CHIESA ORTODOSSA CATTOLICA AUTOCEFALA DELLA GRECIA
SACRA
ARCIDIOCESI (METROPOLIA) DEL DRIINOULOUPOLIS, POGONIANI & KONITSA
SACRA
ARCIDIOCESI (METROPOLIA) DEL PIREO.
Grecia 10 Aprile 2014
All’Illustrissimo
Sig. Francesco,
Capo
dello Stato del Vaticano
Città
del Vaticano – Roma
Illustrissimo,
Con
doveroso rispetto e sincero amore, Le inviamo spediamo la presente lettera
Vescovile, il cui scopo non proviene da nessun motivo d’interesse, ma soltanto
da puro, senza cattiveria e disinteressato amore cristiano, da un dovere
cristiano, dall’indispensabile comandamento di Cristo, il nostro Salvatore, che
“vuole che tutti gli uomini giungano alla salvezza e alla conoscenza della
verità”[1], ed
infine da un caloroso e forte desiderio per la Sua salvezza. Per questo
consideriamo nostro dovere sacro e necessario, come ultimo membro del Tutto
santo e Tutto intemerato Corpo di Cristo ed inoltre come Vescovo Ortodosso, che
dipende tanto dal Sacro Sinodo della Santa ed Autocefala Chiesa di Grecia, che
è l’Organo massimo ecclesiastico, quanto dall’universale e Indivisa Unica,
Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa Ortodossa, di provvedere con tutte le
nostre forze per riportarvi nella Madre Cattolica Chiesa Ortodossa, dalla quale
Lei si è separato e tagliato fuori, opera che speriamo, con la sinergia della
increata Divina Grazia del Signore, possa essere raggiunta. Questo sacro dovere
del ritorno degli eretici nella Chiesa Ortodossa ha sicuramente una base “sacro-canonica”
e un sostegno che poggia sui sacri Canoni 131°, 132°, e 133° del Concilio
locale di Cartagine (418 o 419 d. C.)[2]. Un
motivo ulteriore, che dimostra il significato e la contemporaneità della nostra
presente lettera Vescovile, sono le macchinazioni nell’ambito dell’odierno
movimento ecumenico ed eretico con i dialoghi misti teologici ecumenici tra
Ortodossi e Cattolici, dove i rappresentanti della Chiesa Ortodossa, animati
purtroppo dallo spirito eretico sincretista ecumenista inter-cristiano e inter-religioso,
e strumentalizzando il falso amore ecumenico senza verità e unità nella Fede
ortodossa, La ingannano, Illustrissimo, sostenendo che il Papismo è la cosiddetta
“Chiesa”, e meglio ancora “Chiesa sorella” con sacramenti validi, battesimo, sacerdozio
e Grazia divina, (sostengono ) che il Papismo e l’Ortodossia costituiscono i
cosiddetti “due polmoni”, con i quali la Chiesa di Cristo respira, (sostengono)
che Lei, l’eretico “Papa”, è Vescovo canonico, successore dell’Apostolo Pietro
e vicario di Cristo sulla terra, e possiede in pienezza il primato apostolico “Petrino”,
fondato sulle Scritture e sui S. Padri, l’inesistente ed infondato primato di
potere universale su tutta la Chiesa e l’infallibilità, invece del vero primato
d’onore, “perché Roma era la capitale” come stabiliscono i sacri Canoni
dell’indivisa Chiesa del primo millennio che spetta (o a cui ha diritto) all’ortodosso
Papa di Roma e Patriarca d’Occidente, teorie (quelle) del tutto sconosciute,
infondate, senza testimonianze, nella Tradizione della Cattolica Chiesa Ortodossa
dei primi dieci secoli e dei santi otto Concili Ecumenici, ( teorie queste ) che
costituiscono senza ombra di dubbio bestemmia contro lo Spirito Santo e
dimostrano il Suo deviamento teologico, l’egoismo luciferino dal quale Lei è
posseduto. Una chiara dimostrazione della ridicolezza degli Ortodossi ecumenisti
è che, mentre rivolgono a Lei - gli evidenti eretici eterodossi- titoli
ecclesiastici, non osano, conseguentemente alle loro dichiarazioni, ( avere)
con Lei una inter-comunione sacramentale perché sanno bene che da quel momento
immediatamente la loro identità ecclesiastica sarebbe persa. Questo non
costituisce una dimostrazione ulteriore e stridente dell’eterodossia
dell’Ecumenismo? Se veramente credono alle loro affermazioni provocatorie e fuori
luogo, osassero, dunque farlo, perché diversamente dimostrerebbero con questa
loro posizione l’inesistenza dei titoli ecclesiastici, che Le attribuiscono a Lei,
gli eterodossi pseudo vescovi. Un’altra evidente dimostrazione di quanto sopra
detto è l’annullamento all’ultimo momento della Sua personale presenza ai
festeggiamenti per i 1700 anni dalla firma dell’Editto di Milano a Nis in
Serbia il 06 ottobre 2013[3] e
l’annullamento della Sua visita al Monte Athos[4] nello
stesso mese, come si vocifera.
Sin dal principio dobbiamo chiarire che
tutto ciò che sarà detto in seguito, sarà scritto con il cuore dolorante e non per
qualche personale animosità e odio verso la Sua persona, degna di rispetto. Il
nostro scopo non è di offendere la Sua persona, ma di rivelare, svergognare,
controllare, confutare le vedute eretiche e ingannevoli, teorie, atti e le Sue
operazioni. Basilare regola per noi è amare le persone eretiche, ma anche
controllare e allontanare il loro inganno e la loro eresia. Il nostro unico
interesse è la nostra Santa Ortodossia, entro la quale l’uomo si salva. Sempre
preghiamo affinché il Signore nostro Gesù Cristo, ricongiunga, il “Papa”
ingannato (o plagiato) all’Unica, Santa, Cattolica, e Apostolica Chiesa attraverso
la conversione e l’annunzio del Vostro plagio ed eresia, e assuma, come Papa
Ortodosso secondo il primato di onore della Pentarchia e in forza dei Divini e
Santi Sacri Canoni, la Presidenza Onorifica delle Chiese Autocefale come “primus
inter pares”.
Comunicando, dunque, con Lei, attraverso
la presente lettera Vescovile, desideriamo renderle noto che, secondo la Sacra
Tradizione diacronica della S. Scrittura, dei S. Padri e dei Canoni, e la
coscienza infallibile dell’intero pleroma della Cattolica Ortodossa Chiesa
Orientale, il Papismo, che Lei, Illustrissimo rappresenta, non è “Chiesa”, ma
una comunità religiosa, un conciliabolo eretico, eresia, confutazione,
deposizione e pieno stravolgimento della verità, cioè dello stesso Cristo
Teantropo. Innumerevoli Sinodi Ortodossi hanno condannato il Papismo come
eresia. E riportiamo indicativamente alcuni: il Sinodo dell’879 – 880 in Costantinopoli,
sotto il Santo Patriarca Ecumenico, Arcivescovo di Costantinopoli e Nuova Roma
e Isapostolo, il Grande Fozio. Questo Sinodo, nella coscienza della Chiesa,
viene considerato l’8° Concilio Ecumenico dal momento che vi parteciparono
rappresentanti di tutti i Patriarcati Ortodossi e dell’allora Papa ortodosso di
Roma Giovanni VIII e le decisioni (di questo Concilio) furono accettate all’unisono e fu condannata anche
come eresia la dottrina del Filioque. Questa dottrina purtroppo fu a lungo un
Vostro insegnamento ufficiale, dagli inizi dell’XI° sec. fino ad oggi. Voi, il Papismo,
accettando col senno di poi, dopo un secolo circa, una dottrina eretica, che
era stata condannata insieme con tutti gli altri Patriarcati Ortodossi, vi siete
auto-esclusi e auto-condannati come eretici. Al di là di questo, tutti i Sinodi
Ortodossi successivi, come quelli svoltisi a Costantinopoli nel 1170, 1341,
1450, 1722, 1838, 1895, condannano senza mezzi termini il Papismo come eresia[5]. Allo
stesso modo, oltre al Grande Fozio, tutti i Santi dopo lo Scisma del 1054, come
s. Germano Patriarca di Costantinopoli, s. Marco Eugenico, s. Simeone di
Tessalonica, s. Nicodemo l’Aghiorita, s. Kosmàs di Etolia, s. Nettario
Pentapoleos, s. Giustino Popovic etc[6].
all’unisono condannano il Papismo come eresia. Il Papismo non è “ Chiesa”, ma
uno stato - il Vaticano -, con un governo, con a capo Lei, il “Papa”, con
ministri i cardinali e con banche “del Santo Spirito”. Non siete neanche “Romano
cattolici”. Non siete né Romani, né Cattolici, né Chiesa. Non avete niente a
che vedere con la Romiosyni, né con la Romanità. Non siete Cattolici, dal
momento che vi siete separati da soli dalla Cattolica Chiesa Ortodossa nel 1054
d.C., e da allora non possedete più la pienezza della fede Ortodossa (la Tradizione
dei S. Padri ), che avete stravolta. Non siete Chiesa, dal momento che siete
diventati uno Stato, sottomettendovi alla terza tentazione di Cristo[7].
Avete accettato l’invito del diavolo di adorarlo per farvi diventare un
dominatore sulla terra. Noi Ortodossi siamo la retta Chiesa Romano cattolica,
noi siamo i Romei, a noi spetta la Romanità, la Romiosyni. L’Ortodossia è
l’Unica, Santa CATTOLICA e Apostolica Chiesa, la vera Chiesa romano-cattolica,
così come confessiamo nel Simbolo Niceno – Costantinopolitano.
Dal fatto che il Papismo è una eresia si
vede dalle tremende e terribili eresie che professate. Queste sono: 1) La
personalità di stato e la struttura del Vaticano con ministeri, ministri e
banche, 2) il Filioque ( la processione dello Spirito Santo anche dal Figlio), 3)
la Grazia Divina creata, 4) il primato di potere, 5) il possesso tanto del
potere temporale che quello Spirituale proprio del “Papa”, 6) l’infallibilità, 7)
le teorie circa l’ultimo giudice della Chiesa, l’autorità, la dignità di
monarca, l’unico che possiede il potere di appello, la potestà, il sommo sacerdozio
del “Papa”, 8) il “battesimo” per aspersione e la sua separazione dal
sacramento della cresima, 9) le ostie (gli azzimi), 10) il cambiamento del pane
e del vino in corpo e sangue di Cristo con le parole consacratorie e non con la
discesa dello Spirito Santo e la teoria della Transustanziazione, 11) la
privazione alla comunione del sangue di Cristo ai laici e concedere loro solo il
corpo, 12) privare i neonati (e i bambini) della S. Comunione, 13) la
Mariolatria, 14) l’Immacolata Concezione e l’assunzione corporea della
Theotokos, 15) il purgatorio, r ) le indulgenze, 16) il tesoro dei meriti di
Cristo, 17) i meriti delle opere dei Santi, 18) i meriti delle opere dell’uomo,
19) le statue e in generale la pittura religiosa sostituita all’iconografia
ortodossa, 20) l’obbligo del celibato ecclesiastico, 21) il riconoscimento
degli autori di eccidi (il card. Stepinac) come “santi”, 22) la teoria circa
l’offesa e la soddisfazione della divina giustizia, a motivo del peccato
originale e in generale lo spirito giuridico, sul quale ha la sovranità il Papismo,
23) il rigetto della s. Tradizione e la sua strumentalizzazione come organo
didattico del potere papale (il “Papa” è la tradizione), 24) l’opinione secondo
cui il “Papa” è l’unico custode, giudice ed interprete della Divina
Rivelazione, 25) la teoria della giustizia primordiale come dono soprannaturale
della Divina Grazia, aggiunta “per caso” alla “secondo l’immagine”, che è da
intendersi nell’ambito della sufficienza e staticità, 26) la perdita della
primordiale giustizia e la conservazione intatta e illesa dell’”Immagine”, 27)
la “Chiesa sofferente”, che è costituita da fedeli che si trovano nel
purgatorio, 28) la negazione dell’uguaglianza tra i vescovi, 29) il sistema
centralistico e assolutistico con l’assoluto monarca il “Papa” ha introdotto il
cesaropapismo, 30) gli ordini religiosi e il carattere organizzativo – sociale
del monachesimo, 31) il carattere giuridico e nascosto del sacramento della
confessione, 32) l’abominevole uniatismo, cavallo di Troia del Papismo[8].
1) LA CRISI DEL VATICANO
Dal momento, dunque, che Lei,
Illustrissimo, e il Papismo vi siete distaccati dalla Chiesa Ortodossa
Cattolica, avete perso la fede Ortodossa e avete sviluppato le sopradette
eresie, è naturale che vi troviate in una continua e diacronica crisi, che
appare e sembra sempre più palese in questo ultimo periodo. “La crisi del
Vaticano è crisi del Papismo, così ha commentato un osservatore secondo il
quale il neo pontefice ha bisogno di mettere in pratica una “terapia shock”
nella “Chiesa”; d’altra parte, il Papismo affronta la peggiore crisi dalla
Rivoluzione Francese, mentre un terzo paragona l’attuale crollo alla
Controriforma, Calvino e Lutero. Fino ad un certo punto, il vocabolario della
crisi è giustificato. Alle tendenze che indeboliscono la fede nel mondo
occidentale – l’ascesa dell’individualismo spirituale, l’influenza
dell’ateismo, l’abisso tra la tradizionale morale cristiana e la realtà
contemporanea – il Papismo ha aggiunto scandali, durezza e una strategia di comunicazione
orientata ai media dal 1848[9]“.
2)
LA SECOLARIZZAZIONE E LA CADUTA SPIRITUALE DEL VATICANO
È una conclusione generica e una verità universale
che dogmi cattivi e stravolti generano un modo di vivere cattivo e stravolto,
cosi come al contrario il modo di vivere stravolto genera dogmi stravolti. C’è
una indissolubile relazione tra dogma e vita, tra dogma e morale o, come si
dice nella lingua teologica, Ortodossia e ortoprassi. Lo stesso male sta tra i
falsi dogmi e la falsa vita e al contrario la falsa vita e i falsi dogmi. Perché
l’uno genera l’altro e chi possiede l’uno va a finire nell’altro. Questo,
certamente, è testimoniato nella S. Scrittura e in tutta la Tradizione.
Non
è uno, non sono due, ma infiniti le aberrazioni e i documenti ufficiali
anticristiani della vostra eresia papale! Uno di questi sono le “crocifissioni”
di ogni anno di fedeli papisti nel Grande Venerdì, principalmente nelle
Filippine. Quest’anno hanno superato ogni limite rispetto al passato in questo
paese Asiatico. “Pasqua nelle Filippine, un paese del quale l’80% dei 94
milioni di abitanti sono papisti. Migliaia di fedeli e turisti sono giunti
nella città di S. Fernando della diocesi di Pampania, 60 kilometri a nord di
Manila, dove più di 30 uomini si sono crocifissi. Vilfredo Salvador, 57 anni,
ha dichiarato che per la prima volta fu crocifisso più di sette anni fa, per
ringraziare il Cristo per tutti i miracoli avuti nella sua vita, ma anche per
avere il condono dei suoi peccati”[10].
Incredibile bassezza spirituale, che l’avete trasmessa ai Vostri seguaci senza
propria volontà: Insegnate, alla lettera, tutto il contrario di ciò che insegna
il Vangelo, fino ad arrivare a ottenere la totale sudditanza dei vostri seguaci
alle Vostre mire! Riportiamo come esempio le incredibili cerimonie magiche che
si svolgono nelle chiese papiste dell’America Latina, per le quali provano
gelosia gli stessi neopagani, che non possono rivivere le antiche cerimonie
pagane con tale precisione e tale passione! Per dovere, il Cristo fu crocifisso
al nostro posto, e chiede a noi la spirituale crocifissione delle nostre
passioni, del nostro uomo vecchio , cattivo e corrotto![11]
I vostri “chierici”, Illustrissimo, la sera
guardano film dal contenuto sensuale! Questo almeno sostiene la pagina web Torrent
Freak, che svela come “persino nel Vaticano esiste la pirateria, è dà
pubblicazione della lista completa con i film e le serie televisive, scaricati nell’ultimo
periodo. Gli 800 sacerdoti, monaci e gli altri laici, che abitano in Vaticano,
mostrano di preferire le serie televisive (Chicago Fire, Lightfields, The
Neighbours e Touch), i film romantici (Love Actually)… con contenuto inadatto
per i minorenni”. Il sito ha anche pubblicato particolari sui film “scaricati”
nel 2012 nel Vaticano, film con anomalo contenuto pornografico! Così, per
esempio, hanno scaricato “TS Pussy Hunters, con pornostar transessuale, il
lesbico “Whipped Ass” e il sadomasochista “Russian Slaves”! Terribile notizia!
Non ci meravigliano più di tanto queste notizie, che vengono ad aggiungersi
alle migliaia di fatti di pederastia e pedofilia di “sacerdoti” della “Santa
Sede”, la quale si presenta come “chiesa”! Quando manca una spiritualità sana,
l’ascesi e la Grazia di Dio, abbondano la voluttà, le comodità, il lusso e la
mania di potere e nascono per forza questo genere di fenomeni![12]
Il
capo della Conferenza “Episcopale” Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, è
apparso in un video in internet dove dava l’ostia (“Santa Comunione”) ad un
famoso “transessuale” omosessuale, attivista politico, il quale indossava abiti
femminili! La “scena” è stata data in occasione del funerale di un altro “sacro
bocciuolo” del controverso “sacerdote” papista genovese don Andrea Gallo, il
quale si dichiarava marxista e amico degli omosessuali, e l’anno scorso è stato
premiato per essersi “distinto alla causa dei gay” da attivisti omosessuali!
Infatti, per la Sua elezione, aveva proposto l’elezione di un “Papa” omosessuale
dichiarato! Similmente, aveva proposto relazioni omosessuali entro l’abito del “clero”
dei papisti, con lo scopo di circoscrivere la pedofilia del “clero” papista! Durante
la cerimonia funebre è stata data la parola a un “travestito”, che dall’ambone
ha elogiato il dipartito (sacerdote) con le seguenti parole: “Ci ha aperto le
porte della sua chiesa e del suo cuore. Vi ringrazio perché a noi, creature
transessuali, ci avete fatto sentire che questa era la volontà di Dio e che
siamo amati da Dio. Speriamo che molti seguano il tuo esempio e che qualcuno
chieda scusa”! Cosa terribile e inaudita: lo sfacciato travestito predicava
dentro una chiesa papista e davanti al “clero” papista che la sodomia è volontà
di Dio e il folle “arcivescovo” non solo non lo ha buttato fuori dalla chiesa,
ma gli ha dato anche la “comunione”! E ancora: il Vaticano “fa il sordo” in
mondo provocatorio alle dimostrazioni dei fedeli, che hanno soprannominato la
cerimonia “porno funerale”![13]
La
secolarizzazione della “Santa Sede” non ha confini. E perché dovrebbe averne,
dal momento che si tratta di una pura mondana organizzazione, che si interessa
solo della mondanità e non si preoccupa della spiritualità. Il seguente fatto è
la dimostrazione e mostra lo spirito mondano che regna in Vaticano e
personalmente in Lei, Illustrissimo, che si chiama “Papa”. Lei “ha benedetto”
centinaia di motociclette Harley Davidson e i loro proprietari, in occasione
dei 110 anni dalla fondazione di Harley Davidson! Piazza S. Pietro era gremita
di motociclette e il loro rumore aveva coperto anche la Sua voce che al termine
della Divina Comunione la Domenica ha “benedetto” tutti i fedeli, che si erano
radunati in Piazza S. Pietro. “Il fatto che siamo motociclisti non significa
che non siamo cattolici” ha dichiarato uno dei motociclisti. Alcuni giorni
prima il presidente della Harley Davidson Le ha regalato due motociclette
Harley Davidson, ed anche un giubbotto di pelle! La mancanza di spiritualità
nell’eresia occidentale genera queste ridicolaggini, che alcuni hanno
ribattezzato come “il profilo laico” del nuovo “Papa”! [14]
Ripetiamo
che c’è completa mancanza di spiritualità nel Papismo. Non si tratta di “chiesa”,
ma di un’organizzazione mondana e nelle migliori situazioni di una religione,
una tra le tante nel mondo, la quale si interessa della “terapia” della
religiosità dei suoi seguaci, come la intendono e la vivono le persone del
mondo. La vera Chiesa di Cristo non può essere né un’organizzazione mondana, né
religione, nel senso psicologico del termine, ma “una nuova creazione”[15], la
nuova restaurata comunione delle persone umane rinati in Cristo, il “lievito” che
“fa fermentare” il mondo decaduto, trasfigurandolo in comunione d’amore, a
somiglianza della Trinità, essenza d’amore. Il laboratorio divino, che
divinizza le persone umane. Il Papismo non è qualcosa di simile, lo ha
dimostrato fino ad ora la sua millenaria “cittadinanza”. Lo ha dimostrato Lei
stesso, Illustrissimo, nel recente viaggio in Brasile. Per attirare le migliaia
dei Suoi seguaci persi, ha usato “termini” verbali del calcio, che vengono
usati dalle folle fanatiche degli ultras negli stadi, che “lottano” per
condurre all’ultima umiliazione i loro rivali. Questo odio autoabissale “atletico”
si può definire solamente come un comportamento satanico, che arriva fino al
naturale sfinimento dei loro rivali! Dunque, da questo avete attinto, dalla
marmaglia del sottomondo atletico, Signor Francesco, la terminologia del Vostro
invito ai “rivoltosi” precedentemente Suoi seguaci, presidente della squadra di
calcio! Inoltre non è a caso come anche Lei è un fanatico tifoso del calcio!
Dal momento che il Papismo non ha (perché l’ha ripudiata) la genuina Tradizione
Patristica e non ha mezzi spirituali per poter parlare all’uomo contemporaneo,
usa quei mezzi “da strada”! Mentre la Chiesa dovrebbe trasfigurare il mondo,
lui ha inghiottito la “chiesa” occidentale! Questo è purtroppo il Papismo,
senza nessuna traccia di spiritualità, ad immagine e somiglianza delle
associazioni calcistiche![16]
Non
possiamo seguire tutta la secolarizzazione dell’eresia papista. Secondo la
notizia che segue: “Sembra che abbiano alcuni “chierici” papisti abbiano una
eccentrica idea su come avvicinare i fedeli e portarli vicino alla chiesa. Così
a volte provocano il riso con le loro maniere. Dopo il sacerdote dal Messico, che
ha cucito figure di super eroi nei suoi paramenti celebrando “insieme” con
Batman e Superman e distribuendo l’acqua santa con una pistola ad acqua, anche
uno dall’Italia, ha confuso il luogo sacro con una pista da ballo. Nel video
fatto da lui stesso, un sacerdote di Milano ha lasciato i fedeli senza parole,
unendo il sacramento con la festa nuziale. Ha messo un registratore sull’altare
e appena finito il matrimonio, ha messo la sua canzone preferita!” Alcuni forse
diranno che questi sono fatti “isolati” e non esprimono totalmente il Papismo. Ignorano,
però, come nessuna reazione sia mai venuta dalla “Santa Sede”, non solo per
queste cose, ma anche per tutte le altre che quotidianamente “escono alla luce
del sole”! La decadenza del Papismo è il fatto originario e da qui scaturisce
ciò che segue! [17]
Nella
parrocchia papista di S. Antonio abate di Messina il 03/09/ 2013 si sono svolte
“liturgie” papiste con calici ( di vetro e di plastica) e insalatiere.
Certamente non è la prima volta che avviene una cosa del genere. Ultimamente
nella Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro hanno usato per la “comunione”
papista bicchieri di plastica. [18]
Indossando
paramenti, dai disegni di Superman e di Batman, e tenendo tra le mani una
pistola ad acqua variopinta, il “sacerdote” papista Umberto si prepara a
celebrare la solita “liturgia” nella chiesa di Ocho de Aguà in Coahuila del
Messico. In chiesa entrano bambini allegri con i loro genitori, che aspettano
da un momento all’altro che il “sacerdote” li asperga con l’acqua santa.
D’altra parte, la fantasiosa idea del “sacerdote” messicano oltre a essere
divertente è efficace, perché in questo modo è riuscito ad avvicinare i bambini
ma anche i fedeli più giovani. A parte la sua apparizione sovvertitrice, con il
segno dell’uomo ragno, ma anche di Superman, questo provoca almeno curiosità e
di conseguenza sempre più gente si reca alle sue liturgie.[19] La
rinascita papista “liturgica” continua con birre, salsicce e canzoni.
In
accordo con la notizia dal sito greco Dogma, un “monaco” cappuccino papista
canta musica heavy metal!
“A
prima vista vedi Cesare Bonizzi, come monaco cappuccino, con i sandali e lo
speciale saio ed una folta barba. L’ex missionario della Costa d’Avorio vive
vicino a Milano ed è seguace e cantante di base di musica heavy metal. Tutto è cominciato,
quando più di quindici anni fa seguì un concerto di musica metal. Poiché dice
di essere “religioso”, vuole inviare un messaggio, per smuovere alla vita, per
comprendere il senso della vita e il gusto della vita. Come lui stesso ha
dichiarato non ha mai avuto problemi con i suoi superiori. Una testimonianza
del suo lavoro discografico è un cd con canti dedicati alla Tutta-Santa Madre
di Dio con musica metal. Ma, come sostengono la maggior parte delle persone che
conoscono la missione di un monaco, la musica heavy metal non può essere considerata
“un lavoro” adatto ad un monaco. Sfugge dal combattimento ascetico e dalle
preghiere”.
Noi
abbiamo semplicemente da notare che:
a)
Con la musica heavy
metal si esprime e si trasmette il satanismo;
b)
Il monaco heavy metal
parla di un “godimento della vita”, che non conosce l’insegnamento cristiano;
c)
Per quanto riguarda il “non
aver mai avuto problemi con i suoi superiori” mai ne avrà perché il Vaticano
non s’interessa di “dettagli” come la spiritualità.[20]
d)
Infine, Illustrissimo, un
fatto tale ma tuttavia e incredibile e vero:
“Ha
rinnovato le “indulgenze” del Medioevo attraverso internet. Questa volta non le
vende ma le diffonde per mezzo del social network twitter. Questa straordinaria
notizia l’ha riportata nella pagina web “TA NEA”: “Il Papa Francesco offre “indulgenze[21]“ a
quanti lo seguono su twitter”. In questo Suo sforzo che va al passo con l’epoca
contemporanea, il Vaticano ha deciso di sposare una delle sue più antiche tradizioni
con il mondo dei social network, offrendo “indulgenze” a quanti seguono su
twitter il Papa Francesco durante la GMG del Papismo. Il Vaticano dà la sua
concessione con un click. I fedeli cancellano con questo la durata del tempo
che dovrebbero passare in purgatorio, confessando i loro peccati. In accordo
con la pubblicazione sul giornale britannico “Guardian” ciascuno può ottenere “indulgenze”
partecipando alla GMG del Papismo a Rio de Janeiro. Quanti non possono recarsi
là, hanno la possibilità di seguire ciò che succede attraverso i messaggi di “Papa”
Francesco su twitter”!
Illustrissimo!
Si metta un mano sul cuore e risponda sinceramente: “Esiste qualche possibilità
che voi siate chiesa e che per di più noi possiamo unirci a voi? Noi,
d’altronde, non vediamo nessun cambiamento rispetto al Papismo medievale, che
ha fatto nascere la Santa Inquisizione, le guerre religiose, le crociate,
l’umanesimo, il protestantesimo, l’ateismo e la scristianizzazione dell’Europa”.
3) LE DIMISSIONI
DELL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR BENEDETTO XVI
Ancora non “si è asciugato l’inchiostro”
dalla notizia “scioccante” delle dimissioni dell’illustrissimo signor Benedetto
XVI e non si sono “prosciugate le lacrime” per la notizia delle sue dimissioni
che è “scoppiata” la prima “bomba”, che probabilmente è in linea con le sue
dimissioni impreviste. Si tratta di una notizia di interesse speciale
pubblicata su una pagina greca: “SU, SVEGLIATEVI”: “Un Papa tedesco abbandona
il Vaticano, un banchiere tedesco viene” Ernest von Freyberg, 54 anni, assumerà
oggi l’incarico di dirigere una banca con 6 miliardi di euro e 44 mila conti
bancari segreti, tra i quali si trova anche il conto del Pontefice.
L’assunzione dell’amministrazione della banca vaticana da parte del banchiere
tedesco si attendeva dal 24 maggio 2012 quando il suo predecessore Ettore Gotti
Tedeschi fu mandato via perché voleva che i conti correnti vaticani fossero
maggiormente trasparenti. In tutto questo periodo di tempo, la banca è rimasta
senza un capo, fatto che ha gonfiato le voci sulla non trasparenza economica
del Papa”!
Questa
è la prima risposta a quanti hanno cercato di vedere dietro a queste dimissioni
intenzioni pure!
Per
quanto, invece, riguarda “I Sacri Business” della “Santa Sede” dei “successori
di san Pietro” non ci sorprendono affatto perché il Vaticano è uno Stato e non
una Chiesa!
4) LA SUA ELEZIONE,
ILLUSTRISSIMO SIGNOR FRANCESCO.
La Sua elezione, Illustrissimo, non è un
fatto casuale. I centri mondiali di decisione constatando la importanza economica
di molti stati dell’America Latina, hanno deciso di proiettarLa al governo del
Vaticano e successivamente usare i Suoi interventi per i loro comodi. Questo è
dedotto dalle analisi di scienziati specializzati che si occupano di geopolitca
e più ancora di geostrategia. Le statistiche sostengono che “i centri mondiali dove
si prendono le decisioni” hanno stabilito il Suo nuovo ruolo, cioè di “rinnegare”
il titolo di capo della Città del Vaticano, che disturba “i fedeli di altre confessioni
cristiane” e di accettare il titolo di vescovo e di patriarca d’Occidente,
nonostante si trovi fuori dall’Una, Santa, Cattolica ed Apostolica Chiesa
(Ortodossia) e di comportarvi più come padre spirituale e meno come capo della
Città del Vaticano. Non sono a caso le dichiarazioni del Segretario Generale
dell’ONU Ban Ki Moon, che vi ha salutato come “un governatore spirituale del
mondo” (23 Aprile). Le dichiarazioni sono avvenute durante il vostro incontro
dove Lei, Illustrissimo, ha chiesto dal vostro stato di fare filantropia e di “avvicinare
uomini di diverse religioni e non credenti”. Questo significa che in Vaticano
elaborerete un disegno contemporaneo di comunicazione propagandistica per fare
proselitismo nei paesi che prenderete di mira.
È
nostro dovere far notare che in accordo con il disegno di apparire spirituale e
…filo ortodosso ha festeggiato la festa di san Giorgio megalomartire, che noi
Ortodossi festeggiamo dopo Pasqua, sostenendo che questo è il Suo nome. Il
messaggio però, non è stato pubblicizzato come si doveva dai mass media
controllati dal Vaticano. In un tentativo, Illustrissimo, ha dimostrato di
essere amichevole verso l’Ortodossia. Ha deciso di festeggiare il Suo
onomastico con il Suo nome da civile, che è Giorgio. Il 23 aprile 2013, giorno
della festa di san Giorgio, (gli Ortodossi lo festeggiano sempre dopo Pasqua) ha
deciso di onorare e festeggiare il martire s. Giorgio, il portatore di trofei.
Il compianto reverendissimo archimandrita Charalambos Vasilopoulos, nel prologo
del suo libro “San Giorgio il tropeoforo”, scrive che il Papismo ha cancellato
san Giorgio, come molti altri santi della nostra Chiesa Ortodossa. Così scrive
il suddetto archimandrita, fondatore del «Π.Ο.Ε.» e del «Ο.Τ»,: “Nel 1968 il “Papa” ha compiuto
un atto disonorevole che ha meravigliato il mondo intero e ha provocato una
bufera di proteste in tutta la cristianità. Il “Papa” ha cancellato il
megalomartire s. Giorgio dal santorale! Ha cancellato insieme con lui anche
altri 30 santi come san Nicola, san Cristoforo, santa Barbara, santa Caterina
etc.”. Sembra che sia stato infastidito dal fatto che la maggior parte di
questi santi si venerino molto presso gli Ortodossi. Sono loro la maggior parte
dei santi più amati dal popolo ortodosso, sono per eccellenza i santi dell’Ortodossia,
in maniera particolare il santo vittorioso megalomartire Giorgio è amato e
onorato dall’intera Ortodossia. L’atto indegno e profano del “Papa” ha
rattristato profondamente ogni cristiano veramente ortodosso. Molti, in verità,
hanno detto: “ San Giorgio non lo ha potuto “ridurre allo stato laicale”
Diocleziano, l’uomo più crudele e assetato di sangue della storia. E invece ora
viene il “Papa” e lo cancella dall’elenco dei santi con un colpo di spugna”! Poi
ci dicono di unirci con il “Papa”! Dato che non rispetta i santi, come
rispetterà l’Ortodossia? Non è escluso che, in verità, questa sua operazione
sia la causa della crisi del papismo, e la causa che sconvolge oggi dalle fondamenta
il fortissimo Vaticano. Questa azione del “Papa” ha dispiaciuto anche me, mio
caro lettore, e questo è divenuto motivo per scrivere la vita del Megalomartire
Giorgio. In questo libricino, leggera la gloriosa vita del Santo, della sua
fede cristiana, del doloroso e tremendo martirio, dei miracoli che Dio ha fatto
per onorare l’eroismo del Santo nel martirio e nei miracoli, miracoli che continuano
anche dopo la sua morte fino ad oggi. La vita di S. Giorgio serve spiritualmente
e ogni cristiano dovrebbe leggerla, in particolar modo chi porta il suo nome.
Infine tutti gli Ortodossi hanno come dovere, dal momento che il “Papa” cerca
in tutti i modi di cancellare la memoria del santo, di preoccuparsi di far
conoscere la sua vita e i miracoli al più possibile. Che non ci sia casa di
ortodossi senza il libro che narra la vita del Megalomartire S. Giorgio. Con la
lettura del libro della sua vita, capiranno tutti quale Santo il “Papa” ha
cancellato”.
Se, Illustrissimo, desidera essere
differente dai Suoi predecessori fa piccoli passi verso l’Ortodossia, riammetta
come prima cosa S. Giorgio e gli altri Santi, riportati nel prologo del libro dell’Archimandrita
P. Charalambos Vasilopulos, di beata memoria, e creda loro.
5) I SUOI RAPPORTI,
ILLUSTRISSIMO FRANCESCO CON LA DITTATURA DELL’ARGENTINA E DELL’AMERICA.
Il termine “Gesuita”, secondo il professore
greco di glossologia G. Babinioti, è sinonimo di “ipocrita e uomo di doppia
faccia”, per i membri dell’Indivisibile e immutabile Chiesa Cattolica Ortodossa
riguarda i membri dell’ordine monastico papismo, fondato nel 1534 dallo spagnolo
Ignazio di Loyola e dal basco Francesco Xavier per affrontare la Controriforma
e la rivoluzione dei popoli dell’Europa contro la deviazione del cesaropapismo.
Tutto ciò è appesantito dalla selvaggia polemica e le subdole azioni a
discapito del Santo martirizzato Patriarca di Costantinopoli Cirillo Lucaris, il
quale venne trucidato in modo terribile nel 1638. Il santo Cirillo Lucaris era
adattissimo e molto istruito, lottando per la Chiesa e per il genere umano, che
la continuità storica vedeva (Lui) come un tutt’uno con l’indivisibile fede
Ortodossa. Per questo con tutte le sue forze sostenne la verità della
tradizione apostolica immutata del Vangelo. L’erudita professoressa Elena
Koukou scrive: “Il privilegiato status dell’Impero Ottomano verso la Francia ha
favorito l’impiantarsi nell’ Anatolia Ortodossa di un gran numero di missionari
francesi principalmente di Gesuiti e Cappuccini, la loro missione principale era
oltre di aiutare la espansione del mercato francese e aumentare l’influenza
della politica francese all’interno dell’Impero Ottomano, di usare ogni genere
di proselitismo dei greci “scismatici” al papismo e in particolar modo con la
diffusione della cultura francese e della civiltà gallica”. La terribile
occupazione da parte di Franchi e Germani dell’antico e venerabile Patriarcato
d’Occidente nell’antica Roma e gli organi suoi come i Gesuiti hanno diffamato
con ogni mezzo il martirizzato Patriarca, il clero e il popolo anche con
calunnie indicibili, falsità e fandonie, pagando gli Ottomani e corrompendo
coscienze, riuscendo a provocare l’ira della Sublime Porta contro il Patriarca
Cirillo Lucaris e condurlo alla sua tremenda e orribile uccisione,
costituendolo martire dell’ indivisibile e immutabile Chiesa.
Il
05/03/2013 a Buenos Aires in Argentina è iniziato un importante e significativo
processo, che ha come oggetto di indagare sulla totalità dei crimini (o reati),
commessi con la nota operazione criminale “Operation Condor”, che aveva come
scopo, con l’appoggio degli USA, dell’ insediamento di dittatori latino americani,
con lo sterminio e l’assassinio di migliaia di oppositori. È quanto mai
sorprendente il vecchio e duro manifesto, che avevano pubblicato “le madri
della piazza di Maggio”, parenti delle migliaia di sterminati durante il
periodo della dittatura dell’Argentina, con il quale avevano denunziato che: “la
“Chiesa” non aprì bocca di fronte ai crimini e partecipò attivamente alle
persecuzioni dei nostri ragazzi. Coloro che hanno collaborato, che ci hanno
detto bugie, ci hanno girato le spalle, era la Chiesa di Bergoglio”. Nel libro “
Chiesa e Dittatura: il ruolo della chiesa alla luce dei suoi rapporti con la
dittatura militare”, in questo libro entrò in circolazione dal MIKO CELS di
Buenos Aires, si riporta che Lei, Illustrissimo, allora “Eparca” argentino per
la Societas Jesu (l’Ordine dei Gesuiti) Giorgio Mario Bergoglio e oggi
Francesco I° programmavate in maniera diretta il rapimento e le persecuzioni
dei gesuiti Orlando Iorio e Francesco Jalics da parte della dittatura militare nel
maggio del 1976. Lo stesso argomento ha riportato il famoso giornale “Los
Angeles Times” nel 01/04/2005, con l’informazione che il gesuita Orlando Iorio L’ha
denunciato direttamente, l’allora eparca dell’Ordine, Giorgio Bergoglio, cioè
tra virgolette lo ha consegnato all’Ordine della morte della dittatura, rifiutando
di offrire protezione allo stesso e al gesuita Jalics di fronte alla dittatura
per il loro annuncio ai poveri di Buenos Aires. Lo stesso anno la famosa
avvocata Miriam Brenkman depositò una denuncia contro di Lei, l’allora cardinale
Bergoglio e ora Francesco, con l’accusa di cospirazione con la dittatura
criminale del dittatore Videla, accusa che ripetevano nel 2010 i sopravvissuti
della sporca guerra dell’armata dittatoriale d’Argentina, come è stato
pubblicato nel giornale El Mundo. Durante il processo, che incominciò con la
denuncia di Miriam Brenkman, Lei, cardinale Bergoglio, ha rifiutato di
presenziare in aperto processo e le Sue risposte, quando finalmente sono state
depositate, erano piene di scappatoie e imprecisioni. La dittatura in Argentina
“fu eretta” dall’allora ministro degli Esteri l’Americano Herny Kissinger con
il suo sostituto per l’America Latina William Rogers, il quale, come si
evidenzia dagli archivi della sicurezza nazionale degli USA, che sono stati
pubblicati il 23/03/ 2006, aveva allora dichiarato che in Argentina “ sarà
versato molto sangue…….”. Il 24/03/1976 avvenne il rovesciamento con l’aiuto
della CIA del governo democratico di Isabel Peròn dal dittatore Videla, che fu
condannato al carcere a vita per crimini contro l’umanità. Questo (cioè il rovesciamento)
fu fatto con l’appoggio degli interessi della Borsa di Wall Street e con il
consiglio del noto David Rockefeller, il quale impose come ministro dell’Economia
della dittatura il suo stretto amico Josè Alfredo Martines de Hoz, il quale
condusse l’Argentina al declino (fallimento), alla povertà e alla miseria,
consegnando la Banca Centrale e la politica monetaria del paese ai “golden boys”
di Wall street e del DNT, tenendo la moneta nazionale intenzionalmente a prezzo
elevato e provocando in maniera straordinaria un elevato debito all’estero, che
condusse l’economia nazionale dell’Argentina molto ricca come materie prime a
una situazione instabile di bancarotta. David Rockefeller è il famoso fondatore
dell’omonimo museo di Tel Aviv e note produzioni anticristiane, come la Grande
Settimana trasmessa per due anni dal canale SKAI, e della celebre commissione Tripartica,
che costituisce un vaso intercomunicante dello stesso famoso club Bildemberg.
Nel
2006 il giornalista argentino Orazio Verbitsky nel suo libro “Silenzio” La
accusa, Signor Hosè Mario Bergoglio e ora Francesco I°, come stretto
collaboratore della dittatura di Videla, basandosi su testimonianze personali
di cinque “chierici” papisti, ai quali ha tolto il permesso di esercitare
l’opera missionaria nelle baraccopoli di Buenos Aires come l’allora “vescovo”
di Buenos Aires e “eparca” della Compagnia di Gesù Argentina, dando cosi la possibilità
alla dittatura di Videla di arrestarli.
È
molto importante la notizia data dal famoso avvocato per i diritti umani Miriam
Brenkman, appoggiata dalle deposizioni dei gesuiti Giorgio e Jalics che, dopo
le persecuzioni nelle carceri della dittatura, sono stati gettati
dall’elicottero per ucciderli ma costoro sopravvissero per raccontare le Sue
conquiste e il Sio “amore” dell’ipocrita uomo di fede signor José Mario
Bergoglio, ora Francesco I.
Il famoso giornale di Buenos Aires “Pagina 12”
all’annuncio della Sua elezione uscì con il titolo “I Dios mios” (Dio mio) e
registra la testimonianza della sorella di Orlando Iorio, Graziella Iorio, la
quale rende Lei, l’allora “vescovo” di Buenos Aires José Mario Bergoglio,
responsabile del rapimento di suo fratello da parte della dittatura. Durante il
processo dell’ESMA, il più grande centro di persecuzioni della dittatura
argentina, Lei, l’allora presidente del “Sinodo papista episcopale
dell’Argentina”, ha negato per iscritto che era a conoscenza riguardo i
rapimenti e gli omicidi, per di più il Suo sostituto mandò in tribunale un
documento scritto dove si certificava che Lei, Bergoglio, si è consultato con il
dittatore Videla e tre vescovi subito prima del processo per organizzare un
comune programma di difesa.
Il
giornale quotidiano “LA GRECIA DOMANI” dal 15/03 sino al 17/03/2013 ha
rigettato la propaganda del Vaticano per Lei, Illustrissimo, con il suo articolo
principale in prima pagina, suddiviso con fotografie, scritti e reportage di
molte pagine testimoniando che, Lei Illustrissimo, era l’amato della CIA e
dell’antigreco ministro degli Esteri americano Henry Kissinger, in quel tempo
in cui fu instaurata la dittatura in Argentina lungo durante gli anni 70 sotto
il dittatore José Videla, il quale nel 1975 fu condannato al carcere a vita. Lei,
Illustrissimo, in qualità di cardinale dell’Argentina, ha sostenuto la
dittatura militare, come scrive il giornale “La guerra sporca e il cardinale
Bergoglio”.
Nel
2010, i sopravvissuti della “guerra sporca” della dittatura militare argentina L’hanno
accusata come corresponsabile del rapimento di due membri della Compagnia di
Gesù e il giornale “El mundo” ha dato grande divulgazione a questo avvenimento
alla pagina del 08/11/2010.
Il
giornale “Los Angeles Times” il 01/03/2005 scrisse al riguardo ciò che segue: “Bergoglio
è colpevole perlomeno di due fatti: uno riguarda la persecuzione dei due
sacerdoti gesuiti di Orlando Iorio e di Francisco Jalics, rapiti, nel 1976, nei
quartieri poveri, dove predicavano la teologia della liberazione. Iorio denunciò
Bergoglio di averlo consegnato agli “squadroni della morte”, rifiutando di
concedere loro protezione di fronte alla dittatura. Jalics negò di discutere il
tema dopo entrata in un monastero della Germania.
In
generale, l’élite del Papismo aveva appoggiato la dittatura militare
dell’argentina. L’avvocato Miriam Brenkman disse, riguardo a ciò, nel giornale “Los
Angeles Times” quanto segue: “Le stesse dichiarazioni di Bergoglio hanno
dimostrato come le gerarchie ecclesiastiche conoscessero dal principio che la
dittatura perseguitava e uccideva i suoi cittadini e nonostante questo
sostenevano pubblicamente i dittatori. La dittatura non avrebbe potuto
funzionare da sola in questo modo, senza questo utile e significativo appoggio.
Lei era uomo della CIA coscientemente dittatore, perché non solo avete fatto
scendere a compromessi il Papismo con la dittatura argentina ma ha negato di
seguire l’esempio di altri arcivescovi papisti che si sono opposti alle
dittature che la CIA e il Wall Street facevano fiorire a quei tempi.
In
antitesi alla vostra linea, dopo la realizzazione del complotto cileno dell’11/09/1973
contro il governo Allende, il cardinale di Santiago Raul Silva Henriquez ha condannato
apertamente la dittatura di Pinochet. Questa posizione critica del Papismo in
Cile contro la dittatura di Pinochet ha giocato un ruolo fondamentale nel
circoscrivere l’ondata di omicidi politici, dei dissidenti da parte dei
trasgressori dei diritti umani. Se avesse seguito la politica del papismo
cileno, avreste salvato molte vite argentine dei dissidenti”
Il
giornale in uno suo commento sostiene che Lei, Illustrissimo: “è venuto come
protettore del Vaticano dinanzi alla giustizia dell’Argentina e dinanzi alle
vittime sopravvissute della dittatura argentina. Inoltre, la vostra elezione ha
un significato contraccolpo geopolitico nell’America Latina. Nel decennio del
’70 eravate sostenitore fondante della dittatura argentina manovrata dagli USA,
come il ministro dittatore dell’economia Martinez De Hoz era l’uomo degli
interessi di Wall Street in Argentina. Il Papismo esercita una grande influenza
politica nell’America Latina, questo fatto è conosciuto dagli architetti della
politica estera americana che in maniera metodica vi hanno valorizzato. Oggi in
America Latina, molti governi pongono in dubito l’egemonia degli Stati Uniti
d’America, con questi presupposti, la Sua elezione dà significative possibilità
a Washington –per mezzo del Vaticano- di minare e di destabilizzare le forze
politiche di governo dell’America Latina, che non sono di gradimento alla Casa
Bianca.
Il
governo progressista di Cristina Kirschner, così come i governi dell’Equador,
del Venezuela, della Bolivia, dopo la morte di Chavez e la Sua elezione,
possono subire pressioni con miglior esito, per adeguarsi alle richieste degli
USA. Lei non è il Francesco di Assisi, non è il “Papa” dei poveri, ma il Papa
dell’élite bancaria-economica, il “Papa” di scuola washingtoniana e sicuramente
il Papa di coloro che hanno idee fasciste.
Un
altro scandalo dello “Stato di Dio” è uscito ultimamente in evidenza. La
posizione sporca dell’eresia papista in Cile durante la sanguinaria dittatura
di Pinochet. “Il Vaticano cercava di sottovalutare i crimini che venivano
commessi durante la dittatura in Cile di Augusto Pinochet, rappresentandoli come
propaganda comunista, in accordo con gli scritti diplomatici americani, che si
enumerano dagli anni ’70 per tutto un decennio e che sono stati dati oggi alla
visione pubblica sul sito Wikileaks. In un telegramma, che fu mandato
all’ambasciata americana dalla Santa Sede il 18/10/1973, si riporta una
conversazione che ebbe l’allora secondo nella gerarchia vaticana Giovanni
Benelli. Nel telegramma con destinatario l’allora ministro degli esteri USA Henry
Kissinger si racconta come il cardinale Benelli espresse la sua preoccupazione,
come anche la stessa del Pontefice, dinanzi al fortunato trionfo della
universale campagna della sinistra che presenta una falsa veduta della realtà
in Cile”.
Non
ci meraviglia per niente questa rivelazione che il sudicio “Stato di Dio” era “strettamente
abbracciato” con tutte le dittature fasciste ed autarchiche del 20° secolo,
giacché li univano gli interessi comuni! Non dimentichiamo come la totalità dei
criminali nazisti e fascisti dopo la seconda guerra mondiale trovarono rifugio
nell’oscuro Vaticano e da lì si misero in fuga dai “Padri” dell’America Latina.
Un classico esempio è la guerra sanguinaria del criminale Ade Pavelic il quale
uccise con i Croati Ustascia 800.00 Serbi Ortodossi sotto il comando del
pseudosanto del Vaticano il cardinale Aloisio Stepinac. La tragedia è come
questa (roba) sia chiamata “Chiesa” e “secondo suo polmone”!
6) IL CONCILIO VATICANO
II
Ai nostri giorni si cerca di far
apparire il falso concilio brigantesco del Vaticano (1962-65) che ha
modernizzato e ha sviluppato nei nostri anni le eresie e le dottrine erronee
del caduto patriarca d’Occidente con i sedici documenti e decreti e ha reso
così secolarizzato in pienezza il Papismo come il cosiddetto trampolino
spirituale per la comprensione dell’uomo moderno e della cosiddetta espressione
della coscienza della Chiesa. L’avvenimento sopraccitato, invece, nasconde la
realtà che la verità non è ideologia o avvicinamento soggettivo o discussione
aritmetica ma realtà incarnata che si rende essenza nella persona del perfetto
Dio e perfetto Uomo Gesù Cristo e, di conseguenza, è posto il fatto
auto-dimostrativo che la verità-persona Gesù Cristo costituisce la maggioranza
dei voti anche se si trova di fronte a migliaia di milioni di persone, come succede
con la conventicola del Papismo e il brigantesco falso concilio del Vaticano
con i suoi 2500 “padri conciliari”.
Ovviamente
quando parliamo di Concilio, ci troviamo solo all’interno della Chiesa
Ortodossa, comunicando alla persona del Cristo perché “Cristo è la vita e la
via” come canta la Chiesa Ortodossa e lo stesso ha proclamato “Io sono la via,
la verità e la vita”. Di conseguenza, quando parliamo di via, stiamo solo
comunicando con la verità che è il Cristo e non con le eresie che sono il
diavolo. Conosciamo molto bene, Illustrissimo, poiché Lei è intenzionato a
seguire le decisioni del Vaticano II (1965) che prevedono il miglioramento dei
rapporti del Papismo con le altre chiese cristiane e le altre religioni. Cosa
sarebbe invece, il Vaticano II, il quale ha posto le fondamenta per l’unione
del Papismo in maniera particolare con gli Ortodossi, avendo come avanguardia l’ecumenismo!
Lasceremo
descriverlo da un santo dei nostri giorni della comunità monastica di San Saba
di Serbia, della Chiesa Ortodossa e professore di dogmatica e maestro dell’ecumene
il santo padre nostro teoforo Giustino Popovic, che scrive:
“Qui
–dice l’indimenticabile- si tratta di una scelta e di un dilemma decisivo: O il
Dio-Uomo o l’uomo! Dinanzi a noi abbiamo una creatura del diavolo, che
chiamiamo umanesimo europeo. L’apice di questo umanesimo diabolico è che l’uomo
vuole diventare buono attraverso il male e diventare dio attraverso il diavolo.
Il Concilio Vaticano II costituisce la rinascita di tutti gli umanesimi
europei, la rinascita delle cadute. Perché da quando il Dio-Uomo Cristo si è
reso presente nel mondo materiale, qualsiasi umanesimo è cadavere. Lo stesso
dogma dell’infallibilità dell’uomo non è nient’altro che un funerale da pelle
d’oca per ogni umanesimo, dal Vaticano che lo ha innalzato come dogma fino
all’umanesimo satanico di Sartre. In mezzo a questo umanesimo panteistico
dell’Europa tutti gli dei sono morti con a capo il Zeus europeo, il “Papa”.
Fondamento
di ogni umanesimo, anche del Vaticano II, è la superbia, la fede nella parola
dell’uomo, nella mente e nella sua razionalità. Tutti gli umanesimi riportano
l’uomo all’idolatria, alla doppia morte spirituale e fisica, così come ogni
umanesimo si allontana dal Dio-Uomo e pian piano si trasforma in nichilismo.
Così nell’Europa occidentale il Cristianesimo si è trasformato gradualmente in
Umanesimo. Per molti anni e con insistenza hanno diminuito il Dio-Uomo e alla
fine lo hanno ridotto ad un uomo, all’uomo infallibile di Roma e non che
all’uomo infallibile di Berlino. Con questa trasformazione appare da una parte
il cristianesimo occidentale, umanista massimalista, il Papismo, e dall’altra
il cristianesimo occidentale, umanista minimalista, il protestantesimo, che da
Cristo chiede il minimo, molte volte nulla.
In
entrambi, come massimo principale criterio viene posto l’uomo invece del Dio-Uomo
con la conseguenza che il cristianesimo occidentale si trasforma in umanesimo.
Questa sostituzione del Dio-Uomo con l’uomo si è manifestata praticamente con
l’evidente sostituzione della metodologia teantropica cristiana con la
metodologia umana. Da qui sgorgano il primato dell’aristotelismo filosofico
nella scolastica, il metodo causalistico e la Santa Inquisizione nella morale,
la diplomazia papale nelle relazioni internazionali, lo stato papista etc. La naturale
conseguenza è di pensare oggi in Europa di sostituire il cristianesimo umanistico
con la vecchia religione politeista cosa che già è cominciata a diventare
realtà. In una ricerca storica avanzata, il dogma occidentale
dell’infallibilità non è nient’altro che un tentativo di riossigenare e rendere
eterno l’umanesimo europeo morente e in alcuni casi la cultura. Ogni tentativo
e sforzo di uguagliare il cristianesimo con la moda del presente secolo, con
l’antropocentrismo è, in sostanza, un diavolo-centrismo, perché ambedue una
sola cosa perseguono: di dipendere solo da sé stessi, per sé stessi. È quindi
molto naturale e logico che, tra questi due specie di mondi, poiché il primo “giace
nel maligno” e del secondo, dell’uomo che segue il teantropo Cristo, non ci può
essere nessuna sorta di compromesso! La nostra Chiesa Ortodossa non cambia la
sua fede e i suoi mezzi per il combattimento contro ogni specie di arianesimo:
così come vinse il vecchio Arianesimo, così vincerà ogni genere di Arianesimo e
il moderno Arianesimo europeo.
7) Il
SUO RAPPORTO, ILLUSTRISSIMO FRANCESCO CON L’ISLAM
Un grande impulso è stato dato dal
Concilio Vaticano II nella “comprensione” transreligiosa o meglio dire al
sincretismo religioso. Scrive il sinodo riguardo le relazioni del Papismo verso
le comunità non cristiane nella dichiarazione “Nostra Aetate”, che vuole
promuovere il dialogo e la collaborazione tra le grandi religioni per la
giustizia e la pace nel mondo: “La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che
adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente,
creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di
sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è
sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché
essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano
la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre
attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini
risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio,
soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno”[22].
Lei, Illustrissimo, ha chiesto a cristiani e musulmani di
comportarsi tra loro con mutuo rispetto e di rafforzare la reciproca
comprensione tramite l’istruzione e l’educazione delle nuove generazioni. Lei
ha complimentato “i vostri fratelli” musulmani con la fine del sacro mese di
Ramadan, dedicato al digiuno, alla preghiera e le opere di carità. Ha salutato
i Musulmani di tutto il mondo durante la benedizione domenicale dei pellegrini
che si erano radunati nella piazza di San Pietro a Roma[23].
Lei, Illustrissimo, ha chiesto all’Occidente di intensificare il
dialogo con l’Islam e ha messo come Sua priorità la lotta contro la povertà e
la difesa dell’ambiente. Dichiarando che intende “intensificare il dialogo con
l’Islam”, con gli infedeli e di “costruire ponti”, sottolineando il significato
del termine “Pontefice”, che in latino significa “costruttore di ponti”, “colui
che costruisce ponti con Dio e tra gli uomini”. “è importante intensificare il
dialogo tra le religioni, penso principalmente al dialogo con l’Islam”, ha
detto, riferendo che si sente grato poiché erano così tanti musulmani, clero e
guide politiche, che hanno partecipato alla Sua prima “messa”[24].
Le televisioni egiziane nel giugno del 2012 hanno mostrato alla
comunità mondiale, un terribile e tragico video: una decapitazione col
coltello, di un anonimo neo Martire del 2012 un Tunisino cristiano da parte di
incappucciati fanatici musulmani che hanno compiuto il loro capolavoro
criminale leggendo in modo bigotto passi del Corano[25].
Questo fatto terribile è stato compiuto nell’ex cosmopolita Tunisia, nella
quale con la cura delle così dette forze democratiche dell’occidente, Stati
Uniti d’America, Inghilterra, Francia e compagnia bella, è precipitata
nell’abbraccio del fondamentalismo islamico, con il pretesto della presunta
Primavera Araba, che tenta la re-instaurazione del Califfato.
La stessa pratica arrogante in ogni caso mostra i specifici
mandanti dell’internazionalismo particolarmente come nel caso della martoriata
Siria, dove accuratamente si nasconde il procedere della guerra religiosa
all’interno dell’Islam tra Alauiti, che governano e fanno parte dell’Islam
moderale, e gli estremisti Sunniti, che sono la maggioranza del paese, i quali
si armano a profusione dai Sunniti della Lega Araba, che ovviamente mirano
all’incorporamento della Siria nel “tanto desiderato” Califfato.
Si pone la questione: i mostri umanoidi che compiono questi crimini
sono responsabili per i loro oltraggi? La risposta semplicistica di un sì,
distorcerebbe completamente la realtà e la realtà è che della contorta
bestialità di questi uomini è responsabile il presupposto religioso costruito
dall’odio e dalla cattiveria. Questa gli inspira nel tempo, come si dimostra e
non soltanto in quei tempi, all’interno delle surat del Corano[26],
“Quando
poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi politeisti ovunque li
incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati” come con la surat[27]
“Quando incontrate i miscredenti,
uccideteli e massacrateli, reggendo fermamente le catene del prigioniero. Con
la fine della battaglia lasciateli liberi o in cambio di un riscatto. Fate
così, se Allah avesse voluto, li avrebbe sconfitti, ma ha voluto mettervi alla
prova, gli uni contro gli altri. Dio farà sì che non vadano
perdute le opere di coloro che saranno stati uccisi combattendo per la fede. Li
introdurrà nel Paradiso di cui li ha resi edotti. Quanti siete credenti
assisterete Dio nella Sua battaglia contro gli infedeli e Dio vi assisterà
guidando ai vostri passi”[28],
come anche nella surat[29]
“Combattete finché si calmerà in voi il pericolo della tentazione, e quanto non
esisterà altra adorazione eccetto la mia, l’unico Dio. Se i nemici mettono fine
alle loro azioni, allora che terminino le ostilità, salvo che non si tratti
d’infedeli”, che con passione leggono l’orribile distorsione che con questo
modo apparentemente si compiace il santissimo Dio che dall’infinito amore ha
creato l’universo dal nulla. Accecati dalle menzogne del loro sistema
religioso, che mira con ferro e fuoco di prevalere e conquistare i popoli, gli
sfortunati non vedono la bellezza del mondo, la dolcezza dei fiori,
l’incredibile bellezza delle formazioni nell’universo, la meravigliosa
espressione di armonia degli oceani, delle foreste, dei fiumi, della creazione
in genere. È estremamente tragico credere che il Creatore di questa bellezza,
il Dio del Testamento, che non ha voluto il sacrificio di Isacco, ma l’ha
sostituito con il capretto, di pretenda e di accetti con piacere la mattanza di persone giovani. Sicuramente nella nostra patria
martoriata, la Grecia, dobbiamo la nostra coscienza Ortodossa e greca alle
migliaia di giovani ragazze e ragazzi, che, nei cinque neri e infiniti secoli
centenari della schiavitù islamica, sono stati ammazzati per la fede in Cristo
e hanno fortificato la fiamma della libertà.
La domanda
cruciale, alla quale non può rispondere lo sfortunato Islam, è la seguente: Chi
dice la verità? Gesù Cristo, il Dio-Uomo, che è nato nel mondo in maniera
soprannaturale, tramite lo Spirito di Dio e non secondo la via naturale degli
uomini, come accetta e proclama pienamente anche Maometto nel suo Corano, Gesù
Cristo il cui insegnamento è integrazione e completamento della Rivelazione che
è stata fatta da Dio ai Profeti del Vecchio Testamento, Gesù Cristo la cui
Parola e la cui Resurrezione ci è data senza menzogna tramite coloro che con la
morte hanno testimoniato la Verità, o la parola e le convinzioni di un comune
mortale, del commerciante arabo Maometto, figlio di Abdallah e di Amina Bint
Wahb, che ha vissuto seicento anni dopo Gesù Cristo e che è nato come tutti gli
uomini nascono naturalmente, e che ribalta completamente e sostanzialmente il
contenuto della rivelazione di Dio tramite i profeti e dell’incarnato,
crocifisso e risorto Suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo? Quanto viene
aggiunto che Maometto non è stato profetizzato da nessuno, perché nella sua
rivendicazione nel Corano[30]
“Anche Gesù Figlio di Mariam ha detto al suo popolo O figli di Israele io sono
l’Apostolo di Dio inviato verso di voi per confermare la Scrittura e per
annunciarvi la venuta di un altro Apostolo dopo di me e il suo nome sarà
Ahmed”, come anche la posizione degli esegeti musulmani che interpretano in
modo erroneo il passo Evangelico[31]
“se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me
ne vado, lo manderò a voi.” Che esisteva inizialmente la parola περικλυτός e non Paraclito, che vuol
dire glorioso che è un sinonimo del termine coranico Ahmed, è del tutto indegno
di confutazione, perché si confrontano durante sei secoli fino alla
presentazione della presunta “rivelazione” del Corano, fede cristiana, Sinodi
Ecumenici, teologia, attività scrittoria, la convinzione di tutti i cristiani
della scienza ma anche della logica, perché è completamente impensabile che Dio
abbia aspettato sei secoli dalla sovrannaturale incarnazione, azione e presenza
del Messia ed ascesa nel cielo per mandare l’ipotetico sigillo di tutti i
profeti, cioè un comune mortale Maometto. Al contrario il vero Paraclito, la
terza persona della Santa Trinità, il santissimo Spirito ha protetto per
cinquanta giorni dopo la Risurrezione di Cristo e dieci dopo la Sua ascesa i
Suoi discepoli ed Apostoli, instaurando la Sua Chiesa, che è il Suo corpo con
Lui come capo, fortificando i rintanati e terrorizzati discepoli di Cristo, per
predicare a tutto il mondo il Vangelo dell’adozione dell’uomo da parte di Dio
Padre e per essere indifferenti alle loro sorte e per le terribili torture e
infine alla loro dolorosa e martoriata morte, che avrebbero “guadagnato” da
tutto questo sforzo spirituale. Per di più, quando viene preso in
considerazione che Maometto, come già
detto, ha imposto la sua religione con la violenza, la morte e il potere, come
si constata anche oggi, e più importante ancora se erano vere le così dette
rivelazioni, che sono state fate a lui dal portavoce Gabriele, Dio doveva
essere fuori di sè completamente, dal momento che altre cose predicava e
rivelava per secoli al genere umano e seicento anni dopo la sua ultima
rivelazione “ha cambiato idea” e ha modificato completamente la conoscenza su
di Lui. Però, essendo questa una bestemmia e un insulto verso il vero Dio, che,
come l’infinito universo, “opera delle Sue mani”, dimostra con certezza più che
assoluta attraverso i milioni di formazioni galattiche, è l’ognisenza, è la
Verità assoluta, è l’amore assoluto. Perciò è
del tutto impossibile che sia accaduto, e logicamente questo comporta,
ed è facilmente deducibile, che quello che il comune mortale Maometto ha
creato, seicento anni dopo il completamento della Divina Rivelazione di sua
iniziativa, pensiero e percezione
sistema religioso, è un miscuglio di antichi credo religiosi giudaiche e
percezioni cristiane e le ha usate, per unificare le tribù arabe della sua
epoca e per creare un regime teocratico e dispotico, conquistando il potere e
creando uno stato. Da questo si evince che l’Islam è un profondo errore, e
l’accettazione religiosa di questo non fa parte della rivelazione del Dio
vivente, ma è una creazione di un uomo pieno di passioni e una sopravvivenza
dell’orribile Arianesimo, che non ha nessuna relazione con la verità del
rivelato nell’Antico Testamento Creatore del cosmo universale l’Uno ed unico Dio Trino, con i progenitori
della nazione ebraica Abramo, Isacco, Giacobbe, ed in modo particolare il
Profeta Mose e con il Dio che secondo il Nuovo Testamento ha ultimato la
rivelazione con l’incarnazione del Verbo, che ha unito in modo inconfondibile,
senza mutazioni, senza corruzione ed indivisibilmente la divina e la umana
natura in una ipostasi del Signore Gesù Cristo, perfetto Dio e perfetto uomo,
in adempimento delle profezie che si sono fatte nei secoli per la salvezza del
mondo. Di conseguenza, quanti martiri di Cristo possano decapitare come
strumenti del diavolo, la verità dell’Uno e solo Dio Padre, Figlio e Santo
Spirito mai potranno compromettere ed oscurare[32].
8) Il SUO RAPPORTO,
ILLUSTRISSIMO FRANCESCO CON
L’EBRAISMO
Il
decreto “Unitatis Redintegratio” del II “Concilio” Vaticano apre le porte alla
collaborazione e il dialogo con le altre religioni, specificatamente con il
Giudaismo, nonostante l’intensa reazione di una minoranza nel “Sinodo”[33].
Nella quarta fase del “Sinodo” del 1965 sono stati votati anche i decreti per
quanto riguarda la libertà di coscienza e religiosa, come anche le relazioni
con le altre religioni, in modo particolare con il giudaismo. Queste hanno
provocato intense discussioni, perché ribaltavano mentalità antiche e risicate
dentro la “Chiesa”. Specificatamente il “Sinodo” chiedeva di cambiare la
posizione negativa e ostile del Papato contro gli Ebrei[34].
Lei, Illustrissimo, è attento alle
decisioni del Concilio Vaticano II (1965), che prevedono il miglioramento delle
relazioni del Papato con gli Ebrei. Questo si evince dalle Sue dichiarazioni.
Concordo con il sito internet “pentapostagma.gr” in data 26/03/2013: Lei,
Illustrissimo, “ha sollecitato i membri di tutte le religioni e le persone che
non fanno parte in una “chiesa”, a unirsi, per difendere la giustizia, la pace
e l’ambiente”. “Mi sento molto commosso, ottimista e speranzoso”, dichiarò il
rabbino David Rosen, da Gerusalemme, direttore delle relazioni transreligiose
per il Comitato Ebraico in America. “È profondamente dedito alle
relazioni Cattolico – Ebraiche” ha detto Rosen, il quale era presente
all’incontro. Il Yahya Pallavicini, capo della comunità musulmana in Italia, ha
dichiarato che era rimasto colpito dalla Sua perseveranza per la promozione dell’amicizia
transreligiosa. Lei si è incontrato con i leader non cattolici cristiani, come
Ortodossi, Anglicani, Luterani, Metodisti ed altri come Ebrei, Musulmani,
Buddisti ed Induisti. “La Chiesa Cattolica è consapevole della sua importanza
per la promozione dell’amicizia tra gli uomini e donne di differenti tradizioni
religiose” ha dichiarato ai leader religiosi in Vaticano. Parlando in italiano
nella Sala Clementina, Lei ha detto che “i membri di tutte le religioni, anche
i non credenti devono riconoscere la loro responsabilità comune per il mondo,
per tutta la creazione, che dobbiamo amare e proteggere”[35].
“Super entusiaste” sono le comunità ebraiche
di Argentina con la Sua elezione, Illustrissimo. Il rabbino David Rosen,
direttore degli affari transreligiosi per la Commissione Ebraica d’America
(AJC), ha detto al JTA che Lei, è un “uomo caldo, dolce ed umile”, conosciuto a
Buenos Aires, che cucina da solo e risponde da solo la vostro telefono. Sono
state pubblicate anche le foto, che mostrano la Sua partecipazione alla
liturgia di Ross Assana (Capodanno Ebraico) nella sinagoga Benei Tikva Slijot
nel Settembre del 2007. Non abbiamo nessun dubbio che sarebbe gradito
all’ebraismo mondiale, dal momento che è noto che i due Papi precedenti avevano
“inaugurato”, non soltanto una “tregua” con l’ebraismo, ma un “abbraccio
strettissimo” di collaborazione! Le ricordiamo l’atto per la riabilitazione del
nome di Giuda e l’atto di discolpa del popolo ebraico per la crocifissione di
Cristo, che ha fatto il Suo predecessore, l’Illustrissimo Benedetto XVI,
considerando che il Giudaismo, con la luciferina Cabala e il demonico Talmud,
ricrocifiggono quotidianamente il Salvatore del mondo! Chi, allora, può credere
che Lei sia stato scelto dallo Spirito Santo e non dai potenti del pianeta?[36]
È data come certezza la reciproca
simpatia tra Lei, Illustrissimo, e gli ebrei. Le celebrazioni di tutti gli
ebrei del mondo per la Sua elezione, del loro prediletto “Papa”, sono state
aumentate da un fatto, il quale è stato scalpore, quando è stato pubblicato. Il
sito ebraico web “The Jewish Daily Forward” ha fatto sapere che il Suo dipinto
più amato, Illustrissimo, è la “Crocifissione Bianca” dell’“ebreo Cristo”. Si
tratta di un’opera d’arte di un pittore ebreo che si trova all’Istituto d’Arte
di Chicago. Il “crocifisso” del dipinto è inchiodato su una “croce” a forma di
T. Non è cinto con la conosciuta stoffa bianca ma con uno sciale da preghiera
ebraico. Sotto la “croce” brucia la lanterna a sette luci. A destra del
“crocifisso” si ritrae una sinagoga in fiamme e a sinistra la “torà”. Chi è un
conoscitore d’arte, certifica che lo specifico dipinto non ritrae il Cristo
crocifisso della fede cristiana, ma il “crocifisso Giudaismo”! Si tratta di
un’altra opera blasfema, la quale cerca di corrompere la crocifissione di
Cristo e di ridurla ad una simbolica “crocifissione del Giudaismo”! Certamente
gli ebrei da parte loro fanno il loro “mestiere”, quello che hanno fatto sempre
da duemila anni a queste parti, di affossare la fede in Cristo. La domanda è:
che significato può avere la Sua preferenza, di “Papa cristiano”, per questo
aborto artistico[37]?
Ha detto tante cose, Illustrissimo, nella Sua
prima intervista al giornale italiano “La Repubblica”, tutte senza sostanza e
spiritualità. Ma, come se questo non bastasse, ha detto anche alcune cose che
certificano la totale mancanza di una coscienza ecclesiale, come sono state
anche riportate nel sito web enikos.gr. “La cosa basilare, per chi non ha
dentro di sé la fede, è di seguire la propria coscienza”. Ignora che,
generalmente, la coscienza è corrotta dal peccato e la passione e che non può
sostituire la fede? “I cristiani non detengono la fede, dato che viene donata
da Dio e per questo motivo devono continuamente chiedere il rinnovo di questo dono”.
Ignora che la verità di Dio è nella Chiesa Ortodossa e i suoi fedeli comunicano
ad essa come membri della Chiesa? “Non saremmo mai abbastanza grati verso i
nostri fratelli ebrei, come Chiesa e come umanità, perché sono riusciti a
conservare la fede dopo le terribili prove del passato”. Le chiediamo,
Illustrissimo: Da quando è diventata grata la Chiesa che fedeli di un'altra
religione, gli ebrei, hanno conservato la loro fede, che nega con abominio la
divinità del Signore nostro Gesù Cristo? Allora gli ebrei non necessitano della
redenzione tramite Cristo? Avete espresso tante altre simili dichiarazioni.
Crediamo, però, che da queste poche cose si evinca chiaramente la Sua mancanza
di coscienza ecclesiale, e vuole apparire anche come “rappresentante di Cristo
sulla terra” e “primo” della Chiesa[38]!
Non sa come “Papa cristiano” che l’orrendo
sionismo internazionale,[39]
condannato come tremendo razzismo dall’O.N.U. quando l’O.N.U. era veramente
libera, ha trasformato il Dio dell’Antico Testamento e dei Profeti in
deplorevole luciferismo con la demoniaca Cabala e il volgare Talmud, opere di
rabbini sotto l’influenza demoniaca del giudaismo caduto e della loro ideologia
per il governo mondiale, tramite l’atteso falso messia l’Anticristo?[40]
9) IL SUO RAPPORTO, ILLUSTRISSIMO, CON LA
MASSONERIA
Ci domandiamo se esiste qualcuno che sostenga
che Lei, Illustrissimo, sia stato eletto dallo Spirito Santo, dopo l’onda delle
rivelazioni nel retroscena della sua elezione[41].
Se esistono di questi, possono visitare il sito web del “Grande Oriente
d’Italia” (Grande Oriente d’Italia, o GOI), e forse cambieranno opinione. Oltre
che dagli ebrei, Lei, Illustrissimo, è stato anche eletto dai massoni, i quali,
secondo la loro pubblicazione, avevano atteso con ansia la Sua elezione e gioiscono
per la Sua nomina! In una dichiarazione il “Grande Maestro” G. Raffi ha
sottolineato che: “con Papa Francesco
nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del
dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere
temporale... La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca lascia
sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti
gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l'esperienza
dell'America Latina, lavora per il bene e il progresso dell'umanità”! Ecco
allora il “succo” della faccenda: “dialogare con tutti gli uomini di buona
volontà”, che vuol dire il gigantismo dell’Ecumenismo[42]!
Non è a conoscenza,
Illustrissimo, che la Massoneria promuove tramite l’ecumenismo la religione
mondiale del Lucifero, come anche che la sorgente e l’utero della Massoneria è
l’orrendo sionismo internazionale? Dagli stessi testi della Massoneria si
dimostra che essa stessa riconosce e crede nella divinità, che si chiama Grande
Architetto dell’Universo (G.A.D.U.). Effettua anche rituali corrispondenti a
quelli della Chiesa (“misteri” es. matrimonio, altari, templi, adorazione,
simboli, inaugurazioni di un tempio, funerale) con speciali rituali. Nei testi
massonici il G.A.D.U. si dichiara con i nomi: Lucifero, Diavolo, Satana,
Belzebù, Beliar, Bafometto, Demonio ecc. La confessione allora della stessa
massoneria per il suo carattere religioso è chiara[43].
Nell’ordinamento della Grande Loggia di Grecia (20/12/1949) si dichiara
espressamente: “La Massoneria liberale crede nella esistenza di Dio, denominato
Grande Architetto dell’Universo”. Nell’enciclopedia massonica di Ν.
CH. Laskaris, pubblicata con il permesso della Grande Loggia di Grecia, al
punto “Religione e Massoneria”, si legge: “La religione massonica non fa
distinzioni. Accetta nel suo seno accogliente uomini di tutti i dogmi, non
acconsente né vieta nessun dogma religioso... La religione della Massoneria è
la religione generale della natura e rivelazione originale – ereditata a noi
dai antichi sacerdoti patriarchi – che nella quale tutti gli uomini possano
coesistere”. Spregiudicato è allora il sincretismo e il carattere idolatrico
della Massoneria, ma anche il suo carattere di anticristo, una cosa che si
evince anche dalla pretesa di essere universale, che combatte la cattolicità e
universalità della Fede Cristiana della Chiesa. Questo viene sottolineato nella
storica risoluzione della Chiesa di Grecia nel 1933, nella quale la Massoneria
“non è una semplice associazione a scopo benefico o scuola filosofica, ma
consiste in un sistema mistico, che ricorda gli antichi misteri di religioni o
adorazioni pagane. È provato che è una religione mistica, del tutto differente
della religione cristiana... Chiede di includere... di sopraelevare se stessa
in una sorte di ultra religione”[44]Anche
l’archimandrita padre Epifanios Theodoropulos, che riposi in pace, un padre
spirituale illuminato e teologo di spicco, sottolinea che la Massoneria “aspira
a diventare la religione di tutta l’umanità... a diventare una ultra-religione”[45].
La Massoneria è “adorazione mistica pagana, nemica dell’incontaminata Fede
della Chiesa Cattolica Ortodossa”. È chiaro, cioè, che è una religione e fede
anticristiana e idolatrica. I massoni sono “adoratori di Satana – Lucifero,
seguaci della religione dell’Anticristo”[46].
Si nota anche che i Massoni, almeno nei loro ranghi più alti, sono adoratori di
Satana, pregando a Lucifero, come Bafometto, come chiamano il loro dio con
sembianze di caprone. Tra l’altro sono innegabili le loro relazioni con la
magia. Il grande conoscitore della massoneria P. Naudon ci informa, che alcuni
rituali... hanno posto esattamente come scopo la “pratica della magia, che
entra nel servizio dell’uomo per gli effetti sul mondo”[47].
La considerazione che la Massoneria non si occupa di politica e non si mischia
nelle evoluzioni politiche non corrisponde al vero. Il carattere religioso
della Massoneria, che funziona in modo espansivo ed ecumenico, va di pari passo
con l’attiva partecipazione nei processi politici internazionali. L’attività
politica mira all’azione di influenza sui politici, per la manipolazione delle
evoluzioni politiche internazionali. Non è allora, per niente una associazione
a scopo filantropico, come si propongono, con fine il predominio della loro
morale in tutto il mondo. Lo scandalo della Loggia Massonica P2 del 1981 è una
prova inconfutabile delle relazioni della Massoneria e gli intrighi politici[48].
10) IL
SUO RAPPORTO, ILLUSTRISSIMO, CON L’ATEISMO
Le
notizie dall’Occidente “cristiano” sono drammatiche. Purtroppo, si realizza
continuamente quanto disse il “profeta” dell’uomo occidentale Nietzsche, che
“Dio è morto” e fra poco non rimarrà nemmeno nella sua memoria! Il
“cristianesimo” dell’Occidente, dopo essere riuscito a scrollarsi di dosso
Cristo, con il Papismo e il Protestantesimo, adesso cerca di fare lo stesso con
la fede in Dio! Ecco le prove!
1) Nel 23/05/2013 ha fatto un’apertura storica
verso gli atei. “Gli atei dovrebbero essere considerati come uomini buoni, se fanno
del bene”: è una Sua dichiarazione, Illustrissimo, in un richiamo a tutti gli
uomini alla collaborazione, indipendentemente dalle loro convinzioni religiose.
Lei si è riferito agli atei sottolineando l’importanza di “chi opera il bene”
come un principio che unisce tutta l’umanità. Ha narrato la storia di un
papista che ha chiesto ad un sacerdote se gli atei sono redenti da Gesù. “Anche
loro, tutti sono redenti”, ha risposto secondo la radio Vaticana. Se qualcuno
Le dichiasse che è ateo, allora gli direbbe: “Tutti dobbiamo operare il bene.
Fate soltanto del bene e troveremo un punto d’incontro”. Lei si è rivolto agli
atei, in contrasto con l’opinione dell’Illustrissimo Benedetto XVI, il quale
diverse volte ha fatto sentire i cristiani non papisti, come fedeli di serie B[49].
2) Pastori di diverse eresie
protestanti confessano che sono atei! Il pastore metodista Keith Jenkins ha
dichiarato che i fedeli vedono ora i pastori come “super eroi”. Riconoscendo
che esistono molti pastori, che attraversano una crisi nella loro fede
personale, che finiscono nell’ateismo. La cosa strana con queste eresie è
l’esistenza di un sito web www.clergyproject.com, con membri pastori ed altri
clerici di queste eresie, che non credono più a Dio. Questo gruppo dichiara di
avere 450 membri. Alcuni di questi pastori continuano a predicare, tenendo
nascosto il loro ateismo[50].
Questi fenomeni ci indicano che la sete
spirituale dell’uomo tramite la sofisticazione della fede e l’inesistenza della
vita liturgica e spirituale porta all’ateismo, come se fosse un’altra proposta!
Questa orrenda notizia non è scollegata con “l’apertura” del Vaticano verso gli
atei, con i quali si mette a proprio agio, quando sono “buone persone”,
chiedendo un dialogo con loro! Non è un caso che ultimamente chiede anche agli
atei di... pregare insieme! La raccapricciante conclusione: Non esiste
Cristianesimo nell’Occidente ma paganesimo nascosto con il mantello del
Cristianesimo[51]!
11 ) L’ISTITUZIONE
DELLA PAN-RELIGIONE
Lei, Illustrissimo,
nel Giovedì Santo dell'ultima “Pasqua” papale, si è recato in un riformatorio a
Roma a lavare i piedi di dodici giovani uomini e donne detenute che, per la
“Santa Sede” simboleggiavano i dodici Apostoli. Ma una donna fra loro che
“fungeva” da Apostolo era musulmana! Casualità? Non credo! “Gli altri undici
giovani i cui piedi ha lavato il “Papa” erano stati scelti per rappresentare le
diverse nazionalità e religioni dei detenuti in carcere. Tra loro c’erano anche
cristiani ortodossi e musulmani”[52].
È
chiaro che segue da vicino la linea dei suoi predecessori per promuovere
l’“apertura” interreligiosa del Vaticano. Non devono gioire coloro che credono
che Lei porterà “nuova aria” al Papismo. Lei servirà con fedeltà le aspirazioni
del Vaticano, per la sottomissione di tutte le religioni sotto la pantofola del
papa e la Sua designazione come capo spirituale e religioso mondiale. Questo
spiega perché una detenuta musulmana “fungeva” da Apostolo di Cristo, dinanzi a
Lei[53].
Lei,
Illustrissimo, non ha smesso, dal giorno della sua nomina, di parlare usando
“le parole migliori” e di invitare tutte le religioni del mondo a collaborare
per il “bene dell'umanità”! Ha incitato, immediatamente dopo la Sua elezione, i
membri di tutte le religioni e le persone che non appartengono a nessuna
religione (atei) ad unirsi, ad alzarsi in piedi per la giustizia, la pace e
l'ambiente! Ed ecco le reazioni: “Sento grande entusiasmo e ottimismo e
speranza”, ha detto il rabbino David Rosen di Gerusalemme, direttore degli
affari interreligiosi del Comitato ebraico americano. “Lei è profondamente
impegnato nelle relazioni cattolico-ebraiche”, ha riconosciuto Rosen. Yahya
Pallavicini, leader delle comunità musulmane in Italia, si è detto
impressionato dalla Sua tenacia nel promuovere l'amicizia interreligiosa. Si è
incontrato con i leader cristiani non cattolici come ortodossi, anglicani,
luterani e metodisti e con gli altri leader di religioni come ebrei, musulmani,
buddisti e indù. “La “Chiesa Cattolica” è consapevole dell'importanza di promuovere
l'amicizia tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose”, ha dichiarato!
È credibile che abbia deciso di condurre l’unione fra le diverse religioni del
mondo, ritenendo di poter diventare il loro leader! La “Santa Sede” è pioniere
nella creazione della pan-religione apparentemente per il bene del mondo, ma in
realtà per la perdita del genere umano[54].
Grande
scalpore ha fatto anche una Sua recente azione. Alla Sua l'elezione ha scelto
la maschera della semplicità, apparentemente per dimostrare di essere “diverso
dal precedente”, eliminando molti dei simboli che il papato aveva da secoli.
Degne di elogio queste azioni. Tra le altre cose, ha rinunciato alla preziosa
croce d'oro dei Suoi predecessori e ha preferito indossare una semplice croce
di ferro. Ma sulla croce non è rappresentato, come avrebbe dovuto essere, il
crocifisso, ma una immagine sconosciuta nella storia dell'arte ecclesiastica,
un “Buon Pastore”, che assomiglia
incredibilmente a un antico morto faraone egiziano! Inoltre, nella parte
superiore della croce è raffigurato un uccello, ovviamente lo Spirito. Ma un
tale uccello è raffigurato nella parte superiore della rappresentazione
egiziana! Un sito cattolico web spagnolo ha portato Per primo a conoscenza
questo e lo ha associato con il faraone morto, ma anche con l'altro simbolo
della religione egizia, l'uccello. Non so se la rappresentazione della Sua
croce ha a che fare con l’“apertura” del Vaticano verso tutte le religioni, o
al paganesimo e all'ateismo. Tuttavia l'orientamento di questo messaggio indica
qualcosa di simile!
Infine,
Lei ha chiesto, Illustrissimo, ai fedeli di tutte le fedi di emulare la
conventicola papale, di pregare i loro “dei” e di eseguire i rituali adatti,
per impedire l’incursione in Siria voluta dai “falchi” dell’occidente! Secondo
le notizie, è stato proclamato “giorno di preghiera e digiuno in tutto il mondo
per la pace in Siria e in tutto il Medio Oriente inaugurato oggi da “Papa” il 7
settembre, parlando a decine di migliaia di persone, in piazza San Pietro”. Il
“Papa” ha condannato l'uso di armi chimiche, quando il loro uso era stato
attributo dall’occidente alle truppe governative siriane sottolineando “mai più
guerra” e ha fatto appello contro qualsiasi intervento militare in Siria. Il
“Papa” ha chiesto ai papisti, circa 1,2 miliardi di tutto il mondo, di pregare
per la pace in Siria il 7 settembre, e ha sottolineato che avrebbe celebrato
una preghiera speciale in Vaticano. Il “Papa” ha chiesto anche a tutti i
cristiani e alle altre religioni di seguire l'iniziativa papale il 7 settembre”[55]!
Ecco, la conferma del perché chiamate ad Assisi ogni anno i rappresentanti di
tutte le religioni e pregate tutti insieme al pan religioso “mosaico divino”,
perché credete all'esistenza anche di altri “dei” al di fuori del Dio Uno e
Trino! Un'altra cosa importante: considerando che Lei non crede nell'efficacia
del Dio Uno e Trino, per impedire l'invasione, chiede l'intervento di altri
“dèi” per mezzo della loro religione[56]!
12)
SOSTENERE LA PANERESIA DELL’ECUMENISMO
È noto Illustrissimo, che al fine di promuovere
l’ecumenismo papale, ancora una volta vi basate sulle decisioni del Vaticano II
e in particolare all’“Unitalis redintegradio” sull'ecumenismo e alla successiva
enciclica papale del 1995 del “ Papa”
Giovanni Paolo II, “Ut unum sint”.
Questa
vasta enciclica papale è divisa in tre capitoli principali con un'introduzione
e con un epilogo esortativo. Il primo capitolo sviluppa l’impegno ecumenico
della chiesa cattolica (l'engagement
œcumιnique de l'Eglise
catholique). Il secondo capitolo analizza i frutti del
dialogo teologico bilaterale e multilaterale del movimento ecumenico moderno
(Les fruits du Dialogue). Il terzo capitolo cerca una via per un dialogo più efficace
per accelerare il ripristino della comunione ecclesiastica tra i cristiani, le «Chiese»,
(Quanta est nobis via). Tutti e tre i capitoli utilizzano frequentemente le
decisioni inerenti al Vaticano II e in particolare l’Unitalis redintegradio che
contiene le istruzioni codificate dei papisti “Guida per l'ecumenismo”
(Directoire... sur l 'Oecuménisme ), importanti encicliche papali, ecc[57].
Per noi
ortodossi, Illustrissimo, l'ecumenismo è stato bollato come una paneresia da parte del santo e professore di dogmatica e
Maestro dell’Ecumene padre Justino Popovic della sorella Chiesa Ortodossa Serba
nel suo sommo trattato “Chiesa Ortodossa e ecumenismo”. Scrive: “Ecumenismo è un nome comune tra i falsi cristiani
delle false chiese dell’Europa Occidentale. Nel suo interno si trova il cuore
di tutti gli umanesimi europei, con il Papismo a capo. Tutti questi falsi
cristianesimi, tutte le pseudo-chiese non sono nulla di più che un’eresia
accanto all’altra. Il loro nome evangelico comune è paneresia”[58].
Fonte e
madre dell’ecumenismo è la massoneria che promuove per mezzo dell’ecumenismo la
religione mondiale dell’Eosforo e della massoneria, che a sua volta ha come sorgente
e ventre il sionismo internazionale[59],
che ha sostituito il Vecchio Testamento e i profeti con la infernale Cabala e il
Talmud, opere dei satanici rabbini, del giudaismo decadente, e la loro
ossessione per la venuta di uno pseudo messia per il dominio del mondo.
L'ecumenismo
si muove su due livelli: intercristiano e interreligioso. Così, si è sviluppato
l’ecumenismo intercristiano ed interreligioso, che sono le due principali
direzioni dell’ecumenismo. L'ecumenismo intercristiano promuove l'unione delle
varie eresie cristiane (papisti, protestanti, anglicani, monofisiti ) con la
Chiesa Cattolica Ortodossa con il criterio del minimalismo dottrinale. In
accordo con il principio dell’ecumenismo di “sincretismo intercristiano
dottrinale" le differenze dottrinali tra gli eretici e la Chiesa Ortodossa
sono solo tradizioni formali e devono essere aggirate per il bene dell'unità
della “Chiesa”, che può essere espressa da una varietà di forme e posizioni.
Invece
l’ecumenismo interreligioso, considerando che in tutte le religioni vi è un
elemento positivo, favorisce l'unione tra di esse e soprattutto tra le
cosiddette tre religioni monoteistiche mondiali, cristianesimo, islam ed
ebraismo, e promuove la cosiddetta “pan-religione". Secondo il principio
di “sincretismo interreligioso” devono essere sottolineati i presunti “punti
teologici comuni", che sono prevalenti in tutte le “religioni monoteiste"
al fine di costruire l'unità religiosa dell'universo.
L’ecumenismo,
al fine di raggiungere i suoi obiettivi, inventa varie teorie, come ad esempio
le eresie della “Chiesa divisa, delle chiese sorelle, della teologia
battesimale, della Chiesa universale invisibile, dei due polmoni, del
minimalismo e massimalismo dogmatico postpatristico, neopatristico, delle eresie
contigui, della teologia eucaristica, della teologia postsinodale, delle “Chiese"
incomplete dal contenuto sacramentale carente e incompleto, della conversione
dell'economia della Chiesa in acrivia e dottrina", dottrine che,
ovviamente, sono straniere ed estranee alla dottrina e alla teologia ortodossa
.
L’ecumenismo
innalza i suoi interminabili dialoghi teologici ecumenici ove domina la mancanza
di confessione ortodossa, la mancanza di sincerità degli eterodossi,
l'accentuazione dell'amore e l’omissione della verità, l’occultamento e la contraffazione
dei passi delle Scritture specialmente di Giovanni “affinché siano uno come
noi” (Giovanni 17. 11 ), la pratica di non discutere quanto separa, ma quanto
unisce, spuntare i criteri ortodossi, il reciproco riconoscimento
ecclesiastico, della successione apostolica, del sacerdozio, della grazia, dei
sacramenti, il dialogo a parità di condizioni, il condono, l’incolpevolezza e
premiare il cavallo di Troia del papato, la demoniaca Unia, la partecipazione al
protestante “Consiglio Mondiale delle Chiese” o meglio delle eresie, la firma
di comunicati congiunti non ortodossi, far passare dichiarazioni e testi come
sinodali (ad esempio, Lima Perù Sud America 1982, Balamand Libano 1993, Chambesy Svizzera 1994, Porto Alegre in
Brasile 2006, Ravenna 2007, ecc ) e
preghiere in comune[60].
L’ecumenismo
adotta e legittima tutte le eresie come “Chiesa" e offende la dottrina
della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Sviluppa, insegna e impone una
nuova dottrina della Chiesa, una nuova ecclesiologia, secondo la quale nessuna
Chiesa ha il diritto di rivendicare per sé esclusivamente il carattere di vera
Chiesa Cattolica. Ognuno è un pezzo, una parte, non tutta la Chiesa. Insieme
costituiscono la Chiesa. In questo modo, però, demolisce i confini tra verità
ed errore, Ortodossia ed eresia e lavora totalmente per la demolizione dell’Ortodossia.
L’ecumenismo
equipara tutte le religioni con la sola conoscenza di Dio e vita in Cristo,
divinamente rivelate, dal Cristo Risorto. In questo modo, nega la dottrina della
sola nel mondo, salvifica rivelazione ed economia dell’incarnato Figlio e Verbo
di Dio, e della susseguente opera salvifica dalla sola, Santa, Cattolica e
Apostolica Chiesa, per mezzo dello Spirito Santo che opera in essa. Pertanto,
senza dubbio l'ecumenismo diventa oggi la più grande eresia ecclesiologica di
tutti i tempi, perché equipara tutte le religioni e fedi[61].
L’ecumenismo
contesta nei fatti la Tradizione Patristica e Fede, seminando dubbi e
confusione nei cuori del pleroma e scuote tanti fratelli che amano Dio, che
porta a divisioni e scismi e trascina una parte del gregge verso l’inganno e al
disastro spirituale[62].
L'ecumenismo
è in definitiva un grave problema pastorale e soteriologico, perché scuote le
fondamenta, annulla la salvezza e la deificazione per grazia dell'uomo. Il
rischio ovviamente non riguarda la Chiesa, che non perisce, poiché è il Corpo
di Cristo, ha come capo Cristo, è Cristo, “e le porte dell'inferno
non la potranno vincere”, ma le parti della Chiesa, i
fedeli sono in pericolo di perdersi quando si perde la fede giusta, l’Ortodossia,
e prevale l’eresia e la menzogna[63].
13 ) LA
DEMONIACA E MALEDETTA DA DIO “UNIA”
Costituiscono parte integrante delle decisioni
del Concilio Vaticano II il decreto «Orientalium Ecclesiarum », il “Decreto
sulle Chiese orientali cattoliche"[64],
le uniate, che riconosce e difende solennemente, con l'intenzione di
ottimizzare il loro ruolo all'interno della “Chiesa Cattolica". Si tratta
della nota formula di “unità" uniate con l'arricchimento reciproco delle
due tradizioni, l'unità nella diversità, che è reclamizzata ampiamente al
giorno d'oggi. Unità, non nella fede e nella verità, ma in una forma di fusione
sincretista, un assorbimento sostanzialmente dell'Ortodossia nel papismo, senza
abolire nessuna delle sue menzogne eretiche.
Va
notato che l'Unia è stata condannata inequivocabilmente con “risoluzioni
conciliari da tutte le Chiese ortodosse,... come la decisione unanime della
terza Conferenza pre-conciliare pan-ortodossa ( 1986)". Come anche a
Freising a Monaco di Baviera nel 1990, con le firme anche dei teologi papali[65].
Qualunque assoluzione di questo vostro cavallo di Troia, la demoniaca e maledetta
da Dio Unia e il ritorno ad un
riconoscimento ecclesiastico in questa (testo di Balamand, 1993), non
costituisce una decisione pan-ortodossa, piuttosto costituisce disprezzo della
decisione unanime pan-ortodossa, che ha chiaramente condannando l’Unia.
Non si
può, ovviamente, dimenticare i crimini efferati di voi papisti in Serbia
durante la seconda guerra mondiale e lo sterminio di migliaia di serbi
ortodossi in cui hanno partecipato uniati, papisti, clericali, ustascia, frati,
ecc, che hanno agito sotto la direzione del “Santo” del Vaticano “arcivescovo
del genocidio” dei serbi Alojzije Viktor Stepinac. Né possiamo dimenticare che il Vaticano ha
partecipato indirettamente alle operazioni militari (1990-1992 e 1998) che
hanno determinato la disgregazione della Jugoslavia contro la Serbia ortodossa.
La partecipazione
scorretta e provocatoria dello pseudo diacono uniate, degli uniati pseudo
episcopi, la lettura del Vangelo in greco di un “religioso” uniate, la presenza
degli uniati nella catacomba della Basilica di San Pietro[66]
durante la Sua “intronizzazione”, una volta ancora hanno manifestato il delitto
dell’Unia e lo stupro della nostra irreprensibile Chiesa e l'insistenza del
Vaticano nell’Unia, la forma più vergognosa di proselitismo e di guerra contro
la Chiesa Ortodossa, e rivelano il suo vero volto, e il grado di doppiezza che di
continuo opera verso gli ortodossi.
Questo
fatto fa parte di un piano di propaganda del Vaticano, per far mutare i
sentimenti negativi verso di esso e per impressionare la parte dei fedeli
ortodossi che non sono molto esperti sulla dottrina. Il vero scopo della vostra
azione era consolidare l’Unia in Grecia, che era stata già rafforzata dal
dimissionario Illustrissimo signor Benedetto XVI con l’intronizzazione di un
“vescovo” uniate ad Atene (Via Acharneis), il signor Demetrio Salachas nel 2008.
Dai
media greci, istruiti a dovere, la lettura del Vangelo in greco da parte di un
“prete” uniate è stata commentata positivamente come un atto di onore da parte Sua,
Illustrissimo, durante la Sua “intronizzazione”, verso Sua Santità il Patriarca
Ecumenico Bartolomeo. Il fatto che sia stato scelto uno dal clero uniate per
leggere il Vangelo in un momento così alto per il papato, invia ovviamente
messaggi in tutte le direzioni. Comunque il simbolismo in una tale cerimonia, vista
in diretta da milioni di persone, non è casuale, così che il numero molto
rilevante di uniati nella cerimonia è stato molto criticato.
Poiché,
in questi casi, il simbolismo ha sempre anche un precedente storico, sarebbe
utile ricordare che per secoli l’Unia è stata a lungo una spina nei rapporti
tra Ortodossi e papisti. L’inizio dell’Unia è collocato nel Concilio
Lateranense nel 1215 e alla bolla del Papa Innocenzo IV. Tuttavia,
ufficialmente l’Unia è stata creata in Polonia da due gesuiti Posevin e Skarga.
Questi due monaci hanno realizzato l’Unia in Polonia per latinizzare gli
ortodossi della Polonia e della Russia sud-occidentale. In questo sono stati
aiutati dal re di Polonia Sigismondo III, che era sotto la tutela di questi due
gesuiti fino al raggiungimento del 21° anno dell’età. La parola polace-latina Unia,
che significa unione, è stata usata per contraddistinguere i movimenti “unionisti”
delle “Chiese Ortodosse dell’est”, cioè gli uniati con il “Papa”. Voi, i
gesuiti, avete concepito e realizzato il piano per l'unione degli ortodossi con
l’eresia papale.
Lo
stesso impegno è stato successivamente allargato contro i copti, i nestoriani,
i cristiani di Malabar, i maroniti, e in generale contro tutti i cristiani che
non hanno seguito il “Papa”. L'unione per il papato è il pretesto. Dietro
questa facciata, però, vi è l'intenzione di sottomettere tutti alla fedeltà verso
il “Papa”. Con il dispregiativo e negativo termine “Unia”, da parte
dell'ortodossia si intende “una formazione politica e religiosa creata dai vertici
del papato per l' occidentalizzazione dell’oriente non-latino, cioè la sua subordinazione
intellettuale e politica all'autorità del “Papa”. L’Unia è considerata
pericolosa ed eretica per l’Ortodossia. Il suo clero è vestito come il clero
ortodosso. Indossa il raso e il kalymmafchi. Ha la barba. È l’immagine perfetta
del clero ortodosso. Le loro “Chiese” sembrano in tutto ortodosse. Mancano
quelle statue fredde che danno l'aspetto di un tempio pagano. Invece delle
statue hanno le icone. Tutta la struttura della chiesa, dentro e fuori, è ortodossa.
La “Divina Liturgia" viene celebrata nella lingua di ogni nazione, perche l’Unia
agisce sempre facendo proselitismo. Nessun semplice cristiano ortodosso potrebbe
sospettare nulla di estraneo all'Ortodossia. Così i semplici cristiani possono essere
seguiti da sacerdoti uniati e recarsi nelle chiese uniate. Sono, come vengono chiamati
in una circolare del Patriarca Gioacchino III, “lupi sotto forma di
pecore". L’esplicita promozione dell’uniatismo e il Suo passato legame
storico con i Gesuiti, Illustrissimo, non sono eventi casuali. I primi segni, dalla
Sua intronizzazione, indicano che prepara per loro un ruolo maggiore, cosa che
può portare seri problemi in futuro. Un analisi più profonda dei primi segni (non)
positivi suggerisce che è richiesta grande attenzione al trionfalismo prematuro[67].
È palesemente
chiaro che l'Unia è condannata a parole come metodo di unione, però è imposta
dai papisti come un unico percorso per realizzare l’unione, secondo i principi
del Concilio Vaticano II, ed è tollerata dagli ortodossi. La prova è che dopo
che il dialogo teologico, fra ortodossi e papisti, è stato interrotto a causa del
problema dell’Unia (VIII incontro, Baltimora 2000), esso è ripreso senza
risolvere il problema dell’Unia e anzi con la partecipazione di uniati al
dialogo come interlocutori legittimi con gli ortodossi. Indipendentemente poi
da quanto è stato concordato durante il dialogo, voi “papi" sostenete l’Unia.
È scandalosa la nota ingerenza papale ai lavori del comitato misto di dialogo a
favore dell’Unia, che ha causato il naufragio del dialogo a Baltimora. Il Suo
predecessore, l’Illustrissimo signor Benedetto XVI, con una lettera all’"arcivescovo"
uniate dell’Ucraina Ljubomir Chuzar, ha elogiato le lotte degli uniati per il
mantenimento della loro specificità e ha aggiunto, approssimativamente, come
segue: “In comunione con i successori degli Apostoli, la cui unità visibile è garantita
dal successore dell'Apostolo Pietro, la comunità cattolica ucraina è riuscita a
mantenere viva la tradizione sacra nella sua integrità. Per mantenere intatto,
in tutta la sua ricchezza, questo prezioso patrimonio della “Tradizione" è
necessario garantire la presenza dei due grandi portatori della Tradizione
unica del (Latina ed Orientale )... Duplice è la missione affidata alla Chiesa greco-cattolica,
che è in piena comunione con il successore dell'Apostolo Pietro, da un lato di
mantenere visibile all'interno della tradizione cattolica la Chiesa orientale e
d'altra parte di facilitare la convergenza delle due Tradizioni, testimoniando
che non solo si adattano insieme ma costituiscono una profonda unità nella
diversità"[68]. Sempre
l’Illustrissimo signor Benedetto ha ricevuto l’“episcopo” uniate di Gratianupoleos,
con un gruppo di vescovi papalini greci fotografati insieme con un “prelato"
ortodosso. Inoltre, a Efeso, durante la sua visita, nel 2006, in Turchia e a
Fanar, il signor Benedetto ha sostenuto l'Unia, dicendo: “ Il modo migliore per
l'unità della Chiesa è quello dell’Unia[69].
Gli ortodossi nel III Sinodo pan-ortodosso hanno dichiarato che l’“Unia” e il
dialogo sono incompatibili”[70].
La
persistenza del papato non solo di mantenere l’Unia, ma di mantenerla attiva
nel centro di Atene attraverso la parrocchia uniate della Santissima Trinità sotto
la direzione del “vescovo" uniate
(come se non fosse sufficiente il “vescovo" latino di Atene e Nunzio del
Papa) è di scandalo per gli ortodossi, di non minore importanza dello scandalo
della Santa Inquisizione e della coesistenza di un potere secolare con quello
ecclesiastico nella Sua persona, nonostante il comandamento esplicito del
Signore “date al Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio"[71].
Il fatto che il Papato insedii “Chiese" uniate all’interno di tutte le
antiche Chiese d'Oriente (Copta, Armena, Melchita, Siriaca, Abissina) dimostra l’inganno
di coloro che le hanno insediato, e la intenzione del papato di mantenere l’Unia
come metodo, modello di “unione” e di ritorno degli Ortodossi e degli altri
cristiani orientali a Roma[72].
Nel Suo messaggio,
Illustrissimo, al giornale interconfessionale, in data 2013/05/17, di
Costantinopoli sulla “libertà religiosa oggi", in occasione della
ricorrenza dei 1700 anni dall'adozione dell'Editto di Milano, ha detto: “Spero
di vedere presto il giorno in cui le divisioni del secondo millennio saranno
definitivamente il passato”[73].
Alla
delegazione del Patriarcato Ecumenico (il Metropolita Giovanni di Pergamo, il
Vescovo Athenagoras di Sinope e il reverendo archimandrita Battista Xenakis )
recatasi in Vaticano per partecipare alle celebrazioni dei Santi Apostoli
Pietro e Paolo, tra l'altro, ha detto: “È un fatto importante che oggi siamo in
grado di riflettere insieme, senza tacere quanto ci divide”. “La comprensione
reciproca delle rispettive tradizioni ci aiuta a imparare e a diventare più
saggi”, ha aggiunto. Successivamente ha sottolineando “sappiamo molto bene
quanto l'unità sia un dono di Dio”. “ Dobbiamo pregare costantemente per la
realizzazione dell'unità”. Lei ha anche rilevato che “l'unità tra i cristiani è
una necessità che non può essere ignorata”. “Un contributo fondamentale alla
ricerca della piena comunione tra cattolici ed ortodossi è offerta dal Comitato
misto del dialogo teologico, sotto la presidenza di Sua Eminenza, il
Metropolita Giovanni e del mio venerato fratello Cardinale Kurt Koch”, ha
dichiarato per quanto riguarda l'evoluzione del dialogo. Ha aggiunto: “Grazie
per il vostro prezioso e instancabile impegno. La Commissione ha già condiviso
molti testi e studi e ora affronta il sensibile argomento, teologico ed ecclesiologico,
del rapporto tra primato e sinodicità nella vita della Chiesa”. “Sono convinto
che lo sforzo e la riflessione condivisa è così complessa e difficile, e spero che
dia buoni frutti, in futuro”. Infine, ha sottolineato che “non si tratta di un
compromesso tra le due Chiese, attraverso un minimalismo teologico, ma
accettando la verità comune del Cristo vivente”[74].
Come
ogni anno, anche quest'anno, Illustrissimo, avete organizzato una splendente “Festa
Patronale”, con la partecipazione di rappresentanti dal Fanar, e ha detto: “inviamo
i nostri auguri di cuore e preghiamo la Vergine per il Patriarca Ecumenico
Bartolomeo”. E quando ha salutato dal balcone dopo la “Divina Liturgia” per la “
Festa diocesana della Chiesa di Roma”, ha invitato le migliaia di “fedeli”
riuniti di recitare con Lei la preghiera “Ave Maria” per sostenere il Patriarca
Ecumenico. Immediatamente le migliaia di persone hanno applaudito entusiaste e
insieme avete cantato l’Ave Maria[75]!
Illustrissimo, molto chiaramente avete espresso con provocazione la falsità
papale della “ mariologia” e non a caso ma in riferimento alla Chiesa ortodossa
e “dedicata” al Patriarca Ecumenico! Ignorate la dovuta preghiera a Dio e
invocate la Theotokos, “dea" (secondo voi papisti)! Che guardino coloro
che credono che Lei, Illustrissimo, avrebbe ripudiato le falsità papali!
Piuttosto, le consolida ancora di più[76]!
Dove
sapere, Illustrissimo, che per la Chiesa ortodossa non ci sono molti modelli e
forme di riunificazione, né è valida la formula dell’Unia (unione uniate), che
vuole imporre, per cui ogni “confessione” manterrà le sue proprie tradizioni
ecclesiastiche, non cambierà nulla, solo bisogna riconoscere il primato
ecumenico globale della giurisdizione del “Papa” e essere citato nei dittici.
Per la Chiesa Ortodossa vi è una solo modello e forma di riunificazione con la
Chiesa Ortodossa Cattolica, che non è altro che la conversione, il
disconoscimento ufficiale delle eresie e degli errori, la confessione pubblica
della fede Ortodossa e il ritorno all’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa
Ortodossa.
Studiando
con attenzione le varie fasi dei rapporti avuti tra ortodossi e papisti si
arriva a comprendere che esiste un piano del Vaticano, gradualmente applicato,
per arrivare ad una “unione”. Riguardo ad una pianificazione dal Vaticano per
una futura unione fra ortodossia e papato scrisse il beato Giovanni Karmiris: “Papa
Paolo VI e i suoi teologi papali hanno preparato un ampio e ben studiato
programma su un ecumenismo che avrà con centro Roma, secondo la ecclesiologia
Latina”. Sua Eminenza il Metropolita Chrysostomos di Peristeri chiarisce il
tipo dell'unione proposta: “I papisti, direttamente o indirettamente, lasciano
intendere che la Chiesa Ortodossa può essere unita con il papato in una sorta di
unione identica o simile a quella che esiste tra loro e i gruppi degli uniati”[77].
Ma il beato padre Giovanni Romanidis aveva rivelato che un “vescovo” papale gli
aveva confidato che il Vaticano progettava
una unione che non si realizzerà dall’alto, cioè dai vescovi, i teologi
e il dialogo, ma piuttosto attraverso il cosiddetto ecumenismo popolare cioè i reciproci
contatti e l'attuazione graduale della intercomunione sacramentale
(intercommunio), che è già applicata da Roma e dagli ortodossi ecumenisti[78].
In accordo con il progetto dell’ecumenismo papale
sono già state realizzate le seguenti azioni:
a) L’annullamento anticanonico degli anatemi
del 1054 dal Patriarca Ecumenico Atenagora e “Papa” Paolo VI, senza risolvere
le differenze dottrinali.
b) Lo scambio di visite da parte dei primati e
la concessione da parte del Vaticano di Sante Reliquie. Questo dà l'impressione
che il Vaticano è amichevolmente disposto verso gli ortodossi.
c)
L'avvio del dialogo teologico tramite quello che unisce. In questo modo la
commissione mista teologica del dialogo, attraverso una serie di testi comuni
che contenevano semi per il reciproco riconoscimento della stessa fede, dei
sacramenti, del sacerdozio e della successione apostolica tra gli ortodossi e i
papisti e in generale, il riconoscimento delle due Chiese come "chiese
sorelle", infine è arrivato, solennemente, al testo concordato della VII riunione,
il "testo di Balamand » (23-6-1993) , per proclamare l'identità
ecclesiologica come segue: “Fin dall'inizio della Conferenza Pan-ortodossa e del
Concilio Vaticano II, la riscoperta e la valorizzazione sia dagli Ortodossi che
dai Cattolici, della Chiesa come comunione, sono cambiate radicalmente le
condizioni e quindi anche gli atteggiamenti fondamentali. Entrambe le parti
riconoscono che ciò che Cristo ha affidato alla sua Chiesa (confessione della
fede apostolica, partecipazione agli stessi sacramenti, soprattutto per l’unico
nostro sacerdozio che realizza perfettamente l’unico sacrificio di Cristo, la
successione apostolica dei vescovi) non possono essere considerate proprietà di
una sola delle nostre chiese. In questo contesto , è evidente che qualsiasi ribattezzo
è da escludere”[79]. E con tutto
questo, la Chiesa Ortodossa riconosce il papato come piena e vera
"chiesa" nonostante un accurato mantenimento delle differenze
dogmatiche rispetto alla fede della Chiesa Ortodossa Una, Santa, Cattolica e
Apostolica!
L’unione
tentatada diversi decenni dal Vaticano, anche se è ben preparata, non sarà
accettata da molti ortodossi e contribuirà alla rottura dell’ortodossia, perché
sarà effettuata senza aver risolto essenzialmente le differenze dottrinali,
senza che i papisti rinuncino alle dottrine eretiche (Filioque, primato, Grazia
creata, ecc), ma reinterpretando in modo indolore per il Vaticano e accettato
dagli ortodossi. Certamente la società secolare, nutrita con gli slogan della
globalizzazione e della Nuova Era, non ha la sensibilità dogmatica degli ortodossi
che nel passato avevano deplorato le sentenze del Sinodo “unionista” di Ferrara
e Firenze. Esiste, tuttavia, anche oggi il popolo di Dio, la parte profetica dei
veri ortodossi, che si opporrà a qualsiasi forma di unione, che non sia nella
verità della Fede Ortodossa. La preoccupazione di molti ortodossi per quanto è accaduto
negli ultimi tempi dimostra che la coscienza ortodossa esiste[80]
e questi pochi saranno sempre la maggioranza, perché la maggioranza della
Chiesa non consiste in grandi numeri di superiorità numerica, ma di comunione
con la Verità che non è idee o opinioni, ma persona, il Verbo incarnato che ha
proclamato: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” e così “la Verità” (Cristo) è
la maggioranza.
14)
PRIMATO E SINODALITÀ
Nelle decisioni del Concilio Vaticano II
si osserva che, a parte qualche apertura indolore e superficiale da parte del
Vaticano verso gli ortodossi, il primato e l'infallibilità non solo non sono
circoscritti o messi a tacere, ma addirittura sono rafforzati in confronto al
Vaticano I. “ Il Concilio Vaticano II ... non ha mancato di sottolineare e
ulteriormente rafforzare l’assioma del Papa, a tal punto che, in alcuni
partecipanti, è sorto il sospetto che capo della Chiesa non sia più Cristo, ma
Pietro e attraverso di lui il Papa”[81]. Per
quanto riguarda le aperture “ si tratta di un cambiamento di politica estera e
di apparenza della “ Chiesa “ di Roma, e non di un cambiamento interno e del
suo insegnamento”[82].
La persistenza del papato nelle proprie dottrine è affermata, in varie
occasioni, dai “papi “ di Roma. Il promotore del Concilio Vaticano II “Papa”
Giovanni XXIII nella sua enciclica «Ad Petri Cathedram» consegna lo scopo del “Concilio”
e dice : “Ciò senza dubbio costituirà un meraviglioso spettacolo di verità, di
unità e di carità che, visto anche da coloro che sono separati da questa sede
apostolica, sarà per essi un soave invito - lo speriamo - a cercare e a
raggiungere quell’unità per la quale Gesù Cristo rivolse al Padre celeste così
ardente preghiera”[83].
Anche “Papa” Giovanni Paolo II nella sua enciclica « Lumen Orientalis »
(25-3-1995) si muove sulla stessa linea, come annota il professor Giovanni
Panagopoulos: “L’enciclica ritorna con intolleranza e rigidità nelle
dichiarazioni sull'ecumenismo del Vaticano II... Qualsiasi discussione
sull'unità della Chiesa implica l'accettazione incondizionata del primato
papale, che Dio ha fondato “come permanente principio e visibile fondamento
dell'unità[84]''.
Interventi simili anche nell'enciclica «Ut Unum Sint».
Sull'importanza
del dialogo con gli Ortodossi, ma anche nel modo in cui voi, i papisti, potete
prendere come “insegnamento” dalla gestione del sistema di sinodalità nelle
Chiese ortodosse, Lei ha parlato in un'intervista alla rinomata rivista « La
Civiltà Cattolica », il 19 -9 2013[85].
Nelle quasi trenta pagine di intervista sull'ultimo numero della rivista è
riferito, tra l'altro, quello che Lei ha detto sull'importanza del dialogo dei
papisti con gli ortodossi.
“Si
deve camminare insieme: la gente, i Vescovi e il Papa. La sinodalità va vissuta
a vari livelli. Forse è il tempo di mutare la metodologia del Sinodo, perché
quella attuale mi sembra statica. Questo potrà anche avere valore ecumenico,
specialmente con i nostri fratelli Ortodossi”.
Ha sottolineato che dagli Ortodossi”
si può imparare di più sul senso della collegialità episcopale e sulla
tradizione della sinodalità. Lo sforzo di riflessione comune, guardando a come
si governava la Chiesa nei primi secoli, prima della rottura tra Oriente e
Occidente, darà frutti a suo tempo. Nelle relazioni ecumeniche questo è
importante: non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere ciò che lo Spirito
ha seminato negli altri come un dono anche per noi”.
Ha
rilevato che desidera “proseguire la riflessione su come esercitare il primato
petrino, già iniziata
nel 2007 dalla Commissione Mista, e
che ha portato alla firma del Documento di Ravenna. Bisogna continuare su
questa strada”.
Riferendosi
ai dialoghi teologici ha sottolineato che: “ il problema più grande rimane la
questione del primato. Il primato esiste ed esisteva nella Chiesa, ma la
questione è l'interpretazione e l'attuazione di questo primato”.
Il
giornale “La Repubblica” del 07/04/2013, ha riferito che quando è entrato nella
Basilica di San Giovanni in Laterano, nella Città Eterna, per insediarsi
formalmente come “vescovo” della capitale italiana ha compiuto un atto di
riavvicinamento con gli ortodossi dichiarando che Lei non era “come il
vignaiolo che sorveglia dall'alto la vigna”, come facevano i suoi predecessori.
Il nuovo testo, che è stato letto ha detto che Lei, Illustrissimo, “presiede
nella carità tutte le Chiese e con ferma dolcezza tutti guida sulle vie della
santità”. Secondo il giornale, l'obiettivo principale è quello “di sottolineare
che il vescovo di Roma è sì primate ma nella carità. Dall'altra, la spinta per
un governo della Chiesa cattolica più collegiale, una nuova orizzontalità
interna. Come era nel primo millennio”. Come è stato osservato dal primo giorno
della Sua elezione, Illustrissimo, preferisce essere chiamato “Vescovo di Roma”
piuttosto che “ pontefice “ e suggerisce di tornare a un primato, esercitato
nel contesto della fede e della misericordia e non come illimitata autorità
generale. Infine, il vicario del “Vescovo di Roma” signor Agostino Vallini
leggendo Le ha augurato di “ essere in grado di formare, da un'estremità all'altra, sulla terra, un solo gregge con un solo
pastore”[86].
Sono
evidenti la preparazione, la promozione e il sostegno di nuove teorie, tra le
quali il Filioque, il primato e l'infallibilità, formulate dai papisti in modo
tale che siano accettate dagli ortodossi.[87] Il
noto “religioso” e membro del Vaticano Pier Dtuprè aveva detto: “Il primato si
formulerà in modo tale che lo accetterete”.
La
linea del Vaticano viene perseguita con fedeltà. Fino ad oggi si sottolineava
anche da teologi ortodossi che ci sono differenze dottrinali tra ortodossi e
papisti, senza la cui soluzione non è possibile la unione. Ora viene
evidenziato, anche da ecumenici ortodossi, che abbiamo la fede in comune, la
tradizione in comune, e che a certe condizioni si potrebbe accettare il
primato: “Abbiamo la stessa fede e la stessa tradizione. Il problema principale
che dobbiamo risolvere è il primato del “vescovo” di Roma, vale a dire il ruolo
di “Papa”, ha detto il Rev. Metropolita ecumenista Giovanni di Pergamo. “Credo
che si possa trovare una soluzione. Si tratta di determinare con precisione la
posizione del “vescovo” di Roma nella struttura della Chiesa universale. Gli
ortodossi sono pronti ad accettare l'idea di un primato mondiale anche secondo
i canoni della Chiesa antica, il “vescovo” Roma era “ primus “ [... ] Il
disaccordo consiste in un tema fondamentale: Può il “vescovo” di Roma
intervenire nella vita delle chiese locali? “, e ha aggiunto: “ non può
interferire senza una decisione presa insieme agli altri vescovi. In breve, il “vescovo”
di Roma deve sempre agire all'unisono con il sinodo”[88].
Vorremmo far notare che la coscienza della Chiesa Cattolica Ortodossa non ha
mai accettato che, dopo lo scisma, tra ortodossi e cattolici romani esista una
fede comune e una comune Tradizione. Testimonianza di questa coscienza sono i
grandi gerarchi e Padri teofori, come s. Gregorio Palamas, s. Marco di Efeso, s.
Meletios, s. Nicodemo del Monte Santo, s. Nectarios di Pentapolis, s. Dositheos
Gerusalemme, e molti altri. E i sinottici sinodali dei Patriarchi ortodossi negli
anni 1848, 1868, 1895. Ma anche la gente semplice ortodossa, nonostante la
difficile situazione dell’occupazione ottomana e nonostante la propaganda e le
pressioni sistematiche dei latini, di cui ha sofferto, a volte anche dall’Unia,
non è uscita dalla fede, al di fuori di poche eccezioni, ma è rimasta fedele
alla dottrina e alla fede della Chiesa[89].
Ha
invitato, Illustrissimo, i “vescovi” del Vaticano a studiare il sistema
sinodale della Chiesa ortodossa, perché dallo studio possono trarre conclusioni
utili. Si tratta di una vera e propria “svolta” del Vaticano o un gioco per
frodare gli ortodossi? Se lo spostamento è reale, allora si prepara a
rinunciare a tutti i benefici, il primato e l'infallibilità (con quest'ultimo Lei
diventa Dio in terra, dal momento che solo Dio è infallibile), cosa
impensabile, perché ad oggi il papato non ha rinunziato alle sue eresie e
falsità. Se la mossa è teatrale, allora questo serve ai disegni di ingannare
gli ortodossi al fine di agevolare i piani per una pseudo-unione fra cristiani
ortodossi ed eretici senza che gli ultimi rinuncino alle loro falsità ed eresie[90].
L'approccio
agli Ortodossi da parte del Vaticano è un percorso indicato dal Concilio
Vaticano II nella dichiarazione «Dominus Iesus».
Il docente della facoltà teologica
dell'Università Aristotele di Salonicco, Stylianos Tsompanidis, dice: “Dopo il
Vaticano II la promozione dello spirito ecumenico e il dialogo e la
cooperazione con le altre chiese è diventato una delle principali preoccupazioni
dei papisti nelle locali “Chiese” in molte parti del mondo. Allo stesso tempo,
hanno cominciato dialoghi bilaterali con la Chiesa ortodossa, l'anglicanesimo e
il protestantesimo. Inoltre, il decreto « Unitatis redintegratio» apre le sue
porte alla cooperazione e al dialogo con gli altre “chiese” cristiane ,
capovolgendo i conflitti di secoli.
Il
14/04/2013 diverse reti televisive hanno divulgato notizie sulla semplicità
delle sue vesti, sottolineando che è diverso nel comportamento, ma anche nello
stile di vita, in confronto ai suoi predecessori. Aggiungevano che ha istituito
comitati per cambiare il modo dell'amministrazione del Vaticano e della “Chiesa”
di tutto il mondo, aggiungendo che il Suo desiderio è quello di raggiungere il
modo di amministrare degli ortodossi e del processo decisionale (il sistema
Sinodale). Preghiamo sinceramente di farlo. Ma, se si aspira veramente a raggiungere
il modo decisionale ortodosso, potrebbe rinunciare al “primato” o “all’infallibilità”,
che la rende un semidio. Né all'uno rinuncia né all'altro, né che futuro potrà
rinunciare alla più grande eresia del papato, il Filioque, per tornare
nell’Ortodossia ed essere riconosciuto come vero patriarca e vescovo della
vecchia Roma. Lei insiste in trucchi comunicativi per cambiare l'immagine del
Vaticano e trascinare i non iniziati nelle questioni
ecclesiastiche e dottrinali, i semplici cristiani ortodossi, verso il Papato[91].
Illustrissimo
parla “della reciproca approfondita conoscenza delle tradizioni delle due
Chiese”, quando anche l'ultima matricola di Teologia le conosce! Se in quasi un
secolo di dialogo i partecipanti non le conoscono, quando le conosceranno?”
L’intendimento della Chiesa cattolica sul concetto di coesistenza episcopale e
la tradizione di sinodalità, noi lo conosciamo bene, poiché sono molto chiari i
“termini di fede” degli ultimi due “sinodi” del Vaticano, e il modo in cui
esercita il Suo potere[92].
La
Sua affermazione, Illustrissimo, che “attraverso le relazioni ecumeniche è
importante non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere che lo Spirito
Santo agisce anche verso gli altri come un dono, proprio come agisce su di noi”,
costituisce l’attuazione fedele delle decisioni del Concilio Vaticano II e in
particolare l’”enciclica sull'ecumenismo”, in base la quale lo Spirito Santo
agisce anche fuori dalla Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha esteso il concetto
di Chiesa e ha creato una “nuova Chiesa”, introducendo sia gli eretici sia gli
scismatici. Così, Lei dichiara, che lo Spirito Santo agisce all’interno della “Chiesa
Nuova”, e quindi su gli eretici e i scismatici. Questo significa che ha
modificato i criteri utilizzati per il riconoscimento della “Chiesa Nuova”. La “Chiesa
Nuova”, come unità sacramentale non è identità, basata sull'unità della fede,
la successione apostolica, il sacerdozio e i sacramenti. Tuttavia, questa nuova
ecclesiologia, di voi papisti, entra in violento conflitto con l’unanimità
patristica ( consensus Patrum ), secondo la quale non c'è Spirito Santo e
Grazia sacramentale (di purificazione, di illuminazione e di santificazione) al
di fuori della Chiesa Cattolica Ortodossa, quindi non c'è lo Spirito Santo tra gli eretici e gli scismatici.
Nella
Sua recente intervista, Illustrissimo, alla rivista «Civiltà Cattolica» ha
dichiarato che lo stile di gestione del conciliabolo papale necessita di
cambiamento! “Forse è il momento di cambiare la metodologia del sinodo, perché
la situazione attuale mi sembra stagnante”, ha dichiarato. Ha compreso che
l’assolutismo istituzionale papale “non attira” più ed è alla ricerca di un
modo per salvare il conciliabolo papale, che affonda continuamente
nell’incredibile sporcizia di scandali che ha toccato anche i tetti papali. È
ovvio che non riesce più a controllare le forti tendenze centrifughe dei
cardinali, che hanno cessato da qualche tempo di considerarla. Scandali etici e
finanziari si svolgono sotto i Suoi occhi! Si è creata perfino la potente “lobby
gay” nel sancta sanctorum del Vaticano! Ma, fra le cose che avete detto, la più
interessante è la seguente: “Lo sforzo di una comune riflessione, alla luce del
cammino, come era governata la Chiesa nei primi secoli, prima della divisione
tra est e ovest, darà i suoi frutti oggi”. Ma, dovrebbe “ continuare questa
riflessione sul come funziona il “primato petrino”! Vede la caduta nell’eresia,
vede la soluzione, il ritorno all'ortodossia, ma la preoccupa il “primato
petrino”! In altre parole, poiché non intende lasciare il “ primato petrino” il
crollo della decaduta e peccaminosa struttura papale è segnato.
Il
Sinodo Ecumenico è il supremo criterio ecclesiastico. Per noi ortodossi la più
alta forma ecclesiastica è il Sinodo Ecumenico. Il nostro capo non è un uomo,
il “Papa”. Qui è il punto essenziale della nostra disputa con il papato. I protestanti
hanno abolito tutto quanto, e per questo sono più onesti dei papisti. Sono più
onesti, perché non hanno voluto tenere nulla dalla Tradizione della Chiesa per
distorcerlo. Il papato, però, ha sostituito il Sinodo Ecumenico con il “Papa” e
ne ha fatto l'organo del papato, servo dei progetti del “Papa”. Nell’ortodossia
esiste ed esisterà, fino alla fine dei tempi, come suprema istituzione il
Sinodo Ecumenico. Ecumenico significa Sinodo del mondo intero. La parola
ecumenico significa sostanzialmente il mondo. Il Sinodo Ecumenico, dunque, è
l'incontro di tutto il mondo, e si occupa di gravi problemi di fede e
dell’ordine della Chiesa. Il Sinodo Ecumenico presuppone crisi che coinvolgono
il corpo della Chiesa, una minaccia alla salvezza. E poi arriva il Concilio
Ecumenico, come bocca della Chiesa, a dichiarare la verità salvifica, secondo i
Santi Profeti, i Santi Apostoli, i Santi Padri e Madri nei secoli[93].
Come
è stato evidenziato nel convegno teologico organizzato dalla nostra Santa
Metropolia con argomento “primato” sinodalità e unità della Chiesa”, svolto
nello palazzo dello sport Pace e Amicizia nel 28/04/2010, il “primato papale ''
non ha base teologica né santa legittimità spirituale ed ecclesiologica. Si
fonda su una mentalità di dominio chiaramente secolare. L’Unione appartiene
alla natura della Chiesa come corpo di Cristo e nella comunione in Cristo. La
vera Chiesa è una. L’unità della Chiesa in tutti i suoi aspetti - istituzionali
e carismatici – ha base spirituale. Si offre in modo sacramentale, si conserva
comunque, si coltiva e principalmente appare in modo eucaristico. Secondo la “Confessione
di Fede” del Sinodo di Costantinopoli del 1727 “nessuna altro capo accetta la
Chiesa Orientale tranne il solo nostro Signore Gesù Cristo, che il Padre ha
dato alla Chiesa e fondamento in lui”. Nell’ecclesiologia ortodossa non ci può
essere “primo” in termini vaghi, senza la presenza di uno specifico Sinodo di
un distretto. L'istituzione del primato d'onore (questo è il termine usato
dalla tradizione ortodossa religiosa in contrapposizione al termine posteriore “primato”,
usato dai papisti) esprime e garantisce l'unità e la sinodalità della Chiesa
Cattolica Ortodossa. La Pentarchia dei troni patriarcali è la forma con cui la
Chiesa ha dato l'istituzione di un primato d'onore durante il primo millennio.
Il potere del “primo”, che deriva dal primato d'onore, è il frutto della
sinodalità, mentre il Suo potere, usurpato da voi, già dal primo millennio, è
il risultato dell’abolizione della sinodalità della Chiesa. Nella Chiesa del
primo millennio non c'era per “diritto divino” nessun primato papale di
giurisdizione della Chiesa globale, ma la Chiesa aveva il diritto di decidere la
sua amministrazione anche senza di Lei, il “ Papa” e le sue decisioni avevano
validità universale. Dopo lo scisma del 1054 le crescenti pretese di primato
papale di giurisdizione su tutta la Chiesa stravolgono completamente la santa
struttura spirituale del corpo mistico della Chiesa, e praticamente eliminano
la sinodalità come funzione dello spirito del corpo della Chiesa e fa entrare
lo spirito secolare in esso, annulla l’equivalenza dei vescovi, si appropria
dell'autorità di amministrare l’intera Chiesa, mette da parte il Dio-Uomo
mettendo come capo visibile della Chiesa un uomo. In questo modo si
istituzionalizza e si ripete il peccato originale. La vera unità si ottiene
nell'unità della fede, del culto e nell'amministrazione. Questo è il modello di
unità nella Chiesa antica, che è ancora universalmente identico nella Chiesa
Cattolica Ortodossa. Il metodo dell’Unia introduce falsa unità e si fonda su
una ecclesiologia eretica, perché oltre a consentire la diversità di fede e di
culto, rende l'unità nel riconoscimento del primato del “Papa”, che è una legge
umana istituzionale, e inverte il sistema diocesano dell'amministrazione della
Chiesa è istituto di diritto divino. La diversità è accettata solo su
tradizioni secondarie e costumi locali. Dopo il Vaticano I (1870) e soprattutto
dopo il Vaticano II (1962-1964) il primato del “Papa” non è una mera
rivendicazione amministrativa, ma un principio fondamentale della fede,
assolutamente obbligatorio per la salvezza dei fedeli. Il suo rifiuto comporta
anatemi secondo il “concilio” Vaticano I, la cui validità resta anche con il
Vaticano II. “Per mezzo dell’eretica e blasfema dottrina del potere del primato
di giurisdizione del “vescovo” di Roma e le conseguenze spirituali che da esso
provengono (come la “infallibilità” del “Papa” e l’autoritario dispotismo
monarchico su tutto il corpo, sotto di lui, società religiosa, che si è
separata dal corpo della Chiesa), il papato ha sviluppato un sistema
autoritario - monarchico di visione mistica e di distorsione del vero
significato di Chiesa, vale a dire ha offeso e distorto l'ecclesiologia di
questa ... Si è dimostrato nuovo paganesimo romano sotto mentite spoglie
spirituali, che ha avvelenato il cuore stesso della Chiesa, ha rimosso la
libertà mistica in Cristo di ogni suo membro e si è dimostrato la causa
inevitabile e fatale di centinaia di varie eresie ( del protestantesimo, del vecchio
cattolicesimo ecc. ) dall’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, e barriera
insormontabile di un ritorno degli uomini a Lei”[94]. I
partecipanti al convegno nel valutare lo sforzo del dialogo teologico odierno
tra ortodossi e papisti al fine di ripristinare la comunione ecclesiastica
devono avere come centro, oltre all’eliminazione degli insegnamenti eretici di
Roma (Filioque, Grazia creata, infallibilità, purgatorio, etc), l’abolizione
del primato papale, anziché di una reinterpretazione di esso allo scopo di
essere accettato da tutti. Infine, è inaccettabile ed è non accolto il “modello
per il ristabilimento della piena comunione” in un contesto sincretistico di “
unità nella diversità”[95].
Sul
testo vergognoso di Ravenna, cui ha fatto riferimento, il santo igumeno del
Santo Monastero di San Gregorio nel Santo Monte dell’Athos, reverendo
archimandrita Georgio Kapsanis, afferma che “l'accordo di Ravenna sulla
sinodalità e l'autorità non soddisfa i criteri di ecclesiologia ortodossa, per
formare una base sicura per ulteriori confronti sul primato papale. Tuttavia,
se negli incontri si persegue dai papisti il primato papale come era
interpretato da loro nel secondo millennio e secondo il I e il II Concilio
Vaticano, gli incontri devono essere indirizzati dai dei rappresentanti
ortodossi, guidati dall’ortodossia dei Santi Padri, senza la compromettente
mentalità dei nostri tempi o la posizione egemonica del Vaticano. Il
riconoscimento di uno dei “privilegi” del “Papa” o l'approvazione di taluno,
contro l’ecclesiologia ortodossa, significa senza dubbio un’unione uniata, che
non riconosceremo. Questo perché dobbiamo preservare noi stessi e il popolo
ortodosso da una forma moderna di uniatismo, in cui oltre ad altre conseguenze,
rischiamo la nostra salvezza eterna. Ma considerando che dobbiamo, in
parallelo, aiutare, se è possibile, anche voi, “ signori della “ Chiesa”
occidentale a ritornare in voi stessi” come diceva il memorabile patriarca di
Gerusalemme Chrysanto, e espellere il papato per la salvezza di loro stessi e
del loro popolo che ignora l'Ortodossia”[96].
Il
professore di Dogmatica nella facoltà teologica dell'Università Aristotele di
Salonicco, Dimitrios Tselengidis sottolinea che nel testo di Ravenna
l'ecclesiologia ortodossa si estende, in modo inammissibile, ed è applicata
anche agli eterodossi. Questo viene fatto senza precondizioni, ossia senza prendere
in considerazione le differenze dottrinali esistenti, legittimando così
l’ecclesiologia eterodossa e identificandola con l'Ortodossia. La sua
innovazione ecclesiologica pervade l'intero testo e arriva in singolari
stranezze ecclesiologiche[97] che
alterano l’autocoscienza dell'Ortodossia. Nel testo comune è implicito che
ortodossi e papisti appartengono a “ una chiesa “ e che i papisti hanno fede
apostolica comune con noi, nonostante l'identificazione di essenza ed energia
in Dio, nonostante il Filioque, nonostante il loro erroneo insegnamento
dottrinale per una creata e non increata e deificante Grazia. Tutto quello che
abbiamo riportato sopra, in cui rimangono fino ad oggi i papisti rimangono
inamovibili, fa decadere la natura della Chiesa come «comunione di
divinizzazione”[98]',
nel senso ontologico della parola, cioè adesione reale e non simbolica degli
uomini alla vita divina. Annullano, anche, il carattere essenziale dei misteri.
Sulla base della formulazione del testo comune - e senza estendersi alle altre
differenze dottrinali con i papisti ( primato, infallibilità, fuoco purificatore,
immacolata concezione, etc.)- si può certamente sostenere che la base per il
dialogo, valutato teologicamente, è purtroppo completamente errata . Questo
perché sono state ignorate fondamentali pre-condizioni bibliche e patristiche.
Così, il fallimento del dialogo teologico è predestinato. Il dialogo teologico
ha già portato la Commissione Mista Internazionale alla creazione di dieci
testi comuni. In essi, però, non state adottate le fondamentali pre-condizioni;
infatti in nessun di questi testi comuni si ha una chiara condanna delle nuove
dottrine del papato, come ad esempio del Filioque. Questa pratica osservava con
evidente preoccupazione il beato anziano Paisios della Santa Montagna e
giustamente e profeticamente osservò: “Siamo partiti per andare in un luogo ma
stiamo andando da qualche altra parte, senza rendercene conto, questo perché
non si seguono le orme dei Santi Padri “. Dall’inizio del 20esimo secolo, con
la nota Enciclica patriarcale del 1920, abbiamo iniziato a mettere da parte
essenzialmente la raccomandazione di s. Gregorio Palamas riguardo ai papisti,
che il dialogo teologico con i papisti può essere fatto solo dopo aver rimosso
il tristemente aggiunto Filioque al Credo[99], ad
adottare altre condizioni per il dialogo teologico con gli eterodossi. Così, è
stata inaugurata un'altra via non patristica, con l'inevitabile conseguenza
adesso di incamminarci ( senza accorgersene) in un altro luogo”. Il testo di
Ravenna presenta chiare conseguenze negative delle erronee condizioni del
dialogo teologico e ne determina la qualità, a meno che non si cambiano le
condizioni del dialogo”.
Inoltre, espongo umilmente le seguenti:
L'Apostolo
Pietro non ha ricevuto dal Signore nessun “primato” di' amministrazione o di
autorità sugli altri Apostoli e su tutta la Chiesa (in accordo con il pensiero
dei grandi Padri della Chiesa sul vero significato del passo della Scrittura)
in modo da poter impartire tali poteri a ogni suo successore spirituale (anche
se gli Apostoli non avevano successori spirituali, come fondatori di molte
chiese ). Anche la domanda, per tre volte «Simone di
Giona, mi ami tu?», tramite la quale è stato restaurato al grado
apostolico, l’avete distorta per introdurre il falso e inesistente “primato
petrino”, ma siete stati sfortunati perché l'evangelista osserva che Pietro si rattristò che per la terza volta gli è stato
chiesto: «Mi ami tu?» (Giovanni 21,15 - 19), era rattristato perché si è
ricordato del suo rifiuto.
Nell’amministrazione
sinodale della Chiesa primitiva di Gerusalemme esisteva una parità di ruoli fra
i dodici Apostoli (dopo l'elezione sinodale di Mattia), l’Apostolo Pietro non
aveva nessun ruolo d’onore neanche di presidenza, perché la presidenza onoraria
l’aveva l'Apostolo Giacomo (il fratello di Dio).
Vorrei
citare brevemente ora la chiara testimonianza della Scrittura e della storia, da
cui si scopre che l’Apostolo Pietro non era né il fondatore della Chiesa di
Roma, né è stato martirizzato là, né ha vissuto in essa.
Oltre
alle tante testimonianze, la maggior parte delle quali sono ampiamente esposte
nello studio storico del santo Vescovo Nettario di Pentapolis, pp 12-40,
espongo anche la prima Epistola Cattolica dell'Apostolo Pietro “ Pietro, Apostolo di Gesù Cristo, agli eletti che risiedono
come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell'Asia
e nella Bitinia... “, scritta intorno al 62 d.C. In questa lettera,
anche se universale, è taciuto il nome di Roma, o perché è stata scritta da
Roma, o perché non si era recato ancora a Roma.
La
prima supposizione è da escludere perché dice chiaramente che si trovava in
Babilonia, ed è evidente che si tratta della Babilonia d'Egitto (secondo le
testimonianze storiche è da escludere quella antica) che si trovava a sud della
città di Ilioupoli, dove vi erano grandi comunità ebraiche e un tempio ebraico
in cui si trovava la tomba del profeta Geremia. E questo è supportato dalle
rivendicazioni dei cristiani d'Egitto che il fondatore della Chiesa di
Alessandria è l’Apostolo Pietro, che ha lasciato la Chiesa di Alessandria
all’Evangelista Marco.
Ne
consegue, quindi, che quando è stata scritta la prima epistola cattolica, ossia
intorno al 62 d.C., l’Apostolo Pietro non aveva ancora visitato Roma.
Ma
che l’Apostolo Pietro non è stato a Roma neanche dopo aver scritto la prima
lettera lo testimonia la seconda lettera universale, specialmente perché è
stata scritta rivolta a i cristiani delle genti, mentre la prima si rivolgeva
gli ebrei.
Ma
anche nella seconda lettera non è menzionato per nulla il nome di Roma. E,
infine, anche verso la fine della sua vita l’Apostolo Pietro non è andato a
Roma, è confermato dalla seconda lettera a Timoteo dell'Apostolo Paolo, in cui
scrive espressamente: “... Nella mia prima difesa
nessuno è stato al mio fianco, ma mi hanno tutti abbandonato; questo non venga
loro imputato. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha fortificato, affinché
per mio mezzo la predicazione fosse portata a compimento e tutti i gentili
udissero”[100].
Questa
lettera, che l’Apostolo Paolo ha scritto verso la fine della vita, chiaramente
afferma che durante la sua scrittura all'Apostolo Pietro non era a Roma,
altrimenti l’Apostolo Paolo lo avrebbe necessariamente menzionato.
Si
scopre, però, ancora, che anche prima di essere scritta questa lettera l’Apostolo
Pietro non si era recato ancora a Roma, perché non era possibile che l’Apostolo
Paolo non scrivesse “a Roma tramite di lui hanno sentito le nazioni l’annunzio”,
se in precedenza l’Apostolo Pietro aveva insegnato lì.
Se
a queste testimonianze si aggiunge quanto è scritto negli Atti[101] sul
primo viaggio a Roma dell'Apostolo Paolo, in connessione con la lettera ai
Romani, si arriva all’innegabile conclusione che l'Apostolo Pietro non si recò
a Roma né prima della visita dell'Apostolo Paolo a Roma, né prima che egli scrivesse
la seconda lettera a Timoteo.
Tuttavia,
è da escludere che egli si recò a Roma dopo che Paolo scrisse la lettera,
considerando che è stata scritta poco prima della morte di Paolo, perché non
c'era più ragione, considerando che la Chiesa di Roma, che è stata fondata
dall'Apostolo Paolo, contava già una moltitudine di martiri, ma non c'era più
tempo perché comincia la grande persecuzione di Nerone, in cui probabilmente
vengono martirizzati entrambi, ma non a Roma. Perché anche riguardo questo non
esiste nessuna seria certezza storica. Tutti, come si vedrà di seguito, in
buona fede, si sono basati alla tradizione antica, ma essa a sua volta si
basava sui libri apocrifi e fonti non veritiere.
Inoltre,
prove storiche inconfutabili attestano il contrario. E tra questi la
testimonianza di san Clemente di Roma (d.C. 88-97 ):
“… Ma smettiamo con gli
esempi antichi, veniamo ai vicini a noi divenuti atleti; prendiamo i
luminosi esempi della nostra generazione. Per gelosia
e per invidia le somme e giuste colonne (della Chiesa) furono perseguitate e lottarono sino alla morte. Prendiamo
di fronte ai nostri occhi i sommi Apostoli. Pietro, a causa dell'ingiusta
invidia, non uno o due, ma molti dolori sopportò, e così col martirio si è
incamminato verso il dovuto luogo di gloria. Per invidia e discordia Paolo
mostrò il premio della pazienza. Per sette volte portando catene, esiliato,
lapidato, fattosi messaggero nell'oriente e nell'occidente, ebbe la nobile fama
della fede ardita. Avendo predicato la giustizia in tutto il mondo e giunto al
confine dell'occidente e dando testimonianza davanti alle autorità, lasciò il
mondo e raggiunse il luogo santo, divenendo il sommo campione di pazienza”.
Dalle
parole di San Clemente si può dedurre che non sono morti a Roma entrambi,
perché altrimenti avrebbe menzionato un tale fatto, che non sono morti a causa
del rogo di Roma... ma a causa di gelosia e per
invidia; e, infine si deduce, che solo l'Apostolo Paolo divenne il
predicatore dell’occidente, “ giunto al confine
dell'occidente “.
Si
afferma inoltre che l’Apostolo Paolo visitò la Spagna (che è il confine dell'occidente), come scrisse nella lettera
verso i Romani: “... avendo da molti anni un grande
desiderio di venire da voi, quando andrò in Spagna, verrò da voi; passando,
spero infatti di vedervi e di essere accompagnato da voi fin là, dopo aver
goduto un poco della vostra compagnia...
“[102]. E
che a quanto pare è stato martirizzato là, “... al confine
dell'occidente “, dove secondo s. Clemente, “è
giunto”.
Tuttavia
indipendentemente dal luogo e dal tempo in cui sono morti i sommi Apostoli, la
più importante testimonianza, che dimostra che l’Apostolo Pietro non si recò
mai a Roma prima dell'Apostolo Paolo, e quindi non istituisce lui la Chiesa di
Roma, proviene dal confronto della lettera di Paolo ai Romani e quanto è
riportato negli Atti degli Apostoli[103] sul
primo viaggio dell'Apostolo Paolo a Roma.
I
cristiani di Roma (ai quali è indirizzata la lettera ai Romani) erano
ovviamente gentili della Siria, della Macedonia e della Grecia, che erano stati
istruiti in precedenza dall'Apostolo Paolo, ma probabilmente anche alcuni
ebrei, dalla numerosa comunità ebraica di Roma. Loro non formavano una chiesa organizzata,
e a quanto pare si incontrano nelle case come la casa di Aquila e Priscilla[104].
Si
conclude come riferito alla sezione 1, 6 e 15 della lettera ai Romani (dove
l'Apostolo sottolinea “sono Apostolo dei gentili”
e “... Così, quanto a me, sono pronto ad evangelizzare anche voi che siete in Roma...”) e come
riferito alla sezione 11, 13 della stessa lettera, “... io parlo a voi gentili... “.
L’Apostolo
Paolo, da Corinto, nel 58 d.C., scrive ai cristiani di Roma e mette in evidenza
: “... da Gerusalemme e nei dintorni fino
all'Illiria, ho compiuto l’evangelo di Cristo, avendo l'ambizione di
evangelizzare là dove non era ancora stato nominato Cristo, per non edificare
sul fondamento altrui”[105].
E
aggiunge: “... Anche per questo motivo sono stato
spesse volte impedito di venire da voi. Ma ora, non avendo più luogo da evangelizzare in queste contrade,
e avendo da molti anni un grande desiderio di venire da voi, quando andrò in
Spagna, verrò da voi”[106].
Non è forse testimonianza quanto l’Apostolo Paolo scrive ai cristiani di Roma,
sapendo bene che prima di lui “là non era ancora
stato nominato Cristo “e che “ nessun altro fondamento prima di lui era
stato messo a loro”, e per questo motivo desiderava visitarli?
Quindi
l’Apostolo Pietro non si era recato a Roma prima della stesura di questa
lettera, vale a dire prima del 58 d.C. Forse, però, vi si è recato durante i
due anni trascorsi da quando l’Apostolo Paolo scrisse la lettera e alla sua
prima visita a Roma? Per noi, quando riferito negli Atti[107] sul
primo viaggio a Roma dell'Apostolo Paolo, e i due anni trascorsi là, lo
escludono assolutamente. Espongo questo in sintesi come segue:
All’Apostolo
Paolo e ai suoi vennero incontro “fino al Foro Appio e alle Tre Taverne... “ i
fratelli cristiani di Roma, conosciuti, a quanto pare, dall'Apostolo Paolo, che
infatti, che quando li vide “rese grazie a Dio e
prese coraggio”. Ma la Chiesa di Roma è sprovvista chiaramente di un “vescovo”
altrimenti sarebbe menzionato, come per gli anziani della Chiesa di Efeso[108].
L'Apostolo
Paolo “rimase due anni interi nella casa che aveva
presa in affitto”[109],
tre giorni dopo il suo arrivo a Roma “chiamò i capi
dei Giudei... “ [110] per
parlare loro del Signore Gesù Cristo, “... a motivo
della speranza d'Israele che io porto questa catena”[111]. “Ma essi gli dissero: «Noi non abbiamo ricevuto alcuna
lettera a tuo riguardo dalla Giudea, né è venuto alcuno dei fratelli a riferire
o a dire alcun male di te. Ma desideriamo sapere da te ciò che pensi perché,
quanto a questa setta, ci è noto che ne parlano male ovunque». Avendogli
fissato un giorno, vennero in gran numero da lui nel suo alloggio; ed egli, da
mattina a sera, esponeva e testimoniava loro del regno di Dio e, tramite la
legge di Mosè e i profeti, cercava di
persuaderli sulle cose che riguardano Gesù. Alcuni si lasciarono convincere
dalle cose dette, ma gli altri rimasero increduli”[112].
Con
quanti persuasi insieme agli altri fratelli e sorelle, preesistenti cristiani,
fonda la Chiesa di Roma, consacrando Vescovo il suo discepolo Lino. Come,
dunque, è stato possibile in questa descrizione molto dettagliata del primo
viaggio dell'Apostolo Paolo a Roma e avendo vissuto per due anni lì, non fare
il minimo accenno a qualsiasi viaggio precedente là dell’Apostolo Pietro e
dell'esistenza a Roma di una Chiesa fondata da lui e il nome del vescovo?
E
come è possibile che i capi dei Giudei a Roma tacciono su un viaggio del “fratello”
e “ maestro” Apostolo Pietro, al contrario affermando che “nessuno dei fratelli
è venuto” fino ad allora da loro, e chiedono all'Apostolo Paolo di sentire
l'insegnamento cristiano? Se l’Apostolo Pietro si fosse recato prima a Roma e
avesse insegnato e fondato la Chiesa, come era possibile che loro non
sapessero? Era possibile poi che il vescovo della Chiesa locale non parlasse
all'Apostolo Paolo di un avvenimento simile?
Ma
anche nelle sue lettere, che senza dubbio sono state scritte a Roma, verso i
Filippesi, i Colossesi e verso Tito, Paolo nei due anni in cui è rimasto a
Roma, non fa nessun accenno sull'Apostolo Pietro, mentre in particolare la
lettera ai Colossesi, in cui fa menzione di tanti altri, costituisce una prova
inoppugnabile che l'Apostolo Pietro non andò a Roma, né prima né dopo di lui né
durante il tempo che vi rimase. E dalla seconda lettera a Timoteo scritta da
Roma, poco prima della morte di Paolo (64-67 d.C.), si riconferma che egli non
è andato a Roma.
Tuttavia
anche altre fonti e fatti storici, in collegamento con le sopra menzionate
testimonianze della Scrittura, evidenziano che sono completamente false le
affermazioni dei teologi papali che l'Apostolo Pietro si recò a Roma nel 41
d.C.!, vi rimase ininterrottamente! fino al 66 d.C., quando fu martirizzato
durante il regno di Nerone.
Così,
si afferma che l’Apostolo Paolo “dopo tre anni, salì
a Gerusalemme per andare a vedere Pietro e rimase con lui quindici giorni”[113]. Il
primo, dunque, incontro dei due Apostoli ha avuto luogo a Gerusalemme nel 39
d.C. Continuando l’Apostolo Paolo, nella stessa lettera[114],
conferma che è salito, per la seconda volta a Gerusalemme, “dopo quattordici
anni “ con gli Apostoli Barnaba e Tito. Durante questa visita ha avuto luogo a
Gerusalemme il primo Sinodo Apostolico sulla modalità di ammissione nella
Chiesa dei gentili[115].
Così,
dopo quattordici anni dal 39 d.C., cioè nel 53 d.C., l’Apostolo Pietro è a
Gerusalemme e per prendere parte al primo Sinodo Apostolico, e allo stesso
tempo dà - con Giovanni - agli Apostoli Paolo e Barnaba “ mandato “ e poi è
controllato dall'Apostolo Paolo ad Antiochia.
Nel
58, come ho detto, è scritta, da Corinto, la lettera ai Romani, in cui
l'Apostolo Paolo riconosceva che nessun altro Apostolo si era recato fino ad
allora a Roma, e nel 60 d.C. sale a Gerusalemme[116],
dove a quanto pare non è presente l’Apostolo Pietro, perché si reca a visitare
solo Giacomo, “e tutti gli anziani erano presenti”.
Catturato a Gerusalemme viene trasferito a Cesarea, dove rimane prigioniero per
due anni[117]
e da là scrive la sua epistola agli Efesini e poi si reca a Roma, nel 62 d.C.
Se
si tiene conto: 1) che quando San Pietro scrisse la sua prima Epistola
Cattolica ai Giudei cristiani sparsi nel mondo “Ponto, Galatia, ecc “ era a
conoscenza della lettera di Paolo agli Efesini scritta nel 62 d.C., 2) che
prima di questa lettera - l'ultimo passaggio dell'Apostolo Paolo a Gerusalemme
- non si trovava lì, 3) che da quando fu scritta la lettera ai Romani ( 58
d.C.) e successivamente agli Efesini ( 60-62 d.C. ) fino al suo primo viaggio,
come prigioniero, dell'Apostolo Paolo a Roma, non si era recato a Roma (come
dimostrato dalla descrizione dettagliata negli Atti), è chiaro che, mancando
l'Apostolo Pietro da Gerusalemme, quando l'Apostolo Paolo è salito per ultima
volta , perché si trovava a Babilonia, in Egitto, dove scrisse la prima
Epistola Cattolica, in cui non fa riferimento alcuno di Roma, proprio perché
non si era recato lì?
Confrontando,
quindi, tutte queste testimonianze è ormai inconfutabile conclusione che
l'Apostolo Pietro non si recò a Roma prima di San Paolo.
Confrontando
anche le lettere dell'Apostolo Paolo ai Filippesi, ai Colossesi e Tito, che
certamente furono scritte a Roma, durante il periodo pluriennale di soggiorno
(in cui nessun accenno è fatto sull'Apostolo Pietro), è altrettanto chiaro che
neanche durante il soggiorno dell'Apostolo Paolo a Roma l’Apostolo Pietro era a
Roma, perché, come abbiamo detto, non c'era motivo, dal momento che la Chiesa
di Roma, fondata dall'Apostolo Paolo, prosperava, e poco tempo dopo è
cominciata la grande persecuzione di Nerone. Infine, dalla seconda lettera a Timoteo
dell'Apostolo Paolo, scritta a Roma poco prima della sua morte, si riconferma
che l'Apostolo Pietro non ha mai visitato Roma.
Così
si dimostrano del tutto infondate e non veritiere le affermazioni dei teologi
del Papa e le informazioni che dà Eusebio, Ireneo (Lione), Dionigi di Corinto e
del presbitero Gaio, che loro invocano perché, queste informazioni si fondano
su libri apocrifi e fonti infondate.
Dallo “... Studio” di s. Nettario (pp.
32-40) riporto il seguente:
“Vediamo
che entro la fine del 66 d.C. Paolo era a Roma e libero e vivo. Poiché non si
fa menzione mai di Pietro si deduce che Pietro non si trovava a Roma...”
Ma Pietro anche successivamente non si
recò a Roma, almeno fino all'81 anno di età, come testimonia quanto raccontato
da Eusebio che però sconfessa se stesso.
Eusebio
nel suo terzo libro, nel capitolo I, II , e nel suo quarto libro dice che
Pietro si è recato a Roma e lì ha ordinato Lino come primo vescovo di Roma e
nel secondo libro, che è stato ucciso a Roma durante il regno di Nerone ... Ma
nel suo terzo libro,capitolo 13, dice : “Nel secondo anno del regno di Tito,
Lino vescovo della Chiesa di Roma e avendo per dodici anni l'incarico lo ha
consegnato ad Anacleto”.
Vediamo a quale anno corrisponde il
secondo anno del regno di Tito, durante il quale ha ricevuto il trono Anacleto.
Claudio
regnò dal 40 al 54. Nerone dal 54 al 68. Vespasiano dal 69 al 79. Tito dal 79
all’81 e più di un terzo dell’anno. Dunque, se da 81anni si levano i 12 anni
dell’episcopato di Lino, 81-12 = 69, si deduce che Lino è stato ordinato
vescovo intorno al 69-70 d.C. secondo la testimonianza di Eusebio.
Ci
chiediamo, come ha fatto ad essere ordinato da Pietro, martirizzato nel 66,
secondo i papisti. Nel terzo libro, capitolo IV, dice le seguenti incongruenze:
“Lino che è ricordato (da Paolo) che stava con lui a Roma, designato come primo
dopo Pietro nella Chiesa Romana”. Come può essere “stato designato dopo Pietro”
con la notizia, che ci dà solo nove capitoli dopo, dello stesso libro? Come
lui, ordinato da Pietro, è stato ordinato vescovo a Roma nel 69 d. C.?
Quindi
giustamente abbiamo sostenuto, che il “dopo Pietro “ era in realtà “dopo Paolo”.
Questa informazione, che Lino è stato ordinato nel 69-70, conferma il secondo
viaggio a Roma di Paolo, forse dopo il viaggio in Spagna; testimonianza che ci
conferma che era ancora vivo; la testimonianza che vuole il suo martirio dopo
Pietro nel 66 d. C., durante il regno di Nerone, è da considerarsi errata. Che
Paolo era e non Pietro è testimoniato anche dalle disposizioni degli Apostoli,
Libro VI cap. 45, in cui solo di Paolo si fa menzione e non di Pietro.
Anacleto,
secondo Eusebio, fu vescovo per 12 anni: “per dodici anni sotto la sua egemonia
(di Domiziano) la Chiesa Romana. Ad Anacleto dopo dodici anni di episcopato gli
succede Clemente”[118].
Tito
è morto, come abbiamo visto, nell’81 d.C. e gli succede Domiziano... quindi se
si aggiungono 12 all’81 abbiamo 93, anno in cui Clemente è stato ordinato come
terzo successore nel trono romano, tuttavia secondo papisti, anche egli, è
stato ordinato da Pietro!
Eusebio
riporta il seguente passo di Ireneo: “Hanno fondato ed costruito la Chiesa i
beati Apostoli, per imposizione delle mani hanno ordinato Lino episcopo[119]“.
Anche nel capitolo dello stesso libro riporta un altro passo di Ireneo: “Matteo
agli ebrei nella loro lingua e scrittura ha scritto il Vangelo, intanto che
Pietro e Paolo a Roma hanno evangelizzato e fondato la Chiesa. E dopo la loro
morte Marco, discepolo di Pietro e interprete, ha dato a noi, per iscritto,
quando Pietro predicava”.
Da
questi due brani dalla storia di Ireneo, conosciamo sette cose: 1) Pietro e
Paolo insieme hanno fondato ed costruito la Chiesa di Roma; 2) che insieme
hanno ordinato vescovo della Diocesi di Roma Lino; 3) che l'evangelista Matteo
in dialetto ebraico scrisse il suo Vangelo; 4) che ha scritto intanto che Pietro
e Paolo hanno evangelizzato e fondato la Chiesa di Roma; 5) che Pietro e Paolo
sono morti lo stesso periodo; 6) che Marco è diventato interprete di Pietro a
Roma e 7) che Marco ha scritto dopo la morte degli Apostoli il suo Santo
Vangelo.
Esaminiamo se veramente è così.
In
primo luogo, Ireneo dice che Pietro e Paolo erano con-fondatori della Chiesa di
Roma, Ireneo ha vissuto nel II secolo (140-202 d.C.). Queste informazioni le ha
avute a Roma, perché ha creduto come vera la storia su Simone il mago, infatti
egli scrive, che in effetti a Roma in onore di Simone il mago hanno eretto una
statua in onore della sua arte magica... Aver accettato il mito come verità
storica, spiega che abbia accettato che Pietro era a Roma durante il regno di
Claudio Cesare, perché in questo mito si fonda tutta la storia di quanto Pietro
e Paolo hanno compiuto contro Simone il mago e il viaggio di Pietro a Roma.
Prima
di Ireneo, anche Giustino filosofo e martire, che ha vissuto durante la metà
del secondo secolo, ha creduto al mito, avendo avuto garanzie e persuaso dai
cristiani di Roma. Ecco cosa dice Giustino: “Simone da Samaria dalla piccola
città di Titton, durante il regno di Claudio Cesare tramite dei demoni che
agiscono avendo compiuto grandi magie nella nostra città di Roma è stato
proclamato dio e gli è stata eretta una statua ed è onorato come un dio; la
statua è stata eretta presso il fiume Tevere, tra due ponti, con la scritta
«Simoni deo sancto »”.
Secondo
le fonti pseudo-clementine, Simone il mago predisse che sarebbe stato onorato
come un dio a Roma, e in suo onore avrebbero eretto una statua. Le fonti
pseudo-clementine affiorano in quell’epoca, ciò nonostante il mito di Simone il
mago è antecedente, risale al secondo secolo.
Gli
Atti degli Apostoli di Pietro e Paolo e la predica perduta di Pietro sono opere
che hanno inizio in questo primo secolo, provenienti dai cristiani ebrei, che
non si erano distaccati dal culto della legge e che hanno combattuto Paolo per
i suoi insegnamenti contro il culto della legge, e a causa del loro
attaccamento al culto ebraico, costituiscono la setta degli Esseni e dei
Evionei e così non c’è dubbio riguardo alle fonti dalle quali hanno attinto sia
Giustino che Ireneo. Dunque l'informazione che ci dà Ireneo per la fondazione e
la costruzione della chiesa di Roma da parte di Pietro e Paolo manca di
validità storica.
Esaminiamo la verità storica della
seconda notizia.
La
seconda notizia ci dice che sia Pietro che Paolo hanno fatto Vescovo di Roma
Lino (mentre nel volume III, 4, dice che solo da Pietro Lino fu ordinato
vescovo).
Questa
notizia può essere divisa in due parti: 1) una deduzione errata proveniente da
una fonte errata, e 2) una verità storica. La deduzione errata è stata
elaborata dalle false tradizioni sul mito di Simone il mago, invece
l’ordinazione a vescovo di Lino da Paolo è verità storica.
La terza notizia, che l'evangelista ha
scritto in dialetto ebraico, è utile a noi in quando collegata con la quarta notizia.
Che Matteo ha scritto intanto che Pietro e Paolo evangelizzavano e costruivano
la Chiesa di Roma.
Abbiamo
già visto che Ireneo, fidandosi, accetta il mito di Simone il mago come una
verità storica, quindi anche la presenza contemporanea di Pietro e Paolo a
Roma, che abbiamo già dimostrato che è priva di validità storica. Ma che, nello
stesso periodo di tempo Matteo scrisse il suo Vangelo da dove risulta? Come
possono essere contemporanee due cose, una delle quali non ha avuto luogo?
La
testimonianza di Ireneo risulta inesatta sul Vangelo di Matteo, che dichiara
che è stato scritto all'inizio della guerra giudaica, come risulta dal capitolo
24, versetto 15 cioè nel 67 d.C., quindi dopo il martirio degli Apostoli (
Pietro e Paolo). Si deduce che la notizia di Ireneo è inesatta perché l'esame
critico prova tale inesattezza, quindi non si può fare affidamento su questa
testimonianza di Ireneo che là ha avuta fidandosi.
La
quinta notizia che Pietro e Paolo erano morti contemporaneamente (a Roma), da
nulla è testimoniato al di fuori di fonti apocrife, che mancano di validità
perché anche la testimonianza di Dionigi di Corinto, che visse nel 170 d. C., e
scrisse al Vescovo di Roma “che sotto Pietro e Paolo è nato il vivaio dei
Romani e dei Corinzi che insieme hanno disposto, ed entrambi, nella nostra Corinto
hanno noi impiantato e allo stesso modo hanno insegnato. Allo stesso modo, in
Italia, insegnando insieme hanno martirizzato nello stesso tempo”, non ha
validità storica perché proviene dalle stesse fonti.
Se
ha qualche validità, è la notizia che sia Pietro, sia Paolo hanno predicato a
Corinto, testimoniato dalla prima lettera ai Corinzi di Paolo, che controlla le
controversie dei Corinzi, che dicevano: «Io sono di
Paolo», «io di Apollo», «io di Cefa» ed «io di Cristo»[120]
. Ma nulla accenna riguardo ad una eventuale predicazione di Pietro a Roma. Ma
se i teologi di Roma pensano il contrario potrebbero assegnare il primato alla
Chiesa di Corinto, perché è irrispettoso che la più anziana ne sia privata
mentre la più giovane si vanti.
Anche
la testimonianza di Gaio il presbitero, che visse nel 200 d. C.[121], e
scrisse a Procolo circa i trofei, ossia le tombe degli Apostoli a Roma, viene
dopo le testimonianze di Ireneo e di Giustino, che non dicono niente riguardo i
trofei, e dopo gli pseudo scritti di Clemente, che sono stati concepiti a
sostegno dei principi ambiziosi dei Papi, non possono avere validità storica,
perché chi ha scritto gli pseudo scritti di Clemente, potrebbe aver costruito
anche i trofei degli Apostoli. Comunque esistevano i trofei di Paolo (le
catene), che potevano essere attribuiti ai due Apostoli. Dunque nulla aggiunge
la testimonianza di Gaio parlando dei trofei degli Apostoli.
Quando
Gaio parla dei trofei di coloro che hanno fondato la Chiesa di Roma, da dove è
evidente che intende dire Pietro? Ciò è quando si riferisce alla logica petitio
principii. Sarebbe necessario che fosse già dimostrato che fra i fondatori
della Chiesa di Roma c’era anche Pietro per ammettere che Gaio, quando cita
l’esistenza di un trofeo a Roma, si riferisse alla tomba di Pietro.
Quali
sono coloro che Gaio intende come i fondatori della Chiesa di Roma? Intende
Paolo e i suoi discepoli. Perché Apostoli non sono solo i discepoli di Cristo,
ma anche i loro discepoli. Così Luca chiama Barnaba Apostolo, Paolo chiama
spesso Apostolo Tito, Timoteo e Silo, Clemente di Alessandria chiama Apostolo
Clemente di Roma, contemporaneo di Gaio.
Ma,
più importante argomento contro il parere dei contrari è quando Gaio dice per i
trofei degli Apostoli a Roma, che non può essere vero, perché sono in lotta di
fronte alle cose.
Gaio
cita i “trofei Apostoli”, ciascuno dei quali può essere visto al Vaticano o
sulla via di Ostia, cioè in luoghi gloriosi. Ma era possibile, fintanto che i
cristiani, per sopravvivere, dovevano rimanere nascosti?
Se
veramente esistevano le tombe, come dice Gaio, costruite nel secondo secolo,
vale a dire sotto Traiano, o Adriano, perché solo allora i cristiani godevano
di una certa libertà. Ma allora perché Paolo di Samo, vescovo di Antiochia,
intorno al 250, non dice nulla a riguardo? Perché, Ammonio di Alessandria, che
ha scritto l’esegesi dei Vangeli intorno al 250, non dice nulla a riguardo?
Perché Minoukios ( 213 ) il Felix, nel suo dialogo sulla religione non ha scritto
nulla ?
Allo stesso modo perché Luciano,
presbitero, in Antiochia, e Dionigi, vescovo di Antiochia, che ha scritto
intorno al 240, non menziona nulla?
La
testimonianza di Origene sulla morte di Paolo a Roma sotto Nerone è smentita da
Clemente di Roma, che racconta che Paolo è “giunto al
confine dell'occidente e dando testimonianza davanti alle autorità”,
anche se intesa come vaga e non precisa l’informazione, indicando come luogo di
martirio la Spagna, non indica però Roma.
Né
la testimonianza di Eusebio, che racconta la morte dei due Apostoli a Roma, ha
una validità storica secondo quando esposto finora, perché in molti punti si
contraddice e le sue informazioni provengono da torbide fonti. La prova è che
presenta come verità storica la leggenda di Simone il mago mentre parla della
notizia della morte dei due Apostoli, e accetta, senza controllo alcuno, come
verità storica ogni racconto o informazione ...
La
sesta notizia, che Marco era l'interprete di Pietro a Roma, è compromessa da
queste sante Scritture. Marco era probabilmente l’interprete di Pietro, ma non
a Roma, molto probabilmente in Egitto, perché in Egitto parlavano il copto, il
greco e il latino.
A
Roma non era possibile, a) perché Pietro non si recò mai a Roma, e b) perché,
come abbiamo visto, Marco era fino al 62-63 in Egitto con Pietro e da quel
momento è citato nelle lettere di Paolo, come si è visto come suo collaboratore
e non si fa nessuna menzione del nome di Pietro, e quindi questa notizia di Ireneo
manca della validità della testimonianza delle Scritture. La notizia che Marco
divenne l’interprete di Pietro è nel vero ma, giacché Pietro non è stato mai a
Roma, è probabile che sia successo in Egitto, a suffragare il nostro pensare
circa il luogo della scrittura della prima Epistola Cattolica.
La
settima notizia, che dopo la morte degli Apostoli Marco consegna il suo
Vangelo, non è supportata e che egli scrisse a Roma e che era anche “approvato
dall’Apostolo Pietro”, come lo storico Eusebio scrive nel suo secondo libro,
capitolo 15, manca di valida storica perché, tramite l'indagine critica, è
inesatta e contro la verità storica ed ecco la prova:
Il
Vangelo di Matteo è stato tradotto in greco, e dal confronto tra i tre Vangeli,
dalla traduzione del Vangelo di Matteo, di Luca e di Marco, si dimostra che sia
Luca che Marco scrivendo hanno tenuto conto di questa traduzione; perché 42
passi del Vangelo di Marco e Luca sono del tutto uguali a quelli del Vangelo di
Matteo, perciò Marco scrisse il suo Vangelo molto più tardi.
È
molto probabile, e forse certo, che Marco ha scritto ad Alessandria, dove
essendo al servizio di Pietro come interprete ha consegnato quello che egli
predicava, per iscritto, a coloro che si convertivano, per questo la
testimonianza di Ireneo, contenendo diverse vulnerabilità, non può servire come
base per costruire il primato del “Papa”. La stessa validità storica hanno
tutte le testimonianze sopra nominate.
Quindi
nessuno ha dimostrato che l'Apostolo Pietro si recò a Roma, che ha predicato e
che morì a Roma. Infatti la Sacra Bibbia e la storia della Chiesa testimoniano
il contrario.
Dalla
dettagliata analisi critica delle informazioni di Ireneo (Lione), di Dioniso di
Corinto, del presbitero Gaio, di Origene ed Eusebio riguardo un viaggio
dell’Apostolo Pietro a Roma e la fondazione da lui, in collaborazione con
l'Apostolo Paolo, della Chiesa di Roma, si scopre che queste informazioni sono
basate del tutto su tradizioni e fonti chiaramente non veritiere e contrarie
alle testimonianze della Scrittura e della storia.
Che
queste fonti e tradizioni non veritiere sono state puntualmente progettate,
come risulta chiaramente dgli pseudo scritti di Clemente, verso la fine del II
secolo e messi in circolazione dal papato, in quanto pensava di sostituire il
secolare «imperium» e il «Pontifex maximus» degli imperatori romani con uno
sedicente spirituale e cristiano.
Ed
era naturale, considerando le condizioni spirituali complessive di quel tempo,
le difficoltà di comunicazione spirituale tra grandi e remote città e la
mancanza di mezzi di controllo dell'autenticità degli scritti, che erano su
pergamena, non avere un corretto controllo diretto delle tradizioni e le fonti
attinenti.
Ma
anche se si accetta che dopo l'Apostolo Paolo o prima di lui anche l'Apostolo
Pietro ha visitato Roma (anche se questa versione è da escludere per quanto
esposto) e che insieme con l'Apostolo Paolo, o prima di lui, ha fondato la
Chiesa di Roma, anche così il papato non avrebbe da esibire nessun argomento
per giustificare il fondamento del “primato” su tutta la Chiesa, perché, come
abbiamo dimostrato, nessun “primato” apparteneva all'Apostolo Pietro. Anche se
avesse fondato la Chiesa di Roma, anche se fosse morto a Roma, non avrebbe
potuto trasmettere al vescovo della Chiesa di Roma, qualche potere particolare
o giurisdizione su tutta la Chiesa. Molto giustamente il beato Arcivescovo di
Bulgaria Leon sottolinea nella già citata lettera il seguente :
“Se
Roma è considerata prima perche ha avuto il sommo degli Apostoli probabilmente
Antiochia ha il primato, perché prima di Roma l’Apostolo Pietro è stato vescovo
in Antiochia. Inoltre, se Roma (è considerata prima) a causa del sommo degli
Apostoli che ha percorso là la via del martirio, è maggiormente cosa giusta che
lo abbia Gerusalemme piuttosto che Roma”.
Anche
se il primato avvolge i troni avendo come fondamento l’autorevolezza delle
persone, allora non deve avere fieramente Gerusalemme il comando su tutti gli
altri? Perché il nostro comune Creatore, di Pietro e di tutti noi, il primo e
grande Pontefice, la fonte di ogni vita e di ogni ordine sacerdotale, là (a
Gerusalemme) … ha vissuto la sua vita terrena e volontariamente ha offerto se
stesso come immolazione di sacerdozio per la salvezza del mondo. In più se Roma
chiede il primato a causa del sommo, il Bisanzio a causa dell’Andrea, primo
chiamato, e più anziano è primo.
In
aggiunta a quanto riportato sopra, la recente presentazione da parte vostra
delle presunte Sante Reliquie dell’Apostolo Pietro, sconosciute per due
millenni, esibisce la tragedia del vostro sistema religioso!
15
) L'ANELLO DEL PESCATORE
Che Lei, Illustrissimo, non ha alcuna intenzione
di abolire il “primato” papale, è dimostrato dal fatto che nella Sua “intronizzazione”,
si è fatto dare l’”anello del pescatore”, che è portato dal presunto successore
del “principe” del collegio degli Apostoli, l’Apostolo Pietro. L’anello del “Papa”
è uno dei principali simboli del potere papale. Chiamato “anello del pescatore”,
si tratta di un anello d'oro... del peso di 35 grammi. Esso raffigura San
Pietro mentre solleva le reti dalle acque, e attorno è scritto il nome del “Papa”.
Ogni “Papa” è considerato il successore di san Pietro, che era un pescatore. Da
questo proviene il nome dell’anello[122].
16)
LE FESTIVITÀ DI INTRONIZZAZIONE DI ORIGINE PAPALE
Indice della Sua intransigenza sul
primato di onore e di giurisdizione del Papa è anche la festività patronale. In
primo luogo dobbiamo notare che negli ultimi anni spesso si è sentito parlare
di “festività patronali”, cioè di celebrazioni delle chiese locali, ogni volta
che si celebra la memoria dei santi che hanno fondato queste chiese. Ma, la
celebrazione sotto forma di festa è una consuetudine nuova e sconosciuta nella
storia della nostra Chiesa Ortodossa. L’avete lanciata voi, il papato, per “proclamare”
ogni anno, in tutto il mondo, il vostro presunto “primato pietrino”. Con tali
stratagemmi il papato cerca di ricordare il maledetto “primato” e l’empio dogma
dell’”infallibilità”, del vostro sacrilego “Stato di Dio”, in cui è presentato,
sia come re, sia come “Vescovo di Roma”! Ma, come ha detto San Giustino
Popovich, la mentalità neopapista è entrata purtroppo anche in oriente. Da qualche
anno hanno iniziato a festeggiare, anche in molte Chiese Ortodosse, la “Festa
Patronale”, che alcuni cercano, con un certo impegno, di rendere un “grande
evento”. Ma nella Chiesa di Cristo non esistono “troni”, fondati da alcuni
santi, per festeggiare, ma esistono posti di servizio sul ministero del popolo
di Dio, tinti con il sangue e intrisi di sudore e di lacrime. E quindi non può
essere celebrato il “trono” di nessun vescovo! I Santi Vescovi della Chiesa
Ortodossa non hanno mai celebrato l’avvenimento della loro elezione a vescovo,
ma consideravano il peso del loro ministero insostenibile, svuotamento
personale. Coloro che hanno opinioni opposte, che leggano il 4 ° capitolo della
lettera dell'Apostolo Paolo ai Corinzi per vedere il vero “trono” degli Apostoli
e dei loro successori[123].
17)
RIMOZIONE DEL TITOLO DI PATRIARCA D’OCCIDENTE
L’ultimo evento
che dimostra che non intende rinunciare al “ primato” è che, anche Lei, come il
suo predecessore, ha rifiutato il titolo di Patriarca d'Occidente.
Secondo
quanto riferito, l’“Annuario Pontificio”contiene varie informazioni e dati del
papato. Sono i Dittici, un bollettino statistico per aggiornare la struttura
gerarchica del Vaticano. In questo calendario ufficiale, naturalmente, è
menzionato anche il “Papa “ con i propri titoli. Quest'anno, a causa delle
dimissioni del Suo predecessore signor Benedetto, la sua edizione ha tardato.
Nella versione del 2013 è sottolineato che Lei, il giorno della sua elezione, ha
scelto di essere chiamato con il titolo di “Vescovo di Roma”. Al tempo stesso, Sua
eccellenza il signor Benedetto ha il titolo onorario di “Sommo Pontefice”. Nel
precedente Annuario Pontificio del 2012, al signor Benedetto non è attribuito solo
il titolo di “Vescovo di Roma”, ma sono elencati tutti i titoli, per i quali da
sempre gli ortodossi sono stati critici, come “Vicario di Gesù Cristo,
Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Primate della Chiesa Cattolica,
Primate d'Italia, Arcivescovo Metropolita di Roma, Sovrano della Città del
Vaticano e servo dei servi di Dio”, rimuovendo il titolo di” Patriarca
d'Occidente”. Quest'anno, è menzionato un solo titolo: “Francesco - Vescovo di
Roma”. Gli altri titoli non sono scomparsi, esistono in una breve biografia (in
particolare nella pagina 24), che nell’annuario del 2012 era vuota. Il nome del
signor Benedetto era scritto in latino «Benedictus» e non in italiano, mentre
il Suo è scritto in italiano “Francesco” e non in latino. Inoltre l'iniziale
«PP», che significa “ Papa” appare nel nome del Sig. Benedetto, mentre nel Suo
non esiste. A lato della Sua foto la firma in inglese, mentre in quella di
Benedetto in latino «Benedictus PP XVI ». Lei, non ha rinunciato ai titoli
papali, titoli mai accettati dalla Chiesa ortodossa, ma ha voluto metterli in
un luogo ben visibile nella pagina successiva. Non ha voluto ripristinare il
titolo di “Patriarca d’Occidente”, seguendo così l’esempio del Suo predecessore
signor Benedetto. Certo, dal punto di vista ortodosso, questo titolo avrà
valore solo quando tornerà tra i Patriarchi ortodossi. Solo quando diventerà ortodosso,
si potrà parlare dei titoli, “Vescovo di Roma” e “Patriarca d'Occidente”, e
certamente non per gli altri, elencati nell’Annuario Pontificio e mai accettati
nella storia della Chiesa. Il titolo di “Patriarca d'Occidente”, secondo quando
ha risposto la Segreteria per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, è ormai in
disutilità. Rimuovere il titolo di “Patriarca d’Occidente”, anche da parte Sua,
ha come obiettivo di confermare, per la seconda volta, l'affermazione da parte
del Vaticano della giurisdizione globale del “Papa” di Roma, che si riflette negli
altri titoli. Purtroppo, Lei fa tutto il possibile per smentire coloro che dicono
che è “innovatore”! Non solo non ha intenzione di cambiare minimamente
l'istituzione papale, ma continua inesorabilmente le linee dure dei Suoi
predecessori. Purtroppo, è una continua affermazione riscontrata dai Suoi atti.
Come un vero gesuita, ha giurato di difendere l’istituzione papale e,
coerentemente al giuramento, cerca di realizzare la “grande visione” di
diventare un dominatore spirituale[124]!
18
) LA NUOVA ECCLESIOLOGIA DEL PAPATO
Il fondamento della nuova ecclesiologia
del papato è nell’enciclica Ut Unum Sint di
“Papa” Giovanni Paolo II, che ribadisce l'insegnamento fondamentale, che sono
stati in primo luogo indicato nel decreto Unitatis Redintegratio: “Il riconoscimento della fraternità non
è la conseguenza di un filantropismo liberale o di un vago spirito di famiglia.
Esso si radica nel riconoscimento dell'unico Battesimo e nella conseguente
esigenza che Dio sia glorificato nella sua opera. Il Direttorio per
l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo un reciproco e
ufficiale riconoscimento dei Battesimi. Ciò che va ben al di là di un atto di
cortesia ecumenica e costituisce una basilare affermazione ecclesiologica” [125].
Ai
sensi del Decreto sull'ecumenismo riguardo al battesimo: “Le persone che
credono in Cristo e sono state battezzate” sono considerate in comunione con la
“Chiesa Cattolica” (il Papato) anche se “questa comunione è imperfetta” (3a).
Se, dunque, quelli, che sono battezzati cristiani, veramente fratelli e sorelle
in Cristo, sono in comunione con la “Chiesa” (il papato), anche se sono, in
qualche modo, solo in una comunione “parziale”, ne consegue che non solo
alcuni, ma molti elementi e grazie, si trovano ed agiscono oltre le frontiere
visibili della “Chiesa” (Papato). Quegli “elementi” comprendono “la parola
scritta di Dio”, “ la vita di grazia”, “ i doni interiori dello Spirito Santo”,
e molti altri (3b).
In
conformità con l'insegnamento latino prima del Vaticano II voi papisti credevate
che il battesimo beneficiava la persona per la remissione dei peccati solo
nell'unità della Chiesa. La Grazia è sospesa a causa di scisma o di eresia, ed
è efficace solo con l’ingresso nella Chiesa. Gruppi di scismatici ed eretici
non possiedono nulla di più dello scisma e dell’eresia. I Misteri appartengono
alla Chiesa. Con il Vaticano II l’insegnamento è cambiato e la dottrina papale insegna
che il sacramento del battesimo produce tutti i frutti ed è la fonte della
grazia, anche quando compiuto da scismatici o eretici ufficialmente separati. “La
vita della grazia” è “l’accesso alle comunità di salvezza” la possono godere anche
coloro che sono scismatici o eretici. I corpi scismatici sono considerati “mezzi
di salvezza”.
Voi, papisti, credete che lo Spirito Santo agisca
anche fuori dalla Chiesa, in netto contrasto con l’insegnamento patristico, che
dichiara che non vi è la grazia sacramentale (di purificazione, di illuminazione
e di santificazione ) al di fuori della Chiesa. Il Vaticano II ha esteso la
Chiesa, per comprendere anche gli scismatici ed i eretici. Così non si può dire
che lo Spirito Santo agisce solo nel contesto della Chiesa. Il battesimo degli scismatici
e degli eretici è considerato produttivo perché è il battesimo di un solo corpo,
che è opera dello Spirito Santo. Questo, però, significa che i criteri
utilizzati per il riconoscimento delle chiese, sono cambiati. La Chiesa come
unità sacramentale, non è più, per voi, basata sull'unità della fede, la
successione apostolica, il sacerdozio e i sacramenti. La Chiesa è riconosciuta
dagli elementi, parte del totale, istituendo una società libera, semi -autonoma
e astratta.
Quindi,
i papisti hanno tre nuovi riconoscimenti radicali: a) del battesimo eretico
come di un solo battesimo (e produttivo), b) le congregazioni eretiche come “Chiesa”,
e c) l'operazione feconda dello Spirito Santo dentro di loro. Questi tre
riconoscimenti hanno spianato la strada per il quarto e ultimo riconoscimento, dell'Una
Sancta come esistente dal Papato e dalle congregazioni scismatiche ed eretiche.
Ma
la creazione da parte vostra di un'altra nuova “Chiesa” implica la creazione di
un nuovo Cristo. Qualsiasi modifica o trasformazione alla fede o alla Tradizione
è un altro Gesù, è un'altra Chiesa. L’Apostolo Paolo dice: “Se uno infatti venisse a voi predicando un altro Gesù che
noi non abbiamo predicato, o se voi riceveste un altro spirito che non avete
ricevuto, o un altro evangelo che non avete accettato, ben lo sopportereste....”
[126]. E San
Giacomo, il fratello di Cristo: “Chiunque infatti
osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti”[127].
Infine, il Santo Patriarca Tarasio di Costantinopoli: “Il male è sempre male soprattutto
per le cose ecclesiastiche. E riguardo i dogmi sia le piccole cadute sia le
grandi è la stessa cosa. Perché in tutti i casi la legge di Dio non è osservata”[128].
Francis
A. Sullivan sostiene che “si può considerare la Chiesa come una comunità
globale (comunione), a vari livelli di completezza, “corpi “che sono più o meno
complete chiese... è una società reale, fatta in vari gradi di completezza di “corpi”
tutte dotate di carattere ecclesiastico, anche se alcuni più completi di altri”[129].
Cioè qui abbiamo il Cristo in gradi.
Tuttavia,
secondo la dottrina ortodossa, una chiesa che si realizza in gradi di
completezza non è la Chiesa, perché Cristo è tutto in tutti. Nel Cattolicesimo
la vera fede non è il criterio per il riconoscimento della Chiesa di Cristo.
Dunque
le colonne della nuova ecclesiologia latina sono: a) I termini “ scisma” e “eresia”
non vengono più applicati, b) lo Spirito Santo si dona e santifica gli
scismatici e gli eretici, c ) scismatici ed eretici sono riconosciuti come
comunità ecclesiali e religiose, d), la Chiesa comprende tutti i “battezzati “,
che partecipano anche in gradi, e) la distinzione tra comunione completa e
incompleta, f ) non è più necessaria una confessione di fede per appartenere
alla Chiesa.
Joseph
Ratzinger, il Suo predecessore signor Benedetto XVI, aveva sostenuto che “qualcosa
che una volta era giustamente condannato come eresia, non può in seguito
semplicemente diventare verità, ma può gradualmente sviluppare la sua propria
natura ecclesiale in positivo, che la persona affronta come la sua chiesa e in
cui vive come un credente e non come un eretico” [130].
Cioè si ha qui il passaggio dall’eresia all’ecclesiale.
L'ecclesiologia
Communio del Vaticano II è in netto contrasto con l'ecclesiologia ortodossa
eucaristica.
Secondo
l’ecclesiologia eucaristica ortodossa, i confini di unità della Chiesa sono chiaramente
disegnati sulla base delle “ linee di sangue”, in cui partecipano coloro che
hanno comune il Calice del Sangue di Cristo. Il fondamento sacramentale della comunione
non consiste in uno o in un altro sacramento, ma in tutti i sacramenti insieme,
uniti in una vita comune e di un Calice comune.
Secondo
l’ecclesiologia Communio del Concilio Vaticano II, i confini di unità della
Chiesa sono disegnati primariamente dall'acqua del battesimo. Tra i battezzati
c'è una fondamentale unità o communio, in modo che la distinzione non è tra
unità piena o non communio, ma tra communio completa ed incompleta ( UR 3 ). Secondo
il cardinale Walter Kasper, la base sacramentale della communio è la communio in
un solo battesimo, mediante la partecipazione all'Eucaristia, “il culmine della
comunione, riservato a coloro che sono in piena comunione”.
Qual
è, tuttavia, la ecclesiologia della « Communio »? È una realtà complessa, in
cui la comunione e l’unità si compongono di molti fattori diversi. Ciò
significa che è aperta la possibilità ai componenti della Chiesa di essere
presenti anche nelle comunità cristiane al di fuori della “Chiesa cattolica” (
il papato ) ed essere in grado di dare a queste comunità la natura della Chiesa.
Pertanto, l'unica Chiesa di Cristo può anche essere presente al di fuori della “Chiesa
cattolica” (il papato) ed essere una presenza reale, anzi, visibile, nella
misura in cui sono presenti i fattori e gli elementi che creano l'unità, e di
conseguenza la Chiesa[131].
Secondo
la concezione latina di cui sopra, abbiamo una Chiesa, ma di due livelli. Il
primo livello è l'espressione concreta, cioè il papato, in cui presumibilmente
esiste la Chiesa di Cristo e in cui vi è la piena comunione. Nel secondo livello
si trovano le “chiese non complete”, come l’ortodossia, il monofisismo e il
protestantesimo, che sono privati dalla comunione con il “Papa” di Roma, in
quanto non riconoscono il primato di onore e di giurisdizione e della
infallibilità e quindi si trovano in comunione imperfetta. Per questo concetto
latino sulla Chiesa , Benedetto XVI ha chiamato la Chiesa Ortodossa imperfetta.
Qual
è, allora, la nuova icona della Chiesa nella nuova ecclesiologia latina?
Immaginiamo un sistema di cerchi concentrici che è la Chiesa di tutti i
battezzati e non battezzati. Nel centro del cerchio è il papato, che è
l'espressione della Chiesa di Cristo. Più vicino al centro si trova l’Ortodossia,
un po’ più lontano il monofisismo, oltre l’anglicanesimo, più lontano il protestantesimo
e ancora più lontano i giusti, che possono esistere non solo tra i battezzati,
ma anche tra i non battezzati.
Il
cardinale Charles
Morerod dice
che i “fratelli separati “ giustamente sono considerati invincibilmente ignoranti
(“invincibly ignorant”),
perché non hanno avuto l'opportunità di conoscere Gesù Cristo e / o la Chiesa
cattolica romana come unica Chiesa, secondo la loro giustizia e la
partecipazione a certi misteri, principalmente il battesimo. Coloro che non
appartengono alla Chiesa cattolica romana, però, appartengono alla Chiesa una in
molti modi, secondo un sistema di cerchi concentrici: prima i greci e i russi...
“[132].
Che
cosa significa, dunque, ora appartenere alla Chiesa? Secondo il cardinale
Charles Journet, “dove Dio “tocca” qualcuno, dove lo Spirito Santo guida una
persona verso un futuro di conversione la Chiesa è già presente... i misteri
impartiti al di fuori della Chiesa Cattolica Romana... “hanno una naturale
tendenza a dare qualche presenza corporea (corporeal
appearances)”. Questo significa che ogni azione dello
Spirito è parte del processo di comporre il corpo della Chiesa, che è sempre
visibile, anche se non lo riconosciamo sempre... Il confine della Chiesa attraversa
i nostri cuori: ognuno è un membro della Chiesa, nella misura in cui ricevere
la grazia divina”[133].
Tuttavia,
secondo l'insegnamento ortodosso sulla distinzione dell'energia divina,
l'energia naturale di Dio è del tutto semplice. Tuttavia, questa semplice
azione è “ripartita completa in ripartizioni”. Ciò significa che una è
l'energia di Dio, ma con diversi risultati: l'energia creativa di Dio, la
spirituale, di purificazione, dell’illuminazione e della divinizzazione. “Tra
queste forme dell’una energia di Dio non esiste equivalenza. Se ci fosse equivalenza,
allora tutte le creature potrebbero partecipare, ad esempio nell’energia di
divinizzazione di Dio”, secondo il rev. Giovanni Romanidis. Che detta
istruzione manca nel papato, prova che manca la esperienziale.
A
proposito di distinguere l'azione dello Spirito Santo, Morerod e Journet
sostengono che ogni azione dello Spirito è parte del processo di comporre il
corpo della Chiesa. Ma il santo Diadochos scrive che “prima del santo Battesimo, da
fuori la grazia esorta l'anima verso il bene, mentre il satana è nidificato nei
suoi antri cercando di impedire gli sforzi dell’intelletto verso il bene, però
dopo (il battesimo) satana si trova al di fuori e la Grazia invece è dentro”[134].
Le
caratteristiche principali dell’ecclesiologia del Vaticano sono: 1)
l'ecclesiologia Communio, 2) la base battesimale, 3) il concetto che al di
fuori della comunione eucaristica c'è Chiesa, 4) comunione piena e imperfetta, 5)
le parti dell’Intero costituiscono la comunione globale, 6) l’unità espressa in
diversi livelli, 7) i componenti che sono realizzati in separazione, e 8) il
battesimo, che è iniziazione e non ritorno.
In
posizioni diametralmente opposte sono le caratteristiche principali dell’ecclesiologia
ortodossa: 1) l’ecclesiologia eucaristica, 2) la base eucaristica, 3) l’insegnamento
primario che fuori della comunione eucaristica non c'è Chiesa, 4) completa e non
imperfetta comunione, 5) la comunione globale è identificata con l’eucaristica,
comunione locale, 6) l’unità espressa come identità, 7) gli elementi non
ecclesiastici sono in separazione, 8) Il battesimo costituisce conversione e
ritorno[135].
19
) IL PAPISMO E IL CONCILIO MONDIALE DELLE “CHIESE”
Lei ha inviato un caloroso messaggio ai
delegati della decima Assemblea Generale del Consiglio Mondiale delle
cosiddette “Chiese” a Busan, Corea, tramite il Suo rappresentante, cardinale
Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei
cristiani. Nel messaggio esprimete un grande interesse pastorale per i
risultati del Congresso e riconferma l'impegno del papato a continuare la lunga
collaborazione con il Consiglio Mondiale delle “Chiese”[136].
Il
Papato, rivendicando per se stesso, fino ad oggi, l'esclusiva ecclesiologica;
pur essendo responsabile e ideatore della divisione, non ha commesso l'errore
di partecipare in qualità di membro del Consiglio Mondiale delle cosiddette
"chiese" e trasformarsi in una delle tante “chiese” ma partecipa in
qualità di “osservatore”. Verbalmente tuttavia e in modo ipocrita loda il
Movimento Ecumenico, che benedice, come preparazione per l’unità con Roma,
Pietro e il “Papa”. Loda particolarmente e si congratula per la partecipazione
della Chiesa Ortodossa, che si è dismessa dal proprio ruolo da se stessa, come
incarnazione unica e continuazione dell’Una Sancta, abbandonando il proprio
campo, la propria identità alla Roma scismatica ed eretica[137].
Le
radici dell'ecumenismo vanno cercate nelle aree protestanti, a metà del 19°
secolo, come un tentativo di ritrovare l'unità dei numerosi gruppi e propaggini
del mondo protestante. Poi qualche "confessione cristiana",
osservando la gente che si allontanava da loro a causa della crescente
indifferenza e dei movimenti anti- religiosi organizzati, è stata costretta a
riunirsi e a cooperare. Quest’attività unificante ha ricevuto forma più
organizzata come movimento ecumenico nel 20° secolo e soprattutto nel 1948, con
l’istituzione ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, del cosiddetto Consiglio Mondiale
delle “Chiese”, che è in sostanza il Consiglio Mondiale delle eresie, il
Lucifero e la falsità, nonostante il termine “Chiese”', con sede a Ginevra[138].
Uno
degli strumenti più utilizzati dall'ecumenismo, per raggiungere i suoi scopi, è
il sincretismo, questo nemico mortale della fede cristiana, per questo promuove
il cosiddetto “ Consiglio Mondiale delle Chiese” o meglio “Raggruppamento
Mondiale delle Eresie", come giustamente è stato soprannominato. “Il
sincretismo è la relativizzazione delle religioni e degli ideali religiosi. È
un’unione religiosa di tutta la terra e l'accoppiamento degli elementi più
negativi e disparati”[139].
All’interno
del " Consiglio Mondiale delle "Chiese ", si affrontano e
s’introducono argomenti che aboliscono il Vangelo e la Tradizione della Chiesa,
il cristianesimo stesso, argomenti come il sacerdozio delle donne, il
matrimonio fra omosessuali e vari eventi animistici di fede e di culto pagano[140].
20 ) ORDINAZIONE – DONNE AL SACERDOZIO
Sono rimasto sbalordito quando ho letto
la notizia che Linda Hogan ha dichiarato che sarà ordinata, da Lei, prima donna
cardinale. Secondo le notizie, al papato ci saranno dei cambiamenti, fra non
molto avrete accanto il primo cardinale donna. Linda Hogan, la quale è sposata e
sostiene, secondo quanto riferito, il movimento del femminismo. Proviene
dall’Irlanda ed è ben nota per le sue idee teologiche avanzate. Lei stesso ha
detto che a un certo punto voleva onorarla con il titolo di cardinale ed era
sicuro che sia l'opzione eccellente, per eliminare definitivamente la
tradizione, che vuole che solo gli uomini possano occupare alte posizioni nella
gerarchia della Chiesa. Infine, Lei considera che i tempi siano maturi per il
papato per approfondire la “teologia che riguarda la donna”[141].
In
sostanza, Lei va verso l’ordinazione delle donne e il riconoscimento del “sacerdozio”
femminile, innovando in modo impressionante per la prima volta nella storia del
papato, ed entrando in violento conflitto con tutti i Suoi predecessori che non
hanno mai ordinato donne “sacerdoti”, adottando regole protestanti e in
particolare anglicane all’interno del Vaticano. Va anche contro gli
insegnamenti ufficiali del papato sul celibato obbligatorio del clero. In altre
parole, possiamo dire che Lei conduce il papato fuori binario con conseguenze
imprevedibili.
Cristo
ha onorato particolarmente le donne. Non solo nella persona di sua madre, la
Vergine Santissima, che ha eletto da tutte le persone. Non solo ha reso degne
per prime le donne di essere a conoscenza della sua Risurrezione, perché ad
esse si è presentato per primo, ma anche dai suoi atti e nelle sue opere ha
mostrato che le donne hanno grandezza morale e spirituale. In molte occasioni
sono superiori agli uomini. All'interno del Sinassario della Chiesa abbiamo
molte sante donne, martiri, beate, ascete, che hanno superato, in fedeltà a
Dio, il supposto uomo forte. I Santi Padri della nostra Chiesa, più volte,
riferendosi alla fragile, delicata e sensibile figura femminile, si sono
chiesti come queste donne, dalla natura e dalla sensibilità femminile, che alla
prima prova sarebbero dovute crollare, hanno mostrato tale forza e tale
devozione nel martirio come nell’ascesi, dimostrandosi superiori rispetto agli
uomini.
Nel
Vangelo della Domenica della Samaritana, si legge della meraviglia dei
discepoli, che “si meravigliarono del fatto che egli parlasse con una donna”.
Era vietato dalla legge mosaica per gli uomini dare onore e valore alle donne,
e di considerarle dello stesso valore così da potersi confrontare con loro.
Esiste nella tradizione giudaica, nella raccolta dei padri degli ebrei, nel
libro “Le Parole dei Padri”, uno studioso che dice che è meglio che la legge si
incenerisca e perisca, piuttosto che venga ascoltata dalle donne. E ci sono
molti altri simili argomenti che recano danno al sesso femminile. Non solo
nell'ebraismo ma anche nell’antico pensiero greco. Il Cristianesimo Ortodosso,
però, ha dato la stessa dignità sia agli uomini che alle donne - “ Non c'è né Giudeo né Greco, non c'è né schiavo né libero,
non c'è né maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù”[142]
- ma, come accennato in precedenza, molte volte ha innalzato le donne a livelli
molto alti di santità.
Vorrei
osservare che la parità tra uomini e donne non consiste nell’esercitare tutti
la stessa professione, come dice scioccamente il movimento femminista, che crea
agitazione e disordine nella società, perché, come la natura maschile è fatta
da Dio Santo Uno e Trino per essere impiegata in alcune professioni e lavori a
causa della sua costituzione fisica, così la natura delicata e sensibile delle
donne è opportunamente fatta da Dio per esercitare meglio alcune occupazioni, e
in particolare la grande vocazione della maternità. Non esiste un'istituzione
più sacra della vocazione della maternità. L’uguaglianza, quindi, non sta in
quale professione esercita uno in questa vita. La parità è intesa se la donna
può raggiungere spiritualmente le stesse cose raggiunte dagli uomini. Se c'è
parità in santità e in virtù. Se le donne possono conquistare il Regno di Dio.
Se possono comprendere l’annunzio e dedicarsi a Dio. Che cosa è questa vita qui
con le varie differenze e disuguaglianze? Forse fra i maschi non ci sono
disuguaglianze? Non ci sono disparità tra i sessi, solo differenze fisiche e
funzionali. E le donne possono allo stesso modo degli uomini conquistare la
santità. Ed ecco la grande arena della santità. Ad ogni donna che desidera
superare gli uomini, si apre di fronte a lei un cammino di santità e di virtù.
Tuttavia, oggi, invece, le voci sataniche, voci malvagie, spingono le donne ad
un altro tipo di uguaglianza con gli uomini: uguaglianza nella corruzione e nel
peccato che ha portato al degrado il sesso femminile.
Naturalmente,
la Chiesa Cattolica Ortodossa è intensamente e categoricamente contraria al
sacerdozio delle donne, com’è dimostrato dalla ricca argomentazione teologica
che riporto.
L'ingresso
di Maria Santissima al Sancta Sanctorum è davvero un evento nuovo non ripetuto
nella storia. Nuovo, perché per la prima volta è stato consentito ad una donna
di entrare al Sancta Sanctorum. Non ripetuto, perché non è stata autorizzata ad
entrare, da allora, nessun’altra donna all’interno del santuario. Questo
divieto ha anche ottenuto rigido carattere sinodale con una convalida
ierocanonica.
Nell’Ufficio
delle Salutazioni a Maria, nella festività della Presentazione di Maria al
Tempio, nella stanza che inizia con la lettera “M”, il santo innografo scrive: “Non
osi nessun’altra donna entrare nel Santuario dove è entrata solo la Santa fra
le donne, nel Sancta Sanctorum, luogo in cui entrava solo il Sommo Sacerdote
una volta all’anno”. Inoltre, nella stanza che comincia con la lettera “Ψ”, dice: “Gioisci, perché sei la
sola degna di entrare nel Santuario; gioisci, perché solo Tu nel Tempio hai
dimorato”[143].
Inoltre
il 69o Canone del VI Concilio Ecumenico afferma: “ Non sia permesso
a nessun laico entrare nel santuario mentre si celebra”. Il Santuario, nel
tempio, è dedicato ai sacerdoti. Il 69o Canone impedisce l' ingresso
nel Santuario dei laici. San Nicodemo della Santa Montagna rileva: Per questo
motivo siano incoraggiati i sacerdoti e i padri spirituali di interrompere la
pratica illegale, che esiste in molti luoghi, in cui i laici entrano
all'interno del Santuario, perché (questa consuetudine), impedisce di
distinguere i sacerdoti dai laici, e fa cadere sui laici la condanna del re
Acaz, che, pur essendo laico, ha osato tentare le opere dei sacerdoti. In
qualche modo loro, entrando nel luogo riservato ai sacerdoti, si appropriano di
cose che sono esclusive dei sacerdoti”[144].
Il Sacerdozio, com’è noto, deriva dallo stesso Gesù Cristo, chiamato il Sommo
Sacerdote. Il Sacerdozio di Cristo è stato trasmesso inizialmente nel Vecchio
Testamento, dalla tribù sacerdotale di Levi, e da Melchisedec, di cui parla
Apostolo Paolo nella sua lettera agli Ebrei. Cristo Sommo Sacerdote ha
trasmesso il sacerdozio ai santi Apostoli che a loro volta “dopo aver pregato, imposero loro le mani”[145]
ad altri uomini degni di diventare sacerdoti ma non alle donne, come
erroneamente accade alle foglie inaridite della conventicola eretica
protestante: anglicani, luterani e riformati, che, influenzati dal movimento
femminista, consentono la partecipazione delle donne al sacramento del
sacerdozio. Posizione purtroppo approvata anche da accademici ecumenisti come
anche da "teologi" ortodossi. Questa successione ininterrotta di
sacerdozio continuò nel corso dei secoli fino ai giorni nostri, e fino alla
fine dei tempi. Questo è il motivo per cui la Chiesa Ortodossa parla della
successione apostolica.
Il
professore emerito di Etica Cristiana presso la Facoltà di Teologia
dell'Università Aristotele di Salonicco Georgios Mantzaridis osserva quanto
segue sulla questione: "L’argomento interessa, dal lato dell'etica
cristiana, principalmente perché esiste l’opinione che la negazione del
sacerdozio alle donne sia associata ad una loro declassazione all’interno della
Chiesa. Questo punto di vista, però, ignora le più basilari informazioni
riguardanti l’eccellenza operativa delle donne nella vita e nell'insegnamento
della Chiesa. E soprattutto dimentica il ruolo principe della donna nella
salvezza del genere umano e nello schiacciare il diavolo. L'avversità tra
l'uomo e il diavolo è principalmente avversità tra la donna e il diavolo. E'
caratteristico che si parli di “seme” di Eva, che avrebbe schiacciato il
diavolo[146].
Eva ha ricevuto il primo annunzio della salvezza e la Tutta-santa ha accettato
l’evangelizzazione dell’incarnazione divina”.
La
donna, quindi, che ha avuto un ruolo primario nella caduta dell’uomo, ha avuto
anche un ruolo primario nella salvezza dell'uomo. Il maschio è trascinato nella
caduta da lei e va di pari passo nel rialzarsi. Il primo ruolo non è del
maschio, ma è della donna. In entrambi i casi, la donna è davanti e l'uomo
segue. In particolare, la Vergine Maria diventa con-causa dell'incarnazione
divina con Dio stesso. Presta a Dio la natura umana, che è l'inizio della nuova
creazione. A questo proposito la Vergine Maria è, “dopo il primo gerarca
Cristo, secondo gerarca”[147].
L'esclusione della donna dal sacerdozio ha, pero, un significato reale e
simbolico. La donna contribuisce nel mistero della salvezza, mentre l’uomo
serve [il mistero]. Le sacerdotesse erano ben note nel mondo pre-cristiano, con
l’eccezione di Israele. In particolare, esistevano nelle religioni dei Greci e
Romani, con le quali è venuta in contatto diretto sia la Chiesa, sia l’Israele.
Per questo sembra socialmente paradossale l’assenza di sacerdotesse nel mondo
giudeo-cristiano, dove la posizione delle donne è superiore. Inoltre, in tutta
la letteratura cristiana, ove sono affrontati numerosi argomenti ecclesiastici,
mai è stata sollevata la questione sacerdotesse. Solo l'eresia del Montanismo
ammetteva le donne al grado vescovile e di presbitero, cosa che il s. Epifanios
di Cipro ha caratterizzato come “atto d’idolatria” e “imprese diaboliche”[148].
Le
definizioni che di s. Epifanios non devono essere considerate casuali, ma
esprimono l'atteggiamento della Chiesa verso il sacerdozio femminile. I vescovi
e gli anziani avevano dall’inizio una posizione non solo funzionale, ma anche
simbolica all’interno corpo della Chiesa. Loro esistono “in luogo del Padre”, o
“in luogo di Dio”[149].
Mentre nel "regale sacerdozio[150]"
entrano senza distinzione uomini e donne, al contrario nel sacerdozio
sacramentale solo gli uomini. La presenza di sacerdotesse suggerisce
l'esistenza di divinità femminili, com’era nelle religioni pre-cristiane. Cioè
il rifiuto dell'idolatria, che implica il rifiuto di divinità di entrambi i sessi,
è coerente con l'assenza di sacerdotesse. La Chiesa aveva solo diaconesse, che
servivano alcune necessità liturgiche, ma non sacerdotesse con compiti
sacerdotali sacramentali, definiti come "atto d’idolatria” e “imprese
diaboliche”, cioè idolatria. Non è un caso che l’eresia del Montanismo oltre al
sacerdozio delle donne avesse mantenuto molti elementi d’idolatria, perché il
suo fondatore era in origine un sacerdote della dea Cibele. Anche oggi, la
promozione delle donne al sacerdozio, non è estranea alla diffusione di
concetti neognostici e neopagani che caratterizzano lo spirito del nostro tempo”[151].
Ci
sono numerose altre argomentazioni contro l'ordinazione delle donne, che sono
elencati qui di seguito, come ha rilevato Christos Livanos[152].
Inoltre, il Patriarcato Ecumenico ha organizzato un convegno teologico
inter-ortodosso a Rodi, nell'autunno del 1998, sul tema "L’inammissibilità
del sacerdozio alle donne".
a) La radice della verità, che solo i
maschi dovrebbero ricevere il sacerdozio, si trova nel comando di Dio nel
Vecchio Testamento “ogni maschio primogenito sarà
chiamato santo al Signore”[153].
b)
Il sacerdozio, nel Vecchio Testamento, è stato dato solo agli uomini.
c)
Cristo non ha scelto nessuna donna come Apostolo. Tutti i dodici Apostoli erano
uomini.
d)
Il traditore Giuda non è stato sostituito da una donna, ma da un uomo, l’Apostolo
Mattia[154].
e)
Nella Mistica Cena, Cristo ha chiamato solo i dodici Apostoli e ha dato loro il
mistero dell'Eucaristia.
f)
Il mandato di battezzare “tutte le nazioni” [155]
lo ha dato Cristo agli Apostoli e non alla cerchia più ampia dei suoi
discepoli, che era costituita anche dalle donne.
g ) L'autorità di “legare e sciogliere i
peccati”[156]
è data da Cristo agli Apostoli e non alle donne.
h
) La Vergine Maria, anche se proveniente, secondo s. Germanos di
Costantinopoli, “dalla tribù sacerdotale di Aaron, con radice profetica e
regale”[157],
non ha ricevuto il sacerdozio, e suo figlio non l’ha inserita tra gli Apostoli.
i) Gli Apostoli non hanno mai ordinato
donne.
j
) L'insegnamento di Paolo è veramente rivelatore verso il sacerdozio delle
donne. “Tacciano le vostre donne nelle chiese”,
istruisce i Corinzi[158],
“ Non permetto alla donna d'insegnare”, scrive
a Timoteo[159].
Come potrà essere ordinata la donna se il Signore stesso proibisce “d'insegnare”[160],
che è parte integrante del culto divino e una delle principali funzioni del
presbitero e del vescovo?
k) Il presbitero deve essere “marito di una sola moglie”[161],
consiglia l’Apostolo, ma non aggiunge, viceversa, "la moglie di un solo
uomo".
l) Il vescovo sta “in luogo di Cristo”.
Cristo è un uomo. La donna può stare “in luogo di Cristo”?
m ) Il sacerdote è «alter Christus».
Cristo è lo Sposo e la Chiesa è la Sposa. La donna può essere vista come Sposo?
Chi osa simboleggiare il soprannaturale rapporto Cristo - Chiesa con la
perversa coppia omosessuale? Questo fanno gli eterodossi che danno il
sacerdozio alle donne.
n) La Sacra Tradizione, che non è
accettata dai protestanti, ha testimoniato contro l'ordinazione delle donne,
poiché per 2013 anni tutti i sacerdoti erano e sono uomini.
o)
Un grande numero di donne sante adornano il firmamento della nostra Chiesa. Tra
queste le donne Myrofore, le Isapostole Fotinì ed Elena e le madri di grandi e
santi Padri della Chiesa. Nessuna di loro ha ufficiato i Misteri divini.
Nessuna delle antiche diaconesse o delle monache ha chiesto, durante i secoli,
di assumere la carica di sacerdozio.
p
) Gli Ordini Apostolici sono chiari e inequivocabili: “Non ammettiamo a nessuna
donna a insegnare in chiesa, ma solo a pregare e ubbidire agli insegnanti.
Perché il maestro Signore Gesù Cristo ha inviato a noi i dodici discepoli per
insegnare al popolo e alle nazioni, ma donne da nessuna parte ha mandato a
predicare... Questo è della miscredenza e della non conoscenza dei Greci che
avendo divinità femminili ordinano sacerdotesse, ma non è di Cristo”.
q
) Tertulliano scrive, “non è consentito alla donna di parlare in Chiesa né di
insegnare né di ungere con olio, né di compiere l’ufficio di preparazione dei
doni, né di rivendicare per loro un qualsiasi incarico che gli uomini compiono
o la vocazione sacerdotale”[162].
r)
S. Epifanio di Cipro chiede: “Non è chiaro che questo insegnamento è dei
demoni?” e aggiunge: “Perché, Dio, nei secoli, non è stato servito da nessuna
donna sacerdote” [163].
s
) S. Giovanni Crisostomo consiglia: “Le donne devono rimanere lontane da un
tale servizio, come la maggior parte delle persone”, aggiungendo che “la legge
tiene lontano le donne dal ministero sacerdotale, ma loro cercano di
conquistarlo tramite il potere[164]”.
21 ) LA “SANTIFICAZIONE DEI PAPI”
“Chiesa” senza santi”, anzi senza “santi
rivelati da Dio”, non può esistere! Per questo motivo nello “Stato di Dio”, che
desidera presentarsi come “chiesa”, voi mettete in moto “la macchina” della
canonizzazione! Ho letto recentemente la seguente notizia: “Più veloce di
qualsiasi altro contemporaneo sarà dichiarato santo il “Papa” Giovanni Paolo
II, che ci ha lasciato nel 2005 e il Vaticano ha ratificato, con procedimento
segreto, un miracolo misterioso, che fino ad allora era rimasto nascosto. Si
dice che il “Papa” ha guarito una donna di Costa Rica che soffriva di gravi
danni cerebrali ed era ad un passo dalla tomba. La Santa Sede non ha annunciato
ufficialmente i dettagli del miracolo, ma ha specificamente menzionato il
potere miracoloso del “Papa”: i parenti di una donna sul punto di morte hanno
pregato in memoria del “Papa” e la donna è tornata alla vita, secondo il
Telegraph. La Chiesa Cattolica ha chiesto un'indagine sull'avenimento ed i
medici hanno confermato che la scienza non avrebbe potuto curare la donna, e il
fatto non è spiegato scientificamente. I teologi incaricati hanno approvato il
miracolo, secondo quando dichiarato dal rappresentante del Vaticano. Ora il
caso sarà assegnato ad una commissione di cardinali e poi a “Papa” Francesco.
La canonizzazione di Giovanni Paolo è attesa nel mese di ottobre o giù di lì,
in occasione del 35° anniversario della sua elezione. Se tutto va bene, ci
aspettiamo l'annuncio ufficiale nel mese di luglio, esattamente a otto anni
dalla sua morte, avvenuta nel 2005”. Così, il 30/09/2013 Lei ha annunciato che
il “Papa” Giovanni Paolo II Wojtyla, il pontefice polacco, che ha condotto per
27 anni ( 1978-2005 ) il papato e durante il quale il comunismo è crollato, e “Papa”
Giovanni XXIII (1958-1963), che ha convocato il “concilio” Vaticano e ha
portato riforme radicali per modernizzare il papato, anche con un solo un
miracolo, accreditato dopo la sua morte, saranno dichiarati "santi"
nel 2014/04/27[165].
In
primo luogo, solo i termini "processo segreto" e "miracolo
misterioso" fanno scoprire indiscutibilmente l’opportunismo di ulteriori
“santificazioni” della “tenebrosa” “Santa Sede”! In secondo luogo, non possono
esistere santi all’interno di un'eresia. Un eretico e persino “Papa”, che non è
ortodosso, senza fede ortodossa, ma che porta su di sè numerose eresie, in
particolare l'infallibilità e il primato del potere, non può essere un santo.
In terzo luogo, non può essere santo un eretico, perché non rispetta il
criterio dell’ortoprassi. E in quarto luogo, i santi li santifica, li divinizza
l’energia increata, la increata grazia divina di Dio Santo, Uno e Trino. Dal
momento che i papisti accettano come insegnamento ufficiale dottrinale la
dottrina eretica della grazia creata, chi è colui che crea i santi? Poiché, vi
trovavate ad un punto morto, avete sostituito l’increata Grazia divina con la "infallibilità"
del “Papa” e gli avete dato il potere di santificare, se lo desidera.
S.
Giovanni Crisostomo afferma: "Santi sono coloro che hanno una retta fede e
una vita retta, anche se non compiono miracoli o non mandano via i demoni
comunque sono santi". E s. Simeone il Nuovo Teologo sottolinea: “Tutte le
lodi e le beatitudini dei santi consistono in due cose: nella fede ortodossa e
nella loro benemerita vita, e nei doni dello Spirito Santo e dei suoi carismi,
perché insieme ai primi due arriva anche il terzo. Perché se uno vive con bontà
e la sua vita è benaccetta a Dio, con credo ortodosso, riceve la grazia da Dio
e si glorifica con il dono dello Spirito, e seguono le lodi e le beatitudine di
tutta la Chiesa, dei fedeli e di tutti i suoi maestri. Ma se non sono offerte
incessantemente fede ed opere è impossibile che uno possa ricevere lo Spirito
divino e adorato e ricevere i suoi doni”[166].
Nella
Chiesa ortodossa non canonizziamo, ma riconosciamo e facciamo solo
dichiarazione di santità. L’atto di santificazione è esclusivo dello stesso
Dio, Uno e Trino. Dio è colui che santifica, non l'uomo, non il “Papa”. Il
santo Sinodo interviene per annunciare, non per santificare – queste sono cose
vostre, dei Franchi - la santità di un santo, che esiste già ed è giustificata
dai suoi miracoli[167].
I termini "santificazione " e "processo" sono
teologicamente inaccettabili, in quanto si tratta di posizioni forensi ed
ecclesiologiche che sono estranee alla tradizione ortodossa.
Il
termine "riconoscimento" implica la particolare accettazione ed onore
in Cristo, che spontaneamente offre il pleroma della Chiesa di alcuni suoi
membri defunti, meritevoli per la loro vita virtuosa e la loro devozione al
Signore.
Nella
Chiesa Ortodossa, l'unico criterio per identificare come santo un suo membro
addormentato, è il riconoscimento da parte dei fedeli, la «vox populi », con il
presupposto che avesse nella sua vita terrena l’Ortodossia, vale a dire Fede
Ortodossa e condotta. Era ortodosso e non infedele o eretico, aveva
testimonianze di vita devota (ortoprassi), aveva fatto miracoli in vita e dopo
la morte, e infine le sue reliquie possiedono indistruttibilità e myrovlysìa.
Queste condizioni, nella tradizione della Chiesa, sono necessarie anche oggi.
Dopo
il riconoscimento del santo nella coscienza comune del pleroma della Chiesa, le
autorità ecclesiastiche registrano il santo nei dittici, per essere commemorato
nella Divina Liturgia e determinano l'annuale festa della memoria, che di
solito coincide con il giorno della sua morte. Inoltre si espone la sua icona e
le reliquie in pubblico culto, si erigono templi e si compone un’ufficiatura in
suo onore.
Negli
ultimi anni è stata presentata la tesi che sono necessari almeno 150 anni,
dalla scomparsa di qualcuno, perché sia riconosciuto come santo. Questo punto
di vista non è corretto e non appartiene alla tradizione ortodossa. Questo è un
criterio papale di riconoscimento dei santi[168].
Sarebbe
grave omissione anche non parlare del fatto tragico e orribile che voi, nel
papismo, “santificate” anche gli assassini. Ciò è dimostrato dalla
"canonizzazione " del Cardinale Aloisio Stepinac da parte del “Papa”
Giovanni Paolo II. Stepinac è stato inviato in Jugoslavia e in Serbia durante
la Seconda Guerra Mondiale (1942-1944) per convertire con la violenza i popoli
ortodossi al papismo. Stepinac dopo aver ucciso 800.000 ortodossi che avevano
rifiutato di diventare latini, ritornò a Roma, dove è stato premiato per il suo
lavoro e "canonizzato"[169]!
Inoltre,
si rileva che la nostra Santa Chiesa Ortodossa è derisa da voi eretici latini,
staccati da essa, e accusata, con discredito, che dopo essersi separata
dall’occidente, cioè dalla franco-conventicola, con il vostro scisma del 1054,
non ha avuto alcun santo nuovo, né produce dei miracoli. Mentre voi, non
potendo presentare nuovi veri santi, costruite santi scolpiti in pietra, in
legno e metallo. Ma, guardate nella nostra Santa Chiesa Ortodossa, l’Immacolata
Sposa di Cristo Salvatore, ornata e coronata di gemme e perle, con nuovi santi,
martiri, beati, gerarchi e asceti, e la loro santità è confermata
dall’incorruttibilità e dalla fragranza emessa dalle sacre reliquie e dagli
innumerevoli miracoli. Questo dimostra che voi, gli scismatici ed eretici
latini, dicendo a voi stessi che siete saggi, siete diventati assennati, questo
perché siete preda dell'orgoglio luciferino, la vostra mente è nel buio, è
cieca. Perché, mentre potendo vedere, non vedete, e potendo sentire non
sentite, né comprendete la voce del Signore che dice: "Egli (Lucifero), ha
accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore perché non vedano con gli
occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca[170]” e così stando nell’eresia vivete nel
buio[171].
Per questo motivo il Santo Nettario Patriarca di Gerusalemme (1660 d.C.),
devoto e appassionato di verità, volendo chiudere le bocche dei latini, rivela
che siete menzogneri e calunniatori, enumera molti nuovi santi della Chiesa
Cattolica Ortodossa, dopo lo scisma e racconta molti singolari e nuovi
miracoli. Il s. Nettario, ma anche il s. Dositheos di Gerusalemme[172],
raccontano di s. Gregorio Palamas, arcivescovo di Tessalonica e araldo della
grazia divina increata e della Luce increata, colui che voi papisti considerate
"eretico", che, nell'isola di Santorini, la seconda Domenica di
Quaresima, nella qualle è celebrato il santo, i franchi, volutamente, hanno
messo alcuni ragazzi in una barca a vela che battendo le mani, dicevano:
“Anatema a Palamas! Se Palamas è veramente santo che ci faccia annegare”. Così
bestemmiavano i ragazzi franchi ed ecco il miracolo! Mentre bestemmiavano,
senza che il mare si agitasse, la barca con tutti quelli che erano dentro si
inabissò nel momento esatto in cui pronunciavano la bestemmia: “Se è veramente
santo che ci faccia annegare”[173].
Sarebbe
molto utile per Lei chiedere al “vescovo” di Corfù sig. Ioannis Spitieri, della
vostra società religiosa, quello che è successo nel 12/12/1716, quando il
comandante veneziano di Corfù, Andrea Pisani, voleva costruire un altare
all’interno della chiesa di San Spiridione Taumaturgo. Il posto vuoto nella
chiesa del santo urla la verità.
22
) LA PEDOFILIA
Non possono essere dimenticate le
proteste in tutto il mondo da parte di parlamenti nazionali, come quelli
olandesi, irlandesi e australiani per le migliaia di crimini atroci di pedofilia
papale da parte dei vostri sacerdoti.
Le
rivelazioni circa il fetore morale dell'eretica conventicola papale non hanno
fine. Dopo le dimissioni del "rappresentante di Cristo in terra", del
Suo predecessore, il signor Benedetto, a causa degli scandali che affliggono e
fanno vacillare la "Santa Sede" sono sopravvenute anche le dimissioni
del cardinale Keith O'Brien, "arcivescovo" di Scozia, dovute alle
dure accuse di quattro "sacerdoti" papisti per "relazioni inappropriate"
trentatre anni fà! Ha abbandonato con tale urgenza il suo incarico, con
dimissioni accettate dal signor Benedetto, senza aspettare di partecipare al “conclave”
per la Sua elezione, del nuovo “Papa”, così che la Gran Bretagna è rimasta
senza rappresentanza nel "grande evento"! Il giornale News nella sua
pagina web ha scritto: “Uno dei sacerdoti riferisce di aver avuto un rapporto
inadeguato con O'Brien, e un altro dichiara che aveva 18 anni quando il
cardinale lo ha “avvicinato impropriamente” dopo una veglia di preghiera, e un
terzo che è stato invitato a "conoscere meglio" O'Brien nella sua
residenza. dove, dopo aver bevuto degli alcolici, gli “si avvicinò
impropriamente”! Anche se non si parla esplicitamente di che tipo di
"approcci inappropriati" ha avuto questo “principe" della conventicola
papale, lo si può immaginare! Non sono casi singoli, per essere classificati
"casi individuali", ma una infinita catena di scandali sessuali, che
cinge tutto il mondo[174]!
Il
Suo predecessore, il signor Benedetto, il 2013/09/24 ha negato di aver cercato
di nascondere gli abusi sessuali sui bambini da parte di "sacerdoti"
del papato. Le sue dichiarazioni sono contenute in una lettera di undici pagine
all’autore e matematico italiano Piergiorgio Odifreddi, che ha scritto un libro
sui problemi che affliggono il papato prima delle dimissioni del sig.
Benedetto. Estratti della lettera sono stati pubblicati dal quotidiano italiano
La Repubblica. "Per tutto quello che avete esposto circa l'abuso morale a
minori da parte di sacerdoti posso solo, come sapete, riconoscerlo con profonda
tristezza. Ma non ho mai cercato di nascondere queste cose", così ha
dichiarato il sig. Benedetto. È però smentito dalla realtà perché è stato
accusato di aver nascosto, quando era arcivescovo, tali deplorevoli scandali.
Quella era la prima volta che il signor Benedetto rispondeva in prima persona
alle accuse per abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti, ed era la prima
volta, dopo le sue dimissioni, che è stato pubblicato qualcosa che egli aveva
detto o scritto[175].
Un
altro clamoroso caso di pedofilia, di un nunzio, è il seguente: “Il Vaticano ha
richiamato il suo ambasciatore dalla Repubblica Dominicana, dopo le denunce
contro di lui per pedofilia da parte dei media locali. L’“arcivescovo” Joseph
Wesolowski è stato rimosso dai suoi compiti. Nei confronti del chierico 65
enne, in Polonia, sono state avviate indagini, come ha riferito un
rappresentante della Santa Sede, senza menzionare i dettagli. "La legge è
valida ed è uguale per tutti senza eccezioni”. Non ci sono scuse per chi violi
la legge. Né di cittadinanza, né di fede, di dottrina, di politica e di
religione. La legge si applica ha dichiarato il portavoce del papato nella
nazione caraibica. “Voci di abuso su bambini da parte del rappresentante
diplomatico della Santa Sede esaminano anche i magistrati di Santo Domingo”[176]!
Naturalmente, non si è sentita la parola deposizione per l’“indisciplinato
“Arcivescovo”, ma solo conseguenze giuridiche, come è stato fatto per le
migliaia dei pedofili franco-sacerdoti, che compiono le loro “funzioni” per la
conventicola papale[177],
bestemmiando contro il Santo Spirito e a disprezzo del terzo canone sacro del
sesto Santo Sinodo Ecumenico con la creazione del celibato generale del clero,
e la voce del Signore, “Non tutti sono capaci di accettare
questo parlare, ma è per coloro ai quali è stato dato” (Matteo 18,11 )!
Durissimo anche l’atto accusa delle
Nazioni Unite contro il Vaticano per i preti pedofili[178].
23
) LA MOSTRUOSA PERVERSIONE DELL’OMOSESSUALITÀ
Hanno suscitato un animato dibattito le
sue dichiarazioni quando ha affrontato l’argomento dell'omosessualità, di
quella abominevole e infame passione, che è il culmine della carne peccaminosa,
cambiando linea rispetto ai sui predecessori. L’incredibile dimensione del
fetore morale lo rivela lo stesso Vaticano, forse inconsapevolmente! La
profonda crisi morale, che ha afflitto lo “stato di Dio” non è più un segreto e
tutti lo sanno. Anche Lei, che vuole essere il “vescovo sul trono di Roma
Antica”, è stato costretto a confessare l’incurabile ascesso morale della “Santa
Sede”, che vuole rappresentare la “Chiesa” e addirittura quella
"vera", definendola la "realmente vera Chiesa di Cristo" e
definendo l’Ortodossia “carente”!
Piena
conferma danno molti quotidiani e riviste danno piena conferma, con le loro
pubblicazioni, alle rivelazioni che in Vaticano, in effetti, esiste una lobby
gay e un flusso di corruzione. Gli articoli sono stati pubblicati da diversi
quotidiani, quando improvvisamente ha rassegnato le dimissioni sua
Illustrissimo Benedetto. Allora era stato rivelato anche lo scandalo del
riciclaggio di denaro da parte del Vaticano, trasferimento di denaro a banche
tedesche e metodi "mafiosi" per perseguire i propri interessi. Anche
Lei, Illustrissimo, ha proceduto a rivelazioni il 2013/05/12. In conformità a
quanto scritto in un articolo del quotidiano la "Repubblica" del
2013/06/13: “La sessualità non sparisce quando si indossano abiti talari, ed è
confermato, ancora una volta, attraverso la bocca del “Papa”. Come è confermata
anche "l'anarchia economica", intorno al papato. Secondo i media
papali, non contestati dal Vaticano, Lei ha ammesso l'esistenza di una
"lobby gay" e di un "potere di corruzione" in Vaticano,
attuando la più paradossale confessione nella storia moderna del Vaticano.
Soprattutto dopo gli scandali di pedofilia da parte di "sacerdoti"
del papato. In realtà, Lei, Illustrissimo, durante un incontro privato con i
rappresentanti della Confederazione Religiosa dell'America Latina e dei Caraibi
(CLAR), ha parlato di vari "problemi scottanti del Vaticano",
compresi i problemi della Curia, l'amministrazione centrale della Chiesa, che è
stata recentemente trovata al centro di scandali di corruzione. Secondo la
pagina web di “Riflessione e Liberazione”, organo del papato in Cile, queste
confessioni sono state espresse da Lei in lingua spagnola. Ancora una volta Lei
ha sottolineato la convinzione che vi è la necessità di rinegoziare la
convenzione della realtà religiosa e della sessualità, come anche di altre
debolezze umane. Le Sue parole lo confermano: “In Curia esistono anche uomini
santi veramente. Ma c'è anche un flusso di corruzione, ed è vero che c'è una
lobby gay. Dobbiamo vedere cosa possiamo fare”[179].
Durante
il viaggio di ritorno dal Brasile (29-7-2013) e parlando in volo con i
giornalisti, ha fatto una dichiarazione "liberale"(!!!)
rispetto alla posizione che aveva il papato in passato per la questione
dell'omosessualità. Quando il giornalista le ha chiesto la sua opinione sugli
omosessuali, ha risposto: "Chi sono io per giudicare l'orientamento
sessuale? Se un uomo è alla ricerca di Gesù e del bene, chi sono io per
giudicare questo comportamento? "Inoltre, ha aggiunto che gli omosessuali
non devono essere emarginati, ma dovrebbero essere integrati nella società. Ha
preso posizione contro la discriminazione nei confronti degli omosessuali, ma
ha parlato della posizione del papato, per la quale, sebbene l'orientamento
omosessuale non costituisca peccato, gli atti omosessuali lo sono. Lo stimato giornale
Wall Street Journal dà un'altra dimensione nelle sue dichiarazioni. In
particolare, il giornale sostiene che, nelle Sue dichiarazioni
sull'omosessualità, ha spianato la strada per l'accettazione di
"sacerdoti" omosessuali[180].
In
accordo con la Sua linea, il “vescovo” papale del Messico Jose Raul Vera Lopez,
intervistato su 27/08/2013, ha dichiarato: "L'omosessualità non è una
perversione, ma l'omofobia è una malattia mentale "[181].
Nel
19/09/2013, Lei Illustrissimo, ha dichiarato: “La Chiesa ha il diritto di
esprimere le sue opinioni, ma non di intervenire spiritualmente nella vita
degli omosessuali[182]".
Con questa dichiarazione ha sostenuto le loro comunità. Letteralmente la Sua
dichiarazione è arrivata del tutto inaspettata e come un "fulmine a ciel
sereno". Infatti, con tali dichiarazioni sulle anomalie carnali,
profondamente irresponsabili, giacché non le condannate, considerando che
l'argomento è regolarmente riconosciuto, da diversi parlamenti, come “matrimonio”,
Lei, Illustrissimo, ha aperto “il sacco di Eolo” e ha gettato “benzina sul
fuoco”.
Una
risposta corretta e facile, da parte vostra, avrebbe dovuto essere: "La
fetida passione assolutamente condannata da Dio e condannata dalla quasi
totalità degli uomini, tranne che dagli uomini perversi del nostro tempo,
chiede semplicemente conferma della condanna. Infatti anche teologicamente è
stata descritta come azione manifestamente odiata da Dio come nessuna altra
devianza".
Infatti,
oh la frivolezza, il fallimento, l’indecenza, l’audacia, da Lei che si vanta
per il numero di "fedeli", che rappresenta. Decadimento di Nadir! Ha
aggiunto altro piombo alle tante altre deviazioni spirituali del papismo. Ha
sbrindellato ogni credito come "leader" e la Sua dignità personale.
Che si rallegri ogni papista sulla terra, ma con questo, auguriamo che alcuni
si sveglino, valutando dove si dirige il papato con la sua folla di
"fedeli".
Poiché
ogni “Papa”, e in generale il Vaticano, si vanta di avere come capo l’Apostolo
Pietro e dichiara che è sua la chiesa, con le vostre ben note argomentazioni, e
considerando che in Vaticano, Paolo, l’Apostolo delle nazioni, è messo un po’
da parte, Lei, Illustrissimo, dovrebbe sapere quanto è stato scritto da Pietro
su questa perversione: "... e condannò alla
distruzione le città di Sodoma e di Gomorra, riducendole in cenere, e le fece
un esempio per coloro che in avvenire sarebbero vissuti empiamente... specialmente coloro che seguono la carne nei suoi desideri
corrotti e disprezzano l'autorità”[183]!
Interpreta
s. Nicodemo della Santa Montagna: "Queste città, in cui i cittadini
praticavano lo stare fra maschi, le ha bruciate con un diluvio di fuoco e di
zolfo. Ugualmente, il nostro Dio ha fatto sprofondare un grande numero di
uomini con il fuoco, ed è consequenziale che ogni empio che giudicherà nel
futuro lo farà allo stesso modo, come i colpevoli sodomiti... perché più
duramente degli altri che si resi colpevoli saranno puniti coloro che non
resistono alla lussuria e agli atti obbrobriosi, atti che non vanno neanche
descritti, poiché danneggiano coloro che meditano anche con la sola memoria[184]".
E
il settimo versetto della lettera di Giuda: "... Proprio
come Sodoma e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate
alla fornicazione e si erano date a perversioni sessuali contro natura, sono state poste
innanzi a esempio, subendo la pena di un fuoco eterno". Timore e
tremore, ma quanti conoscono questo? Oltre la punizione sottolinea San
Nicodemo: " il corpo dei maschi è completamente differente ed estraneo... [185]".
Indelebile
ricordo della calamità di allora il luogo è conosciuto come Mar Morto. Sotto
parte di questo mare c’erano queste città. Oggi questo mare è confine fra
Israele e Giordania. Rimane l'insegnamento e ci ricorda che, perché non vi sia
vita, qualcosa di terribile è accaduto là, intorno al 1800 a.C.
Terribili
anche le parole di Paolo: "... gli uomini,
lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine
gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini,
ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta
al loro traviamento"[186].
Alcune
considerazioni di s. Giovanni Crisostomo, dalla sua esegesi delle parole di
Paolo: 2Tutte le passioni portano infamia, ma di più l’eros fra maschi, dove la
natura umana si ribella (a causa di questa, passione contro natura)... poiché
degradando la loro natura, sono caduti nell’innaturalezza... il peccato è
diventato il loro atto (principale), un atto che compiono con zelo... Anche se
non esistesse la geenna, né la condanna dell’inferno, questo sarebbe peggio
dell'inferno … anzi, dico che costoro sono peggio degli assassini... e se
avessero coscienza di quello che fanno preferirebbero morire anche più volte
pur di non subire ancora questa passione. Perché non affermo solo che sei
diventato donna, ma hai perso l’essere uomo... sei divenuto traditore, hai
degradata la tua natura maschile... Cosa è più ripugnante dell’uomo che si
comporta come una prostituta?... Guai, che follia! Oh voi siete più ebeti degli
animali e più spudorati dei cani! Donde provengono queste sventure? Dalla
mollezza (della vita), dalla ignoranza di Dio.... anche la stessa natura è
stata infangata”.
Anche
Freud, nonostante le sue note posizioni riguardo agli uomini e le donne e la
liberalità della libido, del piacere sessuale, (alcuni dei suoi allievi sono in
disaccordo con lui, in particolare sulla questione delle nevrastenie, come il
signor Jung, ragionevolmente contrario) è contrario anche se non avversa
l'omosessualità. Tra le altre cose, nella sua opera "Introduzione alla
Psicoanalisi", dice: “Ci sono categorie di esseri umani le cui vite deviano
dalla vita sessuale abituale nel modo più eclatante. Un gruppo di questi "
pervertiti" ha lasciato fuori dalla propria vita le differenze fra i due
sessi... in loro, solo lo stesso sesso provoca desiderio. Queste persone
rinunciano a qualunque partecipazione nella riproduzione. Queste persone sono
chiamate omosessuali... vi appartengono coloro chi si sono dimessi dall’unione
con gli organi sessuali e o parti del corpo... superando le difficoltà
anatomiche e sconfiggendo la relativa avversione... Ora quale dovrebbe essere
il nostro atteggiamento in quelle forme inusuali di soddisfazione ? Sdegno ed
espressione del nostro disgusto personale. Resta da spiegare l’esistenza delle
perversioni e di collegarle con la normale sessualità... comunque sono definiti
bisogni perversi”[187].
Chi se l’aspettava da Freud, però è stato come catapulta contro questa
perversione[188].
L'Apostolo
Paolo nella sua lettera ai Corinzi[189]
ha detto chiaramente che gli omosessuali "non erediteranno il Regno di
Dio". Queste parole dell'Apostolo Paolo sembra che gli eretici cristiani
non le condividano, anzi promuovono l'omosessualità considerandola non una cosa
peccaminosa ma come qualcosa di normale.
In
altre parole, Lei tenta di presentare la perversione come normale e coloro che
la praticano solo come malati di psiche. Secondo Lei l’Apostolo Paolo e i Santi
Padri della Chiesa Cattolica Ortodossa, che hanno condannato con forza come
peccato mortale l’omosessualità, avevano bisogno di cure psichiatriche[190].
Sua
Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha dichiarato una posizione diversa
rispetto al Suo atteggiamento sull’argomento dell'omosessualità. In una
dichiarazione, che ha fatto dopo la fine dei Vespri presso la Chiesa Cattedrale
di San Simeone di Estonia, il 2013/07/09, ha duramente criticato coloro che
sostengono i matrimoni gay e la "libera convivenza", affermando che
"Sono condannabili le odierne invenzioni dei cosiddetti "patti di
convivenza", che sono il risultato del peccato e non della gioia
legale"[191].
Noi
Ortodossi rispettiamo la vita privata di qualsiasi persona come libera scelta
responsabile. Noi non intendiamo intervenire in modo intollerante e sospendere
i diritti e le libertà. La nostra protesta è incentrata sui tentativi che
questo terribile peccato di omosessualità, di sodomia, di lussuria innaturale,
che si estende in pederastia e in pedofilia, possa essere presentato come uno
stato normale, come una semplice differenza. La coscienza universale, tuttavia,
nel corso dei secoli, riconosce come comportamento sessuale normale il rapporto
tra il maschio e la femmina. Questa è la fisiologia e l’ontologia umana. Ogni
altro rapporto inverte ontologia umana come aberrazione innaturale, che non si
osserva nemmeno negli animali. In particolare la Sacra Scrittura, che esprime
la volontà di Dio, il Creatore dell'uomo e sapiente conoscitore della natura
umana, condanna l'omosessualità come pathos, disonore e bruttura rigorosamente
punita con fuoco e zolfo nella città di Sodoma e Gomorra. Per tutti i Santi
Padri, l’omosessualità è, fra i peccati, il più disgustoso e impuro. Il
sostegno e l’assoluzione dell’omosessualità costituisce grande mancanza di
rispetto verso Dio - Creatore dell'uomo in maschio e femmina - e blasfema
soppressione del Vangelo. Chi siete voi, rappresentanti della modernità, che
avete l’audacia di mettervi al di sopra di Dio e di rimuovere il Vangelo e
l'insegnamento dei Santi Padri? Mostrare pubblicamente l'omosessualità offende
la pubblica decenza e la nostra coscienza religiosa, invia messaggi ai giovani
di comportamento sessuale deviante, ed è un siluro contro il fondamento della
famiglia e della società, già con un grave problema demografico e può causare
disturbi psicopatologici nei bambini allevati da coppie omosessuali, obiettivo
che si cerca di realizzare[192].
24)
LA BANCA DEL VATICANO E IL RICICLAGGIO DI DENARO
La Sua elezione al Vaticano,
Illustrissimo, amico del banchiere Rockefeller, ha contribuito a ridurre -
anche se temporaneamente - le voci di coloro che parlavano dei grandi scandali
economici e morali, ma continuano a sostenere che l'organizzazione dei Gesuiti
dell'Opus Dei, in collaborazione con i grandi imbroglioni banchieri sionisti,
tirano i fili dell'economia globale!
Memorabili
sono le reazioni contro il riciclaggio di denaro da parte del Vaticano e
l'interconnessione che esiste tra Cosa Nostra e i responsabili della banca
dell’autonominata, sedicente, Santa Sede, come hanno scoperto i giudici
italiani.
Vengono
alla luce sempre più le indagini che indicano che il Papato è essenzialmente un
un'organizzazione criminale, ai livelli amministrativi superiori, molto
pericolosa per l'umanità.
L’attività,
per esempio, della Banca Vaticana facilita il riciclaggio di denaro, sostengono
i responsabili di una indagine triennale, confermata da documenti riservati
citati da due quotidiani italiani[193].
Tuttavia, la denuncia maggiormente documentata è di Karen Hudes, che ha
lavorato per venti anni consecutivi nel dipartimento legale della Banca
Mondiale, che è stata licenziata quando ha denunciato una grande truffa in
Indonesia! L'ex consigliere legale della Banca Mondiale, in una recente
intervista a una rete televisiva americana, ha affermato che le trace della
ricchezza globale di un gruppo canaglia di gradi banchieri termina in Vaticano[194].
A questa conclusione è arrivata quando è riuscita a seguire il percorso del
denaro che, in effetti, conduceva al Vaticano.
Le
denunce evocano alla nostra mente le rivelazioni sui legami del Vaticano con
l'organizzazione criminale che si nascondeva dietro la loggia massonica P2, e
con la mafia! L'Opus Dei, organizzazione dei Gesuiti, è ormai noto che non solo
controlla il sistema bancario europeo, ma è anche a capo del potente club dei
grandi banchieri sionisti, che ha sede in Svizzera, come ha chiaramente
affermato Karen Hudes!
Riguardo
a questo è necessaria la presentazione di una pubblicazione[195]
che mostra il modo di agire dell'organizzazione gesuita Opus Dei e che
convalida e giustifica le parole dell'ex consulente legale della Banca
Mondiale. È citato solo un breve estratto dal quale, però, si può comprendere
l'iniquità della loro azione. Un'azione che conferma sostanzialmente il detto
di s. Kosmas dell’Etolia "anatematizzate il Papa", ma anche le parole
dell'insegnante di s. Anastasio Gordio, che nella sua opera “Contro l’Islam e
contro i Latini”, che alcuni hanno cercato di far sparire, interpreta parti del
libro della Rivelazione e identifica il “Papa” con la bestia bicornuta.
“...
la Limmat Foundation, con sede in Svizzera, opera in Africa centrale e
orientale, Sud America, Sud-Est asiatico e paesi dell'ex Unione Sovietica.
Anche se afferma che non è un’organizzazione di natura politica o religiosa, è
noto che questa fondazione influenza direttamente la politica dei paesi in cui
opera, mentre tutti i soci fondatori hanno forti legami con l' Opus Dei. Limmat
Foundation ha un budget annuale superiore a 1.000.000 $, di cui il 78 %
proviene da risorse proprie, mentre il restante 22 % è coperto da fondi statali
e sovvenzioni dell'Unione europea. La Fondazione ha un rapporto diretto con il
sistema bancario paneuropeo, controllata dall'Opus Dei. L'elenco dei membri
include i massimi dirigenti della Banca Popolare di Spagna, della
Nordfinanzbank di Zurigo e della Fondazione Rhine-Dunude, che è interamente
finanziato dall'Unione Europea.
Un'altra
organizzazione, fondata da membri dell'Opus Dei, è la Hanns-Seidel, con sede in
Germania. La Fondazione è finanziata dall'Unione Europea ed è associata con il
partito Cristiano democratico bavarese CSU; l'eurodeputato di questo partito
Fritz Pirkl è membro fondatore di Hanns-Seidel. Questo istituto, in
collaborazione con Limmat, ha istituito nelle Filippine il Centro per la
Ricerca e la Comunicazione, e tra i suoi membri fa parte la maggioranza
dell’élite economica e politica del paese. (Nota: per quel paese la signora
Karen Hudes ha denunziato in un'intervista la Banca Mondiale di avere compiuto
una delle più grandi scorrerie economiche!) L’agenzia Progredi, con sede a
Bruxelles, è un'altra delle "vetrine" dell'Opus Dei. Nella lista dei
suoi membri fanno bella figura nomi come quello di Gian Mario Roveraro,
proprietario della Banca Commerciale Akros di Milano e del consigliere
economico del Vaticano. L'Istituto per la Cooperazione Universitaria con sede a
Roma e Bruxelles opera dal 1993 in tutto il mondo. In particolare opera in
paesi come il Perù, l'Albania e l'ex Unione Sovietica. Il bilancio annuale
supera i 4,5 milioni dollari, di cui il 10 % proviene dalle loro risorse,
mentre il resto è coperto da fondi dell'Unione europea.
L'Organizzazione
Association for Cultural Cooperation ha
la sua sede in Belgio. Il suo
bilancio annuale supera il 1.000.000 $, di cui il 30 % proviene da fondi
privati , mentre il restante 70 % da istituzioni sociali e dall'Unione
Europea. L'organizzazione opera in sette paesi dell'Africa centrale e del Sud
America.
Naturalmente,
la lunga lista non finisce qui. È quindi evidente che Opus Dei ha diretto
coinvolgimento nella società. La sua influenza, impegnandosi nella politica dei
paesi in cui la sua presenza è forte, ha un impatto diretto sulla scena
politica mondiale. I suoi membri sono riusciti a penetrare nel parlamento
europeo e a diventare commissari nelle commissioni dell'Unione Europea o
delegati governativi, dei loro paesi, alle Nazioni Unite. Così, riescono a
intervenire, essendo riusciti a controllare anche le organizzazioni
filantropiche internazionali quali l'UNESCO, il cui direttore generale Federico
Mayor è un membro dell'organizzazione...”.
Anche
una persona comune può interpretare le varie partite giocate dallo stato del Vaticano.
All'interno di questo quadro, secondo alcuni ambienti ecclesiastici, rientra
anche la legge entrata in vigore retroattivamente negli Stati Uniti (!), che ha
permesso a centinaia di vittime degli abusi sessuali da parte di
"sacerdoti" del Vaticano di rivendicare un enorme risarcimento. Il
risultato è stato il fallimento economico degli Arcivescovati e Vescovati del
Vaticano negli Stati Uniti! In sostanza, gli stessi ambienti sostengono che la
legge è stata provocata dai banchieri sionisti e rivolta esclusivamente al
controllo del potere e all’elezione di un “Papa” che lavorerà nel solo loro
interesse e come loro strumento al progetto della globalizzazione. Karen Hudes
sostiene apertamente, dunque, che la Banca Federale Statunitense è controllata
totalmente dai Gesuiti, dai quali proviene anche Lei, Illustrissimo!
Come
i Templari con il satanista, cabalista capo De Molay hanno tentato di prendere
dall'interno il posto del “Papa”, ma sono stati individuati, perseguiti e
uccisi, nello stesso modo anche i Gesuiti dell'Opus Dei, insieme ai loro
partner, i banchieri sionisti, oggi, attraverso l'economia, come i Templari,
hanno tentato di fare lo stesso. La differenza è che questi ultimi hanno
evitato errori e sono riusciti a forzare alle dimissioni il tedesco Benedetto
attraverso pubblicazioni, ma anche attraverso la registrazione, in tre volumi,
degli scandali economici e non solo... cosi sono riusciti ad eleggere Lei,
chiamato il “Papa” nero, che ha avuto una posizione di leader all’interno
dell'Ordine dei Gesuiti !
Dai
vostri primi atti pubblici, e con l'aiuto della pre –progettata, in modo
analogo a quella dei leader politici, campagna pubblicitaria per convincere le
masse dell'Occidente[196].
Gli
sviluppi nello "Stato di Dio" si svolgono con grande celerità. Gli
scandali che si cercava di tenere nascosti sono stati rivelati e Lei sta
cercando invano di risolvere gli “scandali" che emergono continuamente
dalle profondità! Gli scandali economici, che emergono, uno dopo l'altro,
ricordano più una banda mafiosa o camorristica, che la "sede che
rappresenta Cristo sulla terra"! Il rapporto in questione recita:
“L'operatività della Banca Vaticana facilita il riciclaggio di denaro”, secondo
i responsabili di una ricerca triennale sulla banca, in conformità con documenti
riservati, ai quali si riferiscono in recenti pubblicazioni due quotidiani
italiani. L'Istituto per le Opere Religiose ( IOR, il nome ufficiale della
Banca Vaticana ) non fa le opportune verifiche sulla clientela e ha permesso ai
titolari dei conti di trasferire quantità significative di denaro per conto di
altri; secondo la stessa fonte. "C'è un aumento del rischio nel
funzionamento di IOR, che, non identificando con precisione i suoi clienti,
possa essere utilizzato come una copertura per nascondere affari
illegali", hanno detto gli investigatori in un documento citato dal
Corriere della Sera. Gli investigatori hanno anche accusato alcune banche
italiane che hanno accettato i trasferimenti del denaro dallo IOR, senza
verificare la fonte di provenienza, denaro che viene successivamente trasferito
in altre banche. “Lo IOR può facilmente diventare un vettore di denaro sporco
derivante da attività criminali", dicono gli investigatori. Smentiscono
anche le rassicurazioni dello IOR che tutti i clienti sono chierici o comunità
religiose. "Ci sono anche persone che, avendo un rapporto privilegiato con
la Santa Sede, possono effettuare depositi di denaro e aprire dei conti",
spiegano. L’indagine riguarda ventitre milioni trasferiti, nel mese di settembre
2010, dalla Banca Vaticana alla istituzione finanziaria italiana Credito
Artigiano, di cui tre milioni depositati successivamente alla Banca del Fucino
e 20 milioni alla JP Morgan di Francoforte. Il trasferimento di questi fondi è
stato approvato da Paolo Cipriani, allora direttore generale dello IOR, e dal
suo vice, Massimo Tulle, che sono stati dimessi, e gli investigatori intendono
accusare. Secondo il giornale La Repubblica, i due uomini sono anche accusati
di aver effettuato altri dieci trasferimenti di denaro alla JP Morgan”[197].
Il "vescovo" Nunzio Scarano, insieme con un agente dei servizi
segreti del Vaticano e di un broker, è accusato di frode e corruzione, a
seguito di un'inchiesta condotta dai servizi finanziari competenti della
polizia italiana. Scarano, ex responsabile per le attività finanziarie del
Vaticano, intendeva trasferire 20 milioni di euro dalla Santa Sede in Svizzera,
ma è stato scoperto dalle autorità, vanificando così i suoi piani[198].
Scarano, ex alto dirigente della gestione finanziaria della Santa Sede, è stato
arrestato insieme a Giovanni Zito, un agente dei servizi segreti italiani, e al
mediatore Giovanni Carinzio. Sono accusati di aver progettato di portare di
contrabbando in Italia 20.000.000 € per conto di amici ricchi di Scarano, amici
che si occupano di trasporto navale nella città di Salerno, nel sud
Italia"[199].
La
prima cosa che vorrei dire è che dove manca la grazia di Dio, è abbondante
l'energia satanica e per questo si verificano questi risultati[200]!
La
seconda è che Lei, Illustrissimo, continua con l’ipocrisia in un disperato
tentativo di commuovere, di ingannare la gente e per correggere la pessima
immagine della Città del Vaticano. Durante la Sua visita in Brasile ha
dichiarato, secondo il giornale "The News" del 3-04 Agosto, tra
l'altro: "I diritti umani non sono violati solo dal terrore e la
repressione, ma anche da strutture finanziarie abusive, dove creano enormi
disparità". Altrove ha dichiarato: "Oh, come vorrei una Chiesa povera
per i poveri".
Le
Sue dichiarazioni provocano emozione e ammirazione. Con l'aiuto dei media Lei
corregge la scarsissima immagine del Vaticano, che è scosso da scandali di ogni
tipo, mentre Lei si 'santifica'. Dimentica, però, che il Vaticano
intenzionalmente è diventato una forza economica nel periodo tra le due guerre,
sotto la guida economica del banchiere Bernardino Nogara. Egli ha istituito
società finanziarie per conto del Vaticano, penetrando nelle banche, nelle
fabbriche di armi e di farmaci, commercializzando carburanti e oro. Tenete a
mente, inoltre, che intenzionalmente: a) nel 1942 è stata fondata la Banca
Vaticana, il famigerato IOR. b) dopo la seconda guerra mondiale il Vaticano
sviluppa le sue attività in tutto il mondo tramite compagnie di assicurazione,
fabbriche di cemento, di acciaio, di pasta, di meccanica, con alberghi, edifici
e complessi residenziali. Queste attività hanno beneficiato del fatto di essere
esenti da imposte. c ) Dal 1968, con il “Papa” Paolo VI, guidano le finanze del
Vaticano il "vescovo" di Chicago Paul Marcincus, il banchiere mafioso
Michele Sindona, il banchiere internazionale Roberto Calvi e l’agente Licio
Gelli, fondatore e "Gran maestro" della famigerata loggia massonica
"Propaganda Due" ( P - 2). Le aziende e la Banca Vaticana “riciclano”
denaro sporco, come è stato rivelato poco prima delle dimissioni
dell’Illustrissimo Benedetto.
Nel
1978 è morto “Papa” Paolo VI e gli succede sul trono del Vaticano Albino
Luciani, insediato nel mese di agosto 1978 con il nome di Giovanni Paolo I.
Esattamente 33 giorni dopo il suo insediamento è morto improvvisamente e
inspiegabilmente. Aveva manifestato la sua disponibilità ad effettuare pulizia
nel Vaticano e aveva cominciato a fare passi in questa direzione, allontanando
i vecchi dirigenti, numerosi loro collaboratori e i massoni. Molto tempo dopo
la sua morte è stato detto ( senza prove ) che il “Papa” è stato assassinato
con la digitale. Tuttavia, la necroscopia non è stata mai effettuata. Gli
successe il polacco Wojtyla, come “Papa” Giovanni Paolo II e l’ordine è stato “restaurato”.
Al
“Papa” Giovanni Paolo II successe il “Papa”, Benedetto XVI, che si è dimesso
sia per gli scandali omosessuali all'interno del Vaticano sia per gli scandali
finanziari. Non si deve dimenticare che poco prima delle sue dimissioni
esistevano formali denuncie da parte delle autorità italiane per "riciclo”
di denaro sporco. Inoltre, poco prima delle sue dimissioni, sono state
trasferite ingenti somme verso banche tedesche. Il Vaticano, secondo la
bibliografia, controlla società a Panama, in Lussemburgo, nel Liechtenstein,
controlla banche (in Lussemburgo), gruppi editoriali, associazioni bancarie,
ecc. Il Vaticano possiede una favolosa ricchezza. Potrebbe vendere una parte di
questa per lo sradicamento della povertà, della fame, delle malattie ecc. Ma,
di poveri si occuperà il Vaticano? È diverso occuparsi realmente dei problemi
quotidiani dell’umanità e altro fare propaganda. Illustrissimo, Lei fa
propaganda, per migliorare l'immagine luciferina del Vaticano. Per questo in un
primo momento ho parlato di “concerti di ipocrisia" da parte vostra.
25)
IL PROGETTO DEL PAPATO CONTRO LA GRECIA
Sul male, il papato che ha causato alla
nazione greca, lascerò parlare il padre fra i santi, il Vescovo Nettario di
Pentapolis. Il santo nella sua opera in due volumi "Studio storico sulle
cause dello scisma", in cui si esprime in modo severo e negativo sul “Papa”
e il papato, dice: "Che cosa si può dire? Piangere o ridere per tali pretese
dei papi? Ritengo che si addica di più il piangere, perché molte lacrime la
nazione greca ha versato per i papi, che sono stati i cattivi demoni per la
Chiesa Orientale e per la nazione greca”[201].
E altrove: "L'odio contro i greci da parte della Chiesa Occidentale, che
ha animato tutto l’occidente, ha reso i popoli arretrati dell’occidente
fanatici nemici dei greci, che consideravano quest’ultimi come odiosi
eretici... I Crociati, folla ignorante e fanatica, nutrivano uguale odio sia
per i greci sia per gli ottomani. L’espugnazione di Costantinopoli da parte dei
Crociati, vandali barbari d’occidente, fu il timbro sullo scisma"[202].
E infine, "I papi peccano e sono castigati e saranno castigati fino alla
Seconda Venuta di Cristo, forse eternamente per i mali procurati alla Chiesa
greca, come per le pseudo unioni e per i loro insegnamenti empi e non
cristiani”[203].
I
piani del Vaticano per la Grecia coincidono con quelli di coloro che combattono
la Chiesa. Dietro alle richieste di coloro che combattono la Chiesa, che
chiedono che l’ora di religione sia modificata da educazione religiosa e
catechetica a lezione sincretista di religioni e per la separazione tra Chiesa
e Stato, è nascosto il Vaticano. La prova di questa affermazione è l'articolo
intitolato "La lingua greca antica, l’ora di religione e il fanatismo
religioso" del sig. Nicola Gasparakis, avvocato ed ex direttore
dell’ufficio stampa del papato in Grecia, pubblicato nel giornale
"Eleftherotypia"[204].
Nel
suo articolo il signor Gasparakis suggerisce la necessità di cambiare l’ora di
educazione religiosa in ora di religioni e la separazione tra Stato e Chiesa.
Tenta di aggiungere come argomento riguardo alla separazione tra Stato e Chiesa
ortodossa che: " questa separazione sarebbe a favore della Chiesa... inoltre,
gli indicatori economici considerando le condizioni critiche odierne del nostro
paese sarebbero più favorevoli al popolo", era implicito, naturalmente,
che si sarebbe "alleggerito" il bilancio pubblico con la fine del
libro paga del clero ortodosso.
Il
signor Gasparakis può rispondere se, secondo i principi dello Stato di diritto,
in tutto il mondo, vi è un ordinamento giuridico che ha permesso l’esproprio
senza nessun indennizzo del 96% delle attività di un'organizzazione? Perché il
libro paga del clero ortodosso non costituisce un atto di favoritismo del
governo greco, ma obbligo contrattuale, come dimostrato recentemente la
sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, con la cancellazione della
nota legge Tritsi (legge 1700/1987)[205].
26)
LA SUA IMMINENTE VISITA A GERUSALEMME E A FANAR
Secondo quanto riferito, Lei ha
accettato l’invito di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo per
visitare la Sacra prima Cattedra dell’Ortodossia in Fanar[206],
in un prossimo futuro. Inoltre, secondo la stessa informazione, è d'accordo con
la proposta di Sua Santità il Patriarca Ecumenico di incontravi nel maggio 2014
nella Città Santa di Gerusalemme, in occasione del 50° anno dall’incontro dei
vostri predecessori, Paolo VI e Atenagora[207].
Infine, viene riferito, ha accettato l'invito di partecipare all’importante
manifestazione dell’esposizione sulla Santa Montagna dell’Athos, che si terrà
nel 2015 nel palazzo presidenziale in Italia, la cui inaugurazione è prevista
da Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, come Vescovo della comunità
monastica dell’Athos.
Davvero,
cosa può portare di buono all'Ortodossia Lei, Illustrissimo, l’illustre “Papa”
gesuita, dei rabbini, dei massoni, della dittatura dell'America,
dell'ecumenismo, della pan-religione, della “New Age” dell'Acquario” e del
"Nuovo Ordine"?
EPILOGO
Noi, ortodossi, desideriamo sempre
l'unione e preghiamo "per l'unione di tutti (persone)" nella verità,
e non a favore dell'unione con delle pseudo chiese, senza che loro abbandonino
le loro eresie, della nostra Santa Chiesa nella divina “unione nella diversità
delle false dottrine”. Essenzialmente voi papisti la impedite. Noi, gli
Ortodossi, siamo prevalentemente unionisti, mentre voi, i papisti, gli
anti-unionisti. Se non vi pentirete, qui nella vita passeggera, vi pentirete
nell’ade, dove "non c'è pentimento"! Noi, greci ortodossi, vogliamo
l'unione, come stabilito da Cristo, mentre, voi, latini, come stabilisce Lei,
Illustrissimo. Se voi, Illustrissimo, foste coerenti con Cristo, non dubitate
che noi, Ortodossi, che possediamo la vera fede di Cristo, avremmo accettato
l’unione. Ma dal momento, Illustrissimo, che non siete d'accordo con Cristo,
non si potrà mai essere d'accordo con voi. Come è possibile, Illustrissimo,
accettare l’unione quando Lei e i papisti non siete in accordo ma avversi
all'insegnamento del Vangelo del nostro Salvatore Gesù Cristo e degli Apostoli?
Come possiamo accettare di unirci con voi, quando parlate, ragionate e agite
contro Dio, contro la Tradizione dei Padri?
Dal
momento, che Lei, Illustrissimo, rimane impenitente e insiste in modo diabolico
nelle vostre eresie, abbiamo il dovere di interrompere ogni rapporto con Lei e
di procedere ognuno per la propria strada, seguendo l'esempio del beato
Patriarca Ecumenico Geremia II (1581) che ha avuto un atteggiamento memorabile
ed esemplare nel dialogo con i protestanti "teologi" di Tübingen.
Quando scoprì che perduravano nelle eresie e respingevano l'insegnamento dei
Santi Padri e dei luminari teologi della Chiesa, interruppe i contatti abbandonandoli
al loro cammino. “In futuro vi chiediamo di non sottoporci a fatiche né di
rispondervi per lettera riguardo a questi argomenti, considerando che usate gli
astri luminosi e teologi della Chiesa ogni volta con differente interpretazione
e li onorate a parole ma non osservate (i loro insegnamenti) e rendete
manifesto che è inutile l’armatura delle nostre argomentazioni, cioè le parole
(dei Padri) divine e sante, attraverso le quali avremmo potuto scrivervi e
confutare (le vostre argomentazioni). Dunque, riguardo al vostro caso
risparmiateci da ogni assillo. Continuate la vostra strada, e, se volete,
scriveteci per amicizia e non sottoponendoci cose dogmatiche”[208].
L’Apostolo
Paolo, il divino araldo, scrive: “State saldi e
mantenete gli insegnamenti che avete imparato tramite la parola o la nostra
epistola”[209].
E ancora: “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi
predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia
maledetto”[210]. Dice lo stesso Ignazio il Teoforo: “Chi
parla o fa cose contro a quello che ci è stato ordinato, anche se è persona
affidabile, anche se digiuna, o vive nella verginità, o compie cose miracolose,
guardalo come lupo con la pelle di pecora che prepara con le sue opere la
perdita degli agnelli”. Ma anche il VII Santo ed Ecumenico Sinodo afferma: “Tre
volte anatema a tutte le innovazioni realizzate e che possono in futuro essere
fatte contro la Tradizione della Chiesa, l'insegnamento e l'esempio dei santi
ed indimenticabili Padri " Inoltre, il saggio Bryennio dice: “Se qualcuno
sposta qualcosa dagli insegnamenti dei Padri teofori, questo non può essere
deroga nell'economia, ma tradimento e violazione alla fede e disprezzo a Dio”[211].
Dio
ci ha dato il primo comandamento dell'amore e la Chiesa prega "per
l'unione di tutti". Ma Dio ci ha insegnato l'amore vero, non quello falso.
L'amore, non con le labbra e la bocca, ma l'amore con tutto il cuore e l'anima.
Non è l'amore superficiale, ma quello interiore. Il Signore ci ha insegnato il
vero amore, ma anche ci ha anche insegnato e ci ha ordinato, per proteggerci,
di guardarsi dai falsi profeti, dai falsi cristi, dai falsi maestri, dai lupi,
dai cani, dagli ipocriti, dagli arcipreti, dai sacerdoti, dagli scribi e dai
farisei. Sono loro che il Signore ha criticato con il terribile e spaventoso
"guai", chiamandoli ipocriti, sciocchi, ciechi, guida di ciechi,
predatori, iniqui, sepolcri imbiancati, serpenti, razza di vipere. A tali
uomini il nostro Signore ci ha ordinato di fare attenzione e di non
avvicinarsi, di non avere alcun contatto. Ci ha ordinato solamente di pregare
per loro affinché siano illuminati dal Signore, così che si pentano. Come si
sono comportati contro tali persone (pastori di lupi, falsi maestri, falsi
profeti, falsi cristi eretici) i Padri? I santi Padri, gli imitatori di Cristo,
il Sommo Pontefice, ed eredi dei suoi discepoli, divini pastori, che hanno
sacrificato la loro vita per i loro agnelli razionali, che hanno istituito i
nove venerabili e santi Concili Ecumenici, tutti questi eretici, che abbiamo
sopramenzionato, li hanno scacciati lontano, con la fionda dello Spirito Santo,
dal gregge di Cristo. Li hanno scacciato lontano e consegnato, come
impenitenti, all'anatema eterno.[212]
Fra
Ortodossia e papato (sia con lo spirito del passato sia con quello attuale
dell'idolatria) non ci può essere alcun compromesso.
Né
unione né unità. Noi adoriamo il Dio-uomo, mentre voi adorate l’uomo che avete
deificato, e in definitiva l'idolatria, i falsi dei. I veri e coerenti
ortodossi in nessun caso e per nessun contraccambio fanno matrimoni misti; non
ci imparentiamo con gli eretici e gli eterodossi. L'obiettivo e lo scopo che
perseguiamo sono il cielo e la beatitudine eterna, mentre per voi sono la terra
e la beatitudine in essa.
Ottemperiamo al precetto,
divinamente ispirato, di Paolo: “Non vi mettete con
gli infedeli sotto un giogo diverso, perché quale relazione c'è tra la giustizia e l'iniquità? E
quale comunione c'è tra la luce
e le tenebre? E quale armonia c'è
fra Cristo e Belial? O che parte ha il fedele con l'infedele? E quale accordo c'è tra il tempio di Dio e gli idoli?
Poiché voi siete il tempio del Dio vivente … Perciò uscite di mezzo a loro e
separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'immondo”.[213]
Se,
Illustrissimo, desiderate l’unione, riconoscete e ammettete tutti gli errori,
le eresie e le innovazioni che hanno fatto, durante gli anni, i
"papi" del secondo millennio, i separatisti dalla Chiesa ortodossa.
Pentitevi, piangete amaramente, umiliatevi e poi sarete accettati. Se non
eliminerete l’orgoglio, se non vi umilierete, imitando il Signore, non solo non
avrete successo, ma aumenterà la divisione e si creeranno grandi scandali,
rivolte, confusioni, un grande danno e rovina al gregge. Se, al contrario,
imitando il Signore vi umilierete, si otterrà l'unione, avrete beneficio Lei e
il vostro gregge e sarà glorificato anche da Lei, come è glorificato dai santi Apostoli,
il nome del Padre celeste, perché "il Signore ai superbi si oppone, e agli
umili dà grazia", e "perché chiunque si
innalza sarà abbassato e chi si abbassa sarà innalzato"[214].
Riguardo
a questo, è caratteristico quanto riportato dai contemporanei santi anziani
della Chiesa Ortodossa, il monaco padre Paisios del Monte Athos e lo ieromonaco
padre Porfirio. L'allora “Papa”, essendo stato informato dell'esistenza di
questi santi anziani e dell’influenza che essi avevano sul gregge ortodosso ha
voluto incontrarli. Ha cercato di comprendere, attraverso un suo inviato, se
era possibile un incontro con loro. La risposta di entrambi, senza essersi
consultati, perché erano persone guidate da Dio e dallo Spirito, fu che,
fintanto che il “Papa” continua ad esprimere l'egoismo, l'arroganza e i deliri
del papato e a non pentirsi, l’incontro non può aver luogo. “No, non possiamo
andare. Perché il papato e il “Papa” non è pronto. Hanno molto egoismo. Non
solo vogliono farci sottomettere, ma non credono neanche che noi abbiamo la
verità. Non c'è bisogno di andare. È meglio aiutare con la nostra preghiera”[215].
Considerando,
Illustrissimo, che il momento della morte non è conosciuto, perché, secondo il
Vangelo, "non conoscerete né il tempo, né il momento della morte" vi
preghiamo, come ultimo membro del Corpo Santo e Immacolato di Cristo e come
Vescovo ortodosso, di affrettarvi a tornare nel seno della Chiesa Ortodossa
prima che arrivi la fine. Il Dio Santo, Uno e Trino, vi accoglierà a braccia
aperte! Sarà gioia sulla terra, da parte dei fratelli che rettamente credono, e
sarà gioia in cielo degli angeli per il vostro ritorno! Correte, per fare in
tempo ad entrare nella camera nuziale prima della chiusura delle porte, perché,
secondo s. Cirillo, a coloro che si sono infettati con l'eresia, sarà negata la
veste dell'immortalità.
Infine
devo dire che qualsiasi critica o insulti avremo per aver scritto questo,
saranno la corona massima della nostra vita e la assicurazione infallibile del
nostro Salvatore (Mt 10 11) e Lei può stare certo che presto sarà verificata la
validità di queste cose, perché “è stata data agli uomini la morte per non
diventare il male immortale”.
Auguriamo
che l’increata divina grazia dello Spirito Santo illumini la Sua mente, e Le
dia la forza per riuscire a scacciare lontano il sonno dell’errore,
dell’eresia, dell’indolenza e di rientrare nelle braccia della Chiesa
Ortodossa.
Di
ricondurre l'ex molto pio ed ex primo nato Patriarcato della vecchia Roma e
d'Occidente nel Corpo di Cristo, nel Corpo della Chiesa. Riprendete il vostro
sacro dovere come Primo delle autocefale Chiese Ortodosse con vero primato
d’onore, di diritto come ortodosso gerarca, dell’Una, Santa, Cattolica e
Apostolica Chiesa. Amen.
Sinceramente
+ Andrea del Driinouloupolis, Pogoniani
& Konitsa
+ Seraphim del Pireo
[1] 1 Tm 2,4
[2] S. Nicodemo l’Aghiorita,
Pidalion, pp. 533-535.
[3] “Le manifestazioni del
clero e del popolo hanno annullato la visita dell’eresiarca Papa nella Serbia
Ortodossa” Ορθóδοξος Τυπος 09/08/2013, 1,7 e
http://romfea.gr/patriarxeia/patriarxeio-servias/19373-2013-09-28-19-18-16.
[4] “Terribile: il Papa si è
messo all’opera per il Monte Athos. Ορθóδοξος Τυπος 09/08/2013, “Stendardi antipapali
durante la sinassi dei 20 Sacri Monasteri del Monte Athos. Messaggio forte
della Sacra Comunità del Sacro Monte verso il Fanar e il Papa” Ορθóδοξος Τυπος (6-9-2013).
[5] Presbitero Anastasio
Gkostopulos, La preghiera con gli
eretici. Un approccio secondo la prassi canonica della Chiesa. ED.
Theodromia, Salonicco 2009, pp. 40-42.
[6] Ibidem pp. 40-42
[7] Mt 4, 8-10.
[8] Mio libro, Le eresie del
Papismo, Atene 2009, pp. 175-233.
[9] La crisi in Vaticano
cristi del Cattolicesimo, The New York
Times- dal quotidiano ΚΑΘΗΜΕΡΙΝΗ
ΤΗΣ ΚΥΡΙΑΚΗΣ, 10 Marzo 2013, http://news.kathimerini.gr/4dcgi/_w_articles_world_2_10/03/2013_513899,
http://www.amen.gr/article12799.
[10] Pagina web ΤΟ ΒΗΜΑ.
[11] “La devianza spirituale
del Papismo” Ορθóδοξος Τυπος, 26-4-2013.
[12] “È fuoriuscita la puzza
del Vaticano!” Ορθóδοξος Τυπος, 17-5-2013.
[13] “Spiritualità zero per
la “Santa Sede”! Ορθóδοξος Τυπος 21-6-2013
[14] “Il Papa motociclista!” Ορθóδοξος Τυπος 19-7-2013.
[15] Gal 6,15.
[16] “La terminologia dei
calciatori di “Papa” Francesco” Ορθóδοξος Τυπος 27-9-2013
[17] “La caduta generale del
Papismo è evidente” Ορθóδοξος Τυπος 27-9-2013
[18] 3-9-2013, “Liturgie”
papiste con bicchieri (di vetro e plastica) e insalatiere,
http://aktines.blogspost.gr/2013/09/blog-post_7400.html.
[19] 19-2-2013 “Sacerdote”
papista spruzza acqua santa con la pistola ad acqua,
http://aktines.blogspot.gr/2013/02/blog-post_3191.html
[20] “Cappuccino papista
canta heavy metal!” Ορθóδοξος Τυπος (4-10-2013)
[21] “Il Papa concede indulgenze
elettroniche” Ορθóδοξος Τυπος 13-9-2013.
[22]
Concilio Vaticano II Nostra Aetate
http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decl_19651028_nostra-aetate_it.html
[23]
http://greek.ruvr.ru, http://katanixis.blogspot.gr/2013/08/blog-post_7170.html
[24] 22-3-2013,
Reuters, ΑΜΠΕ, http://www.naftemporiki.gr/story/630438
[25] http://www.briefingnews.gr/ international/item/ 26372-apokefalian-ne
[26] Corano,
Il Pentimento o la Disapprovazione, surat IX:5.
[27] Corano,
Muhammad, surat XLVII: 4-10.
[28] Corano,
Il Bottino surat VIII: 73-76, Il Ferro surat: LVII: 10.
[29] Corano,
La Giovenca II: 189.
[30] Corano,
I Ranghi serrati LXI: 6.
[31] Nuovo
Testamento, Giovanni 16,7.
[32] Nostra
comunicazione sul Corano, fondamentalismo islamico e testi falsificati
dell’Islam 14-6-2012,
http://thriskeftika.blogspot.gr/2012/06/blog-post_14.html
[33] π.
ΘΕΟΔΩΡΟΣ ΚΟΝΤΙΔΗΣ, «Ἡ Β’
Σύνοδος τοῦ Βατικανοῦ ἀνοίγει τήν Ἐκκλησία στό μέλλον. Β΄ Βατικανή Σύνοδος - Ἐποχή συμφιλίωσης καί διαλόγου», περιοδικό Ἀνοιχτοί
Ὀρίζοντες, τεῦχος 1028, Δεκέμβριος 2005,http://ao.cen.gr/anoriz1028/AnOriz1028_19.htm
[34] π.
ΘΕΟΔΩΡΟΣ ΚΟΝΤΙΔΗΣ, «Ἡ Β’
Σύνοδος τοῦ Βατικανοῦ ἀνοίγει τήν Ἐκκλησία στό μέλλον. Β΄ Βατικανή Σύνοδος μια
γενική ἄποψη, http://www.typosmaroniton.com/cgibin/hweb?-A=13524&-V=social 15/10/2012.
[35] «Ὁ νέος Πάπας ὑπέρ τῆς βελτιώσεως
τῶν σχέσεων τοῦ Παπισμοῦ μέ τούς Ἑβραίους καί τούς Μουσουλμάνους», Ὀρθόδοξος Τύπος 19-4-2013.
[36] «Ὁ Πάπας ἐκλεκτός καί τῶν Ἑβραίων», Ὀρθόδοξος
Τύπος 19-4-2013.
[37] Ὁ Πάπας θαυμαστής βλασφήμου Ἑβραϊκοῦ«ἔργου
τέχνης»!Ὀρθόδοξος
Τύπος 17-5-2013.
[38] «Ἔκδηλος ἡἀπουσία ἐκκλησιαστικῆς
συνειδήσεως εἰς τόν Πάπαν κ. Φραγκίσκον», Ὀρθόδοξος
Τύπος (25-10-2013) 2.
[39] ἩμετέραΠοιμαντορική ἐγκύκλιος ἐπί τῆ Κυριακῆ τῆς Ὀρθοδοξίας
2013, ΑΡΧΙΜ. ΧΑΡΑΛΑΜΠΟΣ ΒΑΣΙΛΟΠΟΥΛΟΣ, Ὁ Οἱκουμενισμός χωρίς μάσκα, ἐκδ.
Ὀρθόδοξος Τύπος, Ἀθήνα1988, σσ. 43-45, 107-108, ΣΥΝΑΞΙΣ ΟΡΘΟΔΟΞΩΝ ΚΛΗΡΙΚΩΝ ΚΑΙ
ΜΟΝΑΧΩΝ, Διακήρυξις διά τήν Μασονίαν, http://www.impantokratoros.gr/67D9F5DF.el.aspx.
[40] ἩμετέραἘπιστολή
πρός τόν Μακαριώτατο Ἀρχιεπίσκοπο Ἀθηνῶν καί πάσης Ἑλλάδος καί τούς
Σεβασμιωτάτους Ἀρχιερεῖς γιά τήν αἵρεση τοῦ Οἰκουμενισμοῦ, 8-5-2013.
[41] Καρδινάλιοι πρίν ψηφίσουν γιό τό νέο Πάπα, http://aktines.blogspot.gr/2013/03/blog-post_7366.html.
[42] «Ὁ νέος Πάπας ἐκλεκτός καί τῶν Μασόνων», Ὀρθόδοξος Τύπος 24-5-2013. http://www.grandeoriente.it/comunicati/2013/03/il-gran-maestro-raffi-con-papa-francesco-nulla-sara-piu-come-prima.aspx.
[43] Nella
rivista massonica “Πυθαγόρας-Γνώμων” del
1935, in un articolo del teorico della Stoa A. Pike leggiamo: L’associazione
dei liberi muratori mira alla diffusione soltanto del proprio “credo”, dal
momento che la religione mondiale si insegna con la natura e la logica. Le
logge massoniche non sono templi giudaici o musulmani o cristiani. La
massoneria ripete i principi morali di tutte le religioni... coglie da tutti i
“credo” il buono...” Πρβλ Ν. ΨΑΡΟΥΔΑΚΗΣ, Μασονία. ἩἜχιδνα τοῦ Σιωνισμοῦ, ἔκδ. Ὀρθόδοξο
Μέτωπο, Ἀθήνα 1991, σσ. 116,117.
[44] «Πρᾶξις περί Μασονίας» τῆς Ἱεραρχίας τῆς Ἐκκλησίας
τῆς Ἑλλάδος.
[45] ΑΡΧΙΜ. ΕΠΙΦΑΝΙΟΣ ΘΕΟΔΩΡΟΠΟΥΛΟΣ, Ἡ
Μασονία ὑπό τό φῶς τῆς ἀληθείας, ἔκδ. Πάτμος, Ἀθῆναι
1965, pag. 18. Lo scopo rimane sempre chiaro e specifico: È la promozione del
relativismo religioso nei limiti del Ecumenismo (pancristiano e transreligioso)
con la svalutazione di qualsiasi tradizione religiosa e ideale.
[46] La
nostra “Lettera aperta al 33° Grande Concilio della “Grande Loggia di Grecia”, Ὁρθόδοξος Τύπος, 30-11-2012.
[47] Paul
Naudon, ὉἘλευθεροτεκτονισμός,
traduzione. Γεωργίου Ζωγραφάκη, Atene 1996,
pp. 109,110.
[48] La
loggia, in collaborazione con la Mafia, l’americana CIA e la Banca Vaticana
partecipava al rovesciamento della democrazia in Italia e la sua subordinazione
e dipendenza dagli Stati Uniti d’America. Vedi in Ν. ΨΑΡΟΥΔΑΚΗΣ, Μασονία. Ἡἔχιδνα τοῦ
Σιωνισμοῦ, ἔκδ. Ὀρθόδοξο Μέτωπο, Ἀθήνα
1991, σσ. 90-98, Κ. ΤΣΑΡΟΥΧΑΣ, Ἡ
Μασονία στήν Ἑλλάδα, ἔκδ. Ἑλληνικά Γράμματα, Ἀθήνα 2004.
[49]
Papa Francesco agli atei: «Κάντε τό καλό καί θά βροῦμε σημεῖο συνάντησης», http://www.tanea.gr/news/world/article/5019296/papas-fragkiskos-pros-atheoys-kante-to-kalo-kai-tha-broyme-shmeiosynanthshs/#.UZ5HaUH0gcg.twitter,
http://www.amen.gr/article13974.
[50] Pagina
web ΔΟΓΜΑ.
[51] Il
“Cristianesimo” ateo dell’Occidente!
[52] Blog
Svegliatevi.
[53] Il
nuovo Papa ha iniziato la Sua"apertura" alle religioni mondiali. Ὀρθόδοξος
Τύπος 26.04.2013.
[54]
"Il Papa è pioniere per la formazione della pan-religione"! Ὀρθόδοξος
Τύπος 28-6-2013.
[55] Blog: ΕΘΝΟΣ.gr 1-9-2013.
[56] «Ὁ Πάπας ἐζήτησε προσευχήν καί εἰς
ἀλλοτρίους «Θεούς» διά τήν μή εἰσβολήν εἰς τήν Συρίαν»! Ὀρθόδοξος Τύπος (11-10-2013) 2.
[57] Vlásios
FIDAS, "Papale Enciclica Ut unum Sint e il dialogo tra Ortodossi e Chiesa
cattolica romana", ristampa della rivista "CHIESA" GB Year
'(1995), pp 585-87, 615-17, 660-63.
[58] San
Justino Popovic, La Chiesa Ortodossa e
l'ecumenismo, Salonicco 1974, p. 224.
[59] Nostra
Enciclica pastorale Sulla Domenica dell'Ortodossia 2013, l'archimandrita.
Charalambos VASILOPOULOS, L’ecumenismo,
senza maschera, ed. Orthodox Press, Atene 1988, pp 43-45, 107-108, Sinassi
ortodossa del clero e dei monaci, Bando contro la Massoneria,
http://www.impantokratoros.gr/67D9F5DF.el.aspx.
[60] Ecumenismo, ed. Santo M. Paraclito,
Oropos Attica 2004, pp 11-18.
[61] Sinassi
del clero ortodosso e dei monaci, Confessione di fede contro l'ecumenismo,
luglio 2009, pp 23-24.
[62] Op.
cit. pp. 25-26.
[63]
Protopresbitero THEODOROS Zisis, "ora seriamente è in pericolo
l'ortodossia" Theodromia I1 (gennaio-marzo 2007) 89-94.
[64] Padre
THEODOROS KONTIDIS, "il Concilio Vaticano II apre la Chiesa verso il
futuro. Vaticano II - Era di riconciliazione e di dialogo", Open Horizons
Magazine, numero 1028, dicembre 2005. http://ao.cen.gr/anoriz1028/AnOriz1028_19.htm
[65]
Protopresbitero. THEODOROS Zisis, Οὐνία˙ ἡ
καταδίκη καί ἡ ἀθώωση, Ed. Bryennios, Salonicco 2002.
[66] La
presenza e la partecipazione, all’intronizzazione di Papa Francesco, dell’unia
mostra che cosa è esattamente il papato,
http://aktines.blogspot.gr/2013/03/blog-post_27.html
[67]
VASSILIOS Spyropoulos, «Ὁ «ἐπικοινωνιακός»
Πάπας καί ἡ παγίς μέ τούς Οὐνίτας», giornale Δημοκρατία 30-3-2013 e Ὀρθόδοξος Τύπος.
[68]
Giornale Cattolico, f. 3046/18-4-2006.
[69] Ὀρθόδοξος Τυπος, 8-12-2006.
[70]
Giovanni Karmiris, “Ortodossia e il cattolicesimo romano”, vol. II,
"Dichiarazione della delegazione ortodossa alla Terza Conferenza
Pan-ortodossa", Atene 1965, p. 38.
[71] Mc. 12,
17.
[72]
Archimandrita GEORGIOS KAPSANIS Apprensione
per la unione, preparata dal Vaticano, fra ortodossi cattolici
http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155
[74] Il Papa
Francesco: Preghiamo per l'unità, http://www.romfea.gr/epikairotita/17714-2013-06-28-13-54-40, http://aktines.blogspot.gr/2013/06/blog-post_4423.html
[75] La
festa patronale della "Chiesa" di Roma, 29-6-2013, http://www.amen.gr/article14466
[76]
Provocatoria "mariologia" durante la festa patronale papale Pres
ortodossa 26.07.2013.
[77]
Metropolita CHRYSOSTOMOS di Peristeri , Ortodossia
e cattolicesimo romano. L’inizio del dialogo teologico. Fatti e considerazioni,
periodico Teologia, v. 53 (1982), p. 77.
[78]
Archimandrita GEORGE KAPSANIS, La crisi
della teologia e dell'ecumenismo in USA, Atene 1968, pp 17-20.
[79] Visita,
v 496/1993.
[80]
Archimandrita GEORGE KAPSANIS Apprensione per la preparata dal Vaticano unione
fra ortodossi e cattolici romani http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155 e
"L’unione delle" Chiese", in Ecclesiologia e questioni
pastorali, ed. Santo Monastero di San Gregorio, Monte Athos 1999, pp. 53-60 e
Archimandrita Filotheos ZERVAKOS ", l'unione delle “Chiese", padre
Philotheos Zervakos (Uranodromies) 1884-1980, v. I, Ed. Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Salonicco 1980, pp. 282-299.
[81] GIOVANNI KARMIRIS,
Ὀρθοδοξία καί Ρωμαιοκαθολικισμός,
V. Ι, Atene 1964, p. 25.
[82] Op. cit.
V. ΙI, Atene 1964, p. 171.
[83] Giovanni XXIII, «AD PETRI CATHEDRAM», 29.6.59,
Acta Ap. Sedis, Vol. LI, 22.7.1959, pp. 497-531.
[84] GIOVANNI PANAGOPOULOS,
«Τό Βατικανό καί ἡ Ἕνωση τῶν Χριστιανικῶν Ἐκκλησιῶν», ἐφημ. ΚΑΘΗΜΕΡΙΝΗ,
30-7-1995.
Archimandrita GEORGIOS KAPSANIS, Ἀνησυχία
γιά τήν προετοιμαζομένη ἀπό τό Βατικανό ἕνωση Ὀρθοδόξων - Ρωμαιοκαθολικῶν
http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155.
[85] «La Civiltà Cattolica» 3918/19-9-2013, pp. 449-477.
[86] «Il Papa tende la mano agli ortodossi” (Ὁ Πάπας τείνει τό χέρι πρός τούς ὀρθόδοξους), ΑΜΠΕ http://www.kathimerini.gr/4dcgi/_w_articles_
kathremote_1_07/04/2013_492324 http://www.amen.gr/article13233
[87] Archimandrita.
GEORGE KAPSANIS,
«Καινοφανείς θεολογικές ἀπόψεις ἐν όψει τῶν διαλόγων», περιοδ. Παρακαταθήκη, τ.
43/2005. Ἐπίσης βλ. ΙΕΡΟΜ. ΔΗΜΗΤΡΙΟΣ ΓΡΗΓΟΡΙΑΤΗΣ, «Ἡ Ρωμαιοκαθολική Clarification (Διασάφησις) ἐπαναβεβαιώνει τό Filiοque», περιοδ. Παρακαταθήκη, τ. 52/2007.
[88] Rivista
S.Ο.Ρ. 318/2007.
[89] Archimandrita.
GEORGE KAPSANIS, apprensione
per la preparazione dell’unità dal Vaticano
fra ortodossi - cattolici
http://www.orthodoxnet.gr/print.php?sid=155
[90] «Νέον ἐπικοινωνιακόν «κόλπο» τοῦ Πάπα»;
Ὀρθόδοξος Τύπος (27-9-2013) 5
[91] «Νέα ἐπικοινωνιακά τρύκ ὑπό τοῦ Παπισμοῦ», Ὀρθόδοξος Τύπος 19-4-2013.
[92] «Αἱ ἀπίστευται
ἀερολογίαι τοῦ Πάπα Φραγκίσκου», Ὀρθόδοξος
Τύπος (27-9-2013) 2.
[93] Protopresbitero GEORGE
METALLINOS, San Gregorio Palamas Padre del IX Concilio Ecumenico, ed. Santo
Monastero Gran Meteora, Meteora 2009, pp 13-14.
[94] Mio intervento,
convegno, “Il papato come un problema ecclesiologico (con riferimento ad un
sistema di sinodalità della Chiesa)”, Atti del Seminario Teologico su
Sinodalità “Primato” e Unità della Chiesa, Santa Metropolia del Pireo, Pireo
2011, p 43.
[95] Convegno teologico su
Sinodalità “Primato” e Unità della Chiesa, Santa Metropolia del Pireo, Pireo
2011, pp 197-201. http://www.imp.gr/Nea.htm, http://www.impantokratoros.gr /
porismata-hmerida.el.aspx
[96] Archimandrita. GEORGE
KAPSANIS, “Il testo di Ravenna e il primato del Papa”, Monte Athos 2007/12/30, Ἐν Συνειδήσει. Οἰκουμενισμός. Ἱστορική καί κριτική προσέγγιση, edizione Ἱ. Μ. Μ.
Μετεώρου, Ἅγια Μετέωρα, giugno 2009, pp. 90-99, http://aktines.blogspot.gr/2013/08/blog-post_663.html.
[97] Ad esempio, sinodalità
uguale ad ortodossi ed eterodossi - identità dei misteri ortodossa ed
eterodossa, estensione della coscienza dogmatica agli eterodossi - “ferimento”
della universalità della Chiesa - interruzioni della comunione eucaristica -
successione apostolica – divisione dell’Una Chiesa.
[98] Per gli ortodossi
Chiesa, è il corpo mistico di Cristo, composto dal popolo di Dio con la sua
gerarchia come “comunione di divinizzazione”. La Chiesa, quando cessa di
funzionare come “comunione di divinizzazione” cessa di esistere come Chiesa.
L'uomo si salva quando viene liberato dal decadimento e dalla morte. E si
verifica solo la partecipazione personale alla vita divina increata , donata
solo nella Chiesa come « comunione di deificazione”. Vedi C. MANTZARIDIS,
“San Gregorio Palamas nella storia e nel presente”, volume edito dal Santo
Monastero di Vatopedi, Atti del Convegno Internazionale di Atene e Limassol,
Santa Montagna 2000, p 59.
[99] S. Gregorio Palamas,
Sulla processione dello Spirito Santo, I Omelia, 4, 27-31 P. Christou, v. I, p
31.
[100] 2 Timoteo 4, 16-17
[101] Atti 28, 14-31
[102] Rm. 15, 23-24.
[103] Atti 28, 14-31.
[104] Rm. 16, 3-4.
[105] Rm. 15, 19-20.
[106] Rm. 15, 22-24.
[107] Atti 28, 14-31.
[108] Atti 28, 17
[109] Atti 28, 30
[110] Atti 28, 17
[111] Atti 28, 20
[112] Atti 28, 21-24
[113] Gal. 1, 18
[114] Gal. 2, 1
[115] Atti 15, 5-30.
[116] Atti 21, 17.
[117] Atti 24, 27.
[118] Eusebio v. ΙΙΙ,
15.
[119] Eusebio v. V,
16.
[120] 1 Cr. 1, 12
[121] Eusebio 2, 25.
[122] Τό “δαχτυλίδι τοῦ ψαρά”...γιά τόν ἑκάστοτε Πάπα, http://gr.euronews.com/2013/03/13/third-finger-right-hand-that-s-where-they-place-the-papal-band/, http://www.amen.gr/article12839
[123] Αἱ καινοφανεῖς «θρονικαί ἑορταί» εἶναι παπικόν κατασκεύασμα, Ὀρθόδοξος Τύπος 26-7-2013.
[124] Ἱστότοπος «dogma.gr» 10-7-2013. «Ὁ Πάπας δέν ἀποδέχεται τόν τίτλον τοῦ Πατριάρχου τῆς Δύσεως»
καί «Ὁ πάπας Φραγκίσκος ἠρνήθη κι αὐτός
τόν τίτλον τοῦ Πατριάρχου τῆς Δύσεως»! Ὁρθόδοξος Τύπος 2-8-2013 καί
20-9-2013.
[125] Pope John Paul II, Ut Unum Sint 1995.05.25, http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/encyclicals/ ocuments/f_jp-ii_enc_25051995_ut-unum-sint_en.html.
[126] 2 Cor.
11, 4
[127] Giac.
2, 10
[128] Mansi 12:1030:
Canoni VII Concilio Ecumenico, Canone 1,pp. 1030-1034.
[129] FRANCIS A. SULLIVAN, S.J., «The Significance of the
Vatican II Declaration that the Church of Christ “subsists in” the Roman
Catholic Church», in Vatican II: Assessments and Perspectives, p. 283.
[130] JOSERH RATZINGER, «The
Open Circle: The Meaning of Christian Brotherhood», translated by W.
A. Glen-Doeple (New York : Sheed and Ward, 1966), p. 125.
[131] FEINER, p. 68-69.
[132] Fr. CHARLES MOREROD, OP, «A Roman Catholic Point of View about the Limits of the Church»,
Greek Orthodox Theological Review, Vol. 42, No 3-4, 1997.
[133] Op. cit.
[134] SAINT DIADOCHOS OF PHOTIKI, «On Spiritual Knowledge and Discrimination: One
Hundred Texts», 76, Philokalia 1
(Faber and Faber Press: London, 1979), page 279.
[135] ΠΡΕΣΒ. ΠΕΤΡΟΣ HEERS, Τό Βάπτισμα καί ἡ Ἐκκλησία στό Διάταγμα περί Οἰκουμενισμοῦ τῆς Δευτέρας
Βατικανῆς Συνόδου, διδακτορική διατριβή, Θεολογική Σχολή ΑΠΘ, Τμῆμα
Θεολογίας, Ἰούνιος 2011.
[136] Θερμό μήνυμα τοῦ Πάπα Φραγκίσκου στό ΠΣΕ (Busan, Corea), 30 ottobre 2013, http://www.amen.gr/article15744.
[137] http://orthodox-voice.blogspot.gr/2013/03/blog-post_471.html
[138] Ὁ Οἰκουμενισμός, edizione Ἱ. Μ.
Παρακλήτου, Ὠρωπός Ἀττικῆς 2004, pp. 5-6.
[139] ΜΙΧΑΗΛ
ΜΙΧΑΗΛΙΔΗΣ, «Ὁ Συγκρητισμός», Ὀρθόδοξος
Τύπος (23-7-2004) 1-2.
[140] Οἰκουμενισμός.
Γένεση, Προσδοκίες, Διαψεύσεις, Πρακτικά Διορθοδόξου Ἐπιστημονικοῦ Συνεδρίου (Atti del Convegno inter-ortodosso Scientifico), Αἴθουσα
Τελετῶν Α.Π.Θ., 20/24-9-2004, v. II, edizione Θεοδρομία, pp. 1012-1014,
1020-1021.
[141]
La prima donna cardinale,Ἡ πρώτη γυναῖκα Καρδινάλιος, Daily News 4-11-2013, http://www.romfea.gr/diafora-ekklisiastika/20121-2013-11-04-17-43-57.
[142] Gal. 3, 28.
[143] Ὑμνολόγιον τό χαρμόσυνον, ἤγουν χαιρετιστήριοι οἴκοι εἰς ἁγίους καί ἑορτάς τῆς Ἐκκλησίας, edizione Ἱ. Μ. Σταυροβουνίου, Ciproς 1995, pp. 270, 275.
[144] SAN NICODEMO DELLA SANTA
MONTAGNA, Pidalio (Πηδάλιον), pp. 280-281.
[145] Atti 6, 6
[146] Gen. 3, 15
[147] Theofanis di Nicea, Λόγος εἰς τήν Ὑπεραγίαν Θεοτόκον 11,
edizione. M. Jugie, Theorhanes Nicaenus (+ 1381), Sermo in
Sanctissimam Deiparam, Lateranum Romae 1935, p. 64.
[148] S. Epifanios di Cipro, Πανάριον 49, PG 42, 745BC.
[149] Ignazio di Antiochia, Πρός Μαγνησιείς 4, Πρός Τραλλιανούς 3.
[150] 1 Pietro 2, 9.
[151] GEORGE MANTZARIDIS,
Etica Cristiana II, edizione agrifoglio, Salonicco, pp 384-387.
[152] CHRISTOS
LIBANOS, «Ἐμπόδια
στόν διάλογο μέ τόν Προτεσταντισμό», ἐν Οἰκουμενισμός˙
Γένεση-Προσδοκίες-Διαψεύσεις. Πρακτικά διορθοδόξου ἐπιστημονικοῦ συνεδρίου(Atti
del Convegno inter-ortodosso Scientifico).
Αἴθουσα τελετῶν Α.Π.Θ. 20-24 Σεπτεμβρίου 2004, v. II, edizione Θεοδρομία, Salonicco 2008, pp.
627-632.
[153] Lc. 2, 23.
[154] Atti 1, 23-26.
[155] Mt. 28, 16-20.
[156] Gv. 20, 23.
[157] Germanos di
Costantinopoli, Εἰς
τήν Εἴσοδον τῆς Θεοτόκου II, PG 98, 313A
[158] 1 Cor. 14, 34.
[159] 1 Tim. 2, 12.
[160] 1 Cor. 14, 34.
[161] Tito 1, 6.
[162] Tertulliano, De Virginibus, IX, 1, C.C. II, 1218-19.
[163] S. EPIFANIOS, Contro le eresie, 49, 2-3, PG
41, 881.
[164] S. GIOVANNI CRISOSTOMO, Sul sacerdozio ΙΙ, 1, 2.
[165] [165] Ἡ «μηχανή ἁγιοποιήσεων» τοῦ Βατικανοῦ «ξαναζεσταίνεται»! Ὀρθόδοξος Τύπος
2-8-2013, http://www.naftemporiki.gr/story/672191, http://www.amen.gr/article14562, http://www.naftemporiki.gr/story/671064, http://www.amen.gr/article14529, http://www.amen.gr/article14359, http://www.romfea.gr/diafora-ekklisiastika/19402-2-23http://www.romfea.gr/diafora-ekklisiastika/19402-2-23
[166] SIMEONE IL NUOVO
TEOLOGO, Omelia Catechetica 10,
Sources Chretiennes 104 (1964) 142.
[167] Protopresbitero. GEORGE
Metallinos, San Gregorio Palamas, padre dell’VII Concilio Ecumenico, ed. Santo. M. Gran
Meteora, Santo Meteora 2009, p. 12.
[168] Demetrios Tsamis, Ἁγιολογία τῆς Ὀρθόδοξης
Ἐκκλησίας, ed. Πουρναρᾶς, Θεσ/κη 1999, pp. 127-136.
[169] Archimandrita Xaralambos
VASILOPOULOS, L’ecumenismo, senza
maschera, ed. Orthodox Press, Atene 1988, pp 235-251..
[170] Gv 12,
40. Is. 6, 10
[171] S.
NICODEMO DI SANTA MONTAGNA, Συναξαριστής τῶν δώδεκα μηνῶν τοῦ ἐνιαυτοῦ, t. V, edizioni Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Salonicco, pp. 485-486 e S. MACARIOS di
Corinto – S. NIKIFOROS di Chio – S. NICODEMO Agiorita - beato ATHANASSIOS
Parios, Συναξαριστής Νεομαρτύρων,
edizioni Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Salonicco
1996, pp. 539-540.
[172] [172]
Dositheos di Gerusalemme, Sull’amore,
p. 31.
[173] S.
NICODIMOS DI SANTA MONTAGNA, Νέον ἐκλόγιον, edizioni Ἀστήρ
– Ἀλ. καί Ε.
Παπαδημητρίου, Atene 1974, p. 332.
[174] "Un'altra bomba di
dimissioni nella "Chiesa" papale, ed. Ortodossa Press 5-4-2013
[175] Benedetto XVI: Non ho cercato di nascondere l'abuso
su bambini da parte di sacerdoti, http://romfea.gr/diafora-ekklisiastika/19290-2013-09-24-17-23-04.
[176] Fonte: Euronews Greek
[177] Nunzio
papale "destituito” per pederastia! Orthodox Press (18-10-2013) 2.
[178]
Di Nicoletta Cottone con un'analisi di Carlo Marroni - Il Sole 24 Ore - leggi
su http://24o.it/DzBea
[179] «Ὁ
Πάπας ἐπιβεβαιώνει τήν
ὕπαρξιν γκέτο ὁμοφυλοφίλων
εἰς
τό
Βατικανόν», «Ὁμολογία πάπα:
ὑπάρχει «γκέϊ λόμπι»
εἰς
τὸ
Βατικανόν»! Ὀρθόδοξος Τύπος 28-6-2013 e
5-7-2013.
[180] Papa
Francesco: "Chi sono io per giudicare gli omosessuali"? http://www.amen.gr/article14813
[181]
“Vescovo” papale afferma che: "L'omosessualità non è una perversione, ma
l'omofobia è una malattia mentale", http://aktines.blogspot.gr/2013/08/blog-post_8298.html
[182] Papà
Francesco: La Chiesa non dovrebbe interferire nella vita dei omosessuali ,http://www.protothema.gr/world/article/312186/papas-fragiskos-i-ekklisia-den-prepei-na-paremvainei-stis-zoes-ton-omofulofilon-/, http://www.amen.gr/article15366
[183] 2 Pietro 6-10
[184] S. NICODEMO DELLA SANTA
MONTAGNA, Ἑρμηνεία
εἰς τάς ἑπτά
καθολικάς ἐπιστολάς τῶν ἁγίων
Ἀποστόλων Ἰακώβου, Πέτρου, Ἰωάννου και Ἰούδα,
edizione
Ὀρθόδοξος Κυψέλη, Tessalonica 1986, p.
384.
[185] Op. Cit, p. 688.
[186] Rm. 1, 27.
[187] Freud, Introduzione alla Psicoanalisi, edizione
«Γκοβόστη»,
Atene, pp. 260-263, 270.
[188]
Archimandrita Nektarios ZIOMPOLAS, «Ἐκρήξεις ἠφαιστείων. Ὁ Πάπας Φραγκίσκος ἀμνηστεύει τούς γκέϋ», Ὀρθόδοξος Τύπος (13-9-2013) 3, 4.
[189] 1 Cor. 6, 9.
[190] Ὀρθόδοξος
Τύπος (6-9-2013) 4.
[191] “Il Patriarca Ecumenico contro i matrimoni gay e gli accordi di "libera convivenza” (Ὁ Οἰκουμενικός
Πατριάρχης ἐναντίον τῶν γάμων ὁμοφυλοφίλων καί τῶν συμφώνων «ἐλευθέρας
συμβιώσεως»), Ὀρθόδοξος Τύπος
(13-9-2013) 8.
[192] Ὀρθόδοξος
Τύπος (6-9-2013) 4.
[193] Op. Cit. f. 147.
[194] www.Kahudes.net.
[195] http://www.egolpion.com/opus_dei.el.aspx#iz z2fuIy2U10
[196] «Ἐργαλείο» ὁ νέος πάπας στά
σχέδια τῶν ἀπατεώνων μεγαλοτραπεζιτῶν, 11-10-2013, orthodoxia.gr, http://www.agioritikovima.gr/batikano/30182-ergaleio-o-ne.
[197] Στοιχεία
«φωτιά» γιά τήν τράπεζα τοῦ Βατικανοῦ. Διευκολύνει τό
ξέπλυμα χρήματος, http://www.iefimerida.gr/node/113665#ixzz2bqj1vV2I, http://www.amen.gr/article14571.
[198] Papa
Francesco: La Chiesa si basa sul martirio
e non sul potere, 'http://www.protothema.gr/world/article/290604/papas-fragiskos-i-ekklisia-vasizetai-sto-marturio-kai-ohi-stin-exousia/, http://www.amen.gr/article14489.
[199] Vaticano: Hanno “congelato”
i conti di un alto prelato, coinvolto in casi di riciclaggio di denaro, http://www.amen.gr/article14648
[200] "Banca
Vaticana:"Lavanderia" per il lavaggio del denaro"! Ὀρθόδοξος Τύπος (6-9-2013) 2.
[201] S. Nettario Vescovo di
Pentapolis "Studio storico sulle cause dello scisma" v. I, p. 298.
[202]
Op. Cit. v. II, p. 96
[203]
Op. Cit. v. II, p. 103.
[204] Eleftherotypia, 19-7-2013
[205] Mia risposta al
direttore del giornale Elefterotypia sull’articolo del signor Gasparakis.
[206] Il Papa visiterà il
Fanar entro il 2014, Ὀρθόδοξος Τύπος
19-7-2013.
[207] 19-3-2013, il Patriarca
Ecumenico invita il Papa al Fanar, http://www.amen.gr/article12925
[208] Giovanni Karmiris, Τά Δογματικά καί Συμβολικά Μνημεῖα τῆς Ὀρθοδόξου Καθολικῆς Ἐκκλησίας, Graz 1968, τ. 2, σ. 489.
[209] 2 Ts. 2, 15.
[210] Gl. 1, 8
[211] Sinodico del settimo
Santo Concilio Ecumenico per l'Ortodossia, Triodio, Domenica dell'Ortodossia.
[212] Geron Filotheos
ZERVAKOS, Διδαχές πατρικές καί θαυμαστά γεγονότα τοῦ γέροντος Φιλόθεου Ζερβάκου, ed. Ὀρθόδοξη Κυψέλη, pp. 103-111,
http://www.alopsis.gr/modules.php?name=News&file=article& sid=984.
[213] 2 Cor. 6,
14-17
[214] Lc. 18, 14
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