali di corruzione. Secondo la pagina web di “Riflessione e Liberazione”, organo del papato in Cile, queste confessioni sono state espresse da Lei in lingua spagnola. Ancora una volta Lei ha sottolineato la convinzione che vi è la necessità di rinegoziare la convenzione della realtà religiosa e della sessualità, come anche di altre debolezze umane. Le Sue parole lo confermano: “In Curia esistono anche uomini santi veramente. Ma c'è anche un flusso di corruzione, ed è vero che c'è una lobby gay. Dobbiamo vedere cosa possiamo fare”[179].
Durante il viaggio di ritorno dal Brasile (29-7-2013) e parlando in volo con i giornalisti, ha fatto una dichiarazione "liberale"(!!!) rispetto alla posizione che aveva il papato in passato per la questione dell'omosessualità. Quando il giornalista le ha chiesto la sua opinione sugli omosessuali, ha risposto: "Chi sono io per giudicare l'orientamento sessuale? Se un uomo è alla ricerca di Gesù e del bene, chi sono io per giudicare questo comportamento? "Inoltre, ha aggiunto che gli omosessuali non devono essere emarginati, ma dovrebbero essere integrati nella società. Ha preso posizione contro la discriminazione nei confronti degli omosessuali, ma ha parlato della posizione del papato, per la quale, sebbene l'orientamento omosessuale non costituisca peccato, gli atti omosessuali lo sono. Lo stimato giornale Wall Street Journal dà un'altra dimensione nelle sue dichiarazioni. In particolare, il giornale sostiene che, nelle Sue dichiarazioni sull'omosessualità, ha spianato la strada per l'accettazione di "sacerdoti" omosessuali[180].
In accordo con la Sua linea, il “vescovo” papale del Messico Jose Raul Vera Lopez, intervistato su 27/08/2013, ha dichiarato: "L'omosessualità non è una perversione, ma l'omofobia è una malattia mentale "[181].
Nel 19/09/2013, Lei Illustrissimo, ha dichiarato: “La Chiesa ha il diritto di esprimere le sue opinioni, ma non di intervenire spiritualmente nella vita degli omosessuali[182]". Con questa dichiarazione ha sostenuto le loro comunità. Letteralmente la Sua dichiarazione è arrivata del tutto inaspettata e come un "fulmine a ciel sereno". Infatti, con tali dichiarazioni sulle anomalie carnali, profondamente irresponsabili, giacché non le condannate, considerando che l'argomento è regolarmente riconosciuto, da diversi parlamenti, come “matrimonio”, Lei, Illustrissimo, ha aperto “il sacco di Eolo” e ha gettato “benzina sul fuoco”.
Una risposta corretta e facile, da parte vostra, avrebbe dovuto essere: "La fetida passione assolutamente condannata da Dio e condannata dalla quasi totalità degli uomini, tranne che dagli uomini perversi del nostro tempo, chiede semplicemente conferma della condanna. Infatti anche teologicamente è stata descritta come azione manifestamente odiata da Dio come nessuna altra devianza".
Infatti, oh la frivolezza, il fallimento, l’indecenza, l’audacia, da Lei che si vanta per il numero di "fedeli", che rappresenta. Decadimento di Nadir! Ha aggiunto altro piombo alle tante altre deviazioni spirituali del papismo. Ha sbrindellato ogni credito come "leader" e la Sua dignità personale. Che si rallegri ogni papista sulla terra, ma con questo, auguriamo che alcuni si sveglino, valutando dove si dirige il papato con la sua folla di "fedeli".
Poiché ogni “Papa”, e in generale il Vaticano, si vanta di avere come capo l’Apostolo Pietro e dichiara che è sua la chiesa, con le vostre ben note argomentazioni, e considerando che in Vaticano, Paolo, l’Apostolo delle nazioni, è messo un po’ da parte, Lei, Illustrissimo, dovrebbe sapere quanto è stato scritto da Pietro su questa perversione: "... e condannò alla distruzione le città di Sodoma e di Gomorra, riducendole in cenere, e le fece un esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente... specialmente coloro che seguono la carne nei suoi desideri corrotti e disprezzano l'autorità”[183]!
Interpreta s. Nicodemo della Santa Montagna: "Queste città, in cui i cittadini praticavano lo stare fra maschi, le ha bruciate con un diluvio di fuoco e di zolfo. Ugualmente, il nostro Dio ha fatto sprofondare un grande numero di uomini con il fuoco, ed è consequenziale che ogni empio che giudicherà nel futuro lo farà allo stesso modo, come i colpevoli sodomiti... perché più duramente degli altri che si resi colpevoli saranno puniti coloro che non resistono alla lussuria e agli atti obbrobriosi, atti che non vanno neanche descritti, poiché danneggiano coloro che meditano anche con la sola memoria[184]".
E il settimo versetto della lettera di Giuda: "... Proprio come Sodoma e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate alla fornicazione e si erano date a perversioni sessuali contro natura, sono state poste innanzi a esempio, subendo la pena di un fuoco eterno". Timore e tremore, ma quanti conoscono questo? Oltre la punizione sottolinea San Nicodemo: " il corpo dei maschi è completamente differente ed estraneo... [185]".
Indelebile ricordo della calamità di allora il luogo è conosciuto come Mar Morto. Sotto parte di questo mare c’erano queste città. Oggi questo mare è confine fra Israele e Giordania. Rimane l'insegnamento e ci ricorda che, perché non vi sia vita, qualcosa di terribile è accaduto là, intorno al 1800 a.C.
Terribili anche le parole di Paolo: "... gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento"[186].
Alcune considerazioni di s. Giovanni Crisostomo, dalla sua esegesi delle parole di Paolo: 2Tutte le passioni portano infamia, ma di più l’eros fra maschi, dove la natura umana si ribella (a causa di questa, passione contro natura)... poiché degradando la loro natura, sono caduti nell’innaturalezza... il peccato è diventato il loro atto (principale), un atto che compiono con zelo... Anche se non esistesse la geenna, né la condanna dell’inferno, questo sarebbe peggio dell'inferno … anzi, dico che costoro sono peggio degli assassini... e se avessero coscienza di quello che fanno preferirebbero morire anche più volte pur di non subire ancora questa passione. Perché non affermo solo che sei diventato donna, ma hai perso l’essere uomo... sei divenuto traditore, hai degradata la tua natura maschile... Cosa è più ripugnante dell’uomo che si comporta come una prostituta?... Guai, che follia! Oh voi siete più ebeti degli animali e più spudorati dei cani! Donde provengono queste sventure? Dalla mollezza (della vita), dalla ignoranza di Dio.... anche la stessa natura è stata infangata”.
Anche Freud, nonostante le sue note posizioni riguardo agli uomini e le donne e la liberalità della libido, del piacere sessuale, (alcuni dei suoi allievi sono in disaccordo con lui, in particolare sulla questione delle nevrastenie, come il signor Jung, ragionevolmente contrario) è contrario anche se non avversa l'omosessualità. Tra le altre cose, nella sua opera "Introduzione alla Psicoanalisi", dice: “Ci sono categorie di esseri umani le cui vite deviano dalla vita sessuale abituale nel modo più eclatante. Un gruppo di questi " pervertiti" ha lasciato fuori dalla propria vita le differenze fra i due sessi... in loro, solo lo stesso sesso provoca desiderio. Queste persone rinunciano a qualunque partecipazione nella riproduzione. Queste persone sono chiamate omosessuali... vi appartengono coloro chi si sono dimessi dall’unione con gli organi sessuali e o parti del corpo... superando le difficoltà anatomiche e sconfiggendo la relativa avversione... Ora quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento in quelle forme inusuali di soddisfazione ? Sdegno ed espressione del nostro disgusto personale. Resta da spiegare l’esistenza delle perversioni e di collegarle con la normale sessualità... comunque sono definiti bisogni perversi”[187]. Chi se l’aspettava da Freud, però è stato come catapulta contro questa perversione[188].
L'Apostolo Paolo nella sua lettera ai Corinzi[189] ha detto chiaramente che gli omosessuali "non erediteranno il Regno di Dio". Queste parole dell'Apostolo Paolo sembra che gli eretici cristiani non le condividano, anzi promuovono l'omosessualità considerandola non una cosa peccaminosa ma come qualcosa di normale.
In altre parole, Lei tenta di presentare la perversione come normale e coloro che la praticano solo come malati di psiche. Secondo Lei l’Apostolo Paolo e i Santi Padri della Chiesa Cattolica Ortodossa, che hanno condannato con forza come peccato mortale l’omosessualità, avevano bisogno di cure psichiatriche[190].
Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha dichiarato una posizione diversa rispetto al Suo atteggiamento sull’argomento dell'omosessualità. In una dichiarazione, che ha fatto dopo la fine dei Vespri presso la Chiesa Cattedrale di San Simeone di Estonia, il 2013/07/09, ha duramente criticato coloro che sostengono i matrimoni gay e la "libera convivenza", affermando che "Sono condannabili le odierne invenzioni dei cosiddetti "patti di convivenza", che sono il risultato del peccato e non della gioia legale"[191].
Noi Ortodossi rispettiamo la vita privata di qualsiasi persona come libera scelta responsabile. Noi non intendiamo intervenire in modo intollerante e sospendere i diritti e le libertà. La nostra protesta è incentrata sui tentativi che questo terribile peccato di omosessualità, di sodomia, di lussuria innaturale, che si estende in pederastia e in pedofilia, possa essere presentato come uno stato normale, come una semplice differenza. La coscienza universale, tuttavia, nel corso dei secoli, riconosce come comportamento sessuale normale il rapporto tra il maschio e la femmina. Questa è la fisiologia e l’ontologia umana. Ogni altro rapporto inverte ontologia umana come aberrazione innaturale, che non si osserva nemmeno negli animali. In particolare la Sacra Scrittura, che esprime la volontà di Dio, il Creatore dell'uomo e sapiente conoscitore della natura umana, condanna l'omosessualità come pathos, disonore e bruttura rigorosamente punita con fuoco e zolfo nella città di Sodoma e Gomorra. Per tutti i Santi Padri, l’omosessualità è, fra i peccati, il più disgustoso e impuro. Il sostegno e l’assoluzione dell’omosessualità costituisce grande mancanza di rispetto verso Dio - Creatore dell'uomo in maschio e femmina - e blasfema soppressione del Vangelo. Chi siete voi, rappresentanti della modernità, che avete l’audacia di mettervi al di sopra di Dio e di rimuovere il Vangelo e l'insegnamento dei Santi Padri? Mostrare pubblicamente l'omosessualità offende la pubblica decenza e la nostra coscienza religiosa, invia messaggi ai giovani di comportamento sessuale deviante, ed è un siluro contro il fondamento della famiglia e della società, già con un grave problema demografico e può causare disturbi psicopatologici nei bambini allevati da coppie omosessuali, obiettivo che si cerca di realizzare[192].

24) LA BANCA DEL VATICANO E IL RICICLAGGIO DI DENARO
La Sua elezione al Vaticano, Illustrissimo, amico del banchiere Rockefeller, ha contribuito a ridurre - anche se temporaneamente - le voci di coloro che parlavano dei grandi scandali economici e morali, ma continuano a sostenere che l'organizzazione dei Gesuiti dell'Opus Dei, in collaborazione con i grandi imbroglioni banchieri sionisti, tirano i fili dell'economia globale!
Memorabili sono le reazioni contro il riciclaggio di denaro da parte del Vaticano e l'interconnessione che esiste tra Cosa Nostra e i responsabili della banca dell’autonominata, sedicente, Santa Sede, come hanno scoperto i giudici italiani.
Vengono alla luce sempre più le indagini che indicano che il Papato è essenzialmente un un'organizzazione criminale, ai livelli amministrativi superiori, molto pericolosa per l'umanità.
L’attività, per esempio, della Banca Vaticana facilita il riciclaggio di denaro, sostengono i responsabili di una indagine triennale, confermata da documenti riservati citati da due quotidiani italiani[193]. Tuttavia, la denuncia maggiormente documentata è di Karen Hudes, che ha lavorato per venti anni consecutivi nel dipartimento legale della Banca Mondiale, che è stata licenziata quando ha denunciato una grande truffa in Indonesia! L'ex consigliere legale della Banca Mondiale, in una recente intervista a una rete televisiva americana, ha affermato che le trace della ricchezza globale di un gruppo canaglia di gradi banchieri termina in Vaticano[194]. A questa conclusione è arrivata quando è riuscita a seguire il percorso del denaro che, in effetti, conduceva al Vaticano.
Le denunce evocano alla nostra mente le rivelazioni sui legami del Vaticano con l'organizzazione criminale che si nascondeva dietro la loggia massonica P2, e con la mafia! L'Opus Dei, organizzazione dei Gesuiti, è ormai noto che non solo controlla il sistema bancario europeo, ma è anche a capo del potente club dei grandi banchieri sionisti, che ha sede in Svizzera, come ha chiaramente affermato Karen Hudes!
Riguardo a questo è necessaria la presentazione di una pubblicazione[195] che mostra il modo di agire dell'organizzazione gesuita Opus Dei e che convalida e giustifica le parole dell'ex consulente legale della Banca Mondiale. È citato solo un breve estratto dal quale, però, si può comprendere l'iniquità della loro azione. Un'azione che conferma sostanzialmente il detto di s. Kosmas dell’Etolia "anatematizzate il Papa", ma anche le parole dell'insegnante di s. Anastasio Gordio, che nella sua opera “Contro l’Islam e contro i Latini”, che alcuni hanno cercato di far sparire, interpreta parti del libro della Rivelazione e identifica il “Papa” con la bestia bicornuta.
“... la Limmat Foundation, con sede in Svizzera, opera in Africa centrale e orientale, Sud America, Sud-Est asiatico e paesi dell'ex Unione Sovietica. Anche se afferma che non è un’organizzazione di natura politica o religiosa, è noto che questa fondazione influenza direttamente la politica dei paesi in cui opera, mentre tutti i soci fondatori hanno forti legami con l' Opus Dei. Limmat Foundation ha un budget annuale superiore a 1.000.000 $, di cui il 78 % proviene da risorse proprie, mentre il restante 22 % è coperto da fondi statali e sovvenzioni dell'Unione europea. La Fondazione ha un rapporto diretto con il sistema bancario paneuropeo, controllata dall'Opus Dei. L'elenco dei membri include i massimi dirigenti della Banca Popolare di Spagna, della Nordfinanzbank di Zurigo e della Fondazione Rhine-Dunude, che è interamente finanziato dall'Unione Europea.
Un'altra organizzazione, fondata da membri dell'Opus Dei, è la Hanns-Seidel, con sede in Germania. La Fondazione è finanziata dall'Unione Europea ed è associata con il partito Cristiano democratico bavarese CSU; l'eurodeputato di questo partito Fritz Pirkl è membro fondatore di Hanns-Seidel. Questo istituto, in collaborazione con Limmat, ha istituito nelle Filippine il Centro per la Ricerca e la Comunicazione, e tra i suoi membri fa parte la maggioranza dell’élite economica e politica del paese. (Nota: per quel paese la signora Karen Hudes ha denunziato in un'intervista la Banca Mondiale di avere compiuto una delle più grandi scorrerie economiche!) L’agenzia Progredi, con sede a Bruxelles, è un'altra delle "vetrine" dell'Opus Dei. Nella lista dei suoi membri fanno bella figura nomi come quello di Gian Mario Roveraro, proprietario della Banca Commerciale Akros di Milano e del consigliere economico del Vaticano. L'Istituto per la Cooperazione Universitaria con sede a Roma e Bruxelles opera dal 1993 in tutto il mondo. In particolare opera in paesi come il Perù, l'Albania e l'ex Unione Sovietica. Il bilancio annuale supera i 4,5 milioni dollari, di cui il 10 % proviene dalle loro risorse, mentre il resto è coperto da fondi dell'Unione europea.
L'Organizzazione Association for Cultural Cooperation ha la sua sede in Belgio. Il suo bilancio annuale supera il 1.000.000 $, di cui il 30 % proviene da fondi privati ​​, mentre il restante 70 % da istituzioni sociali e dall'Unione Europea. L'organizzazione opera in sette paesi dell'Africa centrale e del Sud America.
Naturalmente, la lunga lista non finisce qui. È quindi evidente che Opus Dei ha diretto coinvolgimento nella società. La sua influenza, impegnandosi nella politica dei paesi in cui la sua presenza è forte, ha un impatto diretto sulla scena politica mondiale. I suoi membri sono riusciti a penetrare nel parlamento europeo e a diventare commissari nelle commissioni dell'Unione Europea o delegati governativi, dei loro paesi, alle Nazioni Unite. Così, riescono a intervenire, essendo riusciti a controllare anche le organizzazioni filantropiche internazionali quali l'UNESCO, il cui direttore generale Federico Mayor è un membro dell'organizzazione...”.
Anche una persona comune può interpretare le varie partite giocate dallo stato del Vaticano. All'interno di questo quadro, secondo alcuni ambienti ecclesiastici, rientra anche la legge entrata in vigore retroattivamente negli Stati Uniti (!), che ha permesso a centinaia di vittime degli abusi sessuali da parte di "sacerdoti" del Vaticano di rivendicare un enorme risarcimento. Il risultato è stato il fallimento economico degli Arcivescovati e Vescovati del Vaticano negli Stati Uniti! In sostanza, gli stessi ambienti sostengono che la legge è stata provocata dai banchieri sionisti e rivolta esclusivamente al controllo del potere e all’elezione di un “Papa” che lavorerà nel solo loro interesse e come loro strumento al progetto della globalizzazione. Karen Hudes sostiene apertamente, dunque, che la Banca Federale Statunitense è controllata totalmente dai Gesuiti, dai quali proviene anche Lei, Illustrissimo!
Come i Templari con il satanista, cabalista capo De Molay hanno tentato di prendere dall'interno il posto del “Papa”, ma sono stati individuati, perseguiti e uccisi, nello stesso modo anche i Gesuiti dell'Opus Dei, insieme ai loro partner, i banchieri sionisti, oggi, attraverso l'economia, come i Templari, hanno tentato di fare lo stesso. La differenza è che questi ultimi hanno evitato errori e sono riusciti a forzare alle dimissioni il tedesco Benedetto attraverso pubblicazioni, ma anche attraverso la registrazione, in tre volumi, degli scandali economici e non solo... cosi sono riusciti ad eleggere Lei, chiamato il “Papa” nero, che ha avuto una posizione di leader all’interno dell'Ordine dei Gesuiti !
Dai vostri primi atti pubblici, e con l'aiuto della pre –progettata, in modo analogo a quella dei leader politici, campagna pubblicitaria per convincere le masse dell'Occidente[196].
Gli sviluppi nello "Stato di Dio" si svolgono con grande celerità. Gli scandali che si cercava di tenere nascosti sono stati rivelati e Lei sta cercando invano di risolvere gli “scandali" che emergono continuamente dalle profondità! Gli scandali economici, che emergono, uno dopo l'altro, ricordano più una banda mafiosa o camorristica, che la "sede che rappresenta Cristo sulla terra"! Il rapporto in questione recita: “L'operatività della Banca Vaticana facilita il riciclaggio di denaro”, secondo i responsabili di una ricerca triennale sulla banca, in conformità con documenti riservati, ai quali si riferiscono in recenti pubblicazioni due quotidiani italiani. L'Istituto per le Opere Religiose ( IOR, il nome ufficiale della Banca Vaticana ) non fa le opportune verifiche sulla clientela e ha permesso ai titolari dei conti di trasferire quantità significative di denaro per conto di altri; secondo la stessa fonte. "C'è un aumento del rischio nel funzionamento di IOR, che, non identificando con precisione i suoi clienti, possa essere utilizzato come una copertura per nascondere affari illegali", hanno detto gli investigatori in un documento citato dal Corriere della Sera. Gli investigatori hanno anche accusato alcune banche italiane che hanno accettato i trasferimenti del denaro dallo IOR, senza verificare la fonte di provenienza, denaro che viene successivamente trasferito in altre banche. “Lo IOR può facilmente diventare un vettore di denaro sporco derivante da attività criminali", dicono gli investigatori. Smentiscono anche le rassicurazioni dello IOR che tutti i clienti sono chierici o comunità religiose. "Ci sono anche persone che, avendo un rapporto privilegiato con la Santa Sede, possono effettuare depositi di denaro e aprire dei conti", spiegano. L’indagine riguarda ventitre milioni trasferiti, nel mese di settembre 2010, dalla Banca Vaticana alla istituzione finanziaria italiana Credito Artigiano, di cui tre milioni depositati successivamente alla Banca del Fucino e 20 milioni alla JP Morgan di Francoforte. Il trasferimento di questi fondi è stato approvato da Paolo Cipriani, allora direttore generale dello IOR, e dal suo vice, Massimo Tulle, che sono stati dimessi, e gli investigatori intendono accusare. Secondo il giornale La Repubblica, i due uomini sono anche accusati di aver effettuato altri dieci trasferimenti di denaro alla JP Morgan”[197]. Il "vescovo" Nunzio Scarano, insieme con un agente dei servizi segreti del Vaticano e di un broker, è accusato di frode e corruzione, a seguito di un'inchiesta condotta dai servizi finanziari competenti della polizia italiana. Scarano, ex responsabile per le attività finanziarie del Vaticano, intendeva trasferire 20 milioni di euro dalla Santa Sede in Svizzera, ma è stato scoperto dalle autorità, vanificando così i suoi piani[198]. Scarano, ex alto dirigente della gestione finanziaria della Santa Sede, è stato arrestato insieme a Giovanni Zito, un agente dei servizi segreti italiani, e al mediatore Giovanni Carinzio. Sono accusati di aver progettato di portare di contrabbando in Italia 20.000.000 € per conto di amici ricchi di Scarano, amici che si occupano di trasporto navale nella città di Salerno, nel sud Italia"[199].
La prima cosa che vorrei dire è che dove manca la grazia di Dio, è abbondante l'energia satanica e per questo si verificano questi risultati[200]!
La seconda è che Lei, Illustrissimo, continua con l’ipocrisia in un disperato tentativo di commuovere, di ingannare la gente e per correggere la pessima immagine della Città del Vaticano. Durante la Sua visita in Brasile ha dichiarato, secondo il giornale "The News" del 3-04 Agosto, tra l'altro: "I diritti umani non sono violati solo dal terrore e la repressione, ma anche da strutture finanziarie abusive, dove creano enormi disparità". Altrove ha dichiarato: "Oh, come vorrei una Chiesa povera per i poveri".
Le Sue dichiarazioni provocano emozione e ammirazione. Con l'aiuto dei media Lei corregge la scarsissima immagine del Vaticano, che è scosso da scandali di ogni tipo, mentre Lei si 'santifica'. Dimentica, però, che il Vaticano intenzionalmente è diventato una forza economica nel periodo tra le due guerre, sotto la guida economica del banchiere Bernardino Nogara. Egli ha istituito società finanziarie per conto del Vaticano, penetrando nelle banche, nelle fabbriche di armi e di farmaci, commercializzando carburanti e oro. Tenete a mente, inoltre, che intenzionalmente: a) nel 1942 è stata fondata la Banca Vaticana, il famigerato IOR. b) dopo la seconda guerra mondiale il Vaticano sviluppa le sue attività in tutto il mondo tramite compagnie di assicurazione, fabbriche di cemento, di acciaio, di pasta, di meccanica, con alberghi, edifici e complessi residenziali. Queste attività hanno beneficiato del fatto di essere esenti da imposte. c ) Dal 1968, con il “Papa” Paolo VI, guidano le finanze del Vaticano il "vescovo" di Chicago Paul Marcincus, il banchiere mafioso Michele Sindona, il banchiere internazionale Roberto Calvi e l’agente Licio Gelli, fondatore e "Gran maestro" della famigerata loggia massonica "Propaganda Due" ( P - 2). Le aziende e la Banca Vaticana “riciclano” denaro sporco, come è stato rivelato poco prima delle dimissioni dell’Illustrissimo Benedetto.
Nel 1978 è morto “Papa” Paolo VI e gli succede sul trono del Vaticano Albino Luciani, insediato nel mese di agosto 1978 con il nome di Giovanni Paolo I. Esattamente 33 giorni dopo il suo insediamento è morto improvvisamente e inspiegabilmente. Aveva manifestato la sua disponibilità ad effettuare pulizia nel Vaticano e aveva cominciato a fare passi in questa direzione, allontanando i vecchi dirigenti, numerosi loro collaboratori e i massoni. Molto tempo dopo la sua morte è stato detto ( senza prove ) che il “Papa” è stato assassinato con la digitale. Tuttavia, la necroscopia non è stata mai effettuata. Gli successe il polacco Wojtyla, come “Papa” Giovanni Paolo II e l’ordine è stato “restaurato”.
Al “Papa” Giovanni Paolo II successe il “Papa”, Benedetto XVI, che si è dimesso sia per gli scandali omosessuali all'interno del Vaticano sia per gli scandali finanziari. Non si deve dimenticare che poco prima delle sue dimissioni esistevano formali denuncie da parte delle autorità italiane per "riciclo” di denaro sporco. Inoltre, poco prima delle sue dimissioni, sono state trasferite ingenti somme verso banche tedesche. Il Vaticano, secondo la bibliografia, controlla società a Panama, in Lussemburgo, nel Liechtenstein, controlla banche (in Lussemburgo), gruppi editoriali, associazioni bancarie, ecc. Il Vaticano possiede una favolosa ricchezza. Potrebbe vendere una parte di questa per lo sradicamento della povertà, della fame, delle malattie ecc. Ma, di poveri si occuperà il Vaticano? È diverso occuparsi realmente dei problemi quotidiani dell’umanità e altro fare propaganda. Illustrissimo, Lei fa propaganda, per migliorare l'immagine luciferina del Vaticano. Per questo in un primo momento ho parlato di “concerti di ipocrisia" da parte vostra.

25) IL PROGETTO DEL PAPATO CONTRO LA GRECIA
Sul male, il papato che ha causato alla nazione greca, lascerò parlare il padre fra i santi, il Vescovo Nettario di Pentapolis. Il santo nella sua opera in due volumi "Studio storico sulle cause dello scisma", in cui si esprime in modo severo e negativo sul “Papa” e il papato, dice: "Che cosa si può dire? Piangere o ridere per tali pretese dei papi? Ritengo che si addica di più il piangere, perché molte lacrime la nazione greca ha versato per i papi, che sono stati i cattivi demoni per la Chiesa Orientale e per la nazione greca”[201]. E altrove: "L'odio contro i greci da parte della Chiesa Occidentale, che ha animato tutto l’occidente, ha reso i popoli arretrati dell’occidente fanatici nemici dei greci, che consideravano quest’ultimi come odiosi eretici... I Crociati, folla ignorante e fanatica, nutrivano uguale odio sia per i greci sia per gli ottomani. L’espugnazione di Costantinopoli da parte dei Crociati, vandali barbari d’occidente, fu il timbro sullo scisma"[202]. E infine, "I papi peccano e sono castigati e saranno castigati fino alla Seconda Venuta di Cristo, forse eternamente per i mali procurati alla Chiesa greca, come per le pseudo unioni e per i loro insegnamenti empi e non cristiani”[203].
I piani del Vaticano per la Grecia coincidono con quelli di coloro che combattono la Chiesa. Dietro alle richieste di coloro che combattono la Chiesa, che chiedono che l’ora di religione sia modificata da educazione religiosa e catechetica a lezione sincretista di religioni e per la separazione tra Chiesa e Stato, è nascosto il Vaticano. La prova di questa affermazione è l'articolo intitolato "La lingua greca antica, l’ora di religione e il fanatismo religioso" del sig. Nicola Gasparakis, avvocato ed ex direttore dell’ufficio stampa del papato in Grecia, pubblicato nel giornale "Eleftherotypia"[204].
Nel suo articolo il signor Gasparakis suggerisce la necessità di cambiare l’ora di educazione religiosa in ora di religioni e la separazione tra Stato e Chiesa. Tenta di aggiungere come argomento riguardo alla separazione tra Stato e Chiesa ortodossa che: " questa separazione sarebbe a favore della Chiesa... inoltre, gli indicatori economici considerando le condizioni critiche odierne del nostro paese sarebbero più favorevoli al popolo", era implicito, naturalmente, che si sarebbe "alleggerito" il bilancio pubblico con la fine del libro paga del clero ortodosso.
Il signor Gasparakis può rispondere se, secondo i principi dello Stato di diritto, in tutto il mondo, vi è un ordinamento giuridico che ha permesso l’esproprio senza nessun indennizzo del 96% delle attività di un'organizzazione? Perché il libro paga del clero ortodosso non costituisce un atto di favoritismo del governo greco, ma obbligo contrattuale, come dimostrato recentemente la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, con la cancellazione della nota legge Tritsi (legge 1700/1987)[205].

26) LA SUA IMMINENTE VISITA A GERUSALEMME E A FANAR
Secondo quanto riferito, Lei ha accettato l’invito di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo per visitare la Sacra prima Cattedra dell’Ortodossia in Fanar[206], in un prossimo futuro. Inoltre, secondo la stessa informazione, è d'accordo con la proposta di Sua Santità il Patriarca Ecumenico di incontravi nel maggio 2014 nella Città Santa di Gerusalemme, in occasione del 50° anno dall’incontro dei vostri predecessori, Paolo VI e Atenagora[207]. Infine, viene riferito, ha accettato l'invito di partecipare all’importante manifestazione dell’esposizione sulla Santa Montagna dell’Athos, che si terrà nel 2015 nel palazzo presidenziale in Italia, la cui inaugurazione è prevista da Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, come Vescovo della comunità monastica dell’Athos.
Davvero, cosa può portare di buono all'Ortodossia Lei, Illustrissimo, l’illustre “Papa” gesuita, dei rabbini, dei massoni, della dittatura dell'America, dell'ecumenismo, della pan-religione, della “New Age” dell'Acquario” e del "Nuovo Ordine"?

EPILOGO
Noi, ortodossi, desideriamo sempre l'unione e preghiamo "per l'unione di tutti (persone)" nella verità, e non a favore dell'unione con delle pseudo chiese, senza che loro abbandonino le loro eresie, della nostra Santa Chiesa nella divina “unione nella diversità delle false dottrine”. Essenzialmente voi papisti la impedite. Noi, gli Ortodossi, siamo prevalentemente unionisti, mentre voi, i papisti, gli anti-unionisti. Se non vi pentirete, qui nella vita passeggera, vi pentirete nell’ade, dove "non c'è pentimento"! Noi, greci ortodossi, vogliamo l'unione, come stabilito da Cristo, mentre, voi, latini, come stabilisce Lei, Illustrissimo. Se voi, Illustrissimo, foste coerenti con Cristo, non dubitate che noi, Ortodossi, che possediamo la vera fede di Cristo, avremmo accettato l’unione. Ma dal momento, Illustrissimo, che non siete d'accordo con Cristo, non si potrà mai essere d'accordo con voi. Come è possibile, Illustrissimo, accettare l’unione quando Lei e i papisti non siete in accordo ma avversi all'insegnamento del Vangelo del nostro Salvatore Gesù Cristo e degli Apostoli? Come possiamo accettare di unirci con voi, quando parlate, ragionate e agite contro Dio, contro la Tradizione dei Padri?
Dal momento, che Lei, Illustrissimo, rimane impenitente e insiste in modo diabolico nelle vostre eresie, abbiamo il dovere di interrompere ogni rapporto con Lei e di procedere ognuno per la propria strada, seguendo l'esempio del beato Patriarca Ecumenico Geremia II (1581) che ha avuto un atteggiamento memorabile ed esemplare nel dialogo con i protestanti "teologi" di Tübingen. Quando scoprì che perduravano nelle eresie e respingevano l'insegnamento dei Santi Padri e dei luminari teologi della Chiesa, interruppe i contatti abbandonandoli al loro cammino. “In futuro vi chiediamo di non sottoporci a fatiche né di rispondervi per lettera riguardo a questi argomenti, considerando che usate gli astri luminosi e teologi della Chiesa ogni volta con differente interpretazione e li onorate a parole ma non osservate (i loro insegnamenti) e rendete manifesto che è inutile l’armatura delle nostre argomentazioni, cioè le parole (dei Padri) divine e sante, attraverso le quali avremmo potuto scrivervi e confutare (le vostre argomentazioni). Dunque, riguardo al vostro caso risparmiateci da ogni assillo. Continuate la vostra strada, e, se volete, scriveteci per amicizia e non sottoponendoci cose dogmatiche”[208].
L’Apostolo Paolo, il divino araldo, scrive: “State saldi e mantenete gli insegnamenti che avete imparato tramite la parola o la nostra epistola”[209]. E ancora: “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto”[210]. Dice lo stesso Ignazio il Teoforo: “Chi parla o fa cose contro a quello che ci è stato ordinato, anche se è persona affidabile, anche se digiuna, o vive nella verginità, o compie cose miracolose, guardalo come lupo con la pelle di pecora che prepara con le sue opere la perdita degli agnelli”. Ma anche il VII Santo ed Ecumenico Sinodo afferma: “Tre volte anatema a tutte le innovazioni realizzate e che possono in futuro essere fatte contro la Tradizione della Chiesa, l'insegnamento e l'esempio dei santi ed indimenticabili Padri " Inoltre, il saggio Bryennio dice: “Se qualcuno sposta qualcosa dagli insegnamenti dei Padri teofori, questo non può essere deroga nell'economia, ma tradimento e violazione alla fede e disprezzo a Dio”[211].
Dio ci ha dato il primo comandamento dell'amore e la Chiesa prega "per l'unione di tutti". Ma Dio ci ha insegnato l'amore vero, non quello falso. L'amore, non con le labbra e la bocca, ma l'amore con tutto il cuore e l'anima. Non è l'amore superficiale, ma quello interiore. Il Signore ci ha insegnato il vero amore, ma anche ci ha anche insegnato e ci ha ordinato, per proteggerci, di guardarsi dai falsi profeti, dai falsi cristi, dai falsi maestri, dai lupi, dai cani, dagli ipocriti, dagli arcipreti, dai sacerdoti, dagli scribi e dai farisei. Sono loro che il Signore ha criticato con il terribile e spaventoso "guai", chiamandoli ipocriti, sciocchi, ciechi, guida di ciechi, predatori, iniqui, sepolcri imbiancati, serpenti, razza di vipere. A tali uomini il nostro Signore ci ha ordinato di fare attenzione e di non avvicinarsi, di non avere alcun contatto. Ci ha ordinato solamente di pregare per loro affinché siano illuminati dal Signore, così che si pentano. Come si sono comportati contro tali persone (pastori di lupi, falsi maestri, falsi profeti, falsi cristi eretici) i Padri? I santi Padri, gli imitatori di Cristo, il Sommo Pontefice, ed eredi dei suoi discepoli, divini pastori, che hanno sacrificato la loro vita per i loro agnelli razionali, che hanno istituito i nove venerabili e santi Concili Ecumenici, tutti questi eretici, che abbiamo sopramenzionato, li hanno scacciati lontano, con la fionda dello Spirito Santo, dal gregge di Cristo. Li hanno scacciato lontano e consegnato, come impenitenti, all'anatema eterno.[212]
Fra Ortodossia e papato (sia con lo spirito del passato sia con quello attuale dell'idolatria) non ci può essere alcun compromesso.
Né unione né unità. Noi adoriamo il Dio-uomo, mentre voi adorate l’uomo che avete deificato, e in definitiva l'idolatria, i falsi dei. I veri e coerenti ortodossi in nessun caso e per nessun contraccambio fanno matrimoni misti; non ci imparentiamo con gli eretici e gli eterodossi. L'obiettivo e lo scopo che perseguiamo sono il cielo e la beatitudine eterna, mentre per voi sono la terra e la beatitudine in essa.
Ottemperiamo al precetto, divinamente ispirato, di Paolo: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo diverso, perché quale relazione c'è tra la giustizia e l'iniquità? E quale comunione c'è tra la luce e le tenebre? E quale armonia c'è fra Cristo e Belial? O che parte ha il fedele con l'infedele? E quale accordo c'è tra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché voi siete il tempio del Dio vivente … Perciò uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'immondo”.[213]
Se, Illustrissimo, desiderate l’unione, riconoscete e ammettete tutti gli errori, le eresie e le innovazioni che hanno fatto, durante gli anni, i "papi" del secondo millennio, i separatisti dalla Chiesa ortodossa. Pentitevi, piangete amaramente, umiliatevi e poi sarete accettati. Se non eliminerete l’orgoglio, se non vi umilierete, imitando il Signore, non solo non avrete successo, ma aumenterà la divisione e si creeranno grandi scandali, rivolte, confusioni, un grande danno e rovina al gregge. Se, al contrario, imitando il Signore vi umilierete, si otterrà l'unione, avrete beneficio Lei e il vostro gregge e sarà glorificato anche da Lei, come è glorificato dai santi Apostoli, il nome del Padre celeste, perché "il Signore ai superbi si oppone, e agli umili dà grazia", e "perché chiunque si innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato"[214].
Riguardo a questo, è caratteristico quanto riportato dai contemporanei santi anziani della Chiesa Ortodossa, il monaco padre Paisios del Monte Athos e lo ieromonaco padre Porfirio. L'allora “Papa”, essendo stato informato dell'esistenza di questi santi anziani e dell’influenza che essi avevano sul gregge ortodosso ha voluto incontrarli. Ha cercato di comprendere, attraverso un suo inviato, se era possibile un incontro con loro. La risposta di entrambi, senza essersi consultati, perché erano persone guidate da Dio e dallo Spirito, fu che, fintanto che il “Papa” continua ad esprimere l'egoismo, l'arroganza e i deliri del papato e a non pentirsi, l’incontro non può aver luogo. “No, non possiamo andare. Perché il papato e il “Papa” non è pronto. Hanno molto egoismo. Non solo vogliono farci sottomettere, ma non credono neanche che noi abbiamo la verità. Non c'è bisogno di andare. È meglio aiutare con la nostra preghiera”[215].
Considerando, Illustrissimo, che il momento della morte non è conosciuto, perché, secondo il Vangelo, "non conoscerete né il tempo, né il momento della morte" vi preghiamo, come ultimo membro del Corpo Santo e Immacolato di Cristo e come Vescovo ortodosso, di affrettarvi a tornare nel seno della Chiesa Ortodossa prima che arrivi la fine. Il Dio Santo, Uno e Trino, vi accoglierà a braccia aperte! Sarà gioia sulla terra, da parte dei fratelli che rettamente credono, e sarà gioia in cielo degli angeli per il vostro ritorno! Correte, per fare in tempo ad entrare nella camera nuziale prima della chiusura delle porte, perché, secondo s. Cirillo, a coloro che si sono infettati con l'eresia, sarà negata la veste dell'immortalità.
Infine devo dire che qualsiasi critica o insulti avremo per aver scritto questo, saranno la corona massima della nostra vita e la assicurazione infallibile del nostro Salvatore (Mt 10 11) e Lei può stare certo che presto sarà verificata la validità di queste cose, perché “è stata data agli uomini la morte per non diventare il male immortale”.
Auguriamo che l’increata divina grazia dello Spirito Santo illumini la Sua mente, e Le dia la forza per riuscire a scacciare lontano il sonno dell’errore, dell’eresia, dell’indolenza e di rientrare nelle braccia della Chiesa Ortodossa.
Di ricondurre l'ex molto pio ed ex primo nato Patriarcato della vecchia Roma e d'Occidente nel Corpo di Cristo, nel Corpo della Chiesa. Riprendete il vostro sacro dovere come Primo delle autocefale Chiese Ortodosse con vero primato d’onore, di diritto come ortodosso gerarca, dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa. Amen.
Sinceramente



+ Andrea del Driinouloupolis, Pogoniani & Konitsa


+ Seraphim del Pireo




[1] 1 Tm 2,4
[2] S. Nicodemo l’Aghiorita, Pidalion, pp. 533-535.
[3] “Le manifestazioni del clero e del popolo hanno annullato la visita dell’eresiarca Papa nella Serbia Ortodossa” Ορθóδοξος Τυπος 09/08/2013, 1,7 e http://romfea.gr/patriarxeia/patriarxeio-servias/19373-2013-09-28-19-18-16.
[4] “Terribile: il Papa si è messo all’opera per il Monte Athos. Ορθóδοξος Τυπος 09/08/2013, “Stendardi antipapali durante la sinassi dei 20 Sacri Monasteri del Monte Athos. Messaggio forte della Sacra Comunità del Sacro Monte verso il Fanar e il Papa” Ορθóδοξος Τυπος (6-9-2013).
[5] Presbitero Anastasio Gkostopulos, La preghiera con gli eretici. Un approccio secondo la prassi canonica della Chiesa. ED. Theodromia, Salonicco 2009, pp. 40-42.
[6] Ibidem pp. 40-42
[7] Mt 4, 8-10.
[8] Mio libro, Le eresie del Papismo, Atene 2009, pp. 175-233.
[9] La crisi in Vaticano cristi del Cattolicesimo, The New York Times- dal quotidiano ΚΑΘΗΜΕΡΙΝΗ ΤΗΣ ΚΥΡΙΑΚΗΣ, 10 Marzo 2013, http://news.kathimerini.gr/4dcgi/_w_articles_world_2_10/03/2013_513899, http://www.amen.gr/article12799.
[10] Pagina web ΤΟ ΒΗΜΑ.
[11] “La devianza spirituale del Papismo” Ορθóδοξος Τυπος, 26-4-2013.
[12] “È fuoriuscita la puzza del Vaticano!” Ορθóδοξος Τυπος, 17-5-2013.
[13] “Spiritualità zero per la “Santa Sede”! Ορθóδοξος Τυπος 21-6-2013
[14] “Il Papa motociclista!” Ορθóδοξος Τυπος 19-7-2013.
[15] Gal 6,15.
[16] “La terminologia dei calciatori di “Papa” Francesco” Ορθóδοξος Τυπος 27-9-2013
[17] “La caduta generale del Papismo è evidente” Ορθóδοξος Τυπος 27-9-2013
[18] 3-9-2013, “Liturgie” papiste con bicchieri (di vetro e plastica) e insalatiere, http://aktines.blogspost.gr/2013/09/blog-post_7400.html.
[19] 19-2-2013 “Sacerdote” papista spruzza acqua santa con la pistola ad acqua, http://aktines.blogspot.gr/2013/02/blog-post_3191.html
[20] “Cappuccino papista canta heavy metal!” Ορθóδοξος Τυπος (4-10-2013)
[21] “Il Papa concede indulgenze elettroniche” Ορθóδοξος Τυπος 13-9-2013.
[22] Concilio Vaticano II Nostra Aetate http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decl_19651028_nostra-aetate_it.html
[23] http://greek.ruvr.ru, http://katanixis.blogspot.gr/2013/08/blog-post_7170.html
[24] 22-3-2013, Reuters, ΑΜΠΕ, http://www.naftemporiki.gr/story/630438
[25] http://www.briefingnews.gr/ international/item/ 26372-apokefalian-ne
[26] Corano, Il Pentimento o la Disapprovazione, surat IX:5.
[27] Corano, Muhammad, surat XLVII: 4-10.
[28] Corano, Il Bottino surat VIII: 73-76, Il Ferro surat: LVII: 10.
[29] Corano, La Giovenca II: 189.
[30] Corano, I Ranghi serrati LXI: 6.
[31] Nuovo Testamento, Giovanni 16,7.
[32] Nostra comunicazione sul Corano, fondamentalismo islamico e testi falsificati dell’Islam 14-6-2012, http://thriskeftika.blogspot.gr/2012/06/blog-post_14.html
[33] π. ΘΕΟΔΩΡΟΣ ΚΟΝΤΙΔΗΣ, «Ἡ Β’ Σύνοδος τοῦ Βατικανοῦ ἀνοίγει τήν Ἐκκλησία στό μέλλον. Β΄ Βατικανή Σύνοδος - Ἐποχή συμφιλίωσης καί διαλόγου», περιοδικό Ἀνοιχτοί Ὀρίζοντες, τεῦχος 1028, Δεκέμβριος 2005,http://ao.cen.gr/anoriz1028/AnOriz1028_19.htm
[34] π. ΘΕΟΔΩΡΟΣ ΚΟΝΤΙΔΗΣ, «Ἡ Β’ Σύνοδος τοῦ Βατικανοῦ ἀνοίγει τήν Ἐκκλησία στό μέλλον. Β΄ Βατικανή Σύνοδος μια γενική ἄποψη, http://www.typosmaroniton.com/cgibin/hweb?-A=13524&-V=social 15/10/2012.
[35] «Ὁ νέος Πάπας ὑπέρ τῆς βελτιώσεως τῶν σχέσεων τοῦ Παπισμοῦ μέ τούς Ἑβραίους καί τούς Μουσουλμάνους», Ὀρθόδοξος Τύπος 19-4-2013.
[36] «Ὁ Πάπας ἐκλεκτός καί τῶν Ἑβραίων», Ὀρθόδοξος Τύπος 19-4-2013.
[37] Ὁ Πάπας θαυμαστής βλασφήμου Ἑβραϊκοῦ«ἔργου τέχνης»!Ὀρθόδοξος Τύπος 17-5-2013.
[38] «Ἔκδηλος ἡἀπουσία ἐκκλησιαστικῆς συνειδήσεως εἰς τόν Πάπαν κ. Φραγκίσκον», Ὀρθόδοξος Τύπος (25-10-2013) 2.
[39] ἩμετέραΠοιμαντορική ἐγκύκλιος ἐπί τῆ Κυριακῆ τῆς Ὀρθοδοξίας 2013, ΑΡΧΙΜ. ΧΑΡΑΛΑΜΠΟΣ ΒΑΣΙΛΟΠΟΥΛΟΣ, Ὁ Οἱκουμενισμός χωρίς μάσκα, ἐκδ. Ὀρθόδοξος Τύπος, Ἀθήνα1988, σσ. 43-45, 107-108, ΣΥΝΑΞΙΣ ΟΡΘΟΔΟΞΩΝ ΚΛΗΡΙΚΩΝ ΚΑΙ ΜΟΝΑΧΩΝ, Διακήρυξις διά τήν Μασονίαν, http://www.impantokratoros.gr/67D9F5DF.el.aspx.
[40] ἩμετέραἘπιστολή πρός τόν Μακαριώτατο Ἀρχιεπίσκοπο Ἀθηνῶν καί πάσης Ἑλλάδος καί τούς Σεβασμιωτάτους Ἀρχιερεῖς γιά τήν αἵρεση τοῦ Οἰκουμενισμοῦ, 8-5-2013.
[41] Καρδινάλιοι πρίν ψηφίσουν γιό τό νέο Πάπα, http://aktines.blogspot.gr/2013/03/blog-post_7366.html.
[42] «Ὁ νέος Πάπας ἐκλεκτός καί τῶν Μασόνων», Ὀρθόδοξος Τύπος 24-5-2013. http://www.grandeoriente.it/comunicati/2013/03/il-gran-maestro-raffi-con-papa-francesco-nulla-sara-piu-come-prima.aspx.
[43] Nella rivista massonica “Πυθαγόρας-Γνώμων” del 1935, in un articolo del teorico della Stoa A. Pike leggiamo: L’associazione dei liberi muratori mira alla diffusione soltanto del proprio “credo”, dal momento che la religione mondiale si insegna con la natura e la logica. Le logge massoniche non sono templi giudaici o musulmani o cristiani. La massoneria ripete i principi morali di tutte le religioni... coglie da tutti i “credo” il buono...” Πρβλ Ν. ΨΑΡΟΥΔΑΚΗΣ, Μασονία. ἩἜχιδνα τοῦ Σιωνισμοῦ, ἔκδ. Ὀρθόδοξο Μέτωπο, Ἀθήνα 1991, σσ. 116,117.
[44] «Πρᾶξις περί Μασονίας» τῆς Ἱεραρχίας τῆς Ἐκκλησίας τῆς Ἑλλάδος.
[45] ΑΡΧΙΜ. ΕΠΙΦΑΝΙΟΣ ΘΕΟΔΩΡΟΠΟΥΛΟΣ, Ἡ Μασονία ὑπό τό φῶς τῆς ἀληθείας, ἔκδ. Πάτμος, Ἀθῆναι 1965, pag. 18. Lo scopo rimane sempre chiaro e specifico: È la promozione del relativismo religioso nei limiti del Ecumenismo (pancristiano e transreligioso) con la svalutazione di qualsiasi tradizione religiosa e ideale.
[46] La nostra “Lettera aperta al 33° Grande Concilio della “Grande Loggia di Grecia”, Ὁρθόδοξος Τύπος, 30-11-2012.
[47] Paul Naudon, ὉἘλευθεροτεκτονισμός, traduzione. Γεωργίου Ζωγραφάκη, Atene 1996, pp. 109,110.
[48] La loggia, in collaborazione con la Mafia, l’americana CIA e la Banca Vaticana partecipava al rovesciamento della democrazia in Italia e la sua subordinazione e dipendenza dagli Stati Uniti d’America. Vedi in Ν. ΨΑΡΟΥΔΑΚΗΣ, Μασονία. Ἡἔχιδνα τοῦ Σιωνισμοῦ, ἔκδ. Ὀρθόδοξο Μέτωπο, Ἀθήνα 1991, σσ. 90-98, Κ. ΤΣΑΡΟΥΧΑΣ, Ἡ Μασονία στήν Ἑλλάδα, ἔκδ. Ἑλληνικά Γράμματα, Ἀθήνα 2004.
[49] Papa Francesco agli atei: «Κάντε τό καλό καί θά βροῦμε σημεῖο συνάντησης», http://www.tanea.gr/news/world/article/5019296/papas-fragkiskos-pros-atheoys-kante-to-kalo-kai-tha-broyme-shmeiosynanthshs/#.UZ5HaUH0gcg.twitter, http://www.amen.gr/article13974.
[50] Pagina web ΔΟΓΜΑ.
[51] Il “Cristianesimo” ateo dell’Occidente!
[52] Blog Svegliatevi.
[53] Il nuovo Papa ha iniziato la Sua"apertura" alle religioni mondiali. Ὀρθόδοξος Τύπος 26.04.2013.
[54] "Il Papa è pioniere per la formazione della pan-religione"! Ὀρθόδοξος Τύπος 28-6-2013.
[55] Blog: ΕΘΝΟΣ.gr  1-9-2013.
[56] «Ὁ Πάπας ἐζήτησε προσευχήν καί εἰς ἀλλοτρίους «Θεούς» διά τήν μή εἰσβολήν εἰς τήν Συρίαν»! Ὀρθόδοξος Τύπος (11-10-2013) 2.
[57] Vlásios FIDAS, "Papale Enciclica Ut unum Sint e il dialogo tra Ortodossi e Chiesa cattolica romana", ristampa della rivista "CHIESA" GB Year '(1995), pp 585-87, 615-17, 660-63.
[58] San Justino Popovic, La Chiesa Ortodossa e l'ecumenismo, Salonicco 1974, p. 224.
[59] Nostra Enciclica pastorale Sulla Domenica dell'Ortodossia 2013, l'archimandrita. Charalambos VASILOPOULOS, L’ecumenismo, senza maschera, ed. Orthodox Press, Atene 1988, pp 43-45, 107-108, Sinassi ortodossa del clero e dei monaci, Bando contro la Massoneria, http://www.impantokratoros.gr/67D9F5DF.el.aspx.
[60] Ecumenismo, ed. Santo M. Paraclito, Oropos Attica 2004, pp 11-18.
[61] Sinassi del clero ortodosso e dei monaci, Confessione di fede contro l'ecumenismo, luglio 2009, pp 23-24.
[62] Op. cit. pp. 25-26.
[63] Protopresbitero THEODOROS Zisis, "ora seriamente è in pericolo l'ortodossia" Theodromia I1 (gennaio-marzo 2007) 89-94.
[64] Padre THEODOROS KONTIDIS, "il Concilio Vaticano II apre la Chiesa verso il futuro. Vaticano II - Era di riconciliazione e di dialogo", Open Horizons Magazine, numero 1028, dicembre 2005. http://ao.cen.gr/anoriz1028/AnOriz1028_19.htm
[65] Protopresbitero. THEODOROS Zisis, Οὐνία˙ ἡ καταδίκη καί ἡ ἀθώωση, Ed. Bryennios, Salonicco 2002.
[66] La presenza e la partecipazione, all’intronizzazione di Papa Francesco, dell’unia mostra che cosa è esattamente il papato, http://aktines.blogspot.gr/2013/03/blog-post_27.html
[67] VASSILIOS Spyropoulos, «Ὁ «ἐπικοινωνιακός» Πάπας καί ἡ παγίς μέ τούς Οὐνίτας», giornale Δημοκρατία 30-3-2013 e Ὀρθόδοξος Τύπος.
[68] Giornale Cattolico, f. 3046/18-4-2006.
[69] Ὀρθόδοξος Τυπος, 8-12-2006.
[70] Giovanni Karmiris, “Ortodossia e il cattolicesimo romano”, vol. II, "Dichiarazione della delegazione ortodossa alla Terza Conferenza Pan-ortodossa", Atene 1965, p. 38.
[71] Mc. 12, 17.
[72] Archimandrita GEORGIOS KAPSANIS Apprensione per la unione, preparata dal Vaticano, fra ortodossi cattolici http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155
[75] La festa patronale della "Chiesa" di Roma, 29-6-2013, http://www.amen.gr/article14466
[76] Provocatoria "mariologia" durante la festa patronale papale Pres ortodossa 26.07.2013.
[77] Metropolita CHRYSOSTOMOS di Peristeri , Ortodossia e cattolicesimo romano. L’inizio del dialogo teologico. Fatti e considerazioni, periodico Teologia, v. 53 (1982), p. 77.
[78] Archimandrita GEORGE KAPSANIS, La crisi della teologia e dell'ecumenismo in USA, Atene 1968, pp 17-20.
[79] Visita, v 496/1993.
[80] Archimandrita GEORGE KAPSANIS Apprensione per la preparata dal Vaticano unione fra ortodossi e cattolici romani http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155 e "L’unione delle" Chiese", in Ecclesiologia e questioni pastorali, ed. Santo Monastero di San Gregorio, Monte Athos 1999, pp. 53-60 e Archimandrita Filotheos ZERVAKOS ", l'unione delle “Chiese", padre Philotheos Zervakos (Uranodromies) 1884-1980, v. I, Ed. Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Salonicco 1980, pp. 282-299.
[81] GIOVANNI KARMIRIS, Ὀρθοδοξία καί Ρωμαιοκαθολικισμός, V. Ι, Atene 1964, p. 25.
[82] Op. cit. V. ΙI, Atene 1964, p. 171.
[83] Giovanni XXIII, «AD PETRI CATHEDRAM», 29.6.59, Acta Ap. Sedis, Vol. LI, 22.7.1959, pp. 497-531.
[84] GIOVANNI PANAGOPOULOS, «Τό Βατικανό καί ἡ Ἕνωση τῶν Χριστιανικῶν Ἐκκλησιῶν», ἐφημ. ΚΑΘΗΜΕΡΙΝΗ, 30-7-1995. Archimandrita GEORGIOS KAPSANIS, Ἀνησυχία γιά τήν προετοιμαζομένη ἀπό τό Βατικανό ἕνωση Ὀρθοδόξων - Ρωμαιοκαθολικῶν http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155.
[85] «La Civiltà Cattolica» 3918/19-9-2013, pp. 449-477.
[86] «Il Papa tende la mano agli ortodossi” (Ὁ Πάπας τείνει τό χέρι πρός τούς ὀρθόδοξους), ΑΜΠΕ http://www.kathimerini.gr/4dcgi/_w_articles_ kathremote_1_07/04/2013_492324 http://www.amen.gr/article13233
[87] Archimandrita. GEORGE KAPSANIS, «Καινοφανείς θεολογικές ἀπόψεις ἐν όψει τῶν διαλόγων», περιοδ. Παρακαταθήκη, τ. 43/2005. Ἐπίσης βλ. ΙΕΡΟΜ. ΔΗΜΗΤΡΙΟΣ ΓΡΗΓΟΡΙΑΤΗΣ, «Ἡ Ρωμαιοκαθολική Clarification (Διασάφησις) ἐπαναβεβαιώνει τό Filiοque», περιοδ. Παρακαταθήκη, τ. 52/2007.
[88] Rivista S.Ο.Ρ. 318/2007.
[89] Archimandrita. GEORGE KAPSANIS, apprensione per la preparazione dell’unità dal Vaticano fra ortodossi - cattolici http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155
[90] «Νέον ἐπικοινωνιακόν «κόλπο» τοῦ Πάπα»; Ὀρθόδοξος Τύπος (27-9-2013) 5
[91] «Νέα ἐπικοινωνιακά τρύκ ὑπό τοῦ Παπισμοῦ», Ὀρθόδοξος Τύπος 19-4-2013.
[92] «Αἱ ἀπίστευται ἀερολογίαι τοῦ Πάπα Φραγκίσκου», Ὀρθόδοξος Τύπος (27-9-2013) 2.
[93] Protopresbitero GEORGE METALLINOS, San Gregorio Palamas Padre del IX Concilio Ecumenico, ed. Santo Monastero Gran Meteora, Meteora 2009, pp 13-14.
[94] Mio intervento, convegno, “Il papato come un problema ecclesiologico (con riferimento ad un sistema di sinodalità della Chiesa)”, Atti del Seminario Teologico su Sinodalità “Primato” e Unità della Chiesa, Santa Metropolia del Pireo, Pireo 2011, p 43.
[95] Convegno teologico su Sinodalità “Primato” e Unità della Chiesa, Santa Metropolia del Pireo, Pireo 2011, pp 197-201. http://www.imp.gr/Nea.htm, http://www.impantokratoros.gr / porismata-hmerida.el.aspx
[96] Archimandrita. GEORGE KAPSANIS, “Il testo di Ravenna e il primato del Papa”, Monte Athos 2007/12/30, Ἐν Συνειδήσει. Οἰκουμενισμός. Ἱστορική καί κριτική προσέγγιση, edizione Ἱ. Μ. Μ. Μετεώρου, Ἅγια Μετέωρα, giugno 2009, pp. 90-99, http://aktines.blogspot.gr/2013/08/blog-post_663.html.
[97] Ad esempio, sinodalità uguale ad ortodossi ed eterodossi - identità dei misteri ortodossa ed eterodossa, estensione della coscienza dogmatica agli eterodossi - “ferimento” della universalità della Chiesa - interruzioni della comunione eucaristica - successione apostolica – divisione dell’Una Chiesa.
[98] Per gli ortodossi Chiesa, è il corpo mistico di Cristo, composto dal popolo di Dio con la sua gerarchia come “comunione di divinizzazione”. La Chiesa, quando cessa di funzionare come “comunione di divinizzazione” cessa di esistere come Chiesa. L'uomo si salva quando viene liberato dal decadimento e dalla morte. E si verifica solo la partecipazione personale alla vita divina increata , donata solo nella Chiesa come « ​​comunione di deificazione”. Vedi C. MANTZARIDIS, “San Gregorio Palamas nella storia e nel presente”, volume edito dal Santo Monastero di Vatopedi, Atti del Convegno Internazionale di Atene e Limassol, Santa Montagna 2000, p 59.
[99] S. Gregorio Palamas, Sulla processione dello Spirito Santo, I Omelia, 4, 27-31 P. Christou, v. I, p 31.
[100] 2 Timoteo 4, 16-17
[101] Atti 28, 14-31
[102] Rm. 15, 23-24.
[103] Atti 28, 14-31.
[104] Rm. 16, 3-4.
[105] Rm. 15, 19-20.
[106] Rm. 15, 22-24.
[107] Atti 28, 14-31.
[108] Atti 28, 17
[109] Atti 28, 30
[110] Atti 28, 17
[111] Atti 28, 20
[112] Atti 28, 21-24
[113] Gal. 1, 18
[114] Gal. 2, 1
[115] Atti 15, 5-30.
[116] Atti 21, 17.
[117] Atti 24, 27.
[118] Eusebio v. ΙΙΙ, 15.
[119] Eusebio v. V, 16.
[120] 1 Cr. 1, 12
[121] Eusebio 2, 25.
[122] Τό “δαχτυλίδι τοῦ ψαρά”...γιά τόν ἑκάστοτε Πάπα, http://gr.euronews.com/2013/03/13/third-finger-right-hand-that-s-where-they-place-the-papal-band/, http://www.amen.gr/article12839
[123] Αἱ καινοφανεῖς «θρονικαί ἑορταί» εἶναι παπικόν κατασκεύασμα, Ὀρθόδοξος Τύπος 26-7-2013.
[124] Ἱστότοπος «dogma.gr» 10-7-2013. «Ὁ Πάπας δέν ἀποδέχεται τόν τίτλον τοῦ Πατριάρχου τῆς Δύσεως» καί «Ὁ πάπας Φραγκίσκος ἠρνήθη κι αὐτός τόν τίτλον τοῦ Πατριάρχου τῆς Δύσεως»! Ὁρθόδοξος Τύπος 2-8-2013 καί 20-9-2013.
[125] Pope John Paul II, Ut Unum Sint 1995.05.25, http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/encyclicals/ ocuments/f_jp-ii_enc_25051995_ut-unum-sint_en.html.
[126] 2 Cor. 11, 4
[127] Giac. 2, 10
[128] Mansi 12:1030: Canoni VII Concilio Ecumenico, Canone 1,pp. 1030-1034.
[129] FRANCIS A. SULLIVAN, S.J., «The Significance of the Vatican II Declaration that the Church of Christ “subsists in” the Roman Catholic Church», in Vatican II: Assessments and Perspectives, p. 283.
[130] JOSERH RATZINGER, «The Open Circle: The Meaning of Christian Brotherhood», translated by W. A. Glen-Doeple (New York : Sheed and Ward, 1966), p. 125.
[131] FEINER, p. 68-69.
[132] Fr. CHARLES MOREROD, OP, «A Roman Catholic Point of View about the Limits of the Church», Greek Orthodox Theological Review, Vol. 42, No 3-4, 1997.
[133] Op. cit.
[134] SAINT DIADOCHOS OF PHOTIKI, «On Spiritual Knowledge and Discrimination: One Hundred Texts», 76, Philokalia 1 (Faber and Faber Press: London, 1979), page 279.
[135] ΠΡΕΣΒ. ΠΕΤΡΟΣ HEERS, Τό Βάπτισμα καί ἡ Ἐκκλησία στό Διάταγμα περί Οἰκουμενισμοῦ τῆς Δευτέρας Βατικανῆς Συνόδου, διδακτορική διατριβή, Θεολογική Σχολή ΑΠΘ, Τμῆμα Θεολογίας, Ἰούνιος 2011.
[136] Θερμό μήνυμα τοῦ Πάπα Φραγκίσκου στό ΠΣΕ (Busan, Corea), 30 ottobre 2013, http://www.amen.gr/article15744.
[137] http://orthodox-voice.blogspot.gr/2013/03/blog-post_471.html
[138] Ὁ Οἰκουμενισμός, edizione Ἱ. Μ. Παρακλήτου, Ὠρωπός Ἀττικῆς 2004, pp. 5-6.
[139] ΜΙΧΑΗΛ ΜΙΧΑΗΛΙΔΗΣ, «Ὁ Συγκρητισμός», Ὀρθόδοξος Τύπος (23-7-2004) 1-2.
[140] Οἰκουμενισμός. Γένεση, Προσδοκίες, Διαψεύσεις, Πρακτικά Διορθοδόξου Ἐπιστημονικοῦ Συνεδρίου (Atti del Convegno inter-ortodosso Scientifico), Αἴθουσα Τελετῶν Α.Π.Θ., 20/24-9-2004, v. II, edizione Θεοδρομία, pp. 1012-1014, 1020-1021.
[142] Gal. 3, 28.
[143] Ὑμνολόγιον τό χαρμόσυνον, ἤγουν χαιρετιστήριοι οἴκοι εἰς ἁγίους καί ἑορτάς τῆς Ἐκκλησίας, edizione Ἱ. Μ. Σταυροβουνίου, Ciproς 1995, pp. 270, 275.
[144] SAN NICODEMO DELLA SANTA MONTAGNA, Pidalio (Πηδάλιον), pp. 280-281.
[145] Atti 6, 6
[146] Gen. 3, 15
[147] Theofanis di Nicea, Λόγος εἰς τήν Ὑπεραγίαν Θεοτόκον 11, edizione. M. Jugie, Theorhanes Nicaenus (+ 1381), Sermo in Sanctissimam Deiparam, Lateranum Romae 1935, p. 64.
[148] S. Epifanios di Cipro, Πανάριον 49, PG 42, 745BC.
[149] Ignazio di Antiochia, Πρός Μαγνησιείς 4, Πρός Τραλλιανούς 3.
[150] 1 Pietro 2, 9.
[151] GEORGE MANTZARIDIS, Etica Cristiana II, edizione agrifoglio, Salonicco, pp 384-387.
[152] CHRISTOS LIBANOS, «Ἐμπόδια στόν διάλογο μέ τόν Προτεσταντισμό», ἐν Οἰκουμενισμός˙ Γένεση-Προσδοκίες-Διαψεύσεις. Πρακτικά διορθοδόξου ἐπιστημονικοῦ συνεδρίου(Atti del Convegno inter-ortodosso Scientifico). Αἴθουσα τελετῶν Α.Π.Θ. 20-24 Σεπτεμβρίου 2004, v. II, edizione Θεοδρομία, Salonicco 2008, pp. 627-632.
[153] Lc. 2, 23.
[154] Atti 1, 23-26.
[155] Mt. 28, 16-20.
[156] Gv. 20, 23.
[157] Germanos di Costantinopoli, Εἰς τήν Εἴσοδον τῆς Θεοτόκου II, PG 98, 313A
[158] 1 Cor. 14, 34.
[159] 1 Tim. 2, 12.
[160] 1 Cor. 14, 34.
[161] Tito 1, 6.
[162] Tertulliano, De Virginibus, IX, 1, C.C. II, 1218-19.
[163] S. EPIFANIOS, Contro le eresie, 49, 2-3, PG 41, 881.
[164] S. GIOVANNI CRISOSTOMO, Sul sacerdozio ΙΙ, 1, 2.
[166] SIMEONE IL NUOVO TEOLOGO, Omelia Catechetica 10, Sources Chretiennes 104 (1964) 142.
[167] Protopresbitero. GEORGE Metallinos, San Gregorio Palamas, padre dell’VII  Concilio Ecumenico, ed. Santo. M. Gran Meteora, Santo Meteora 2009, p. 12.
[168] Demetrios Tsamis, Ἁγιολογία τῆς Ὀρθόδοξης Ἐκκλησίας, ed. Πουρναρᾶς, Θεσ/κη 1999, pp. 127-136.
[169] Archimandrita Xaralambos VASILOPOULOS, L’ecumenismo, senza maschera, ed. Orthodox Press, Atene 1988, pp 235-251..
[170] Gv 12, 40. Is. 6, 10
[171] S. NICODEMO DI SANTA MONTAGNA, Συναξαριστής τῶν δώδεκα μηνῶν τοῦ ἐνιαυτοῦ, t. V, edizioni Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Salonicco, pp. 485-486 e S. MACARIOS di Corinto – S. NIKIFOROS di Chio – S. NICODEMO Agiorita - beato ATHANASSIOS Parios, Συναξαριστής Νεομαρτύρων, edizioni Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Salonicco 1996, pp. 539-540.
[172] [172] Dositheos di Gerusalemme, Sull’amore, p. 31.
[173] S. NICODIMOS DI SANTA MONTAGNA, Νέον ἐκλόγιον, edizioni ἈστήρἈλ. καί Ε. Παπαδημητρίου, Atene 1974, p. 332.
[174] "Un'altra bomba di dimissioni nella "Chiesa" papale, ed. Ortodossa Press 5-4-2013
[175] Benedetto XVI: Non ho cercato di nascondere l'abuso su bambini da parte di sacerdoti, http://romfea.gr/diafora-ekklisiastika/19290-2013-09-24-17-23-04.
[176] Fonte: Euronews Greek
[177] Nunzio papale "destituito” per pederastia! Orthodox Press (18-10-2013) 2.
[178] Di Nicoletta Cottone con un'analisi di Carlo Marroni - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/DzBea

[179] « Πάπας ἐπιβεβαιώνει τήν ὕπαρξιν γκέτο ὁμοφυλοφίλων εἰς τό Βατικανόν», «Ὁμολογία πάπα: ὑπάρχει «γκέϊ λόμπι» εἰς τὸ Βατικανόν»! Ὀρθόδοξος Τύπος 28-6-2013 e 5-7-2013.
[180] Papa Francesco: "Chi sono io per giudicare gli omosessuali"? http://www.amen.gr/article14813
[181] “Vescovo” papale afferma che: "L'omosessualità non è una perversione, ma l'omofobia è una malattia mentale", http://aktines.blogspot.gr/2013/08/blog-post_8298.html
[183] 2 Pietro 6-10
[184] S. NICODEMO DELLA SANTA MONTAGNA, Ἑρμηνεία εἰς τάς ἑπτά καθολικάς ἐπιστολάς τῶν ἁγίων Ἀποστόλων Ἰακώβου, Πέτρου, Ἰωάννου και Ἰούδα, edizione Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Tessalonica 1986, p. 384.
[185] Op. Cit, p. 688.
[186] Rm. 1, 27.
[187] Freud, Introduzione alla Psicoanalisi, edizione «Γκοβόστη», Atene, pp. 260-263, 270.
[188] Archimandrita Nektarios ZIOMPOLAS, «Ἐκρήξεις ἠφαιστείων. Ὁ Πάπας Φραγκίσκος ἀμνηστεύει τούς γκέϋ», Ὀρθόδοξος Τύπος (13-9-2013) 3, 4.
[189] 1 Cor. 6, 9.
[190] Ὀρθόδοξος Τύπος (6-9-2013) 4.
[191] “Il Patriarca Ecumenico contro i matrimoni gay e gli accordi di "libera convivenza” (Ὁ Οἰκουμενικός Πατριάρχης ἐναντίον τῶν γάμων ὁμοφυλοφίλων καί τῶν συμφώνων «ἐλευθέρας συμβιώσεως»), Ὀρθόδοξος Τύπος (13-9-2013) 8.

[192] Ὀρθόδοξος Τύπος (6-9-2013) 4.
[193] Op. Cit. f. 147.
[194] www.Kahudes.net.
[195] http://www.egolpion.com/opus_dei.el.aspx#iz z2fuIy2U10
[196] «Ἐργαλείο» ὁ νέος πάπας στά σχέδια τῶν ἀπατεώνων μεγαλοτραπεζιτῶν, 11-10-2013, orthodoxia.gr, http://www.agioritikovima.gr/batikano/30182-ergaleio-o-ne.
[197] Στοιχεία «φωτιά» γιά τήν τράπεζα τοῦ Βατικανοῦ. Διευκολύνει τό ξέπλυμα χρήματος, http://www.iefimerida.gr/node/113665#ixzz2bqj1vV2I, http://www.amen.gr/article14571.
[199] Vaticano: Hanno “congelato” i conti di un alto prelato, coinvolto in casi di riciclaggio di denaro, http://www.amen.gr/article14648
[200] "Banca Vaticana:"Lavanderia" per il lavaggio del denaro"! Ὀρθόδοξος Τύπος (6-9-2013) 2.
[201] S. Nettario Vescovo di Pentapolis "Studio storico sulle cause dello scisma" v. I, p. 298.
[202] Op. Cit. v. II, p. 96
[203] Op. Cit. v. II, p. 103.
[204] Eleftherotypia, 19-7-2013
[205] Mia risposta al direttore del giornale Elefterotypia sull’articolo del signor Gasparakis.
[206] Il Papa visiterà il Fanar entro il 2014, Ὀρθόδοξος Τύπος 19-7-2013.
[207] 19-3-2013, il Patriarca Ecumenico invita il Papa al Fanar, http://www.amen.gr/article12925
[208] Giovanni Karmiris, Τά Δογματικά καί Συμβολικά Μνημεῖα τῆς Ὀρθοδόξου Καθολικῆς Ἐκκλησίας, Graz 1968, τ. 2, σ. 489.
[209] 2 Ts. 2, 15.
[210] Gl. 1, 8
[211] Sinodico del settimo Santo Concilio Ecumenico per l'Ortodossia, Triodio, Domenica dell'Ortodossia.
[212] Geron Filotheos ZERVAKOS, Διδαχές πατρικές καί θαυμαστά γεγονότα τοῦ γέροντος Φιλόθεου Ζερβάκου, ed. Ὀρθόδοξη Κυψέλη, pp. 103-111, http://www.alopsis.gr/modules.php?name=News&file=article& sid=984.
[213] 2 Cor. 6, 14-17
[214] Lc. 18, 14
[215] M. Michael, Il grande segreto di padre Paisios, Cipro 1997, p 115.

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